L’intelligenza artificiale è un rischio o un’opportunità per le donne e per i giovani?

Tecnologia, integrazione e pace: la visione di Darya Majidi tra IA e diritti umani, per un’Italia che valorizzi talenti, accoglie e non fugge

di MICHELE BRANCALE
23 maggio 2025
"L’IA sarà in tutti i lavori del futuro. Tutti dovremo saperla utilizzare, come quando si impara a guidare una macchina"

"L’IA sarà in tutti i lavori del futuro. Tutti dovremo saperla utilizzare, come quando si impara a guidare una macchina"

LIVORNO – In questo cambiamento d’epoca l’Intelligenza Artificiale (IA) è una coordinata che intimorisce, come un’auto su cui si è seduti ma che non sappiamo ancora guidare, ma può essere una grande opportunità, come tutte le nuove tecnologie, per rilanciare a ogni latitudine i diritti umani e animare la capacità dei giovani di specializzarsi e trovare lavoro.

Ne ha dato una lettura fiduciosa Darya Majidi a Medì, il convegno internazionale della Comunità di Sant’Egidio tenutosi a Livorno nei giorni scorsi con i rappresentanti delle città del Mediterraneo. Ebbene, Majidi è una “livornese sui generis”. Nata e cresciuta a Teheran, è uno dei volti della nuova Italia che arricchisce tutti. Di padre musulmano e madre cattolica, ha portato a Medì una forte testimonianza di integrazione che dice molto di come l’incontro sia una risorsa preziosa e irrinunciabile per il futuro di tutti.

Laureata in informatica a Pisa, ha avuto negli anni incarichi nel campo dell’innovazione: già assessora a questa materia del Comune di Livorno, è stata presidente dei giovani imprenditori di Confindustria e vicepresidente della sezione locale di Confindustria con delega alla ricerca; fondatrice e presidente dell’Associazione Donne 4.0.

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Majidi è un’imprenditrice e fondatrice di molte aziende e supporta oggi la nascita e la crescita di nuove startup. Per lei le tecnologie sono strumenti per le voci di libertà delle donne contro pratiche da debellare come matrimoni precoci, infibulazione, discriminazioni sul lavoro. Per Majidi inoltre si può e si deve frenare l’emigrazione dei giovani che, insieme alla natalità zero, impoverisce l’Italia. Al tempo stesso la penisola ha bisogno, con percorsi intelligenti, di immigrati.

Dopo la laurea in informatica a Pisa, con una specializzazione proprio in Intelligenza Artificiale, Majidi ha proseguito la sua formazione in "Strategia e governance aziendale" con un master al Dipartimento di Economia della stessa città. Ha poi creato negli anni aziende high tech in Italia e all’estero. Adesso è socia e CEO della Daxo Group. Un curriculum di tutto riguardo, nel quale è inscritta anche l’attività svolta negli anni scorsi come assessore all’Innovazione a Livorno, con cui ha posto le basi perché la città labronica sia sempre più una smart city. Oggi è Presidente di UN Women Italy, l’agenzia dell’Onu dedicata alla parità di genere e l’empowerment femminile.

A Medì lei ha osservato che le guerre economiche sono camuffate da guerre di religione.

"Sì, basta sapere interpretare gli avvenimenti. Ovunque ci sono guerre, le motivazioni che le sostengono sono economiche. Dell’Iran, ad esempio, tutto si racconta in chiave religiosa mentre in origine c’è stata la lotta tra Inghilterra e Usa, da una parte, e l’Unione Sovietica, dall’altra, per il controllo del petrolio e delle risorse iraniane. Ma anche in Africa quello che interessa sono le terre e materie preziose. Insomma, da sempre, alla base di ogni guerra ci sono interessi economici".

Nella sua biografia c’è invece l’incontro.

"Nella vita della mia famiglia c’è l’incontro fra più culture e religioni. Le cose che uniscono sono il bene e il volersi bene. È l’umanità di cui tutti facciamo parte. I valori universali sono tali indipendentemente dal credo. Il valore principale è amare e avere rispetto per gli altri".

Cos’è il progetto Donne 4.0?

"È un’associazione nata dopo avere scritto un libro, nel 2018, che porta questo titolo, molto autobiografico, dove argomentavo come le tecnologie che cambiano il mondo sono in mano maschili. Invitavo e invito le donne a impossessarsene. Ho sentito con piacere che anche Papa Leone XIV vuole lavorare sulle questioni tecnologiche. Se le donne non lo capiscono rimarranno ai margini, tutt’al più impiegate in lavori a basso valore".

Secondo lei l’Intelligenza Artificiale può essere un’opportunità per le donne e, come ha detto a Medì, dove c’era un’affollata platea di studenti, per i giovani. In che modo?

"L’IA creerà molti lavori nuovi e ne distruggerà altri. Tutto ciò che è ripetitivo e a basso valore verrà informatizzato. Ci saranno lavori invece per content creator ed elaboratori di dati, per fare due esempi. Se i ragazzi capiscono che possono creare con poco investimento delle aziende, allora saranno in grado di cogliere grandi opportunità. Devo dire che ci vuole anche uno sforzo responsabile degli adulti per aiutarli".

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Perché i giovani devono specializzarsi in questa materia?

"L’IA sarà in tutti i lavori del futuro. Tutti dovremo saperla utilizzare, come quando si impara a guidare una macchina. Poi ci saranno gli ingegneri che creeranno le macchine ma tutti dovranno essere in grado di usarle, ragazzi e ragazze".

Ma i giovani sono sempre di meno. Molti vanno all’estero, la natalità è a zero e si guarda con ostilità agli immigrati.

"L’assurdità sta nel fatto che abbiamo più emigrati di qualità (500 mila italiani) e invece immigrati non specializzati. Tutta la politica migratoria va ripensata in modo intelligente, offrendo alle persone in Italia di restarci con stipendi buoni e incorporando le persone più bisognose, che vengono qui cercando futuro, in lavori utili, dando loro formazione. L’Italia deve attivare politiche attrattive per i cervelli nel mondo".

Leone XIV ha parlato dell’Intelligenza Artificiale come un tema decisivo.

"Sono felice che sia laureato in matematica e filosofia con una duplice conoscenza, dei numeri e della logica e del pensiero. Leone XIV ha messo al centro due elementi: la pace e le tecnologie. La guerra fa male alla povera gente che viene usata dai potenti per i propri fini economici".