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Iran, la mattanza delle donne: torturata e uccisa Aida Rostami, arrestata l’attrice Taraneh Alidoosti

La prima, un medico, stava curando i manifestanti feriti a Ekbatan. La seconda è finita ai ferri perché aveva pubblicato sui social alcune immagini che la ritraevano senza hijab. Il mondo si mobilita

di GIOVANNI BOGANI -
18 dicembre 2022
Taraneh Alidoosti

Taraneh Alidoosti

Si entra, in Iran, nel quarto mese di proteste diffuse, seguite alla morte della 22enne Mahsa Amini, arrestata e picchiata a morte dalla «polizia morale», perché non indossava correttamente l’hijab. Mahsa Amini è morta il 16 settembre, dopo due giorni di coma. Testimoni oculari hanno affermato che era stata picchiata, in modo tale da causarle un’emorragia cerebrale, che l’ha portata alla morte. Alcuni medici dell’ospedale in cui era stata ricoverata hanno parlato di fratture ossee, sanguinamento delle orecchie, lividi sotto gli occhi, lesioni cerebrali. Per non aver indossato in modo corretto il velo. Le proteste contro il governo della repubblica islamica, e il regime del leader supremo Ali Khamenei, sono divampate in tutto il paese, e hanno raggiunto un livello più che drammatico.

Il numero delle vittime

Mahsa Amini aveva postato una foto senza velo

Taraneh Alidoosti aveva postato una foto senza velo

Secondo Human Rights Activists News Agency, le vittime fra i manifestanti sarebbero 493, fra cui 68 bambini. Diciottomila gli arresti. Ieri, giovane dottoressa iraniana di 36 anni, che curava i manifestanti rimasti feriti durante le proteste, scomparsa dal 12 dicembre, è stata ritrovata morta. Quando il corpo è stato restituito alla famiglia, aveva una mano fratturata, metà del viso schiacciato e l’occhio sinistro rimosso. Segni inequivocabili di torture mortali. Sulla vicenda è intervenuta anche Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento europeo: “Aida Rostami è stata catturata, torturata e uccisa dalle forze del regime», scrive senza mezzi termini su Twitter. “L’ennesima vittima della dittatura iraniana, l’ennesima vita spezzata che merita giustizia“. Nel frattempo è stata arrestata la nota attrice Taraneh Alidoosti: sui social, aveva pubblicato alcune immagini che la ritraevano senza hijab, e nei suoi social aveva sostenuto le proteste. In particolare, nel suo ultimo messaggio su Instagram dell’8 dicembre, l’attrice aveva posto l’attenzione sull’esecuzione del manifestante 23enne Mohsen Shekari, con un post dall’hashtag #StopExecutionsInIran. Rivolgendosi direttamente alla Repubblica islamica aveva scritto: “Sedetevi e aspettate le conseguenze della vostra sete di sangue». E aveva scritto: «Il silenzio significa sostenere la tirannia e i tiranni“. L’attrice è stata arrestata mentre era nella sua abitazione a Teheran. Non è noto dove sia stata portata. Taraneh Alidoosti è la protagonista del film Il cliente di Ashgar Farhadi, film che ha vinto l’Oscar per il miglior film internazionale nel 2017. Ha vinto il premio come migliore attrice al festival di Locarno del 2002; ha una figlia di nome Hannah, di undici anni.

Venezia, la Biennale scende in campo per la liberazione di Taraneh Alidoosti

Anche la Biennale di Venezia si aggiunge al lungo elenco di voci che chiedono la liberazione dell'attrice pluripremiata Taraneh Alidoosti e dei numerosi dissidenti imprigionati dall'oppressivo regime iraniano.  Alidoosti, è stata arrestata sabato scorso in Iran dopo aver pubblicato immagini che la ritraevano senza l'hijab obbligatorio e aver sostenuto, nei suoi post sui social, le proteste innescate dalla morte della 22enne curda iraniana Mahsa Amini mentre era in custodia della polizia religiosa. L'attrice 38enne è nota per essere apparsa in film pluripremiati del regista Asghar Farhadi, tra cui The Client, Oscar per il miglior film in lingua straniera nel 2017. "Il recente, immotivato arresto dell'attrice Taraneh Alidoosti, l'amata interprete del film Oscar Il cliente di Asghar Farahdi - si legge in una nota della Biennale - si aggiunge ora alle note repressioni violente e alle condanne a morte perpetrate in questi giorni dalle autorità in Iran per soffocare le pacifiche proteste pubbliche di tante giovani donne e uomini. La Biennale di Venezia - unendosi a un coro globale di istituzioni e personalità che chiedono lo stop immediato di ogni forma di repressione, la liberazione di Taraneh e quella di tutti i dissidenti immotivatamente arrestati - rinnova la sua ferma protesta contro un regime feroce e oppressivo, che soffoca nella violenza e nel sangue, e con mezzi sproporzionati rispetto a chi manifesta, le legittime richieste di libertà e diritti civili espresse da un popolo allo stremo, che combatte la propria simbolica battaglia a mani nude, semplicemente esprimendo il proprio dolore e la propria rabbia con pacifiche manifestazioni di piazza".

