C’è un altro crudo disegno da parte delle autorità iraniane destinato al genere femminile: il riconoscimento facciale anche sui mezzi di trasporto pubblici. In questo modo le donne saranno obbligate a indossare sempre lo hijab. Come è stato riportato sul The Guardian, la tecnologia che permetterebbe l’identificazione del soggetto servirebbe a far rispettare la nuova legge sul velo, decreto firmato il 15 agosto dal presidente del Paese Ebrahim Raisi, un mese dopo “La Giornata dell’Hijiab e della Castità” del 12 luglio. Molte donne iraniane hanno così sollevato proteste sui social media, pubblicando video con i loro capi scoperti per la strada, sugli autobus o sui treni. Alcune di queste sono state identificate e ci sono state una serie di punizioni: arresti, detenzioni e confessioni forzate in televisione. Secondo il gruppo per i diritti umani Hrana, una delle donne riconosciute, Sepideh Rashno di 28 anni, è stata picchiata, arrestata e costretta a chiedere perdono in televisione, scusandosi con chi l’avrebbe rimproverata sull’autobus perché vestiva un “abbigliamento improprio”. Su internet è stato reso pubblico, infatti, un video di Rashno con indosso abiti non consoni e del suo molestatore.
La ricercatrice Azadeh Akbari dell'Università di Twente, nei Paesi Bassi, ha dichiarato: "Il regime combina violente forme di controllo totalitario 'vecchio stile', vestite di nuove tecnologie". Lo hijab, il velo islamico che copre dalla testa fino sotto il collo, è diventato obbligatorio dopo la rivoluzione iraniana del 1979. Da quel momento la situazione è peggiorata. Il 2015 è stato l’anno in cui il governo iraniano ha introdotto le carte d’identità biometriche, tecnologia che permetterebbe di scansionare l’iride, impronte digitali e immagini del viso. "Così il governo ha accesso a tutti i volti; sa da dove vengono le persone e può trovarle facilmente. Una persona in un video virale può essere identificata in pochi secondi", ha continuato la ricercatrice. Rashno è stata una delle tante ragazze catturate perché finite in rete e riconosciute. Ricordiamo che nel 2014 tre uomini e tre donne sono stati incarcerati per un anno e puniti con 91 frustate. Tutto questo per aver ballato a Teheran la canzone “Happy” di Pharrell Williams e aver superato le 150.000 visualizzazioni.
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