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Home » Attualità » La libertà negata a Teheran: da Mahsa Amini all’italiana Alessia Piperno

La libertà negata a Teheran: da Mahsa Amini all’italiana Alessia Piperno

La trentenne romana arrestata mentre stava per festeggiare il compleanno. Le proteste si stanno allargando al mondo universitario

Lavinia Beni e Mafalda Chiostri
3 Ottobre 2022
Nuove protesta in Iran dopo la morte di Mahsa Amini

Nuove protesta in Iran dopo la morte di Mahsa Amini

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Alessia Piperno è in arresto a Teheran. L’Iran, il paese delle moschee, del deserto e dei bazar. Una delle tante Terre esotiche che ha catturato il cuore della trentenne romana, insieme all’India, Messico, Marocco, Guatemala, Australia, Samoa, Indonesia e Islanda. Una città in rivolta contro un regime oppressivo, quello di Ali Khamenei, Guida Suprema religiosa. Questa volta, però, è stata la Repubblica Islamica ad aver catturato Alessia: “Vi prego, aiutatemi!” Una voce strozzata, la sua, al telefono con i genitori. “Sto bene, ma temo di non uscire più”.

 

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Un post condiviso da Aʟᴇssɪᴀ-ᴠɪᴀɢɢɪᴀᴛʀɪᴄᴇ ꜱᴏʟɪᴛᴀʀɪᴀ (@travel.adventure.freedom)

 

Come riporta “La Repubblica”, sembrerebbe che Alessia sia stata arrestata perché stava festeggiando il suo compleanno in un luogo in cui non avrebbe potuto farlo, insieme ad altre nove persone. In un Paese così rigido e ambiguo, però, non è sicuro che sia proprio questa la causa. Qualche giorno fa, la ragazza aveva scritto su Instagram: “Non riesco ad andarmene da qui, ora più che mai. Stanno manifestando per la loro libertà”. A Teheran si stanno infatti verificando proteste e rivolte, dopo l’assassinio di Mahsa Amini, la ventiduenne curda-iraniana arrestata il 13 settembre dalla polizia morale e morta per le troppe percosse. La sua colpa? Quella di aver scelto di non indossato correttamente il velo mentre manifestava contro il regime. La libertà di scelta di vestirsi come si vuole, di protestare e di festeggiare. Sull’hijiab imposto le donne (e anche molti uomini) di Teheran stanno combattendo. Secondo Adnkronos, almeno 92 persone sono state uccise in seguito alla repressione delle manifestazioni che sono scoppiate dopo l’omicidio di Mahsa Amini. Tra queste anche l’attivista appena 20enne Hadis Najafi, la ragazza con la coda. 

Le proteste si stanno allargando anche al mondo universitario: il 2 ottobre gli studenti si sono scontrati con la polizia in assetto antisommossa. In particolare nell’università Sharif di Teheran, una delle più prestigiose del paese, ci sono stati scontri violenti nel corso dei quali la polizia avrebbe intrappolato molti studenti all’interno del parcheggio coperto, impedendo loro di uscire. Proteste si sono tenute anche negli atenei di Shiraz e Birjand.

Il mondo dovrebbe ricordarsi tre parole: donne, libertà e vita. Tre termini divenuti grido per tutti quelli che lottano per l’uguaglianza, la dignità e la libertà in Iran. “Sono le donne i fattori di cambiamento, sostenute da alleati e amici“. Con queste parole la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, ha aperto la plenaria a Strasburgo. Presente in aula anche la professoressa franco-iraniana Azadeh Kian, accolta da un lungo applauso degli eurodeputati: “Il mio messaggio a te e ogni donna che lotta per i propri diritti in Iran è che non sei sola”, ha detto Metsola rivolta a Kian. “Questo Parlamento è orgogliosamente al fianco di chiunque chieda il cambiamento”.

La romana Alessia Piperno è in arresto a Teheran
La romana Alessia Piperno è in arresto a Teheran

Alessia aveva scritto sui social, parlando della bellezza ma anche dell’immensa sofferenza dell’Iran: “Questa terra mi ha regalato dei colori meravigliosi, dei panorami surreali, ma mi ha anche messo a dura prova, come nessun altro paese al mondo“. Adesso in Iran migliaia di persone scendono nelle piazze, cercando di far scuotere il regime del presidente conservatore Ebrahim Raisi. Oltre all’Iran anche un’altra nazione sta lottando per il diritto di non dover portare per forza il velo: l’Afghanistan. C’è anche chi invece protesta per la libertà di indossarlo, come l’India o la Francia.

