Main Partner
Partner
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Evento 2022
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Evento 2022
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce

Home » Attualità » Inclusività e lavoro. L’azienda Zeta Service introduce il congedo parentale per le coppie omogenitoriali

Inclusività e lavoro. L’azienda Zeta Service introduce il congedo parentale per le coppie omogenitoriali

L'azienda è stata tra le prime in Italia ad introdurre anche il congedo mestruale e gli assorbenti gratuiti nei bagni degli uffici

Edoardo Martini
26 Ottobre 2022
Congedo parentale

Congedo parentale

Share on FacebookShare on Twitter

Un nuovo passo in avanti verso la parità di genere sul posto di lavoro. Zeta Service, azienda leader specializzata in payroll e servizi dedicati alle risorse umane, è tra le prime imprese in Italia a introdurre il congedo parentale per le coppie omogenitoriali, ovvero famiglie composte da due genitori dello stesso sesso.

Silvia Bolzoni, fondatrice e presidente di Zeta Service

“Questo piccolo passo deve essere da apripista per superare le barriere di genere e uguaglianza”

L’azienda milanese amplia di propria iniziativa il godimento dei diritti per questa tipologia di famiglie andando di fatto a colmare un vuoto normativo presente nella legislazione italiana che attualmente non riconosce alcun congedo alle coppie omogenitoriali se non al genitore biologico. Zeta Service ha così deciso di riconoscere 40 giorni di congedo parentale, gli stessi previsti dall’azienda per il congedo di paternità che è stato quadruplicato rispetto a quanto previsto dalla normativa italiana per i papà (ovvero 10 giorni obbligatori di congedo). Per l’azienda si tratta dell’ennesima iniziativa verso una genitorialità equamente condivisa che parte dal luogo di lavoro e si conclude all’interno del nucleo familiare: l’equally shared parenting diventa a tutti gli effetti un fattore di well-being culture all’interno dell’azienda permettendo ai lavoratori un bilanciamento più equilibrato tra lavoro e vita privata. Un’iniziativa che s’inserisce nella European Gender Equality Week: la settimana dell’equalità di genere, che si celebra dal 24 al 30 ottobre, è promossa dal Parlamento Europeo e si pone come obiettivo la promozione dell’uguaglianza di uomo e donna nei diversi ambiti della vita con eventi, dibattiti e audizioni.

Viste le numerose iniziative su una tematica sempre più presente nelle agende politiche europee, Silvia Bolzoni, fondatrice e presidente di Zeta Service, vuole lanciare un appello al nuovo Governo: “È doveroso colmare un vuoto legislativo che penalizza le coppie omogenitoriali dove solo una persona viene riconosciuta come genitore mentre l’altro è, a tutti gli effetti, un estraneo. Occorre superare questo ostacolo per permettere ad entrambi i genitori di affrontare insieme una nuova e delicata fase della loro vita. Sappiamo che il nostro è solo un piccolo passo ma confidiamo possa servire come apripista per aiutare a superare le barriere di genere e uguaglianza che molto spesso sono tuttora radicate in atteggiamenti sociali e valori patriarcali antimodernistici e arretrati”.

Il congedo parentale per le coppie omogenitoriali è solo l’ultima iniziativa di Zeta Service all’insegna dell’inclusività dentro e fuori il contesto lavorativo. L’azienda, composta da 330 dipendenti di cui oltre l’80% donne, è stata tra le prime in Italia a introdurre anche il congedo mestruale e gli assorbenti gratuiti nei bagni degli uffici; inoltre, è presente un welfare aziendale a supporto del reddito dei dipendenti e sono numerose le iniziative diffuse di well-being culture come seminari dedicati alla crescita personale, la possibilità di frequentare corsi di yoga e pilates anche da remoto e uno sportello di counseling sempre attivo. Un impegno che prosegue anche al di fuori dall’azienda con numerose iniziative di CSR per portare valore nella comunità attraverso progetti di carattere ambientale e sociale che hanno portato alla creazione di Fondazione Libellula, che tra i suoi progetti ha anche il primo network di aziende unite contro la violenza sulle donne, e che ha lo scopo di agire sul piano culturale per prevenire e contrastare la discriminazione di genere.

“Quando ho fondato Zeta Service l’obiettivo è stato quello di costruire un ambiente di lavoro che garantisse uguaglianza di genere dando pari opportunità, remunerazione e opportunità indistintamente a uomini e donne: solo in un ambiente positivo è possibile raggiungere determinati risultati stimolando la crescita professionale e personale. Questo pensiero si riflette anche nei progetti che portiamo avanti al di fuori del contesto lavorativo con iniziative di social responsibility sempre attente alle necessità della comunità circostante”, conclude Silvia Bolzoni.

