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La donna nel terzo millennio: tre protagoniste per una società che vira al femminile

di CATERINA CECCUTI -
6 marzo 2022
Al via il progetto “Donna nel III Millennio” promosso dalla Fondazione Spadolini Nuova Antologia di Firenze: tre gli incontri in programma

Al via il progetto “Donna nel III Millennio” promosso dalla Fondazione Spadolini Nuova Antologia di Firenze: tre gli incontri in programma

Vivere la società è sentirne la trasformazione attraverso i mutamenti di forma e di sostanza che la portano ad evolversi nel tempo. A sbocciare, si potrebbe dire, come un fiore che crescendo irrobustisce il proprio stelo fino alla completa fioritura, nel passaggio da un’era all’altra. Quella che stiamo attraversando, tra le altre cose, è anche l’era della donna. La donna professionista, non più soltanto angelo del focolare.
Al via il progetto “Donna nel III Millennio” promosso dalla Fondazione Spadolini Nuova Antologia

Al via il progetto “Donna nel III Millennio” promosso dalla Fondazione Spadolini Nuova Antologia di Firenze: tre gli incontri in programma

La donna coraggiosa, intraprendente, fantasiosa e curiosa, che porta nell’ambiente di lavoro -qualsiasi esso sia- un vento di novità e innovazione gentile ma tenace. Occorrono ancora lucidità e lungimiranza per vedere il compimento della conquista femminile, ma neanche si può dire di essere appena agli inizi. Il ruolo della donna sta crescendo, avanza occupando posti sempre più strutturati nella società del lavoro, della politica, della pubblica amministrazione, ma teme ancora la perdita della leadership familiare, nella cura della casa e dei figli. Di particolare interesse, proprio al fine di comprendere il problema osservandolo dalla prospettiva di donne che, indubbiamente, “ce l’hanno fatta”, sarà ascoltare le tre video conferenze “Donna nel III Millennio”, offerte al pubblico nei prossimi giorni dalla Fondazione Spadolini Nuova Antologia -sui propri canali social- proprio a partire da martedì 8 marzo, con cadenza settimanale.

Le tre protagoniste

Tre donne che hanno saputo distinguersi per capacità, caparbietà, coraggio e determinazione. Donne che nel mettersi in gioco hanno rischiato tanto -alcune troppo-, fino a diventare eroine del nostro tempo, ed esempio non soltanto per le altre donne, ma per tutti gli esseri umani. Si comincia proprio in occasione della Festa della Donna, l'8 marzo alle ore 21, con la première YouTube “Coronavirus: passato, presente e futuro di un virus che ha stravolto le nostre vite. Dall’isolamento ai vaccini, fino alle prospettive dei prossimi anni”. Protagonista la virologa Maria Rosaria Capobianchi, che nel 2020 era a capo dell’equipe dell’ospedale Spallanzani di Roma, prima in Italia ad aver isolato il virus Sars-Cov2.

Maria Rosaria Capobianchi, virologa

Maria Rosaria Capobianchi, virologa

Maria Rosaria Capobianchi, virologa

"Essere donna non è una preclusione per poter lavorare bene -esordirà la dottoressa Maria Rosaria Capobianchi, prima di raccontare nello specifico le tappe del suo lavoro in laboratorio-. In campo scientifico le donne sono molto dotate, dimostrano tanta fantasia e curiosità. Il difetto però sta nell’eccesso di accondiscendenza -retaggio questo che proviene dalla lunga tradizione culturale che ci portiamo alle spalle-, e nell’atteggiamento di rinuncia che dimostrano quando le difficoltà in ambito familiare sono troppo elevate e gli aiuti per risolverle scarseggiano. In questo caso una moglie, una madre sceglie spesso che sia il partner ad affermarsi, mettendosi da parte. Un gesto di indubbio altruismo ma anche di rinuncia, che io cerco sempre di combattere, attraverso la mia testimonianza. Perché una donna non deve rinunciare ai propri sogni, nessun essere umano dovrebbe farlo. Occorre però che la società sia conscia di questo problema, che si offra alla donna la possibilità di lavorare senza preoccupazioni. Io stessa ho sperimentato le tante difficoltà del caso, ma sono stata fortunata perché al mio fianco ho avuto un marito che ha diviso con me le responsabilità familiari e mi ha permesso di portare avanti la mia grande passione per la scienza".
Maria Rosaria Capobianchi, virologa

