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Cellnex Telecom è la prima azienda a ricevere la certificazione nazionale per la parità di genere

di NICOLÒ GUELFI -
15 luglio 2022
Azienda

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Azioni, non parole. Questo è quello che serve per portare avanti un percorso di parità ed inclusione nel mondo dell’impresa. Il 16 marzo 2022 è stata approvata la Prassi di Riferimento (PdR) Uni 125:2022 sulla Parità di Genere, che delinea i requisiti per la certificazione richiamata dal Pnrr e ulteriormente disciplinata dalla Legge Gribaudo e dalla Legge di Bilancio 2022.

Cellnex Telecom, l'azienda che ha ottenuto la prima certificazione conforme alla prassi di riferimento nazionale

"Lo sviluppo sostenibile per noi è una priorità strategica"

Il 1° luglio, invece, è stato approvato il decreto attuativo nella Gazzetta Ufficiale. Secondo tale prassi, oggi le aziende che vogliono essere certificate per il rispetto della parità di genere dovranno essere valutate da enti terzi riconosciuti. Ma chi controlla i controllori? Oggi gli enti che possono rilasciare una certificazione per la gender equality conforme a quella che è la missione 5 del Piano nazionale di ripresa e resilienza vengono certificati da Accredia, un’associazione senza scopo di lucro ed ente unico di accreditamento in Italia. In quanto tale, ha il compito di attestare la competenza, l'indipendenza e l'imparzialità degli organismi di certificazione, ispezione e verifica. Tra gli enti selezionati da Accredia c’è Dnv, una società di registrazione e classificazione con sede in Norvegia, che ha assegnato la prima certificazione conforme alla prassi di riferimento nazionale a un’azienda che opera in Italia: Cellnex Telecom. Il marchio, specializzato nel settore delle comunicazioni wireless, già dalla sua fondazione nel 2015 aveva cominciato ad impegnarsi sui temi della sostenibilità, della parità e dell’inclusione. Nel 2021 aveva già ricevuto la certificazione Easi® (Ecosistema Aziendale Sostenibile Integrato) riguardante i temi della sostenibilità ambientale, ma questo era solo il primo passo: “Lo sviluppo sostenibile per noi è una priorità strategica e una prassi integrante del nostro modello di lavoro – spiega Gianluca Landolina, Managing Director di Cellnex Italia – Siamo convinti, infatti, che solo attraverso la valorizzazione dei nostri talenti si possa incrementare la competitività e creare un futuro più sostenibile e inclusivo, anche a beneficio della crescita economica e sociale del Paese”. Quello delle telecomunicazioni è un mondo tradizionalmente a maggioranza maschile, ma questa esperienza è la dimostrazione che volere è potere. Cellnex è riuscita, nel giro di pochi anni, a raggiungere obiettivi importanti: la metà del gruppo manageriale è composto da donne mentre la percentuale delle lavoratrici femminili in organico è più che raddoppiata rispetto agli inizi. Questi successi hanno portato l’azienda ad essere la prima in Italia ad aver ottenuto la Certificazione UNI/PdR 125:2022 per la Parità di Genere.

Monica Mazzuchelli, Partner e Managing Director di Consulnet Italia

Rispetto dei diritti umani e abbattimento del gender gap, i due punti fermi per lo sviluppo delle aziende

Tutto questo non sarebbe stato possibile senza il contributo di professionisti esperti del campo: Cellnex è stata accompagnata nel suo percorso dall’agenzia Consulnet: “Se dagli anni Novanta era chiaro che le aziende dovessero certificare la conformità ai requisiti internazionali di qualità, ambiente e sicurezza – spiega Monica Mazzucchelli, Partner e Managing Director di Consulnet Italia – oggi sappiamo che una crescita duratura e il riconoscimento del mercato passano inevitabilmente dallo sviluppo sostenibile e da tutti quei temi che riguardano il rispetto dei diritti umani nonché dall’abbattimento del gender gap. È proprio in questo percorso di sviluppo sostenibile che abbiamo accompagnato Cellnex Italia ad ottenere la Certificazione Easi®, la prima per la sostenibilità aziendale riconosciuta da Accredia, e quella ottenuta oggi per la Parità di Genere, diventando quindi un importante esempio di concreto impegno per tutte le aziende italiane”. Certificazioni per la parità di genere esistono già da tempo, ma bisogna fare un distinguo: “Le certificazioni non devono essere autoreferenziali e molte imprese non capiscono la differenza – spiega sempre Mazzucchelli – Quella rilasciata da Dnv è una valutazione specifica basata su sei parametri: cultura e strategia, governance, processi HR, opportunità di crescita e inclusione delle donne in azienda, equità retributiva di genere e tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro. Non si tratta di un bollino, ma di un vero esame sulle azioni concrete che l’azienda intraprende su questo fronte”. Oltre ad essere un valore aggiunto per l’azienda in questione, si tratta di un importante passo in avanti: da un lato le aziende che si vedranno riconosciute la certificazione potranno accedere a una serie di vantaggi, come sgravi fiscali e accesso a bandi, ma la cosa più importante è che questo potrebbe essere l’inizio di un percorso virtuoso. Ad oggi essere una donna che lavora porta con sé una catena di svantaggi e discriminazioni: disparità di trattamento o salariale, maggiori difficoltà nel fare carriera e anche la maternità rappresenta un ostacolo. Forse l’introduzione di certificazioni apposite potrebbe essere un passo avanti per spezzare la catena.