L’azienda Zeta Service è composta da 330 dipendenti di cui oltre l’80% donne

Cos’è il congedo parentale?

Ma in che cosa consiste il congedo parentale? Il congedo parentale è il diritto ad un periodo di 10 mesi di astensione dal lavoro spettante sia alla madre sia al padre lavoratori, da ripartire tra i due genitori e da fruire nei primi 12 anni di vita del bambino. In particolare, l’art. 32 del Decreto Legislativo 26 marzo 2001, n. 151, prevede che ciascun genitore lavoratore dipendente possa assentarsi dal lavoro per un periodo di 6 mesi, anche frazionabile, nei primi 12 anni di vita del bambino.

Il congedo parentale spetta al genitore richiedente anche qualora l’altro genitore non ne abbia diritto. Se il rapporto di lavoro cessa all’inizio o durante il periodo di congedo, il diritto al congedo stesso viene meno dalla data di interruzione del lavoro.

Se la richiesta è della madre:

  • ne ha diritto per un periodo continuativo o frazionato non superiore a 6 mesi, trascorso il periodo di astensione obbligatoria (“maternità”);
  • se è l’unico genitore il congedo si estende fino a 10 mesi.

Se la richiesta è del padre:

  • ne ha diritto dal momento della nascita del figlio per un periodo continuativo o frazionato non superiore a 6 mesi;
  • il limite si estende però fino a 7 mesi nel caso in cui il padre lavoratore eserciti il diritto di astenersi dal lavoro per un periodo (continuativo o frazionato) non inferiore a 3 mesi.

In questo secondo caso, quindi, il limite complessivo dei congedi parentali dei genitori è elevato a 11 mesi.

Maternità, paternità e congedo parentale: le nuove indicazioni

L’INPS, con il messaggio 4 agosto 2022, n. 3066, ha illustrato le novità introdotte dal decreto legislativo 30 giugno 2022, n. 105 in materia di maternità, paternità e congedo parentale e ha fornito le prime indicazioni utili per il riconoscimento delle relative indennità, entrate in vigore dal 13 agosto 2022. 

Le nuove disposizioni normative promuovono un miglioramento della conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare per tutti i lavoratori che svolgono ruoli di cura come genitori o prestatori di assistenza, puntando anche al raggiungimento di una effettiva parità di genere sia sul lavoro che in famiglia. Tra le novità principali, è previsto il congedo di paternità obbligatorio di 10 giorni fruibile dal padre lavoratore dipendente tra i due mesi precedenti e i cinque successivi al parto, anche in caso di nascita o morte perinatale del bambino. I giorni di congedo sono fruibili dal padre anche durante il congedo di maternità della madre lavoratrice e sono compatibili con la fruizione (non negli stessi giorni) del congedo di paternità cosiddetto “alternativo”.

Per le lavoratrici autonome il diritto all’indennità giornaliera è ora riconosciuto anche nei periodi antecedenti i due mesi prima del parto, in caso di “gravi complicanze della gravidanza o di persistenti forme morbose che si presume possano essere aggravate dallo stato di gravidanza”, accertate dalla ASL. Per quanto riguarda il congedo parentale, il diritto all’indennità viene esteso fino ai 12 anni d’età del bambino, rispetto ai sei anni precedentemente previsti, con una diversa ripartizione dei periodi indennizzabili che complessivamente possono arrivare fino a un massimo di nove mesi e non più sei

 

Potrebbe interessarti anche

Il premier Narendra Modi ha reso omaggio oggi al Mahatma Gandhi, nell'anniversario del suo assassinio, 75 anni fa (Twitter)
Attualità

India, il primo ministro Modi celebra Gandhi nell’anniversario del suo assassinio

30 Gennaio 2023
Il calciatore iraniano Mehdi Taremi (Instagram)
Attualità

Iran, il calciatore simbolo Mehdi Taremi: “Chiedo il rilascio dei prigionieri”

30 Gennaio 2023
Cresce e si radicalizza l'odio on-line
Attualità

Odio in rete: donne, disabili e gay i più minacciati. Vox, la mappa dell’Intolleranza

