Perché salvare le api (e gli altri impollinatori) significa salvare noi stessi

Nella Giornata Mondiale delle Api, 20 maggio, il WWF ha pubblicato un report allarmante: in Europa, quasi la metà degli insetti impollinatori è in declino e un terzo è minacciato di estinzione

di DOMENICO GUARINO
20 maggio 2025
Un'ape "al lavoro" su un fiore

Un'ape "al lavoro" su un fiore

Uso massiccio di pesticidi a causa di modelli agricoli insostenibili, cambiamenti nel clima, perdita di habitat naturali: sono le cause di una vera e propria ecatombe di api, farfalle, bombi e altri insetti impollinatori, tanto che oltre il 40% degli impollinatori invertebrati rischia l’estinzione a livello globale. Mentre in Europa, quasi la metà degli insetti impollinatori è in declino e un terzo è minacciato di estinzione. L’allarme è stato lanciato dal WWF nella Giornata Mondiale delle Api, oggi 20 maggio, con la pubblicazione del dossier “Il futuro in un volo d’ape: perché salvare gli impollinatori significa salvare noi stessi”, realizzato nell’ambito della campagna Our Future.

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La scomparsa degli insetti impollinatori è una pessima notizia per l’uomo oltre che per l’ambiente, in quanto garantiscono la riproduzione di circa il 75% delle colture alimentari e del 90% delle piante da fiore selvatiche. Senza di loro, a rischio non c’è solo la biodiversità, ma anche la nostra alimentazione, la salute pubblica e la sicurezza economica.

Il valore economico dell’impollinazione

Già perché, come riporta il dossier, il valore economico dell’impollinazione è molto più elevato di quello derivante dai prodotti diretti dell’apicoltura come miele, polline, propoli, ecc. A quanto riporta il WWF, valutando una sola colonia di api, si stima una produzione di oltre 1.000 euro in frutti e bacche impollinate, contro i 240 euro ricavati dai prodotti dell’alveare.

Bumblebee, garden
Un calabrone si nutre all'interno di un fiore

Inoltre, secondo uno studio pubblicato su Environmental Health Perspectives, la drastica riduzione dell'impollinazione sta già contribuendo a circa 500.000 morti premature all’anno, a causa della diminuzione di frutta, verdura e frutta secca nella dieta.

Un problema per la natura e per l’uomo

“La crisi degli impollinatori non è un problema che riguarda solo la natura, è una crisi che finisce per colpire direttamente noi: la nostra salute, il nostro benessere, la nostra sicurezza alimentare”, sottolinea Eva Alessi, responsabile Sostenibilità del WWF Italia. “E in un Pianeta in cui la popolazione è in crescita esponenziale e le risorse naturali sottoposte a un sempre più forte stress, non possiamo permetterlo. È indispensabile un cambio di rotta decisivo che in primis deve essere definito dalle nostre istituzioni: vietare le sostanze chimiche più dannose, aumentare le superfici agricole dedicate alla conservazione della natura, sostenere l’agricoltura biologica e promuovere l’agroecologia”.

Le risposte della politica

A fronte di un problema così grave, le risposte politiche si dimostrano ancora troppo deboli. Nel 2018 l’Unione europea ha vietato l’uso all’aperto di tre neonicotinoidi – pesticidi noti per i loro effetti devastanti sulle api – ma resta consentito il loro utilizzo nelle serre e in molti Paesi, tra cui l’Italia, sono state concesse deroghe che ne permettono ancora l’impiego. Il recente ritiro da parte della Commissione UE del Regolamento sull’uso sostenibile dei pesticidi (SUR) ha rappresentato un passo indietro tanto nella protezione della biodiversità quanto, come conseguenza, nella tutela del nostro diritto alla salute.

La speranza: Nature Restoration Law

La speranza viene dall’approvazione della Nature Restoration Law da parte dell’Unione europea che punta a ripristinare almeno il 20% delle aree terrestri e marine dell’UE entro il 2030, inclusi gli habitat agricoli essenziali per gli impollinatori.

In particolare, l’articolo 10 del Regolamento impegna tutti gli Stati membri dell’Unione europea a mettere in atto azioni per fermare il declino degli insetti impollinatori (Apoidei, Sirfidi e Lepidotteri) e rende obbligatoria la realizzazione di un monitoraggio costante per verificare lo stato di conservazione delle diverse popolazioni di insetti.

Un fatto di fondamentale importanza secondo il WWF, che chiede con fermezza che “questa norma venga attuata con ambizione e concretezza, garantendo il recupero ecologico del paesaggio rurale e sostenendo pratiche agricole “nature positive” amiche della biodiversità. Senza interventi strutturali e vincolanti, il declino degli impollinatori continuerà a minacciare il nostro futuro alimentare e ambientale”.