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Home » Attualità » Paola Turci, insulti omofobi sui social: quando l’odio desta più scalpore dell’amore

Paola Turci, insulti omofobi sui social: quando l’odio desta più scalpore dell’amore

Giovedì la notizia del matrimonio tra la cantante e la showgirl Francesca Pascale. Durante la notte i commenti social contro la cantautrice

Marianna Grazi
1 Luglio 2022
Paola Turci insulti omofobi

Paola Turci ha denunciato di aver ricevuto insulti omofobi dopo l'annuncio delle nozze con Francesca Pascale

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La notizia del matrimonio, giovedì 30 giugno, ha destato scalpore, diventando immediatamente virale, rimbalzando sui situi web e sui social, fino ad arrivare sulle prime pagine dei quotidiani di oggi. Paola Turci e Francesca Pascale si sposeranno (con un’unione civile, visto che nemmeno l’essere vip consente di aggirare l’assurda legge che in Italia non contente il matrimonio egualitario tra persone dello stesso sesso) domani, sabato 2 luglio, nella splendida cornice di Montalcino. Ma se i bagliori dello scoop non si sono ancora spenti, quello che si è acceso dopo che l’informazione è diventata di dominio pubblico è anche il fuoco dell’omofobia. Ancora e ancora. E meno male che il mese del Pride, dell’orgoglio e delle rivendicazioni della comunità Lgbtq+ si è appena concluso (anche se manca ancora Milano tra gli eventi in calendario nel nostro Paese).

Francesca Pascale e Paola Turci si sposeranno il 2 luglio a Montalcino

La cantautrice romana, 57 anni, ha infatti ricevuto e denunciato insulti omofobi che le sono stati rivoluti dopo l’annuncio del matrimonio. Stanotte, nella sue storie di Instagram, l’artista ha pubblicato un messaggio ricevuto da un profilo di una guest house piemontese: “Lesbicona che schifo!!“, recita lo squallido post, che la cantante ha mostrato, commentando: “Ignoranza, omofobia, cattiveria e infelicità in una sola frase“. Immediati i commenti di condanna per il gesto che hanno sommerso il profilo social da cui risulta partito l’insulto. L’indignazione generale non basta però a cancellare il fatto: due donne, anche famose, che scelgono l’amore non sono ancora tollerate. Assurdo? Certo. È inammissibile che l’odio prevalga ancora sulla gioia, che una persona, un gruppo di individui, una comunità perfino non accettino che due donne celebrino la loro felicità. Cosa, queste nozze, toglierebbero loro? Cosa cambia all’utente che ha usato quelle parole spregevoli se Paola Turci e Francesca Pascale si sposano? Nulla, ma la frustrazione evidentemente è più forte del lasciar correre.

Insulti omofobi a Paola Turci
Paola Turci, 57 anni, ha ricevuto insulti omofobi su Instagram dopo l’annuncio delle nozze con la Pascale

La risposta del web agli insulti: “Che meraviglia che ti sposi”

“A fare ribrezzo non sono solamente gli insulti omofobici che Paola Turci ha subito dopo aver annunciato
l’unione civile con Francesca Pascale. È incredibile che, ancora oggi, qualcuno si senta in dovere di approvare o meno una relazione tra due persone dello stesso sesso“. È un commento amaro quello di Più Europa alla notizia degli insulti rivolti alla cantautrice 57enne Paola Turci. “È incredibile che, ancora oggi, tra gli applausi di rappresentanti delle Istituzioni, l’Italia – sottolinea il post sui social – non abbia una legge che prevenga e punisca i crimini d’odio omotransfobici. A Paola e a Francesca va non solo la nostra totale solidarietà ma gli auguri più affettuosi per la loro unione. Vi insegneranno a non splendere. E voi splendete, invece!”.

Paola Turci Instagram
Il romantico messaggio di Paola Turci su Instagram

Per fortuna, infatti, sul web si moltiplicano invece i messaggi di felicitazioni per la coppia, che avrebbe voluto tenere riservata la notizia dell’unione civile, mantenendo sull’evento la stessa privacy con cui finora ha protetto la relazione, rivelata nell’estate del 2020 dal settimanale ‘Oggi’ che pubblicò lo scatto di un bacio tra le due donne durante una vacanza in barca. “Formulo alla Pascale, una persona che per alcuni anni è stata vicino a mio fratello Silvio, gli auguri per una vita felice…”, dice ad esempio all’Adnkronos l’editore e imprenditore Paolo Berlusconi, commentando la notizia sulle imminenti nozze. Nella notte Paola ha anche pubblicato un messaggio romantico, scrivendo alle 4 del mattino accanto ad una foto con il cielo stellato: “Quella felicità che non ti fa dormire“. Poi, la cantante ha ripostato i messaggi di auguri degli amici, come quello del critico musicale e conduttore radiofonico Luca De Gennaro che le ha scritto: “Che meraviglia che ti sposi, amica mia”. Perché l’amore, in effetti, andrebbe sempre celebrato e non insultato. Che sia quello tra un uomo e una donna, due donne, due uomini, due persone… L’amore è amore, chiama felicità, non odio.

