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Home » Attualità » Incitamento all’odio e comportamenti violenti: il Censis rivela: 4 milioni di italiani molestati nell’ultimo anno

Incitamento all’odio e comportamenti violenti: il Censis rivela: 4 milioni di italiani molestati nell’ultimo anno

Il segretario Giorgio De Rita: "Fra il 2015 e il 2019 sono calate dal 25% al 15% della popolazione le persone che hanno denunciato stalking e discriminazioni. L'italia è in questa materia sotto la media europea

Federico Martini
3 Agosto 2021
(DIRE) Firenze, 23 nov. - La violenza sulle donne e' un "problema e' reale". Lo dimostrano "i dati ancora non definitivi di Artemisia: da gennaio ad ottobre, circa 900 donne hanno chiesto aiuto al centro antiviolenza Artemisia, di cui 88 durante il primo lockdown", quando l'associazione "dopo un iniziale e preoccupante silenzio, ha ricevuto una media di 2,4 telefonate al giorno. Il lavoro da fare dunque e' ancora molto", visto che nel 2019 il dato definitivo parla di 985 richieste di aiuto, ma abbiamo una rete di protezione del territorio assai forte". Sono i numeri che diffonde Benedetta Albanese, assessore alle Pari opportunita' a Firenze, intervenendo in Consiglio comunale che oggi, a 48 ore della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, ha dedicato un focus sul tema.     "Come Comune siamo impegnati in prima fila insieme a varie associazioni cittadine, che ringrazio, ad informare e aiutare le donne affinche' trovino il coraggio di denunciare subito la violenza, che non e' solo fisica ma anche psicologica", aggiunge.  Sugli interventi, aggiunge, "oltre al fondamentale e capillare lavoro della prefettura e delle forze dell'ordine, prezioso e' anche l'impegno del 'reparto anticrimine e violenza di genere' della municipale". Si tratta di un reparto "il cui personale e' stato recentemente implementato e che, oltre a costituire il canale privilegiato per l'attivazione dei servizi territoriali di assistenza, e' formato appositamente per svolgere indagini e contrastare reati quali la violenza domestica, la violenza sessuale e lo stalking anche attraverso i social media". Cosi' "nei primi 10 mesi del 2020 la polizia municipale ha trattato 12 casi, eseguito 2 misure cautelari, fatto 27 annotazioni di polizia giudiziaria, a cui si aggiungono 25 informative ad altre forze di polizia e attivato 15 contatti con i servizi sociali e associazioni che operano sul territorio".     A Palazzo Vecchio "seguiamo tutte le strade, puntando molto da un lato sull'informazione: il 25 novembre inauguriamo il 'PortaleDonna', un nuovo spazio online del 'PortaleGiovani' dedicato alle donne della citta' di Firenze che necessitano di informazioni sui servizi presenti sul territorio a loro rivolti, notizie rilevanti su tematiche di genere, incentivi ed agevolazioni loro rivolte".   (Dig/ Dire) 20:32 23-11-2

(DIRE) Firenze, 23 nov. - La violenza sulle donne e' un "problema e' reale". Lo dimostrano "i dati ancora non definitivi di Artemisia: da gennaio ad ottobre, circa 900 donne hanno chiesto aiuto al centro antiviolenza Artemisia, di cui 88 durante il primo lockdown", quando l'associazione "dopo un iniziale e preoccupante silenzio, ha ricevuto una media di 2,4 telefonate al giorno. Il lavoro da fare dunque e' ancora molto", visto che nel 2019 il dato definitivo parla di 985 richieste di aiuto, ma abbiamo una rete di protezione del territorio assai forte". Sono i numeri che diffonde Benedetta Albanese, assessore alle Pari opportunita' a Firenze, intervenendo in Consiglio comunale che oggi, a 48 ore della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, ha dedicato un focus sul tema. "Come Comune siamo impegnati in prima fila insieme a varie associazioni cittadine, che ringrazio, ad informare e aiutare le donne affinche' trovino il coraggio di denunciare subito la violenza, che non e' solo fisica ma anche psicologica", aggiunge. Sugli interventi, aggiunge, "oltre al fondamentale e capillare lavoro della prefettura e delle forze dell'ordine, prezioso e' anche l'impegno del 'reparto anticrimine e violenza di genere' della municipale". Si tratta di un reparto "il cui personale e' stato recentemente implementato e che, oltre a costituire il canale privilegiato per l'attivazione dei servizi territoriali di assistenza, e' formato appositamente per svolgere indagini e contrastare reati quali la violenza domestica, la violenza sessuale e lo stalking anche attraverso i social media". Cosi' "nei primi 10 mesi del 2020 la polizia municipale ha trattato 12 casi, eseguito 2 misure cautelari, fatto 27 annotazioni di polizia giudiziaria, a cui si aggiungono 25 informative ad altre forze di polizia e attivato 15 contatti con i servizi sociali e associazioni che operano sul territorio". A Palazzo Vecchio "seguiamo tutte le strade, puntando molto da un lato sull'informazione: il 25 novembre inauguriamo il 'PortaleDonna', un nuovo spazio online del 'PortaleGiovani' dedicato alle donne della citta' di Firenze che necessitano di informazioni sui servizi presenti sul territorio a loro rivolti, notizie rilevanti su tematiche di genere, incentivi ed agevolazioni loro rivolte". (Dig/ Dire) 20:32 23-11-2