Maria Rosaria Capobianchi, virologa

"I compiti tipicamente attribuiti alla donna sono certamente legati ad aspetti biologici e imprescindibili, come la gravidanza e l’allattamento - sottolinea la virologa - . Nel momento però in cui il bambino si rende un minimo indipendente, resta comunque complicato per una donna reintegrarsi al lavoro, perché in Italia l’accesso ai nidi è ancora elitario. Altro ostacolo è rappresentato dall’incomprensione in famiglia, in caso i mariti o compagni non si mettano alla pari delle donne. Insomma, il percorso da compiere è prima di tutto di tipo culturale, e le donne e gli uomini della società contemporanea devono intraprenderlo insieme”. Dalla scienza a una storia di coraggio estremo.

Federica Angeli, cronista di cronaca nera e giudiziaria

Federica Angeli, cronista di cronaca nera e giudiziaria

Federica Angeli, cronista di cronaca nera e giudiziaria

La seconda conferenza proposta al pubblico dalla Fondazione Spadolini sarà messa online il 15 marzo a partire dalle 21 e porterà il titolo “A mano disarmata. Storia di una giornalista che ha sgominato la gang mafiosa di Ostia”, protagonista la cronista di cronaca nera e giudiziaria Federica Angeli. "Il mio lavoro mi ha portato a scoperchiare un malaffare ad Ostia, uno dei tanti quartieri di Roma -anticipa Angeli-. Un malaffare che ho subito chiamato col suo nome, 'mafia', perché ne ho riconosciuto i connotati di stampo mafioso. Dal 16 luglio del 2013 vivo sotto scorta, sia io che i miei tre figli, e la mia vita è cambiata il giorno in cui ho scelto da che parte stare". "Per due anni ho fatto l’infiltrata negli ambienti in cui si consumava il crimine prosegue il racconto della giornalista - , sono stata ad osservare molto da vicino il potente Clan Fasciani, ho cercato di comprendere il sistema delle gerarchie delle mafie romane. Sotto i Fasciani c’erano gli Spada, i cui tentacoli arrivavano fino agli ambienti della politica e della pubblica amministrazione, dell’imprenditoria e dei commercianti. L’aspetto umano della mia vicenda è che, come donna che vive sotto scorta ed ha una certa visibilità e notorietà, mi discosto molto dalla figura di “super eroina” che mi viene attribuita. Io sono una donna normalissima, la cui vita assolutamente normale è stata stravolta da un certo punto in poi. Per aver reso pubblica la mia inchiesta ho ricevuto minacce, nel giro di 24 ore sono stata messa sotto scorta, e come me la mia famiglia, compresi i miei figli di 8, 6 e 4 anni".
Federica Angeli, cronista di cronaca nera e giudiziaria