27 Gennaio 2023

Instagram

  • Nino Gennaro cresce in un paese complesso, difficile, famigerato per essere stato il regno del boss Liggio, impegnandosi attivamente in politica; nel 1975 è infatti responsabile dell’organizzazione della prima Festa della Donna, figura tra gli animatori del circolo Placido Rizzotto, presto chiuso e, sempre più emarginato dalla collettività, si trova poi coinvolto direttamente nel caso di una sua amica, percossa dal padre perché lo frequentava e che sporse denuncia contro il genitore, fatto che ebbe grande risonanza sui media. Con lei si trasferì poi a Palermo e qui comincia la sua attività pubblica come scrittore; si tratta di una creatività onnivora, che si confronta in diretta con la cronaca, lasciando però spazio alla definizione di mitologie del corpo e del desiderio, in una dimensione che vuole comunque sempre essere civile, di testimonianza.

Nel 1980 a Palermo si avviano le attività del suo gruppo teatrale “Teatro Madre”, che sceglie una dimensione urbana, andando in scena nei luoghi più diversi e spesso con attori non professionisti (i testi si intitolano “Bocca viziosa”, “La faccia è erotica”, “Il tardo mafioso Impero”), all’inseguimento di un cortocircuito scena/vita. Già il logo della compagnia colpisce l’attenzione: un cuore trafitto da una svastica, che vuole alludere alla pesantezza dei legami familiari, delle tradizioni vissute come gabbia. Le sue attività si inscrivono, quindi, in uno dei periodi più complessi della storia della città siciliana, quando una sequenza di delitti efferati ne sconvolge la quotidianità e Gennaro non è mai venuto meno al suo impegno, fondando nel 1986 il Comitato Cittadino di Informazione e Partecipazione e legandosi al gruppo che gestiva il centro sociale San Saverio, dedicandosi quindi a numerosi progetti sociali fino alla morte per Aids nel 1995.

La sua drammaturgia si alimenta di una poetica del frammento, del remix, con brani che spesso vengono montati in modo diverso rispetto alla loro prima stesura.

Luca Scarlini ✍

#lucenews #lucelanazione #ninogennaro #queer
  • -6 a Sanremo 2023!

Questo Festival ha però un sapore dolceamaro per l
  • Era il 1° febbraio 1945, quando la lotta per la conquista di questo diritto, partita tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, sulla scorta dei movimenti degli altri Paesi europei, raggiunse il suo obiettivo. Con un decreto legislativo, il Consiglio dei Ministri presieduto da Ivanoe Bonomi riconobbe il voto alle donne, su proposta di Palmiro Togliatti e Alcide De Gasperi. 

Durante la prima guerra mondiale le donne avevano sostituito al lavoro gli uomini che erano al fronte. La consapevolezza di aver assunto un ruolo ancora più centrale all’interno società oltre che della famiglia, crebbe e con essa la volontà di rivendicare i propri diritti. Già nel 1922 un deputato socialista, Emanuele Modigliani aveva presentato una proposta di legge per il diritto di voto femminile, che però non arrivò a essere discussa, per la Marcia su Roma. Mussolini ammise le donne al voto amministrativo nel 1924, ma per pura propaganda, poiché in seguito all’emanazione delle cosiddette “leggi fascistissime” tra il 1925 ed il 1926, le elezioni comunali vennero, di fatto, soppresse. Bisognerà aspettare la fine della guerra perché l’Italia affronti concretamente la questione.

Costituito il governo di liberazione nazionale, le donne si attivarono per entrare a far parte del corpo elettorale: la prima richiesta dell’ottobre 1944, venne avanzata dalla Commissione per il voto alle donne dell’Unione Donne Italiane (Udi), che si mobilitò per ottenere anche il diritto di eleggibilità (sancito da un successivo decreto datato 10 marzo 1946). Si arrivò così, dopo anni di battaglie per il suffragio universale, al primo febbraio 1945, data storica per l’Italia. Il decreto prevedeva la compilazione di liste elettorali femminili distinte da quelle maschili, ed escludeva però dal diritto le prostitute schedate che esercitavano “il meretricio fuori dei locali autorizzati”.

Le elezioni dell’esordio furono le amministrative tra marzo e aprile del 1946 e l’affluenza femminile superò l’89%. 

#lucenews #lucelanazione #dirittodivoto #womenrights #1febbraio1945
  • La regina del pulito Marie Kondo ha dichiarato di aver “un po’ rinunciato” a riordinare casa dopo la nascita del suo terzo figlio. La 38enne giapponese, considerata una "Dea dell’ordine", con i suoi best seller sull’economia domestica negli ultimi anni ha incitato e sostenuto gli sforzi dei comuni mortali di rimettere in sesto case e armadi all’insegna del cosa “provoca dentro una scintilla di gioia”. Ma l’esperta di decluttering, famosa in tutto il mondo, ha ammesso che con tre figli da accudire, la sua casa è oggi “disordinata”, ma ora il riordino non è più una priorità. 