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‘’Il fenomeno dell’incitamento all’odio e a comportamenti violenti è complesso ed ha tante sfaccettature ma dobbiamo sottolineare la carenza di dati, di ricerche, di informazioni”. Lo ha detto Giorgio De Rita, segretario generale della Fondazione Censis nel corso dell’Audizione presso la Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza del Senato sottolineando che “grosso modo il numero di persone che hanno subito molestie e discriminazioni effettive nel corso dell’ultimo anno si aggira tra i 3,5 e i 4 milioni’’.

De Rita, però, ha rimarcato che “tra il 2015 e il 2019 i dati ci dicono che la quota di residenti in Italia che ha subito atti di discriminazione o di molestia si riduce dal 25% al 15% rispetto ad un dato medio europeo che vede una riduzione dal 21% al 17%”. Il segretario generale della Fondazione Censis ha parlato di “un fenomeno poco indagato, poco studiato che meriterebbe più attenzione. La domanda che viene naturale porsi è quanto questo fenomeno sia diffuso e quali sono le sue dinamiche.

Abbiamo dei dati europei che ci aiutano a capire, alcune indagini fate da Eurostat nel 2019 che approfondiscono il tema delle discriminazioni, delle molestie e dell’incitamento all’odio. Queste indagini ci dicono che circa il 15% degli italiani dichiara di aver subito nei 12 mesi precedenti fenomeni discriminatori o fenomeni di molestie o atti di vero e proprio odio.

Giorgio De Rita

Le ragioni possono essere tante – osserva De Rita – in alcuni casi più ragioni colpiscono le stesse persone: i dati europei ci dicono ad esempio che circa il 2% degli italiani dichiara di aver subito discriminazione o molestie per ragioni di orientamento sessuale per ragioni di diversità di genere e di età, di etnia, e di colore della pelle. Volendo fare una stima, molto approssimativa perché non abbiamo numeri sufficienti a poter andare in profondità, grosso modo il numero di persone che ha subito molestie e discriminazioni effettive nel corso dell’ultimo anno si aggira tra i 3,5 e i 4 milioni di persone’’.

La seconda dimensione consiste, secondo De Rita ‘’ in quanto sta cambiando questo fenomeno nell’arco degli ultimi anni: i dati Eurostat confrontati tra il 2015 e il 2019 ci dicono che la quota di residenti in Italia che ha subito atti di discriminazione o di molestia si riduce dal 25% al 15% rispetto ad un dato medio europeo che vede una riduzione dal 21% al 17%. L’impressione che possiamo ricavare è che più che ridursi questo fenomeno sta chiudendo l’imbuto rispetto alle gravità degli episodi che vengono denunciati: c’è una maggiore consapevolezza che l’atto discriminatorio, è grave nella misura in cui colpisce le singole persone. Un elemento che ci dice che è un fenomeno che sta cambiando pelle”.

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  • Sono tre, per il momento, gli istituti superiori che si sono candidati ad accogliere Nina Rosa Sorrentino, la studentessa disabile di 19 anni che non può sostenere la maturità al liceo Sabin di Bologna (indirizzo Scienze umane) e che i genitori hanno per questo motivo ritirato da scuola.

