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Home » Attualità » Khadija Jaafari, la campionessa italiana di boxe non può rappresentare l’Italia agli Europei: non ha la cittadinanza

Khadija Jaafari, la campionessa italiana di boxe non può rappresentare l’Italia agli Europei: non ha la cittadinanza

La pugile della Boxe Vesuviana di Torre Annunziata (Napoli) ha vinto la medaglia d'oro ai Campionati Italiani Juniores Femminili che le hanno garantito l'accesso agli Europei. Dovrà però combattere per il Marocco, perché la 14enne non ha la cittadinanza italiana

Remy Morandi
11 Maggio 2022
boxe campionessa senza cittadinanza italiana

boxe campionessa senza cittadinanza italiana

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Lei tira pugni per l’Italia, l’Italia tira pugni a lei. Khadija Jaafari, 14 anni, è una campionessa italiana di boxe. Domenica 8 maggio la pugile della Boxe Vesuviana di Torre Annunziata (Napoli) ha vinto la medaglia d’oro ai Campionati Italiani Juniores Femminili nella categoria 57 kg, battendo a Roseto degli Abruzzi l’altra finalista, la laziale Sara Battistella. È la seconda volta che Khadija – soprannominata in palestra Caterina o ancora Katalina – ottiene il titolo di Campionessa d’Italia. Quest’anno la vittoria le avrebbe garantito l’opportunità di gareggiare agli Europei di agosto 2022 se non fosse che Khadija non può rappresentare l’Italia, visto che non ha la cittadinanza italiana. E per questo motivo, potrebbe invece salire sul ring degli Europei battendosi per il Marocco, il Paese d’origine della sua famiglia.

Khadija Jaafari, 14 anni, è campionessa italiana di boxe dopo aver vinto gli Juniores Femminili a Roseto degli Abruzzi (Foto /Facebook / Boxe Vesuviana)

Khadija Jaafari ha 14 anni, vive a Torre Annunziata da quando ne aveva 6. Prima di poter gareggiare per l’Italia, come ogni altro atleta nella sua situazione, dovrà aspettare i 18 anni. Ma lei si sente ed è già italiana: “Mi sento napoletana – ha raccontato la ragazza a Repubblica -. Sono arrivata in Italia da bambina. Qui è la mia vita e nella palestra Boxe Vesuviana ho imparato a trasformare la mia rabbia in qualcosa di buono”.

A maggio 2021 Khadija Jaafari aveva vinto gli School Girl. E adesso la giovane pugile è riuscita a vincere i Campionati Italiani Juniores Femminili dopo aver battuto la rivale Sara Battistella, con la quale la ragazza aveva già gareggiato qualche mese fa. Al termine dell’incontro, la Campionessa d’Italia è esplosa di gioia e dopo aver ringraziato la sua Boxe Vesuviana ha commentato dedicando la vittoria al suo maestro Lucio Zurlo: “La medaglia d’oro è sua, l’ha vinta lui. Ha fatto molto per me”, ha detto Khadija citata da Il Riformista.

Il padre di Khadija è partito dal Marocco il giorno prima che lei nascesse, a settembre del 2007. Dopo un periodo in Francia, l’uomo è riuscito a far arrivare tutta la sua famiglia, la moglie e i figli, in Italia. Un giorno – scrive ancora Il Riformista – il padre portò il figlio maggiore in una palestra a Torre Annunziata. In quella stessa palestra, più tardi, passò una volta anche Khadija. “Ti piace?”, le chiese il maestro. Lei annuì e così ebbe inizio la vita di Khadija Jaafari da pugile. Una vita di traguardi e di obiettivi superati, fino a quando non le è stato detto che non avrebbe potuto gareggiare per l’Italia agli Europei. “Quando mi hanno spiegato che non potevo andare agli Europei – ha raccontato la 14enne a Mariella Parmendola – ho avuto voglia di mollare“. Poi però ha cambiato idea e la ragazza è riuscita a conquistare per due volte consecutive il titolo di campionessa italiana della sua categoria. Tuttavia, adesso per poter partecipare agli Europei, dovrà per forza combattere per il Marocco anche se la giovane non si sente marocchina, ma italiana.

La vita e la storia di Khadija Jaafari è anche raccontata nel film ‘Californie‘ di Alessandro Cassigoli e Casey Kauffman, uscito lo scorso 21 aprile al cinema e premiato al Festival di Venezia. Più che raccontare della sua carriera da pugile, il film in cui recita la stessa Khadija (che nella pellicola si chiama Jamila) tratta delle difficoltà della sua vita. All’età di 9 anni, Jamila, coltiva grandi sogni e guarda al futuro con occhi fiduciosi. Ma il rapporto conflittuale con i suoi coetanei e l’assenza della famiglia la spingono a isolarsi. All’età di 12 anni, Jamila prova a mettere soldi da parte per pagarsi il viaggio in Marocco con qualche lavoretto e anche piccole truffe. La madre nel frattempo perde il lavoro, e lei, a 13 anni, lascia gli studi e comincia a lavorare nel salone da parrucchiera Californie, dove la ragazza riesce a riprendere in mano la sua vita.

