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Home » Attualità » Il sindaco di Asti indossa la gonna per dire no alla violenza sulle donne e posta la foto simbolo

Il sindaco di Asti indossa la gonna per dire no alla violenza sulle donne e posta la foto simbolo

A ispirare il primo cittadino Maurizio Rasero il gesto fatto dagli studenti del liceo Zucchi di Monza che erano andati a scuola con la gonna per dire basta agli stereotipi di genere e in solidarietà alle compagne a cui veniva richiesto di rispettare il dress code scolastico

Sofia Francioni
26 Novembre 2021
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Per la giornata internazionale della violenza maschile contro le donne il sindaco di Asti Maurizio Rasero ha indossato sotto la fascia tricolore una lunga gonna presentandosi così a tutti gli appuntamenti pubblici del 25 novembre. “Servono gesti forti per portare l’attenzione sullo stop alla violenza contro le donne“, ha spiegato lo stesso scattandosi una foto e pubblicandola sui social. “In altri giorni questo potrebbe sembrare una pagliacciata, oggi è un gesto di rispetto“. Il primo cittadino Rasero non è nuovo a utilizzare l’abbigliamento come veicolo di messaggi, nell’aprile del 2020 lo aveva fatto per controllare che i buoni spesi erogati nell’emergenza Covid venissero usati nel modo corretto nel suo comune, ma oggi lo fa per le donne. La sua presa di posizione sui social ha suscitato molti commenti, la maggior parte positivi e a sostegno all’iniziativa del primo cittadino, che – tra gli altri – si è presentato indossando la gonna all’incontro Storie di Donne ad Asti. Il suo gesto è stato ispirato dall’iniziativa degli studenti del liceo Zucchi di Monza, che nei primi giorni di novembre erano andati a scuola in gonna per dire basta agli stereotipi di genere nell’abbigliamento, mostrando solidarietà verso le compagne che erano costrette a rispettare il dress code scolastico: “Siamo contro la sessualizzazione del corpo e la mascolinità tossica”, avevano dichiarato ricevendo l’appoggio della preside.

 

 

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Il protagonista di questa vicenda è Leonardo Lotto, studente aostano, che la mattina del 23 febbraio è rimasto vittima di un incidente in mare. Il ragazzo era a Melbourne con un gruppo di amici quando dopo un tuffo tra le onde sul bagnasciuga ha picchiato violentemente la testa contro il fondale di sabbia. In quel momento è iniziato l’incubo: prima gli amici lo hanno aiutato a uscire dall’acqua, poi la corsa disperata in ospedale. Dopo l’intervento d’urgenza, è arrivato il duro responso: “Frattura delle vertebre C3 e C5, spina dorsale danneggiata". Leonardo Lotto è paralizzato dalla testa in giù e non potrà più camminare.

"Continuerò a lottare e farò tutto il necessario. A volte cadrò, ma alla fine mi rialzerò, vivendo sempre giorno per giorno, superando i momenti più bui”.

Dopo il ricovero all’Alfred Hospital di Melbourne, in Australia, “le sue condizioni sono stabili, e ora è pronto per iniziare il suo lungo percorso riabilitativo a Milano con tutte le energie e la positività che hanno sempre caratterizzato la sua personalità”. E gli amici, proprio per sostenere le cure, hanno organizzato una raccolta fondi online.

✍ Barbara Berti 

#lucenews #lucelanazione #australia #leonardolotto
  • È quanto emerge da uno studio su 1.700 ragazzi toscani realizzato dal Meyer center for health and happiness, di cui è responsabile Manila Bonciani, insieme all’Università di Firenze, e presentato in occasione della Giornata internazionale della felicità nel corso di un evento organizzato al Meyer health campus di Firenze.

Cosa gli adolescenti pensano della felicità? Come la definiscono? Cosa li rende felici? Queste alcune domande dello studio. Dai risultati emerge che i ragazzi spesso non riescono a dare neanche una definizione della felicità. Tuttavia ne sottolineano la rilevanza e la transitorietà. 

Dalla ricerca emerge così che la manifestazione della felicità si declina in sei dimensioni:
➡ La più rilevante che emerge è quella dell’interesse sociale, data dall’importanza che viene attribuita dai ragazzi alle relazioni interpersonali.
➡ La seconda è l’espressione della soddisfazione verso la propria vita, del fare le cose che piacciono loro.
➡ La terza è vivere emozioni positive, rilevanza che si riscontra anche nelle parole dei ragazzi che esprimono in maniera importante l’idea di essere felici quando sono senza preoccupazioni o pressioni che avvertono frequentemente, come anche quella scolastica.
➡ La quarta è il senso di autorealizzazione insieme a quello di padronanza delle varie situazioni che si trovano ad affrontare.
➡ Infine in misura minore la loro felicità è legata all’ottimismo, cui gli stessi adolescenti non attribuiscono grande rilevanza, sebbene rappresenti la sesta dimensione della felicità identificata.

Gli adolescenti che risultano più felici si caratterizzano per essere più empatici, esprimere un atteggiamento cooperativo, avere maggiore autoconsapevolezza, saper gestire meglio le emozioni e risolvere le situazioni problematiche, avere una buona immagine di sé. 

Ancora i maschi risultano essere più felici delle femmine a eccezione della dimensione relazionale e sociale della felicità che non si differenzia in maniera significativa tra i due gruppi, e le fasce di età più piccole, fino ai 15 anni, esprimono maggiormente di essere felici rispetto ai ragazzi di 16-17 o maggiorenni.

#felicità #ospedalemeyer #adolescenza
Per la giornata internazionale della violenza maschile contro le donne il sindaco di Asti Maurizio Rasero ha indossato sotto la fascia tricolore una lunga gonna presentandosi così a tutti gli appuntamenti pubblici del 25 novembre. "Servono gesti forti per portare l’attenzione sullo stop alla violenza contro le donne", ha spiegato lo stesso scattandosi una foto e pubblicandola sui social. "In altri giorni questo potrebbe sembrare una pagliacciata, oggi è un gesto di rispetto". Il primo cittadino Rasero non è nuovo a utilizzare l'abbigliamento come veicolo di messaggi, nell'aprile del 2020 lo aveva fatto per controllare che i buoni spesi erogati nell’emergenza Covid venissero usati nel modo corretto nel suo comune, ma oggi lo fa per le donne. La sua presa di posizione sui social ha suscitato molti commenti, la maggior parte positivi e a sostegno all’iniziativa del primo cittadino, che - tra gli altri - si è presentato indossando la gonna all’incontro Storie di Donne ad Asti. Il suo gesto è stato ispirato dall'iniziativa degli studenti del liceo Zucchi di Monza, che nei primi giorni di novembre erano andati a scuola in gonna per dire basta agli stereotipi di genere nell'abbigliamento, mostrando solidarietà verso le compagne che erano costrette a rispettare il dress code scolastico: "Siamo contro la sessualizzazione del corpo e la mascolinità tossica", avevano dichiarato ricevendo l'appoggio della preside.    
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