La storia è nota: la studentessa ha cominciato il suo percorso di studi nel liceo di via Matteotti seguendo il programma differenziato. Già al terzo anno i genitori avevano chiesto di passare al programma degli obiettivi minimi che si può concludere con l’Esame di Stato, mentre quello differenziato ha solo la "certificazione delle competenze".

Il Consiglio di classe aveva respinto la richiesta della famiglia, anche perché passare agli obiettivi minimi avrebbe implicato esami integrativi. Da qui la decisione della famiglia, avvenuta giusto una settimana fa, di ritirare Nina da scuola – esattamente un giorno prima che i giorni di frequenza potessero essere tali da farle comunque ottenere la "certificazione delle competenze" – in modo tale che possa provare a sostenere la Maturità in un altro istituto del capoluogo emiliano.

Sulla storia di Nina, ieri, è tornata anche la ministra per la Disabilità, Alessandra Locatelli, che alla Camera ha risposto, durante il question time, a una domanda sulle iniziative volte a garantire l’inclusione sociale e lavorativa delle persone con sindrome di Down presentata dal capogruppo di FdI, Tommaso Foti.

"C’è ancora un po’ di strada da fare se una ragazza con la sindrome di Down non viene ammessa all’esame di maturità – ha detto la ministra –. Se non si è stati in grado di usare tutte le strategie possibili e l’accomodamento ragionevole, come previsto dalla Convenzione Onu per i diritti delle persone disabili che in Italia è legge; se non si è stati in grado di valorizzare i punti di forza dei ragazzi che non chiedono di essere promossi automaticamente ma di avere un’occasione e un’opportunità."

#lucenews #lucelanazione #ninasorentino #disabilityinclusion #bologna
  • “Ho fatto la storia”. Con queste parole Alex Roca Campillo ha postato sul suo account Twitter il video degli ultimi, emozionanti, metri della maratona di Barcellona.

Ed effettivamente un record Alex l’ha scritto: è la prima persona al mondo con una disabilità al 76 per cento a riuscire a percorrere la distanza di 42 km e 195 metri.
Alex ha concluso la sua gara in 5 ore 50 minuti e 51 secondi, ma il cronometro in questa situazione è passato decisamente in secondo piano. “tutto questo è stato possibile grazie alle mia squadra. Grazie a tutti quelli che dal bordo della strada mi hanno spinto fino al traguardo. Non ho parole”.

#lucenews #alexrocacampillo #maratonadibarcellona #barcellona
  • In Uganda dirsi gay potrà costare l’ergastolo. Il Parlamento dell’Uganda ha appena approvato una legge che propone nuove e severe sanzioni per le relazioni tra persone dello stesso sesso. Al termine di una sessione molto movimentata e caotica, la speaker del Parlamento Annet Anita Among, dopo il voto finale ha detto: “È stata approvata a tempo record”. La legge, che passa ora nelle mani del presidente Yoweri Museveni, che potrà scegliere se porre il veto o firmarla, propone nuove e molto dure sanzioni per le relazioni omosessuali in un Paese in cui l’omosessualità è già illegale.

La versione finale non è ancora stata pubblicata ufficialmente, ma gli elementi discussi in Parlamento includono che una persona condannata per adescamento o traffico di bambini allo scopo di coinvolgerli in attività omosessuali, rischia l’ergastolo; individui o istituzioni che sostengono o finanziano attività o organizzazioni per i diritti Lgbt, oppure pubblicano, trasmettono e distribuiscono materiale mediatico e testuale a favore degli omosessuali, rischiano di essere perseguiti e incarcerati. 

“Questa proposta di legge – ha detto Asuman Basalirwa, membro del Parlamento che l’ha presentata – è stata concepita per proteggere la nostra cultura, i valori legali, religiosi e familiari tradizionali degli ugandesi e gli atti che possono promuovere la promiscuità sessuale in questo Paese”. Il parlamentare ha poi aggiunto: “Mira anche a proteggere i nostri bambini e giovani che sono resi vulnerabili agli abusi sessuali attraverso l’omosessualità e gli atti correlati”.

Secondo la legge amici, familiari e membri della comunità avrebbero il dovere di denunciare alle autorità le persone omosessuali. Nello stesso disegno di legge, tra l’altro, si introduce la pena di morte per chi abusa dei bambini o delle persone vulnerabili. 