La trentenne romana avrebbe dovuto proseguire il suo viaggio verso il Pakistan, “Alessia-viaggiatrice solitaria“, come si chiama sul suo profilo Instagram. Dal 2016 viaggia da sola, con lo zaino sulle spalle e con tanta voglia di scoprire e di dare al tempo stesso. Organizzatrice di viaggi e blogger, aiuta anche le persone dei paesi in cui approda: in Samoa ha insegnato in una scuola e in Pakistan avrebbe voluto ricostruire un villaggio, distrutto dalle alluvioni. Il padre e la madre di Alessia si sono allarmati e si sono messi in contatto con le autorità: “Abbiamo subito chiamato la Farnesina. Ci dicono che si stanno muovendo. E noi genitori e il fratello David non riusciamo a stare con le mani in mano”, ha detto il padre che non sentiva la figlia dal 28 settembre, giorno del suo compleanno.

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Instagram

  • Passa anche da un semplice tasto la possibilità per una donna, vittima di stalking, di salvarsi da chi vuole farle del male. Il tasto di uno smartwatch che, una volta premuto, lancia un’immediata richiesta di aiuto alle forze di polizia. E grazie a questo orologio, Marta (il nome è di fantasia) potrà ora vedere la sua vita cambiata in meglio. La donna aveva smesso di vivere, a causa della relazione asfissiante e malata con il suo ex marito violento che aveva promesso di sfregiarla con l’acido e poi ucciderla e seppelire il suo corpo in un terreno. Ma venerdì scorso a Marta è stato consegnato il primo di 45 smartwatch che saranno distribuiti ad altrettante vittime. L’orologio è collegato con la centrale operativa del comando provinciale dei carabinieri di Napoli: appena arriva l’Sos, la vittima viene geolocalizzata e arrivano i soccorsi.

E così Marta ha ripreso la sua vita interrotta per paura dell’ex e delle sue minacce. «Posso uscire più serena e tranquilla dopo mesi e mesi trascorsi rintanata in casa. Grazie a questo orologio mi sento protetta. È vero, devo rinunciare alla mia privacy, ma è un prezzo che sono disposta a pagare.»

Lo scorso 30 novembre i carabinieri del Comando provinciale di Napoli, la sezione fasce deboli della Procura partenopea coordinata dal procuratore aggiunto Raffaello Falcone, la Fondazione Vodafone Italia e la Soroptimist international club Napoli hanno annunciato l’avvio del progetto pilota "Mobile Angel", che prevede, appunto, la consegna di questo orologio salvavita alle vittime di maltrattamenti. Il progetto è stato esteso anche alle città di Milano e Torino. Lo smartwatch affidato a Marta è il primo nel Sud Italia. Il mobile angel, spiegano i Carabinieri, rientra in un progetto ad ampio respiro che ha come punto focale le vittime di violenza. Un contesto di tutela all’interno del quale è stata istituita anche la "stanza tutta per sé", un ambiente dove chi ha subìto vessazioni può sentirsi a suo agio nel raccontare il proprio vissuto. 

#lucenews #lucelanazione #mobileangel #napoli
  • Se nei giorni scorsi l’assessore al Welfare del Comune di Napoli, papà single di Alba, bambina affetta da Sindrome di Down, aveva ri-scritto pubblicamente alla premier Giorgia Meloni per avere un confronto sull’idea di famiglia e sul tema delle adozioni, stavolta commenta quanto sta accadendo in Italia in relazione ai diritti dei figli delle famiglie arcobaleno. 

Ricordiamo, infatti, che lo scorso 12 marzo il Governo ha ordinato, in merito ad una richiesta pervenuta al Comune di Milano di una coppia dello stesso sesso, lo stop a procedere alla registrazione del loro figlio appena nato e impedendo, di fatto, la creazione di una famiglia omogenitoriale. Il veto della destra compatta boccia il certificato europeo di filiazione che propone agli Stati membri di garantire ai genitori residenti in Unione Europea il diritto ad essere riconosciuti come madri e padri dei propri figli nello stesso modo in tutti i Paesi Ue.

“In tutta Europa i figli di coppie gay avranno il riconoscimento degli stessi diritti degli altri bambini. In Italia il Senato, trascinato da Fratelli d’Italia, fortemente contrario, ha appena bocciato la proposta – dice Trapanese in un lungo post sulla sua pagina Instagram -. Quindi, i figli delle coppie omosessuali non sono, per il nostro Paese, figli come gli altri. Questo hanno deciso e detto chiaramente”. Così facendo, “resteranno bambini privi di tutele complete, i cui genitori dovranno affrontare battaglie giudiziarie, sfiniti da tempi lunghissimi, solo perché il loro bimbo venga considerato semplicemente un figlio”. 

Trapanese attacca chiaramente questa decisione: “L’Italia è l’unico paese europeo con un governo che lavora per togliere diritti invece che per aggiungerli. Se la prende con bambini che esistono e vivono la loro quotidianità serenamente in famiglie piene d’amore, desiderati sopra ogni cosa, ma considerati in Italia figli di un dio minore”. Per Trapanese “stiamo continuando a parlare di ciò che dovrebbe essere semplicemente attuato. I diritti non si discutono, si riconoscono e basta. Ma come fate a non rendervene conto?”.