Il flash mob alla Mostra del Cinema

"La Biennale di Venezia e la Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica, proseguendo l'impegno assunto con il flashmob organizzato all'ultima Mostra del Cinema e con altre iniziative, continuerà ad alzare la propria voce, assieme agli altri festival e istituzioni culturali, in difesa di tutte le figlie e i figli dell'Iran oppressi in modo violento, fra i quali gli oltre 100 esponenti del mondo del cinema imprigionati negli ultimi tre mesi", conclude il comunicato.

Gli appelli dal mondo

Sono tantissimi gli appelli per la liberazione di Taraneh Alidoosti. Quasi 500 personalità e lavoratori del cinema, tra cui le attrici Kate Winslet e Marion Cotillard e i registi Ken Loach e Pedro Almodovar, hanno chiesto con una lettera aperta l'immediato rilascio.  Emma Thompson, Golshifteh Farahani, Kristen Stewart, Jeremy Irons e Mark Ruffalo, tra gli altri, ritengono che la tempistica del suo arresto, poco prima di Natale, sia stata deliberata "per garantire che i suoi colleghi internazionali fossero distratti". Ma, hanno spiegato nella lettera, "non siamo distratti. Siamo ribelli. Taraneh è stata arrestata per aver condannato su Instagram l'esecuzione di Mohsen Shekari, il primo manifestante condannato a morte dall'inizio delle proteste a livello nazionale in seguito alla brutale uccisione da parte della polizia della curda iraniana Mahsa Amini a settembre". "Come tutti i cittadini dell'Iran, ha diritto alla libertà di espressione, alla libertà di associazione e alla libertà da arresti e detenzioni arbitrarie. Siamo solidali e chiediamo il suo rilascio immediato", hanno affermato. Taraneh è la personalità più famosa arrestata in relazione al movimento di protesta che agita l'Iran da tre mesi. L'Ufficio dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani ha dichiarato alla France Presse di essere "profondamente preoccupato" per questo arresto.

Chi era la dottoressa Aida Rostani

Aida Rostami, la dottoressa iraniana che curava i manifestanti feriti è stata rapita, torturata e uccisa

Aida Rostami, la dottoressa iraniana che curava i manifestanti feriti è stata rapita, torturata e uccisa

Aida Rostani era un medico di 36 anni ed è stata torturata e uccisa a Teheran dalle forze di sicurezza iraniane per aver fatto ciò che ogni medico del mondo si impegna a fare: salvare vite. In Iran, dove da ormai tre mesi sono in atto delle vaste e trasversali proteste contro il governo della Repubblica Islamica, migliaia di manifestanti scendono nelle piazze ogni giorno sfidando manganelli e pallottole. Per bloccare le proteste, le istituzioni hanno arrestato oltre 14mila persone e ne hanno uccise almeno 450, secondo le stime delle Nazioni Unite e di Amnesty International. Le autorità hanno iniziato anche ad eseguire processi sommari e condannare a morte, per impiccagione, diverse persone arrestate. I manifestati, quando feriti, evitano gli ospedali proprio per paura di essere detenuti, torturati, perseguiti o uccisi. Cercano invece l’aiuto dei medici coraggiosi che si offrono di curarli a casa, negli uffici o altrove. Aida Rostami era uno di quei medici. Stava curando i manifestanti a Ekbatan e in altri quartieri occidentali di Teheran fino a quando è scomparsa all’inizio di questa settimana. Il suo corpo torturato è stato consegnato alla sua famiglia il giorno dopo. La polizia ha annunciato che Rostami era morta in un incidente stradale durante la notte, ma i medici dell’obitorio hanno dichiarato che sul corpo c’erano i segni comuni della tortura. Le forze dell’ordine si sono rifiutate di mostrare il veicolo del medico e il punto in cui si è verificato il presunto incidente automobilistico. Il corpo di Aida Rostami è stato sepolto a Gorgan, da dove è originaria la famiglia. E l’Iran ha perso un altro medico coraggioso.