Main Partner
Partner
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce

Home » Attualità » In due giorni quattro ragazzi tra i 20 e i 30 anni si sono suicidati in carcere. Quanti sono i giovani detenuti in Italia?

In due giorni quattro ragazzi tra i 20 e i 30 anni si sono suicidati in carcere. Quanti sono i giovani detenuti in Italia?

Dall'inizio del 2022 i carcerati che si sono uccisi sono 12, uno ogni quattro giorni. In totale, i detenuti in Italia sono 54.372 contro una capienza massima di 50.862. I dati del ministero della Giustizia

Remy Morandi
14 Febbraio 2022
Share on FacebookShare on Twitter

In due giorni ci sono stati in Italia quattro suicidi in carcere. E dall’inizio dell’anno, poco più di un mese, dodici detenuti si sono tolti la vita, per un totale di un suicidio ogni quattro giorni. Lo denuncia il Sindacato del Corpo di Polizia Penitenziaria (S.PP.). Gli ultimi quattro sono tutti giovani tra i 20 e i 30 anni: un ragazzo di 25 anni a Palermo, una donna di 29 anni a Messina, un uomo di 33 anni a Monza e un giovane di 24 anni a Roma. Tutto ciò nel giro di 48 ore. Una “strage vergognosa – tuona il segretario generale S.PP. Aldo Di Giacomo – che non vede fine e che è ancora più grave se si tiene conto che solo dall’inizio del nuovo anno si sono suicidati due agenti penitenziari”.

“Lo stato di abbandono delle carceri italiane – sottolinea Di Giacomo – è oramai a livelli mai visti sino ad oggi. Il ministro della Giustizia aveva promesso che sarebbe intervenuta entro gennaio per migliorare le condizioni delle prigioni della Nazione ma ad oggi nulla si è visto. Le carceri sono diventate zone franche dove tutto accade come la morte per suicidio di 4 detenuti giovanissimi come se nulla fosse, ma peggio ancora senza scuotere minimamente la coscienza dei nostri governanti”. Il segretario generale S.PP. chiede dunque “un intervento della politica e del governo che riporti nelle carceri quel livello di civiltà e umanità che mancano. Bisognerebbe da subito evitare che psichiatri, alcol dipendenti e tossicodipendenti restino in carcere, ma trovare soluzioni diverse quali centri di cura che garantiscano l’esecuzione della pena ma anche la rieducazione. Uno Stato che non riesce a garantire la sicurezza della vita dei detenuti affidati in custodia per scontare pene giudiziarie testimonia di aver rinunciato ai suoi doveri civici”.

Com’è cambiata la vita in carcere con la pandemia

Dal sovraffolamento alle conseguenze della pandemia, i problemi nelle carceri in Italia sono molteplici e di varia natura. Al quotidiano Il Riformista il professore di diritto penale Giovanni Fiandaca spiega che negli istituti penitenziari “mancano le risorse umane” e che “gli specialisti in psichiatria sono andati via via diminuendo”. Nel frattempo però la pandemia da Covid-19 ha peggiorato ulteriormente la situazione, non solo per la difficoltà di isolare i positivi in ambienti sovraffollati ma anche per le restrizioni che di fatto hanno determinato un taglio netto delle relazioni dei detenuti con il mondo esterno. E sempre a Il Riformista il professor Fiandaca lancia un ulteriore allarme: “Si stima, ma non ci sono statistiche precise, che il disagio psichico riguardi più del 40% dei detenuti. Chiudiamo in carcere persone fragili sapendo che la detenzione non potrà che peggiorare la loro condizione”.

Quanti sono i detenuti in Italia? E quanti sono i giovani in carcere?

Secondo i dati del ministero della Giustizia, i detenuti presenti in Italia nel 2022 sono 54.372, a fronte di una capienza massima di 50.862. Di questi, 16.555 sono giovani di età compesa tra i 18 e i 34 anni. In termini percentuali, dunque, i giovani in carcere sono il 30,4% di tutti i detenuti. Ovvero, circa uno su tre. Questi in numeri assoluti sono i detenuti in Italia per classi di età nel 2021:

  • Da 18 a 20 anni: 523
  • Da 21 a 24 anni: 2.739
  • Da 25 a 29 anni: 5.799
  • Da 30 a 34 anni: 7.494

Anche Antigone, l’associazione per i diritti e le garanzie nel sistema penale, fa sapere che “la popolazione detenuta ha ripreso lentamente a salire fino a tornare stabilmente sopra i 54.000 reclusi, a fronte di una capienza ufficiale di 50.000 posti”. Per Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, “il quadro che ci offre questo inizio di 2022 non è dei migliori. Per questo – conclude Gonnella – è importante prevedere misure urgenti per ridurre il sovraffollamento”.

