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Home » Attualità » Iran, campionessa di scacchi Sara Khadim al-Sharia senza velo al mondiale in Kazakistan

Iran, campionessa di scacchi Sara Khadim al-Sharia senza velo al mondiale in Kazakistan

Proseguono le proteste, anche dal mondo dello sport, contro il regime di Teheran. La foto della giovane sta facendo il giro del web

Barbara Berti
27 Dicembre 2022
Sara Khadim al-Sharia ha preso parte al Campionato mondiale 2022 in Kazakistan senza indossare l'hijab obbligatorio (Twitter)

Sara Khadim al-Sharia ha preso parte al Campionato mondiale 2022 in Kazakistan senza indossare l'hijab obbligatorio (Twitter)

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La campionessa di scacchi iraniana Sara Khadim al-Sharia al Mondiale senza velo. La 25enne ha partecipato al Campionato mondiale 2022 in Kazakistan senza indossare l’hijab obbligatorio, come riporta “Iran international” che pubblica una foto della giovane alla scacchiera: viso sorridente e concentrato, illuminato dai lucenti capelli neri. Ma nessuna traccia del velo. Lo scatto, pubblicato su Twitter dalla giornalista Elham Yazdiha di “Iran International”, canale con sede a Londra, sta facendo il giro del web.

#سارا_خادم_الشریعه و #آتوسا_پورکاشیان دو استاد بزرگ ایرانی شطرنج بدون حجاب اجباری در مسابقات سریع و برق آسای قزاقستان حاضر شدند. آتوسا زیر پرچم آمریکا مسابقه می دهد و سارا زیر پرچم ایران.#مهسا_امینی pic.twitter.com/CJqVoYzJVu

— Elham Yazdiha (@elhamyazdiha) December 26, 2022

Nonostante le pressioni e la repressione violenta del governo di Teheran degli ultimi mesi, sono tanti i personaggi dello sport e dell’arte che continuano a protestare contro l’hijab: da mesi in Iran vengono represse con la violenza le proteste scoppiate dopo la morte della giovane Mahsa Amini e la mobilitazione ha superato i confini nazionali per raggiungere le atlete anche in competizioni al di fuori dell’Iran.

Sara Khadim al-Sharia ha preso parte al Campionato mondiale 2022 in Kazakistan senza indossare l'hijab obbligatorio (Ansa)
Sara Khadim al-Sharia ha preso parte al Campionato mondiale 2022 in Kazakistan senza indossare l’hijab obbligatorio (Ansa)

Una delle prime atlete iraniane ad apparire in una competizione senza il velo è stata Elnaz Rekabi durante l’arrampicata su roccia nelle competizioni in Corea del Sud. La climber è stata accolta da centinaia di iraniani al suo arrivo all’aeroporto di Teheran ma non è stata risparmiata dal regime, che ha raso al suolo la casa della sua famiglia, secondo quanto riportato dall’organo di informazione pro-riforma “IranWire” e ripreso dalla Cnn. Le immagini diffuse mostravano l’abitazione distrutta e le medaglie gettate per terra. Vicino alla desolazione della furia reazionaria si vedeva anche il fratello dell’atleta, Davood, in lacrime.

Elnaz Rekabi, l’atleta iraniana che, alle competizioni internazionali di arrampicata di Seul dello scorso ottobre, aveva disobbedito alle restrizioni della Repubblica islamica gareggiando senza hijiab
Elnaz Rekabi, l’atleta iraniana che, alle competizioni internazionali di arrampicata di Seul dello scorso ottobre, aveva disobbedito alle restrizioni della Repubblica islamica gareggiando senza hijiab

Anche la pattinatrice Niloufar Mardani è salita senza velo sul podio dopo una gara in Turchia. Poi c’è Parmida Ghasemi, l’arciera della nazionale iraniana, che ha tolto l’hijab davanti ai funzionari della federazione durante la premiazione al termine della Tehran Tirokman League. Ora è la volta di Sara Khadim al-Sharia, prima giocatrice di scacchi iraniana che, oltre a guadagnarsi il grado di gran maestra femminile, è riuscita anche a vincere il titolo di maestra internazionale di scacchi all’84mo Congresso mondiale di scacchi all’età di 18 anni.

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  • Avete mai pensato a come fare quando siete in una foresta, in montagna o in una spiaggia solitaria, lontane da tutti, completamente immerse nella natura, ma avete il ciclo? 

🟪 A questa eventualità ha risposto una ragazza scozzese, che ha sviluppato un kit mestruale portatile da usare all’aperto quando non esistono i servizi igienici o non c’è accesso alle toilette. Erin Reid, 25 anni, ha concepito l’idea quando ha affrontato il cammino di 96 miglia (154 km) della West Highland Way da Milngavie, vicino a Glasgow, a Fort William. Ispirata dalle sue esperienze racconta: 

🗣“Ho avuto le mestruazioni per tutto il tempo ed è stata una vera seccatura Il mio obiettivo è quello di risolvere il problema e dare alle persone la possibilità di uscire all’aria aperta quando hanno le mestruazioni”. Secondo Erin, le donne che si trovano in luoghi isolati potrebbero correre il rischio di infezioni del tratto urinario, shock tossico o infertilità a causa della scarsa igiene, quando non c’è accesso a bagni, impianti per lavarsi le mani o luoghi per smaltire i prodotti sanitari usati.