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio in visita lo scorso aprile nella palestra Boxe Vesuviana di Torre Annunziata. Al suo fianco il maestro di Khadija Jaafari, Lucio Zurlo (Foto / Facebook / Boxe Vesuviana)

Lo scorso aprile visitò la palestra Boxe Vesuviana di Torre Annunziata il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. In quella occasione il presidente del Coni Campania Sergio Roncelli consegnò al maestro della palestra Lucio Zurlo un contributo di 5mila euro. “Con questi soldi rifacciamo i finestroni, che cadono a pezzi”, disse il maestro Zurlo. Boxe Vesuviana non è una piccola palestra di quartiere, è anche la palestra dove si allenò la campionessa Irma Testa, medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Tokyo 2020. Dalla Boxe Vesuviana di Torre Annunziata sono passati tanti campioni e tante campionesse. Tra questi, Michele Baldassi, campione europeo di pesi leggeri under 21; Gianluca Gega, possibile olimpionico a Parigi; e anche Khadija Jaafari, la campionessa italiana senza cittadinanza italiana.

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Instagram

  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

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  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
Lei tira pugni per l'Italia, l'Italia tira pugni a lei. Khadija Jaafari, 14 anni, è una campionessa italiana di boxe. Domenica 8 maggio la pugile della Boxe Vesuviana di Torre Annunziata (Napoli) ha vinto la medaglia d'oro ai Campionati Italiani Juniores Femminili nella categoria 57 kg, battendo a Roseto degli Abruzzi l'altra finalista, la laziale Sara Battistella. È la seconda volta che Khadija - soprannominata in palestra Caterina o ancora Katalina - ottiene il titolo di Campionessa d'Italia. Quest'anno la vittoria le avrebbe garantito l'opportunità di gareggiare agli Europei di agosto 2022 se non fosse che Khadija non può rappresentare l'Italia, visto che non ha la cittadinanza italiana. E per questo motivo, potrebbe invece salire sul ring degli Europei battendosi per il Marocco, il Paese d'origine della sua famiglia.
Khadija Jaafari, 14 anni, è campionessa italiana di boxe dopo aver vinto gli Juniores Femminili a Roseto degli Abruzzi (Foto /Facebook / Boxe Vesuviana)
Khadija Jaafari ha 14 anni, vive a Torre Annunziata da quando ne aveva 6. Prima di poter gareggiare per l'Italia, come ogni altro atleta nella sua situazione, dovrà aspettare i 18 anni. Ma lei si sente ed è già italiana: "Mi sento napoletana - ha raccontato la ragazza a Repubblica -. Sono arrivata in Italia da bambina. Qui è la mia vita e nella palestra Boxe Vesuviana ho imparato a trasformare la mia rabbia in qualcosa di buono". A maggio 2021 Khadija Jaafari aveva vinto gli School Girl. E adesso la giovane pugile è riuscita a vincere i Campionati Italiani Juniores Femminili dopo aver battuto la rivale Sara Battistella, con la quale la ragazza aveva già gareggiato qualche mese fa. Al termine dell'incontro, la Campionessa d'Italia è esplosa di gioia e dopo aver ringraziato la sua Boxe Vesuviana ha commentato dedicando la vittoria al suo maestro Lucio Zurlo: "La medaglia d'oro è sua, l'ha vinta lui. Ha fatto molto per me", ha detto Khadija citata da Il Riformista. Il padre di Khadija è partito dal Marocco il giorno prima che lei nascesse, a settembre del 2007. Dopo un periodo in Francia, l'uomo è riuscito a far arrivare tutta la sua famiglia, la moglie e i figli, in Italia. Un giorno - scrive ancora Il Riformista - il padre portò il figlio maggiore in una palestra a Torre Annunziata. In quella stessa palestra, più tardi, passò una volta anche Khadija. "Ti piace?", le chiese il maestro. Lei annuì e così ebbe inizio la vita di Khadija Jaafari da pugile. Una vita di traguardi e di obiettivi superati, fino a quando non le è stato detto che non avrebbe potuto gareggiare per l'Italia agli Europei. "Quando mi hanno spiegato che non potevo andare agli Europei - ha raccontato la 14enne a Mariella Parmendola - ho avuto voglia di mollare". Poi però ha cambiato idea e la ragazza è riuscita a conquistare per due volte consecutive il titolo di campionessa italiana della sua categoria. Tuttavia, adesso per poter partecipare agli Europei, dovrà per forza combattere per il Marocco anche se la giovane non si sente marocchina, ma italiana. La vita e la storia di Khadija Jaafari è anche raccontata nel film 'Californie' di Alessandro Cassigoli e Casey Kauffman, uscito lo scorso 21 aprile al cinema e premiato al Festival di Venezia. Più che raccontare della sua carriera da pugile, il film in cui recita la stessa Khadija (che nella pellicola si chiama Jamila) tratta delle difficoltà della sua vita. All'età di 9 anni, Jamila, coltiva grandi sogni e guarda al futuro con occhi fiduciosi. Ma il rapporto conflittuale con i suoi coetanei e l'assenza della famiglia la spingono a isolarsi. All'età di 12 anni, Jamila prova a mettere soldi da parte per pagarsi il viaggio in Marocco con qualche lavoretto e anche piccole truffe. La madre nel frattempo perde il lavoro, e lei, a 13 anni, lascia gli studi e comincia a lavorare nel salone da parrucchiera Californie, dove la ragazza riesce a riprendere in mano la sua vita.
Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio in visita lo scorso aprile nella palestra Boxe Vesuviana di Torre Annunziata. Al suo fianco il maestro di Khadija Jaafari, Lucio Zurlo (Foto / Facebook / Boxe Vesuviana)
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