Da quando è diventata madre di tre bambini, ha dichiarato che il suo stile di vita è cambiato e che la sua attenzione si è spostata dall’organizzazione alla ricerca di modi semplici per rendere felici le abitudini di tutti i giorni: "Fino a oggi sono stata una organizzatrice di professione e ho dunque fatto il mio meglio per tenere in ordine la mia casa tutto il tempo”, e anche se adesso “ci ho rinunciato, il modo in cui trascorro il mio tempo è quello giusto per me in questo momento, in questa fase della mia vita”.

✍ Marianna Grazi 

#lucenews #lucelanazione #mariekondo
Un nuovo passo in avanti verso la parità di genere sul posto di lavoro. Zeta Service, azienda leader specializzata in payroll e servizi dedicati alle risorse umane, è tra le prime imprese in Italia a introdurre il congedo parentale per le coppie omogenitoriali, ovvero famiglie composte da due genitori dello stesso sesso.
Silvia Bolzoni, fondatrice e presidente di Zeta Service

"Questo piccolo passo deve essere da apripista per superare le barriere di genere e uguaglianza"

L’azienda milanese amplia di propria iniziativa il godimento dei diritti per questa tipologia di famiglie andando di fatto a colmare un vuoto normativo presente nella legislazione italiana che attualmente non riconosce alcun congedo alle coppie omogenitoriali se non al genitore biologico. Zeta Service ha così deciso di riconoscere 40 giorni di congedo parentale, gli stessi previsti dall’azienda per il congedo di paternità che è stato quadruplicato rispetto a quanto previsto dalla normativa italiana per i papà (ovvero 10 giorni obbligatori di congedo). Per l'azienda si tratta dell’ennesima iniziativa verso una genitorialità equamente condivisa che parte dal luogo di lavoro e si conclude all’interno del nucleo familiare: l’equally shared parenting diventa a tutti gli effetti un fattore di well-being culture all’interno dell’azienda permettendo ai lavoratori un bilanciamento più equilibrato tra lavoro e vita privata. Un’iniziativa che s’inserisce nella European Gender Equality Week: la settimana dell’equalità di genere, che si celebra dal 24 al 30 ottobre, è promossa dal Parlamento Europeo e si pone come obiettivo la promozione dell’uguaglianza di uomo e donna nei diversi ambiti della vita con eventi, dibattiti e audizioni.

Viste le numerose iniziative su una tematica sempre più presente nelle agende politiche europee, Silvia Bolzoni, fondatrice e presidente di Zeta Service, vuole lanciare un appello al nuovo Governo: “È doveroso colmare un vuoto legislativo che penalizza le coppie omogenitoriali dove solo una persona viene riconosciuta come genitore mentre l’altro è, a tutti gli effetti, un estraneo. Occorre superare questo ostacolo per permettere ad entrambi i genitori di affrontare insieme una nuova e delicata fase della loro vita. Sappiamo che il nostro è solo un piccolo passo ma confidiamo possa servire come apripista per aiutare a superare le barriere di genere e uguaglianza che molto spesso sono tuttora radicate in atteggiamenti sociali e valori patriarcali antimodernistici e arretrati”.

Il congedo parentale per le coppie omogenitoriali è solo l’ultima iniziativa di Zeta Service all’insegna dell’inclusività dentro e fuori il contesto lavorativo. L’azienda, composta da 330 dipendenti di cui oltre l’80% donne, è stata tra le prime in Italia a introdurre anche il congedo mestruale e gli assorbenti gratuiti nei bagni degli uffici; inoltre, è presente un welfare aziendale a supporto del reddito dei dipendenti e sono numerose le iniziative diffuse di well-being culture come seminari dedicati alla crescita personale, la possibilità di frequentare corsi di yoga e pilates anche da remoto e uno sportello di counseling sempre attivo. Un impegno che prosegue anche al di fuori dall’azienda con numerose iniziative di CSR per portare valore nella comunità attraverso progetti di carattere ambientale e sociale che hanno portato alla creazione di Fondazione Libellula, che tra i suoi progetti ha anche il primo network di aziende unite contro la violenza sulle donne, e che ha lo scopo di agire sul piano culturale per prevenire e contrastare la discriminazione di genere.