#lucenews #diritti #coppieomogenitoriali
  • Il nuovo progetto presentato dal governatore Viktor Laiskodat a Kupang, in Indonesia, prevede l’entrata degli alunni a scuola alle 5.30 del mattino. Secondo l’alto funzionario il provvedimento servirebbe per rafforzare la disciplina dei bambini.

Solitamente nelle scuole del Paese le lezioni iniziavano tra le 7 e le 8 del mattino: anticipando l’orario d’ingresso i bambini sono apparsi esausti quando tornano a casa. La madre di una 16enne, infatti, è molto preoccupata da questa nuova iniziativa: “È estremamente difficile, ora devono uscire di casa mentre è ancora buio pesto. Non posso accettarlo. La loro sicurezza non è garantita quando è ancora notte. Inoltre mia figlia, ogni volta che arriva a casa, è esausta e si addormenta immediatamente.”

Sulla vicenda è intervenuto anche Marsel Robot, esperto di istruzione dell’Università di Nusa Cendana, che ha spiegato come a lungo termine la privazione del sonno potrebbe mettere in pericolo la salute degli studenti e causare un cambiamento nei loro comportamenti: “Non c’è alcuna correlazione con lo sforzo per migliorare la qualità dell’istruzione. Gli studenti dormiranno solo per poche ore e questo è un grave rischio per la loro salute. Inoltre, questo causerà loro stress e sfogheranno la loro tensione in attività magari incontrollabili”. Anche il Ministero per l’emancipazione delle donne e la Commissione indonesiana per la protezione dei minori hanno espresso richieste di revisione della politica. Il cambiamento delle regole di Kupang è stato anche contestato dai legislatori locali, che hanno chiesto al governo di annullare quella che hanno definito una politica infondata.

Tuttavia il governo centrale ha mantenuto il suo esperimento rincarando la dose ed estendendolo anche all’agenzia di istruzione locale, dove anche i dipendenti pubblici ora inizieranno la loro giornata alle 5.30 del mattino.

#lucenews #lucelanazione #indonesia #scuola
  • Quante ore dormi? È difficile addormentarsi? Ti svegli al minimo rumore o al mattino rimandi tutte le sveglie per dormire un po’ di più? Soffri d’insonnia?

Sono circa 13,4 milioni gli italiani che soffrono di insonnia, secondo le ultime rilevazioni di Aims - l
Alessia Piperno è in arresto a Teheran. L'Iran, il paese delle moschee, del deserto e dei bazar. Una delle tante Terre esotiche che ha catturato il cuore della trentenne romana, insieme all'India, Messico, Marocco, Guatemala, Australia, Samoa, Indonesia e Islanda. Una città in rivolta contro un regime oppressivo, quello di Ali Khamenei, Guida Suprema religiosa. Questa volta, però, è stata la Repubblica Islamica ad aver catturato Alessia: "Vi prego, aiutatemi!" Una voce strozzata, la sua, al telefono con i genitori. "Sto bene, ma temo di non uscire più".
 
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La romana Alessia Piperno è in arresto a Teheran
La romana Alessia Piperno è in arresto a Teheran
Alessia aveva scritto sui social, parlando della bellezza ma anche dell'immensa sofferenza dell'Iran: "Questa terra mi ha regalato dei colori meravigliosi, dei panorami surreali, ma mi ha anche messo a dura prova, come nessun altro paese al mondo". Adesso in Iran migliaia di persone scendono nelle piazze, cercando di far scuotere il regime del presidente conservatore Ebrahim Raisi. Oltre all'Iran anche un'altra nazione sta lottando per il diritto di non dover portare per forza il velo: l'Afghanistan. C'è anche chi invece protesta per la libertà di indossarlo, come l'India o la Francia. La trentenne romana avrebbe dovuto proseguire il suo viaggio verso il Pakistan, "Alessia-viaggiatrice solitaria", come si chiama sul suo profilo Instagram. Dal 2016 viaggia da sola, con lo zaino sulle spalle e con tanta voglia di scoprire e di dare al tempo stesso. Organizzatrice di viaggi e blogger, aiuta anche le persone dei paesi in cui approda: in Samoa ha insegnato in una scuola e in Pakistan avrebbe voluto ricostruire un villaggio, distrutto dalle alluvioni. Il padre e la madre di Alessia si sono allarmati e si sono messi in contatto con le autorità: "Abbiamo subito chiamato la Farnesina. Ci dicono che si stanno muovendo. E noi genitori e il fratello David non riusciamo a stare con le mani in mano", ha detto il padre che non sentiva la figlia dal 28 settembre, giorno del suo compleanno.
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