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  • "Ora dobbiamo fare di meno, per il futuro".

Torna anche quest’anno l
  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
La notizia del matrimonio, giovedì 30 giugno, ha destato scalpore, diventando immediatamente virale, rimbalzando sui situi web e sui social, fino ad arrivare sulle prime pagine dei quotidiani di oggi. Paola Turci e Francesca Pascale si sposeranno (con un'unione civile, visto che nemmeno l'essere vip consente di aggirare l'assurda legge che in Italia non contente il matrimonio egualitario tra persone dello stesso sesso) domani, sabato 2 luglio, nella splendida cornice di Montalcino. Ma se i bagliori dello scoop non si sono ancora spenti, quello che si è acceso dopo che l'informazione è diventata di dominio pubblico è anche il fuoco dell'omofobia. Ancora e ancora. E meno male che il mese del Pride, dell'orgoglio e delle rivendicazioni della comunità Lgbtq+ si è appena concluso (anche se manca ancora Milano tra gli eventi in calendario nel nostro Paese).
Francesca Pascale e Paola Turci si sposeranno il 2 luglio a Montalcino
La cantautrice romana, 57 anni, ha infatti ricevuto e denunciato insulti omofobi che le sono stati rivoluti dopo l'annuncio del matrimonio. Stanotte, nella sue storie di Instagram, l'artista ha pubblicato un messaggio ricevuto da un profilo di una guest house piemontese: "Lesbicona che schifo!!", recita lo squallido post, che la cantante ha mostrato, commentando: "Ignoranza, omofobia, cattiveria e infelicità in una sola frase". Immediati i commenti di condanna per il gesto che hanno sommerso il profilo social da cui risulta partito l'insulto. L'indignazione generale non basta però a cancellare il fatto: due donne, anche famose, che scelgono l'amore non sono ancora tollerate. Assurdo? Certo. È inammissibile che l'odio prevalga ancora sulla gioia, che una persona, un gruppo di individui, una comunità perfino non accettino che due donne celebrino la loro felicità. Cosa, queste nozze, toglierebbero loro? Cosa cambia all'utente che ha usato quelle parole spregevoli se Paola Turci e Francesca Pascale si sposano? Nulla, ma la frustrazione evidentemente è più forte del lasciar correre.
Insulti omofobi a Paola Turci
Paola Turci, 57 anni, ha ricevuto insulti omofobi su Instagram dopo l'annuncio delle nozze con la Pascale

La risposta del web agli insulti: "Che meraviglia che ti sposi"

"A fare ribrezzo non sono solamente gli insulti omofobici che Paola Turci ha subito dopo aver annunciato l'unione civile con Francesca Pascale. È incredibile che, ancora oggi, qualcuno si senta in dovere di approvare o meno una relazione tra due persone dello stesso sesso". È un commento amaro quello di Più Europa alla notizia degli insulti rivolti alla cantautrice 57enne Paola Turci. "È incredibile che, ancora oggi, tra gli applausi di rappresentanti delle Istituzioni, l'Italia - sottolinea il post sui social - non abbia una legge che prevenga e punisca i crimini d'odio omotransfobici. A Paola e a Francesca va non solo la nostra totale solidarietà ma gli auguri più affettuosi per la loro unione. Vi insegneranno a non splendere. E voi splendete, invece!".
Paola Turci Instagram
Il romantico messaggio di Paola Turci su Instagram
Per fortuna, infatti, sul web si moltiplicano invece i messaggi di felicitazioni per la coppia, che avrebbe voluto tenere riservata la notizia dell'unione civile, mantenendo sull'evento la stessa privacy con cui finora ha protetto la relazione, rivelata nell'estate del 2020 dal settimanale 'Oggi' che pubblicò lo scatto di un bacio tra le due donne durante una vacanza in barca. "Formulo alla Pascale, una persona che per alcuni anni è stata vicino a mio fratello Silvio, gli auguri per una vita felice...", dice ad esempio all'Adnkronos l'editore e imprenditore Paolo Berlusconi, commentando la notizia sulle imminenti nozze. Nella notte Paola ha anche pubblicato un messaggio romantico, scrivendo alle 4 del mattino accanto ad una foto con il cielo stellato: "Quella felicità che non ti fa dormire". Poi, la cantante ha ripostato i messaggi di auguri degli amici, come quello del critico musicale e conduttore radiofonico Luca De Gennaro che le ha scritto: "Che meraviglia che ti sposi, amica mia". Perché l'amore, in effetti, andrebbe sempre celebrato e non insultato. Che sia quello tra un uomo e una donna, due donne, due uomini, due persone... L'amore è amore, chiama felicità, non odio.
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