
Jean-Marc Noël Aveline è nato ad Sidi Bel Abbes, in Algeria, il 26 dicembre 1958
Lo guardi e non vedi un principe della Chiesa, ma un pastore. Jean-Marc Aveline ha lo sguardo sereno e il sorriso pronto di chi è abituato a camminare tra la gente, di chi conosce sia le strade polverose della periferia che i marmi lucidi delle cattedrali. Un uomo di dialogo nato in Algeria che oggi, nell’inquieto panorama ecclesiastico, emerge come possibile successore di Francesco, capace di raccogliere consensi sia tra i cardinali progressisti che tra quelli conservatori.
Nato a Sidi Bel Abbès nel 1958, Aveline si è trasferito con la famiglia in Francia all’età di otto anni. Ordinato sacerdote nel 1984 per l’arcidiocesi di Marsiglia, ha fondato l’Istituto di Scienze e Teologia delle Religioni. Nel 2013 è stato nominato vescovo ausiliare di Marsiglia, diventandone arcivescovo nel 2019. Papa Francesco lo ha creato cardinale nel 2022, primo arcivescovo di Marsiglia a ricevere la porpora in oltre un secolo.
Nei suoi discorsi insiste spesso sull’idea della Chiesa come ospedale da campo nel Mediterraneo – un’immagine che si collega direttamente alla visione di Francesco – ed è noto per il suo impegno concreto nell’accoglienza e nell’integrazione dei migranti a Marsiglia. Ha in più occasioni denunciato le politiche che ostacolano il soccorso in mare e promosso l’inclusione. Durante gli Incontri del Mediterraneo a Marsiglia, ha dichiarato: “Quando uomini, donne e bambini, che non sanno nulla di navigazione, vengono derubati dei loro beni da trafficanti disonesti, che li condannano a morte facendoli salire su vecchie e pericolose imbarcazioni, questo è un crimine! E quando le istituzioni politiche vietano alle Organizzazioni non governative e anche alle navi che incrociano in queste acque di portare soccorso ai naufraghi, è un crimine altrettanto grave e una violazione del diritto internazionale marittimo più elementare”.

Sulla questione delle donne nella Chiesa, Aveline ha mostrato apertura significativa, sostenendo un maggiore coinvolgimento femminile nelle strutture decisionali ecclesiali. Ha valorizzato il contributo delle donne teologhe e ha promosso il loro ruolo nella formazione. Talvolta, ha dato la parola alle donne durante le liturgie, senza però esprimersi a favore o contro l’ordinazione delle donne diacono. Pur mantenendo la posizione dottrinale su aborto e gestazione per altri, ha enfatizzato l’importanza dell’accompagnamento pastorale e della comprensione delle situazioni personali.
Sui diritti LGBTQ+, il cardinale francese ha adottato una posizione equilibrata che ricerca un punto d’incontro tra accoglienza e tradizione. Ha promosso il rispetto e l’inclusione delle persone omosessuali nelle comunità cristiane, sottolineando la necessità di un linguaggio più rispettoso, pur senza mai mettere in discussione la dottrina tradizionale sul matrimonio.
In materia ambientale, Aveline è stato un convinto sostenitore della “Laudato Si’” e dell’ecologia integrale. A Marsiglia, città portuale esposta ai cambiamenti climatici del Mediterraneo, ha promosso iniziative ecologiche concrete e ha partecipato attivamente agli Incontri del Mediterraneo, collegando la questione ambientale ai temi delle migrazioni e dello sviluppo sostenibile.
Nel 2021, il cardinale ha firmato con il cardinale Peter Turkson una petizione globale intitolata “Salute della Terra, Salute dell’Umanità”, che collega la biodiversità e il clima, in vista della COP26 sul clima a Glasgow e della COP15 sulla biodiversità in Cina. La petizione è stata ideata da 300 associazioni cattoliche per chiedere un legame tra clima e biodiversità.
La sua capacità di dialogare con l’Islam, frutto dell’esperienza algerina e del ministero nella multiculturale Marsiglia, unita a un approccio teologico solido che non sacrifica la tradizione all’innovazione, rendono Aveline una figura potenzialmente unificante in un futuro conclave. Considerato progressista sui temi sociali ma fedele alla dottrina sui temi etici, potrebbe rappresentare quella sintesi che attrae consensi trasversali tra i cardinali di diverse sensibilità, configurandosi come un ponte tra il pontificato di Francesco e le sfide future della Chiesa.