Potrebbe interessarti anche

Festival Universitario a Milano il 13 maggio
Lifestyle

Festival Universitario: formazione, tecnologia e sostenibilità

23 Marzo 2023
La Nuova Zelanda lancia la campagna Love Better da quasi 4 milioni di dollari
Attualità

La Nuova Zelanda aiuta i giovani a riprendersi dalle delusioni d’amore

23 Marzo 2023
Il Gruppo Sirti, società italiana che sviluppa infrastrutture di rete e servizi digitali e di cybersecurity con oltre 3400 dipendenti
Economia

Inclusione nei luoghi di lavoro, il manifesto virtuoso del gruppo Sirti

20 Marzo 2023

Instagram

  • "Ora dobbiamo fare di meno, per il futuro".

Torna anche quest’anno l
  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
In due giorni ci sono stati in Italia quattro suicidi in carcere. E dall'inizio dell'anno, poco più di un mese, dodici detenuti si sono tolti la vita, per un totale di un suicidio ogni quattro giorni. Lo denuncia il Sindacato del Corpo di Polizia Penitenziaria (S.PP.). Gli ultimi quattro sono tutti giovani tra i 20 e i 30 anni: un ragazzo di 25 anni a Palermo, una donna di 29 anni a Messina, un uomo di 33 anni a Monza e un giovane di 24 anni a Roma. Tutto ciò nel giro di 48 ore. Una "strage vergognosa - tuona il segretario generale S.PP. Aldo Di Giacomo - che non vede fine e che è ancora più grave se si tiene conto che solo dall'inizio del nuovo anno si sono suicidati due agenti penitenziari". "Lo stato di abbandono delle carceri italiane - sottolinea Di Giacomo - è oramai a livelli mai visti sino ad oggi. Il ministro della Giustizia aveva promesso che sarebbe intervenuta entro gennaio per migliorare le condizioni delle prigioni della Nazione ma ad oggi nulla si è visto. Le carceri sono diventate zone franche dove tutto accade come la morte per suicidio di 4 detenuti giovanissimi come se nulla fosse, ma peggio ancora senza scuotere minimamente la coscienza dei nostri governanti". Il segretario generale S.PP. chiede dunque "un intervento della politica e del governo che riporti nelle carceri quel livello di civiltà e umanità che mancano. Bisognerebbe da subito evitare che psichiatri, alcol dipendenti e tossicodipendenti restino in carcere, ma trovare soluzioni diverse quali centri di cura che garantiscano l'esecuzione della pena ma anche la rieducazione. Uno Stato che non riesce a garantire la sicurezza della vita dei detenuti affidati in custodia per scontare pene giudiziarie testimonia di aver rinunciato ai suoi doveri civici".

Com'è cambiata la vita in carcere con la pandemia

Dal sovraffolamento alle conseguenze della pandemia, i problemi nelle carceri in Italia sono molteplici e di varia natura. Al quotidiano Il Riformista il professore di diritto penale Giovanni Fiandaca spiega che negli istituti penitenziari "mancano le risorse umane" e che "gli specialisti in psichiatria sono andati via via diminuendo". Nel frattempo però la pandemia da Covid-19 ha peggiorato ulteriormente la situazione, non solo per la difficoltà di isolare i positivi in ambienti sovraffollati ma anche per le restrizioni che di fatto hanno determinato un taglio netto delle relazioni dei detenuti con il mondo esterno. E sempre a Il Riformista il professor Fiandaca lancia un ulteriore allarme: "Si stima, ma non ci sono statistiche precise, che il disagio psichico riguardi più del 40% dei detenuti. Chiudiamo in carcere persone fragili sapendo che la detenzione non potrà che peggiorare la loro condizione".

Quanti sono i detenuti in Italia? E quanti sono i giovani in carcere?

Secondo i dati del ministero della Giustizia, i detenuti presenti in Italia nel 2022 sono 54.372, a fronte di una capienza massima di 50.862. Di questi, 16.555 sono giovani di età compesa tra i 18 e i 34 anni. In termini percentuali, dunque, i giovani in carcere sono il 30,4% di tutti i detenuti. Ovvero, circa uno su tre. Questi in numeri assoluti sono i detenuti in Italia per classi di età nel 2021:
  • Da 18 a 20 anni: 523
  • Da 21 a 24 anni: 2.739
  • Da 25 a 29 anni: 5.799
  • Da 30 a 34 anni: 7.494
Anche Antigone, l'associazione per i diritti e le garanzie nel sistema penale, fa sapere che "la popolazione detenuta ha ripreso lentamente a salire fino a tornare stabilmente sopra i 54.000 reclusi, a fronte di una capienza ufficiale di 50.000 posti". Per Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, "il quadro che ci offre questo inizio di 2022 non è dei migliori. Per questo - conclude Gonnella - è importante prevedere misure urgenti per ridurre il sovraffollamento".
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Cos’è Luce!
  • Redazione
  • Board
  • Contattaci
  • 8 marzo

Robin Srl
Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif
Dati societariISSNPrivacyImpostazioni privacy

Copyright© 2023 - P.Iva 12741650159

CATEGORIE
  • Contatti
  • Lavora con noi
  • Concorsi
ABBONAMENTI
  • Digitale
  • Cartaceo
  • Offerte promozionali
PUBBLICITÀ
  • Speed ADV
  • Network
  • Annunci
  • Aste E Gare
  • Codici Sconto