“Quando ho fondato Zeta Service l’obiettivo è stato quello di costruire un ambiente di lavoro che garantisse uguaglianza di genere dando pari opportunità, remunerazione e opportunità indistintamente a uomini e donne: solo in un ambiente positivo è possibile raggiungere determinati risultati stimolando la crescita professionale e personale. Questo pensiero si riflette anche nei progetti che portiamo avanti al di fuori del contesto lavorativo con iniziative di social responsibility sempre attente alle necessità della comunità circostante”, conclude Silvia Bolzoni.

L’azienda Zeta Service è composta da 330 dipendenti di cui oltre l’80% donne

Cos'è il congedo parentale?

Ma in che cosa consiste il congedo parentale? Il congedo parentale è il diritto ad un periodo di 10 mesi di astensione dal lavoro spettante sia alla madre sia al padre lavoratori, da ripartire tra i due genitori e da fruire nei primi 12 anni di vita del bambino. In particolare, l'art. 32 del Decreto Legislativo 26 marzo 2001, n. 151, prevede che ciascun genitore lavoratore dipendente possa assentarsi dal lavoro per un periodo di 6 mesi, anche frazionabile, nei primi 12 anni di vita del bambino. Il congedo parentale spetta al genitore richiedente anche qualora l’altro genitore non ne abbia diritto. Se il rapporto di lavoro cessa all'inizio o durante il periodo di congedo, il diritto al congedo stesso viene meno dalla data di interruzione del lavoro. Se la richiesta è della madre:
  • ne ha diritto per un periodo continuativo o frazionato non superiore a 6 mesi, trascorso il periodo di astensione obbligatoria (“maternità”);
  • se è l'unico genitore il congedo si estende fino a 10 mesi.
Se la richiesta è del padre:
  • ne ha diritto dal momento della nascita del figlio per un periodo continuativo o frazionato non superiore a 6 mesi;
  • il limite si estende però fino a 7 mesi nel caso in cui il padre lavoratore eserciti il diritto di astenersi dal lavoro per un periodo (continuativo o frazionato) non inferiore a 3 mesi.
In questo secondo caso, quindi, il limite complessivo dei congedi parentali dei genitori è elevato a 11 mesi.

Maternità, paternità e congedo parentale: le nuove indicazioni

L’INPS, con il messaggio 4 agosto 2022, n. 3066, ha illustrato le novità introdotte dal decreto legislativo 30 giugno 2022, n. 105 in materia di maternità, paternità e congedo parentale e ha fornito le prime indicazioni utili per il riconoscimento delle relative indennità, entrate in vigore dal 13 agosto 2022.  Le nuove disposizioni normative promuovono un miglioramento della conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare per tutti i lavoratori che svolgono ruoli di cura come genitori o prestatori di assistenza, puntando anche al raggiungimento di una effettiva parità di genere sia sul lavoro che in famiglia. Tra le novità principali, è previsto il congedo di paternità obbligatorio di 10 giorni fruibile dal padre lavoratore dipendente tra i due mesi precedenti e i cinque successivi al parto, anche in caso di nascita o morte perinatale del bambino. I giorni di congedo sono fruibili dal padre anche durante il congedo di maternità della madre lavoratrice e sono compatibili con la fruizione (non negli stessi giorni) del congedo di paternità cosiddetto “alternativo”. Per le lavoratrici autonome il diritto all’indennità giornaliera è ora riconosciuto anche nei periodi antecedenti i due mesi prima del parto, in caso di “gravi complicanze della gravidanza o di persistenti forme morbose che si presume possano essere aggravate dallo stato di gravidanza”, accertate dalla ASL. Per quanto riguarda il congedo parentale, il diritto all’indennità viene esteso fino ai 12 anni d’età del bambino, rispetto ai sei anni precedentemente previsti, con una diversa ripartizione dei periodi indennizzabili che complessivamente possono arrivare fino a un massimo di nove mesi e non più sei  
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Cos’è Luce!
  • Redazione
  • Board
  • Contattaci
  • Evento 2022

Robin Srl
Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif
Dati societariISSNPrivacyImpostazioni privacy

Copyright© 2021 - P.Iva 12741650159

CATEGORIE
  • Contatti
  • Lavora con noi
  • Concorsi
ABBONAMENTI
  • Digitale
  • Cartaceo
  • Offerte promozionali
PUBBLICITÀ
  • Speed ADV
  • Network
  • Annunci
  • Aste E Gare
  • Codici Sconto