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Italia, misoginia in piazza: in tutto lo Stivale solo 148 statue sono dedicate a figure femminili

di LUIGI CAROPPO -
23 febbraio 2022
Cristina Trivulzio di Belgioioso

Cristina Trivulzio di Belgioioso

Ci sono voluti dieci anni per regalare alla memoria collettiva il ricordo indelebile, su una targa, di Oriana Fallaci. Fiorentina doc, giornalista, scrittrice, capace di dividere facendo conoscere il suo pensiero: a lei è stato intitolato il giardino fiorentino della Fortezza da Basso e la fermata della tramvia, lì vicino. Diciamocelo chiaramente: poteva essere fatto molto di più dalla sua città natale che aveva sempre nel cuore anche sui fronti di guerra e a New York. Ma almeno una targa col suo nome c’è. Ce la fece il sindaco di Firenze Dario Nardella nel 2016 a dieci anni dalla sua scomparsa. Tanto tempo dall’addio della grande fiorentina dalla casa di cura Santa Chiara, a pochi passi dalla Fortezza, era trascorso per furiose polemiche e silenzi altrettanto rumorosi alimentati da chi nel centrosinistra fiorentino non voleva celebrare il ricordo. Alla fine Palazzo Vecchio ha trovato un compromesso perché altrimenti non si poteva fare.

Cultura maschilista

Cultura maschilista, misoginia. Le donne impegnate e di valore danno fastidio all’ignoranza e a chi non vuole dar forza al merito, al di là dei generi e delle quote. Da vive e da morte. In tutta Italia ci sono solamente 148 statue dedicate a loro. Poche in percentuale anche le intitolazioni di strade, piazze, giardini. La mappa dei monumenti sono stati raccolti dalle attiviste dell’associazione Mi Riconosci tramite un questionario popolare (a cui hanno partecipato 42 mila persone) tra settembre e ottobre 2021, a cui si sono aggiunte le ricerche personali (la mappa è in aggiornamento, segnalazioni a [email protected]).

Un'eroina per un genere misconosciuto

Nel cuore di Firenze spunta la statua di Aloy, eroina di Horizon Forbidden West

Nel cuore di Firenze spunta la statua di Aloy, eroina di Horizon Forbidden West di Sony

E allora, in una penuria così evidente di adeguato riconoscimento del genere femminile, del genio della donna, del significato simbolico di un’eroina, fa notizia se a Firenze viene installata una statua, seppur temporanea, che guarda al futuro. Negli spazi pubblici del complesso delle Murate, ex carcere fiorentino riconvertito a edilizia pubblica, a luoghi di incontro e ad incubatore di idee, è ospitata la statua di Aloy, l’ultima protagonista dei videogiochi di ultima generazione dei giovanissimi. Aloy corre, combatte e ha un’anima. Sfida i pregiudizi per la propria affermazione come persona. L’unicità della diversità come valore non come limite. “La storia di Aloy ci racconta la capacità, da parte dell’industria videoludica, di trasportare nella dimensione del videogioco storie e temi universali, mettendo al centro il giocatore, e permettendogli di vivere e giocare storie profonde e articolate, vestire i panni di personaggi incredibilmente sfaccettati, senza perdere mai di vista l’opportunità di sognare - spiega Marco Saletta, General Manager Sony Interactive Entertainment Italia - Un modello di riferimento straordinariamente stimolante per le giovani generazioni e uno sguardo su un futuro possibile, stavolta non solo per il contesto videoludico”.

A Padova la prima donna al mondo ad aver conseguito una laurea

A Padova il consiglio comunale ha deciso che nella grande piazza di Prato della Valle per la prima volta sarà installata anche la statua di una donna. E che donna. Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, prima donna al mondo ad aver conseguito una laurea, in filosofia, proprio a Padova, il 25 giugno 1678. L’idea è stata di Anna Piva, padovana, da sempre sostenitrice della prima figura femminile a potersi fregiare della laurea che ha spinto i consiglieri comunali di maggioranza Simone Pillitteri e Margherita Colonnello a presentare una mozione.

Cristina Trivulzio di Belgioioso a Milano

A Milano la prima statua di donna è stata inaugurata nel settembre del 2021 ed è stata dedicata a Cristina Trivulzio di Belgioioso.

A Milano la prima statua di donna è stata inaugurata nel settembre del 2021 ed è stata dedicata a Cristina Trivulzio di Belgioioso.

A Milano la prima statua di donna è stata inaugurata nel settembre del 2021 ed è stata dedicata a Cristina Trivulzio di Belgioioso.
Una delle 148 statue censite, dedicate a donne si trova a Pisa. In via San Martino 21 dove è collocata una statua romana dedicata a Kinzica De’ Sismondi: un bassorilievo proveniente da un sarcofago del III secolo d.C

A Pisa è collocata una statua romana dedicata a Kinzica De’ Sismondi: un bassorilievo datato III secolo d. C.

Una delle 148 statue censite, dedicate a donne si trova a Pisa. In via San Martino 21 dove è collocata una statua romana dedicata a Kinzica De’ Sismondi: un bassorilievo proveniente da un sarcofago del III secolo d. C. e rappresenta una musa. Il volto è stato in parte rielaborato nel XII secolo quando Pisa decise di dedicare la statua alla giovane Kinzica De’ Sismondi per aver salvato la città nei primi decenni dell’undicesimo secolo. Si narra che una notte la ragazza si accorse che i saraceni erano entrati in città: prima che i pirati mettessero a ferro e a fuoco la città, Kinzica riuscì a dare l’allarme. Secondo un’altra versione Kinzica guidò la rivolta incitando i soldati a resistere e a sconfiggere gli invasori.

I numeri

In generale solo il 5 % delle strade italiane è dedicato a donne. L’associazione Toponomastica femminile dal 2012 cerca di dare una svolta “con l’intento di restituire voce e visibilità alle donne che hanno contribuito, in tutti i campi, a migliorare la società”. Il gruppo formato da oltre trecento associate/i e migliaia di followers sui social “pubblica articoli e dati su ogni singolo territorio e sollecita le istituzioni affinché strade, piazze, giardini e spazi urbani in senso lato, siano dedicati a donne”. “Il potere più grande della toponomastica – spiega Maria Pia Ercolini, presidente di Toponomastica femminile – è creare modelli, rimandare a immaginari, oltre a rappresentare una volontà”. L’iniziativa di Sony Italia, in riferimento alla statua posta a Firenze, “apre un canale di comunicazione preferenziale con le giovani generazioni sull’importanza di modelli culturali, una riflessione su quali vogliano conservare, e a quali vogliano dare valore”.