In Iran giustiziato un cittadino britannico, ex funzionario della Difesa, accusato di spionaggio. Non si ferma la 'giustizia' col cappio di Teheran. All’alba del 14 gennaio, il regime di Teheran, ha fatto impiccare Alireza Akbari, l’ex vice ministro della Difesa, condannato come spia britannica. Secondo quanto riportano i media locali, alla famiglia di Akbari, che aveva anche la cittadinanza britannica, è stato chiesto di andare in prigione mercoledì scorso per “la visita finale” e la moglie ha detto che il marito era stato spostato in isolamento. Arrestato nel 2019, Akbari era stato condannato come spia britannica, accusa che Akbari aveva sempre contestato. Nello specifico, l’uomo era accusato di “corruzione e di aver danneggiato la sicurezza interna ed esterna del Paese passando informazioni di intelligence”.
L’esecuzione è avvenuta dopo che il ministro degli Esteri britannico, James Cleverly, nella giornata di venerdì 13 gennaio aveva ammonito Teheran affinché non procedesse “con la brutale minaccia di esecuzione. Questa è un'azione politicamente motivata di un regime barbarico che non ha completamente rispetto della vita umana”. E subito dopo gli Stati Uniti si erano uniti alla richiesta del Regno Unito di sospendere l'esecuzione capitale dell'uomo. Il regime aveva postato un video nei giorni scorsi con la confessione di Akbari, ma mercoledì la Bbb aveva trasmesso un audio in cui il condannato affermava di essere stato torturato e costretto a confessare davanti alle telecamere crimini che non aveva commesso. Akbari aveva ricoperto la carica di viceministro della difesa durante il mandato dell'ex presidente riformista Mohamed Katami (1997-2005) ed era stato arrestato tre anni fa. Il ministero dell'Intelligence aveva definito la vicenda "come uno dei più importanti casi di infiltrazione" nella sicurezza del Paese.
Le reazioni all'uccisione di Akbari
La Repubblica islamica dell'Iran è accusata di utilizzare prigionieri con doppia nazionalità in particolare, ma anche di altri Paesi, come misura di pressione o per scambi di detenuti: è la cosiddetta “diplomazia degli ostaggi”. L’uccisione di Akbari è stata definita da Londra come “atto barbaro” che “non rimarrà senza risposta”. In particolare, il primo ministro britannico, Rishi Sunak, si è detto “costernato” descrivendo l'atto come “crudele e codardo”. “E’ stato un atto crudele e codardo, compiuto da un regime barbaro che non rispetta i diritti umani del proprio popolo” scrive sul suo account Twitter.Amnesty International, sempre via social, denuncia: “L'esecuzione mostra ancora una volta il loro aberrante attacco al diritto alla vita. Il ricorso alla pena di morte è spaventoso in ogni circostanza”. E aggiunge: “Il suo caso è particolarmente orribile considerate le violazioni a cui ha rivelato di essere stato sottoposto in carcere, tra cui torture e altri maltrattamenti a causa della somministrazione forzata di sostanze chimiche e della detenzione in isolamento prolungato che gli ha causato grande angoscia”.I am appalled by the execution of British-Iranian citizen Alireza Akbari in Iran.
This was a callous and cowardly act, carried out by a barbaric regime with no respect for the human rights of their own people. My thoughts are with Alireza’s friends and family. — Rishi Sunak (@RishiSunak) January 14, 2023