La ragazza ha dichiarato che il suo kit è pensato per chi pratica l’escursionismo, il kayak e per il personale militare, ma ha spiegato che, grazie anche al design a forma di fiaschetta, potrebbe interessare persino il pubblico femminile dei festival all’aperto, preoccupati di utilizzare i bagni chimici. Il kit contiene: una coppetta mestruale riutilizzabile, salviette antibatteriche, che consentono di pulire la coppetta in viaggio e un semplice erogatore che può essere utilizzato anche senza avere le mani pulite, quindi in situazioni in cui non è possibile accedere a servizi igienici o all’acqua corrente. 

L’ex studentessa della Napier University, laureata in Design del Prodotto, spera ora di lanciare il prodotto nel 2024: appassionata escursionista e ciclista è ora alla ricerca di finanziamenti per portare sul mercato il suo kit per l’igiene mestruale LU Innovations. Che è stato sviluppato con il sostegno di Converge, società di supporto per le università e gli istituti di ricerca che lavorano su nuovi prototipi.

#lucenews #mestruazioni #kitmestruale #ciclomestruale #designdelprodotto
  • “Ho fatto un film artigianale, maldestramente ispirato a una lettera di Elsa Morante, e dedicato a tutte le ‘cattive ragazze’, che cattive non sono, e che lottano in tutto il mondo: dall’Iran all’Afghanistan, ma anche in Svezia e in Umbria”.

Il corto “Le Pupille” di Alice Rohrwcher ha ricevuto ieri, 24 gennaio, una nomination agli Oscar per il miglior Live Action Short. La cerimonia finale si terrà a Los Angeles il 12 marzo.

La reazione e la gioia delle piccole protagoniste, della troupe e della regista✨

#lucenews #lucelanazione #lepupille #oscar2023
  • C’è anche un film italiano in corsa per gli Oscar. 

È il cortometraggio "Le pupille" diretto da Alice Rohrwacher, regista quarantunenne nata in Toscana, cresciuta nella campagna umbra, regista "artigianale", autodidatta, i cui film hanno già ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali. Le pupille è prodotto dal regista premio Oscar Alfonso Cuarón, ed è entrato nella cinquina delle pellicole in corsa per l’Oscar del Miglior cortometraggio.

"Dedico questa nomination alle “bambine cattive“, che cattive non sono affatto, e che sono in lotta ovunque nel mondo: in Iran, in Afghanistan, ma anche in Svezia e in Umbria. Mi auguro che, come nel mio cortometraggio, possano rompere la torta e condividerla fra loro". 

Si parla, infatti, nel film, di una torta. E di costrizioni, divieti, imposizioni, rigide regole da sovvertire. Il film prende spunto, dice la regista, da una lettera che nel dicembre 1971 la scrittrice Elsa Morante inviò all’amico giornalista e critico cinematografico Goffredo Fofi.

Nella lettera, la Morante racconta una storia avvenuta in un collegio di preti, negli anni del fascismo. Una decina di ragazzi si preparano al pranzo di Natale, scoprendo che a chiudere il pasto c’è un’enorme zuppa inglese. Ma il priore li invita a "fare un fioretto" a Gesù Bambino, rinunciando alla loro fetta di dolce. Qualcuno si ribellerà: un "bimbo cattivo". La lettera è pubblicata, col titolo di Pranzo di Natale, per le edizioni milanesi Henry Beyle, nel 2014.

Invitata da Cuarón a prendere parte a un progetto di corti per Disney+, Alice Rohrwacher ha scelto questa storia. Ma con un radicale cambiamento: ha trasformato i ragazzi in ragazzine, in "pupille", piccole orfane ospitate dalle suore. L’intransigente priora è interpretata dalla sorella della regista, Alba Rohrwacher. A portare la torta in convento è una eccentrica nobildonna che chiede – in cambio del dono – di pregare per l’uomo che la ha tradita e abbandonata.

È la prima volta, invece, che la regista riceve una nomination agli Oscar, e lo fa con una fiaba anarchica, un Canto di Natale "in rosa", rivoluzionario e al femminile.

L
  • Messaggi osceni, allusioni, avances in ufficio e ricatti sessuali. La forma più classica del sopruso in azienda, unita ai nuovi strumenti tecnologici nelle mani dei molestatori. Il movimento Me Too, nel 2017, squarciò il velo di silenzio sulle molestie sessuali subite dalle donne nel mondo del cinema e poi negli altri luoghi di lavoro. Cinque anni dopo, con in mezzo la pandemia che ha terremotato il mondo del lavoro, le donne continuano a subire abusi, che nella maggior parte dei casi restano nell’ombra.