Federica Angeli, cronista di cronaca nera e giudiziaria

"Dovevo dire ai bambini che la nostra vita familiare sarebbe cambiata completamente - le sue parole -. Ma, fortunatamente, le cose belle che ci circondano, che guardiamo e ascoltiamo ci insegnano qualcosa. Io e mio marito abbiamo scelto di prendere spunto dal meraviglioso film di Roberto Benigni “La vita è bella” per trasformare in un gioco da fare insieme ai figli la tragedia della perdita della libertà e del sentirsi ogni secondo una spada sulla testa. La vita poteva trasformarsi in morte, nonostante la scorta, perché alla fine nel mirino non sono solo io ma anche i miei cari. Ai miei bambini dissi invece solo che era successa una cosa stupenda, che la mamma aveva scritto un articolo talmente bello che il giornale aveva voluto premiarmi dandomi due autisti. I bambini rimasero incantati, “Che brava mamma! Che meraviglia!” Quello di mezzo mi ascoltava con tanto d’occhi e alla fine mi disse “Senti mamma, ma quanti articoli devi scrivere perché ci regalino una villa?” Risposi: “Tesoro, più scrivi cose belle e più punti guadagni. E anche se da ora in poi dovessero succederci cose brutte, tenete a mente che sono solo ostacoli da superare per guadagnare ancora più punti e arrivare a vincere la Villa. Io e mio marito facemmo un grande tabellone in cui segnavamo tutti i traguardi che ottenevamo superando prove difficili. I miei figli per esempio notarono che due membri del clan piantonavano la nostra casa stando sotto al balcone. Dissi loro che erano miei spasimanti e inventammo il gioco che i bimbi dovevano scrivere su un foglio tutte le ore del giorno in cui si accorgevano di quei ceffi, foglio che poi abbiamo consegnato alle forze dell’ordine. Insomma, con dignità e con il sorriso i miei figli sono cresciuti nella serenità. Il giorno che abbiamo sentito gli elicotteri sorvolare le nostre teste abbiamo capito che finalmente, dopo tanto tempo e sacrifici, la gang era stata arrestata. Allora i miei figli, che ormai erano cresciuti e avevano capito tutto, corsero ad abbracciarmi dicendo “Mamma, lo sapevamo che alla fine avresti vinto tu!”. Perché non è vero che la Mafia non si può vincere, è questo il messaggio più importante che cerco sempre di dare”.

Fondazione Spadolini e Giornata internazionale della donna

Per la Fondazione Spadolini -nata a Firenze nel 1980 ma culturalmente attiva su tutto il territorio nazionale- la novità di quest’anno sta nel fatto che la Festa della Donna non sarà celebrata entro le mura di un convegno dedicato alla figura femminile nella storia, bensì nello spazio potenzialmente sconfinato del web e dei social media. "Non soltanto memoria storica e sicura fonte di ricerca per gli studiosi di tutte le età -si legge nella presentazione del progetto Donna nel III Millennio -, la Fondazione Spadolini rappresenta soprattutto uno spazio sicuro dove poter esprimere e condividere la cultura a 360 gradi, nel rispetto dei più moderni mezzi di comunicazione, che sono a tutti gli effetti la più vivace e concreta trasformazione della società in cui viviamo. Il progetto Donna nel III Millennio ne rappresenta un esempio di concreto prestigio; soprattutto le straordinarie doti umane e professionali delle tre protagoniste ci aiuteranno concretamente ad illuminare aspetti di interesse collettivo, in una società in cui l’impegno femminile, anche a livello professionale, è sempre più determinante".

Antonella Giachetti, presidente nazionale dell’Associazione Italiana Donne Dirigenti d’Azienda (AIDDA)

Antonella Giachetti, presidente nazionale dell’Associazione Italiana Donne Dirigenti d’Azienda (AIDDA)

Antonella Giachetti, presidente nazionale dell’Associazione Italiana Donne Dirigenti d’Azienda (AIDDA)

A chiudere il progetto, martedì 22 marzo sempre alle 21, sarà resa la conferenza “Prospettive dell’imprenditoria contemporanea. Essere una donna dirigente di azienda”, ospite Antonella Giachetti, presidente nazionale dell’Associazione Italiana Donne Dirigenti d’Azienda (AIDDA). "Il sogno nel nostro tempo è che le donne non debbano sfidarsi, ma abbiano la possibilità di muoversi ed esprimersi alla pari degli uomini, anche per quanto riguarda le decisioni relative al futuro del Paese -commenta la presidente -. Un maggior numero di donne impegnate nel mondo del lavoro sarebbero portatrici di valorialità femminile, interagirebbero nelle decisioni di vertice, e questo aumenterebbe fortemente le possibilità di uscire fuori dalla crisi che stiamo vivendo. Perché le donne aiutano a portare certi valori che sono intrinseci alla loro natura, per questo devono lavorare insieme agli uomini. Così come insieme creiamo la vita, insieme dobbiamo creare un’economia, una politica e tutto il resto. Abbiamo bisogno di valorialità femminile anche nella futura leadership, perché non si possono avere nei criteri decisionali solo valorialità maschili. La cura, la prosperità dei territori, il rispetto delle specificità e delle differenze, sono di solito materia di protezione da parte dei valori femminili, non di quelli maschili. Ed è questo il punto di interazione imprescindibile».