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Home » Attualità » Kiwi Farms, la piattaforma web contro le persone trans viene bloccata: “È una minaccia”

Kiwi Farms, la piattaforma web contro le persone trans viene bloccata: “È una minaccia”

Fondata da Josh Moon nel 2013, si ritiene abbia responsabilità in almeno 3 suicidi. Gli obiettivi solitamente sono appartenenti a una minoranza e spesso attivisti LGTB+

Edoardo Martini
8 Settembre 2022
Josh Moon, fondatore di Kiwi Farms

Josh Moon, fondatore di Kiwi Farms

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Di solito le piattaforme online servono per unire, per aggregare. Ne esiste una che, però, purtroppo divide fomentando l’odio verso le persone trans. La piattaforma in questione è Kiwi Farms, fondata nel 2013, e frequentata da estremisti della cosiddetta alt-right americana. Negli ultimi giorni è finita nell’occhio del ciclone dei media per aver ospitato diverse campagne d’odio portate avanti contro persone per lo più appartenenti alla comunità LGBT+, in particolare persone trans.

Clara Sorrenti, l’attivista transgender canadese e popolare creatrice di contenuti sulla piattaforma di streaming Twitch

“Minacce alla vita umana”: il messaggio di chiusura verso Kiwi Farms

L’ultimo obiettivo degli estremisti è stata Clara Sorrenti, nota come Keffals, un’attivista transgender canadese e popolare creatrice di contenuti sulla piattaforma di streaming Twitch. La giovane, dopo essere stata perseguita per diversi mesi, è stata costretta a lasciare la propria abitazione e il Canada, lanciando una campagna con l’obiettivo di far escludere Kiwi Farms dai server di Cloudflare, l’azienda di servizi internet. Gli attacchi verso gli utenti consentivano di accedere e, in un secondo momento di divulgare, ai dati personali che poi venivano usati per raggiungere altri obiettivi non soltanto online ma anche nella vita reale. Proprio per questo Cloudflare si è decisa a bloccare Kiwi Farms mettendola offline, definendo la decisa presa come sofferta ma inevitabile viste “le imminenti minacce alla vita umana, che costituiscono un’emergenza”.

Il forum, dopo essere stato accusato, di avere avuto responsabilità in almeno 3 suicidi e in risposta a questo blocco si è deciso di spostare verso server russi. Il tanto amato progetto di trasferimento sembra essersi già incagliato. Già ieri, infatti, il sito risultava inaccessibile e il fondatore della piattaforma, in un messaggio su Telegram ai membri del forum, ha raccontato di avere difficoltà a trovare un nuovo provider di servizi. Al momento Kiwi Farms potrebbe scomparire dal web, restando solo come gruppo su Telegram. La piattaforma è stata fondata da Josh Moon, in precedenza amministratore del sito 8chan, noto per ospitare vari forum di neonazisti, cospirazionisti del movimento QAnon, suprematisti bianchi ed esponenti dell’estrema destra americana, rilanciando anche messaggi e video degli autori delle stragi di massa. Kiwi  Farms rispetto alle altre piattaforma è ritenuto però molto più pericoloso perché si concentra su obiettivi mirati con ripercussioni sulla vita reale.

Josh Moon, fondatore della piattaforma online Kiwi Farms

La scelta dell’obiettivo e i 3 casi di suicidio

Come viene individuato l’obiettivo? Di solito la ‘preda’ viene scelta da una minoranza che molte volte è un’attivista LGTB+: sulla piattaforma vengono pubblicate le sue informazioni personali, della sua famiglia, dei suoi amici e dei suoi datori di lavoro, ottenute spesso hackerando i profili online, non solo dei social, ma anche delle società di servizi. Da qui parte una campagna volta a mettere in cattiva luce l’obiettivo, con false accuse molto spesso legate alla pedofilia. Queste azioni frequentemente hanno portato al licenziamento dal lavoro. In passato almeno tre persone diventate obiettivo della comunità di Kiwi Farms, che ha circa 45.000 membri attivi, si sono uccise.

Nel 2013 la sviluppatrice di videogiochi Chloe Sagal era stata accusata di aver ingannato gli aderenti a una sua raccolta fondi, dichiaratamente organizzata per un’operazione che avrebbe dovuto risolvere gli strascichi di un incidente stradale, e invece usati per un intervento di riassegnazione del sesso. Dopo essere stato oggetto per anni di una dura campagna d’odio, nel 2018 Sagal si uccise dandosi fuoco. Nel 2016 si suicidò poi la canadese Julie Terryberry, che era diventata oggetto delle attenzioni del forum per il suo aspetto, la sua pettinatura e le sue abitudini poliamorose, cioè consensualmente non monogame. In entrambi i casi gli utenti del forum negarono di avere avuto un ruolo nei suicidi. L’ultima invece fu Lizzy Waite, una donna trans, che nel 2017 si suicidò lasciando un’ultima lettera online in cui raccontava di aver sofferto troppo e di sentirsi sola. La famiglia e la compagna di Waite per mesi furono oggetto di post e mail di scherno di utenti di Kiwi Farms che si dicevano soddisfatti della sua morte.