«Sono pochissime le donne che denunciano – spiega Roberta Vaia, della segreteria milanese della Cisl – e nei casi più gravi preferiscono lasciare il lavoro. Il molestatore andrebbe allontanato dalla vittima ma nei contratti collettivi dei vari settori non è ancora prevista una sanzione disciplinare per chi si rende responsabile di molestie o di mobbing».

Un quadro sconfortante che emerge anche da una rilevazione realizzata dalla Cisl Lombardia, nel corso del 2022, su lavoratrici di diversi settori, attraverso un sondaggio distribuito in fabbriche, negozi e uffici della regione. Sono seimila le donne che hanno partecipato all’indagine, e il 44% ha dichiarato di aver subìto molestie o di «esserne stata testimone» nel corso della sua vita lavorativa.

A livello nazionale, secondo gli ultimi dati Istat, sono 1.404.000 le donne che nel corso della loro vita lavorativa hanno subito molestie fisiche o ricatti sessuali sul posto di lavoro. Quando una donna subisce un ricatto sessuale, nell’80,9% dei casi non ne parla con nessuno sul posto di lavoro. Quasi nessuna ha denunciato il fatto alle forze dell’ordine: appena lo 0,7% delle vittime.

✍🏻di Andrea Gianni

#lucenews #istat #donne #molestie #lavoro #diritti
La campionessa di scacchi iraniana Sara Khadim al-Sharia al Mondiale senza velo. La 25enne ha partecipato al Campionato mondiale 2022 in Kazakistan senza indossare l'hijab obbligatorio, come riporta “Iran international” che pubblica una foto della giovane alla scacchiera: viso sorridente e concentrato, illuminato dai lucenti capelli neri. Ma nessuna traccia del velo. Lo scatto, pubblicato su Twitter dalla giornalista Elham Yazdiha di “Iran International”, canale con sede a Londra, sta facendo il giro del web.

#سارا_خادم_الشریعه و #آتوسا_پورکاشیان دو استاد بزرگ ایرانی شطرنج بدون حجاب اجباری در مسابقات سریع و برق آسای قزاقستان حاضر شدند. آتوسا زیر پرچم آمریکا مسابقه می دهد و سارا زیر پرچم ایران.#مهسا_امینی pic.twitter.com/CJqVoYzJVu

— Elham Yazdiha (@elhamyazdiha) December 26, 2022
Nonostante le pressioni e la repressione violenta del governo di Teheran degli ultimi mesi, sono tanti i personaggi dello sport e dell'arte che continuano a protestare contro l'hijab: da mesi in Iran vengono represse con la violenza le proteste scoppiate dopo la morte della giovane Mahsa Amini e la mobilitazione ha superato i confini nazionali per raggiungere le atlete anche in competizioni al di fuori dell’Iran.
Sara Khadim al-Sharia ha preso parte al Campionato mondiale 2022 in Kazakistan senza indossare l'hijab obbligatorio (Ansa)
Sara Khadim al-Sharia ha preso parte al Campionato mondiale 2022 in Kazakistan senza indossare l'hijab obbligatorio (Ansa)
Una delle prime atlete iraniane ad apparire in una competizione senza il velo è stata Elnaz Rekabi durante l'arrampicata su roccia nelle competizioni in Corea del Sud. La climber è stata accolta da centinaia di iraniani al suo arrivo all’aeroporto di Teheran ma non è stata risparmiata dal regime, che ha raso al suolo la casa della sua famiglia, secondo quanto riportato dall’organo di informazione pro-riforma “IranWire” e ripreso dalla Cnn. Le immagini diffuse mostravano l'abitazione distrutta e le medaglie gettate per terra. Vicino alla desolazione della furia reazionaria si vedeva anche il fratello dell'atleta, Davood, in lacrime.
Elnaz Rekabi, l’atleta iraniana che, alle competizioni internazionali di arrampicata di Seul dello scorso ottobre, aveva disobbedito alle restrizioni della Repubblica islamica gareggiando senza hijiab
Elnaz Rekabi, l’atleta iraniana che, alle competizioni internazionali di arrampicata di Seul dello scorso ottobre, aveva disobbedito alle restrizioni della Repubblica islamica gareggiando senza hijiab
Anche la pattinatrice Niloufar Mardani è salita senza velo sul podio dopo una gara in Turchia. Poi c’è Parmida Ghasemi, l’arciera della nazionale iraniana, che ha tolto l’hijab davanti ai funzionari della federazione durante la premiazione al termine della Tehran Tirokman League. Ora è la volta di Sara Khadim al-Sharia, prima giocatrice di scacchi iraniana che, oltre a guadagnarsi il grado di gran maestra femminile, è riuscita anche a vincere il titolo di maestra internazionale di scacchi all’84mo Congresso mondiale di scacchi all'età di 18 anni.
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