#lucenews #lucelanazione #uganda #lgbtrights
  • Un’altra pagina di storia del calcio femminile è stata scritta. Non tanto per il risultato della partita ma per il record di spettatori presenti. All’Olimpico di Roma andava in scena il match di andata dei quarti di finale di Champions League tra Roma e Barcellona quando si è stabilito un nuovo record: sono state 39.454 infatti le persone che hanno incoraggiato le ragazze fin dal primo minuto superando il precedente di 39.027 stabilito in Juventus-Fiorentina del 24 marzo 2019.

Era l’andata dei quarti di finale che la Roma ha raggiunto alla sua prima partecipazione alla Champions League, ottenuta grazie al secondo posto nell’ultimo campionato. Il Barcellona, campione di Spagna e d’Europa due anni fa, era favorito e in campo lo ha dimostrato, soprattutto nel primo tempo, riuscendo a vincere 1-0. La squadra di casa è stata tenuta a galla dalle parate di Ceasar, migliore in campo, ma ha provato a impensierire la corazzata spagnola nella ripresa dove più a volte ha sfiorato la rete con le conclusioni di Haavi, Giacinti e Giugliano, il primo “numero 10” a giocare all’Olimpico per la Roma dopo il ritiro di Francesco Totti.

✍ Edoardo Martini

#lucenews #lucelanazione #calciofemminile #championsleague
‘’Il fenomeno dell’incitamento all’odio e a comportamenti violenti è complesso ed ha tante sfaccettature ma dobbiamo sottolineare la carenza di dati, di ricerche, di informazioni”. Lo ha detto Giorgio De Rita, segretario generale della Fondazione Censis nel corso dell’Audizione presso la Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza del Senato sottolineando che “grosso modo il numero di persone che hanno subito molestie e discriminazioni effettive nel corso dell’ultimo anno si aggira tra i 3,5 e i 4 milioni’’. De Rita, però, ha rimarcato che “tra il 2015 e il 2019 i dati ci dicono che la quota di residenti in Italia che ha subito atti di discriminazione o di molestia si riduce dal 25% al 15% rispetto ad un dato medio europeo che vede una riduzione dal 21% al 17%”. Il segretario generale della Fondazione Censis ha parlato di “un fenomeno poco indagato, poco studiato che meriterebbe più attenzione. La domanda che viene naturale porsi è quanto questo fenomeno sia diffuso e quali sono le sue dinamiche. Abbiamo dei dati europei che ci aiutano a capire, alcune indagini fate da Eurostat nel 2019 che approfondiscono il tema delle discriminazioni, delle molestie e dell’incitamento all’odio. Queste indagini ci dicono che circa il 15% degli italiani dichiara di aver subito nei 12 mesi precedenti fenomeni discriminatori o fenomeni di molestie o atti di vero e proprio odio.
Giorgio De Rita
Le ragioni possono essere tante - osserva De Rita - in alcuni casi più ragioni colpiscono le stesse persone: i dati europei ci dicono ad esempio che circa il 2% degli italiani dichiara di aver subito discriminazione o molestie per ragioni di orientamento sessuale per ragioni di diversità di genere e di età, di etnia, e di colore della pelle. Volendo fare una stima, molto approssimativa perché non abbiamo numeri sufficienti a poter andare in profondità, grosso modo il numero di persone che ha subito molestie e discriminazioni effettive nel corso dell’ultimo anno si aggira tra i 3,5 e i 4 milioni di persone’’. La seconda dimensione consiste, secondo De Rita ‘’ in quanto sta cambiando questo fenomeno nell’arco degli ultimi anni: i dati Eurostat confrontati tra il 2015 e il 2019 ci dicono che la quota di residenti in Italia che ha subito atti di discriminazione o di molestia si riduce dal 25% al 15% rispetto ad un dato medio europeo che vede una riduzione dal 21% al 17%. L’impressione che possiamo ricavare è che più che ridursi questo fenomeno sta chiudendo l’imbuto rispetto alle gravità degli episodi che vengono denunciati: c’è una maggiore consapevolezza che l’atto discriminatorio, è grave nella misura in cui colpisce le singole persone. Un elemento che ci dice che è un fenomeno che sta cambiando pelle”.
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