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Instagram

  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
Di solito le piattaforme online servono per unire, per aggregare. Ne esiste una che, però, purtroppo divide fomentando l'odio verso le persone trans. La piattaforma in questione è Kiwi Farms, fondata nel 2013, e frequentata da estremisti della cosiddetta alt-right americana. Negli ultimi giorni è finita nell'occhio del ciclone dei media per aver ospitato diverse campagne d’odio portate avanti contro persone per lo più appartenenti alla comunità LGBT+, in particolare persone trans.
Clara Sorrenti, l'attivista transgender canadese e popolare creatrice di contenuti sulla piattaforma di streaming Twitch

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L'ultimo obiettivo degli estremisti è stata Clara Sorrenti, nota come Keffals, un’attivista transgender canadese e popolare creatrice di contenuti sulla piattaforma di streaming Twitch. La giovane, dopo essere stata perseguita per diversi mesi, è stata costretta a lasciare la propria abitazione e il Canada, lanciando una campagna con l'obiettivo di far escludere Kiwi Farms dai server di Cloudflare, l'azienda di servizi internet. Gli attacchi verso gli utenti consentivano di accedere e, in un secondo momento di divulgare, ai dati personali che poi venivano usati per raggiungere altri obiettivi non soltanto online ma anche nella vita reale. Proprio per questo Cloudflare si è decisa a bloccare Kiwi Farms mettendola offline, definendo la decisa presa come sofferta ma inevitabile viste "le imminenti minacce alla vita umana, che costituiscono un’emergenza". Il forum, dopo essere stato accusato, di avere avuto responsabilità in almeno 3 suicidi e in risposta a questo blocco si è deciso di spostare verso server russi. Il tanto amato progetto di trasferimento sembra essersi già incagliato. Già ieri, infatti, il sito risultava inaccessibile e il fondatore della piattaforma, in un messaggio su Telegram ai membri del forum, ha raccontato di avere difficoltà a trovare un nuovo provider di servizi. Al momento Kiwi Farms potrebbe scomparire dal web, restando solo come gruppo su Telegram. La piattaforma è stata fondata da Josh Moon, in precedenza amministratore del sito 8chan, noto per ospitare vari forum di neonazisti, cospirazionisti del movimento QAnon, suprematisti bianchi ed esponenti dell’estrema destra americana, rilanciando anche messaggi e video degli autori delle stragi di massa. Kiwi  Farms rispetto alle altre piattaforma è ritenuto però molto più pericoloso perché si concentra su obiettivi mirati con ripercussioni sulla vita reale.
Josh Moon, fondatore della piattaforma online Kiwi Farms

La scelta dell'obiettivo e i 3 casi di suicidio

Come viene individuato l'obiettivo? Di solito la 'preda' viene scelta da una minoranza che molte volte è un'attivista LGTB+: sulla piattaforma vengono pubblicate le sue informazioni personali, della sua famiglia, dei suoi amici e dei suoi datori di lavoro, ottenute spesso hackerando i profili online, non solo dei social, ma anche delle società di servizi. Da qui parte una campagna volta a mettere in cattiva luce l'obiettivo, con false accuse molto spesso legate alla pedofilia. Queste azioni frequentemente hanno portato al licenziamento dal lavoro. In passato almeno tre persone diventate obiettivo della comunità di Kiwi Farms, che ha circa 45.000 membri attivi, si sono uccise. Nel 2013 la sviluppatrice di videogiochi Chloe Sagal era stata accusata di aver ingannato gli aderenti a una sua raccolta fondi, dichiaratamente organizzata per un’operazione che avrebbe dovuto risolvere gli strascichi di un incidente stradale, e invece usati per un intervento di riassegnazione del sesso. Dopo essere stato oggetto per anni di una dura campagna d’odio, nel 2018 Sagal si uccise dandosi fuoco. Nel 2016 si suicidò poi la canadese Julie Terryberry, che era diventata oggetto delle attenzioni del forum per il suo aspetto, la sua pettinatura e le sue abitudini poliamorose, cioè consensualmente non monogame. In entrambi i casi gli utenti del forum negarono di avere avuto un ruolo nei suicidi. L'ultima invece fu Lizzy Waite, una donna trans, che nel 2017 si suicidò lasciando un’ultima lettera online in cui raccontava di aver sofferto troppo e di sentirsi sola. La famiglia e la compagna di Waite per mesi furono oggetto di post e mail di scherno di utenti di Kiwi Farms che si dicevano soddisfatti della sua morte.
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