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Donne e Chiesa, ultima chiamata per pari dignità: la condizione femminile nell'iter sinodale di Papa Francesco

Il documento di lavoro intermedio del percorso sinodale avviato lo scorso anno dal Pontefice riporta per la prima volta l'espicito appello: "Vengano affidati loro ruoli e responsabilità maggiori"

di GIOVANNI PANETTIERE -
28 ottobre 2022
Papa: a giovani artisti, non copiate 'star' dello spettacolo

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Partecipano alla messa più degli uomini, animano la catechesi e la carità nel nome di Dio, eppure non hanno voce in capitolo nelle decisioni della Chiesa. Il paradosso sulla condizione femminile si riaffaccia sull’iter sinodale avviato da Papa Francesco lo scorso anno. Con una novità tutt’altro che secondaria nello sviluppo delle dinamiche ecclesiali: per la prima volta da tutti i continenti arriva, senza e senza ma, la richiesta di un rafforzamento della presenza delle donne nella Chiesa. E’ quanto emerge dal rapporto pubblicato ieri dalla Segreteria generale del Sinodo dei vescovi. Nato dell’elaborazione dei contributi inviati alla Santa Sede da 112 delle 114 conferenze episcopali della Chiesa di rito latino, dalle 15 Chiese di rito orientale e dai dicasteri di Curia romana, il documento chiude la fase nazionale di un processo incentrato sul significato della ‘sinodalità’ - tra le parole chiave del pontificato di Francesco - e si pone come strumento di lavoro di quella continentale. Il sinodo poi si chiuderà con le due asse assemblee episcopali in presenza, la prima nell’ottobre 2023, la seconda dodici mesi più tardi.
Papa Francesco: "Alle donne vanno affidati ruoli e responsabilità maggiori"

Papa Francesco: "Alle donne vanno affidati ruoli e responsabilità maggiori"

“Da tutti i continenti - si legge nel report della Segreteria generale- arriva un appello affinché le donne cattoliche siano valorizzate innanzi tutto come battezzate e membri del Popolo di Dio con pari dignità”. Le Chiese in Terra Santa, Brasile e Corea si mostrano particolarmente sensibili alla questione. Ma sono le suore degli Stati Unite a offrire il contributo più forte nella denuncia della disparità di genere, sia con riferimento alla disamina delle cause, sia sotto l’aspetto degli effetti anche retributivi. “Nei processi decisionali e nel linguaggio della Chiesa il sessismo è molto diffuso - scrivono nella loro sintesi jnviata Oltretevere e integralmente ripresa nel documento vaticano -. Di conseguenza, alle donne sono preclusi ruoli significativi nella vita della Chiesa e subiscono discriminazioni in quanto non ricevono un salario equo per i compiti e i servizi che svolgono”. Resta da capire se si riesca davvero a invertire del tutto la rotta nelle dinamiche ecclesiali. Se è vero che da tutti gli angoli della Terra i cattolici hanno preso coscienza della subalternità femminile, in contrasto con la loro piena dignità conferita dal battesimo, non si può tacere il fatto che il dossier donna sia una costante dell’esperienza sinodale ai tempi di Bergoglio. Come non dimenticare il Sinodo sull’Amazzonia, che chiese alla Santa Sede di recuperare il diaconato femminile, o il dirompente cammino sinodale in corso in Germania nel corso del quale è stata approvata la richiesta alla Santa Sede di ripensare il divieto di ordinazione delle donne (diaconato, presbiterato ed episcopato). A riguardo l’83% dei vescovi tedeschi ha votato a favore di una revisione della costituzione ‘Ordinatio sacerdotalis’ di papa Giovanni Paolo II.
Papa Francesco: "Alle donne vanno affidati ruoli e responsabilità maggiori"

Papa Francesco: "Alle donne vanno affidati ruoli e responsabilità maggiori"

Anche e soprattutto in una Chiesa come quella bergogliana, dove si è iniziato a scalfire il monopolio maschile in Curia romana, l’accolitato e il lettorato non sono più ad esclusiva degli uomini e finalmente una donna voterà alla prosdima assemblea sinodale, il rischio è di accontentarsi dei piccoli passi. Di arrestare un processo di cambiamento sociale che investe anche la Chiesa, che è un ‘segno dei tempi’ per dirla con Giovanni XXIII. Il problema in pratica resta quello di far sentire le credenti pienamente parte attiva a tutti i livelli della vita di fede. E qui il rapporto della Segreteria generale evidenzia una differenza di approcci, fisiologica in una comunità religiosa sparsa in tutto il mondo fra storie e culture diverse. “Molte sintesi - si legge con riferìmento ai contributi delle Chiese nazionali -, dopo un attento ascolto del contesto, chiedono che la Chiesa prosegua il discernimento su alcune questioni specifiche: ruolo attivo delle donne nelle strutture di governo degli organismi ecclesiali, possibilità per le donne con adeguata formazione di predicare in ambito parrocchiale, diaconato femminile. Posizioni assai più diversificate vengono espresse a proposito dell’ordinazione presbiterale per le donne, che alcune sintesi auspicano, mentre altre la considerano una questione chiusa”. Quanto emerge dal rapporto sinodale mostra non solo che ci sia fermento nella Chiesa sul ruolo delle donne, ma anche che, complice la parresia invocata da papa Francesco, il dibattito intraecclesiale si sviluppa alla luce del sole e viene registrato senza filtri da un documento vaticano. A questo punto bisogna solo capire se il sacrosanto discernimento, funzionale a scongiurare l’assunzione di decisioni semplicemente a maggioranza, non diventi un alibi per lasciare tutto così come è. Non più ai blocchi di partenza, ma ancora lontano dal traguardo di una pari dignità fra uomini e donne, battesimale ed evangelica. In una Chiesa che le novità le fa anche partire dal basso, ma le perfeziona solo ed esclusivamente dall’alto, saranno solo i vescovi riuniti in assemblea ad evitare la stagnazione. A patto che lo vogliano davvero.