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Home » Attualità » La ninna nanna dei soldati ai bambini ucraini: “Dormi bimbo bello, papà ti sta proteggendo”

La ninna nanna dei soldati ai bambini ucraini: “Dormi bimbo bello, papà ti sta proteggendo”

In un video, diffuso dall'agenzia Unian, alcuni uomini in divisa e star al fronte salutano, come una carezza serale, i loro piccoli accampati nei rifugi, sotto le bombe

Marianna Grazi
16 Marzo 2022
TOPSHOT - A girl holds her sibling in a temporary shelter for Ukrainian refugees in a school in Przemysl, near the Ukrainian-Polish border on March 14, 2022. - The number of refugees fleeing Ukraine since the Russian invasion launched by President Vladimir Putin on February 24 is now nearly 2.7 million, the UN said on March 13, 2022. (Photo by Louisa GOULIAMAKI / AFP)

TOPSHOT - A girl holds her sibling in a temporary shelter for Ukrainian refugees in a school in Przemysl, near the Ukrainian-Polish border on March 14, 2022. - The number of refugees fleeing Ukraine since the Russian invasion launched by President Vladimir Putin on February 24 is now nearly 2.7 million, the UN said on March 13, 2022. (Photo by Louisa GOULIAMAKI / AFP)

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Con il mitra in mano e la divisa mimetica indosso, un coro di questo genere è difficile da immaginare. Cala la sera, c’è momento di tregua dai combattimenti e dal frastuono delle esplosioni. Un attimo di pace. E loro cantano con il tono dolce di un padre che si rivolge ai figli: “Dormi bimbo bello, papà ti sta proteggendo“. Sono i papà-soldato, che intonano una ninna nanna per i bambini ucraini, accompagnati da alcune star andate al fronte per combattere i russi. Un breve video, diffuso dall’agenzia Unian, per i loro piccoli accampati nei rifugi, sotto le bombe. Scorrono, insieme ai volti provati dei combattenti, una serie di immagini e filmati di bimbi costretti a passare giorno e notte nei bunker antiaerei e negli scantinati.

https://luce.lanazione.it/wp-content/uploads/2022/03/m20220315151243674-1.mp4

L’emozione è grande, negli occhi e nelle parole di questi uomini, chiamati a difendere la loro Patria ma soprattutto i loro affetti, mogli, familiari, figli, dall’invasore. Da chi sta strappando loro il sonno, la casa, troppo spesso la vita, i sogni. Una commovente iniziativa per cercare di donare ai più piccoli un po’ di calore, di affetto, una tenera carezza al momento di andare a nanna. Attimi preziosi per un bambino tanto quanto per un genitore, strappati via, brutalmente, dalla guerra. Alcuni dei soldati protagonisti del filmato si rivolgono infatti ai loro stessi figli, smarriti, nascosti sotto la superficie su cui marciano a passo militare, su cui si abbattono i missili e i carri armati calpestano cemento e sangue. Tanto è l’amore paterno percepibile nel canto quanto eloquente la sofferenza per il distacco: non poterli abbracciare, baciare, stringere a sé, giocare con loro, è un fardello che questi coraggiosi uomini devono portare con sé in ogni momento. Ogni attimo trascorso con le armi in mano è una porzione di gioia familiare distrutta. E allora la ninna nanna non è soltanto un mezzo per consolare i bambini. È anche una denuncia, una prova di quel massacro che sta sconvolgendo non soltanto l’Ucraina.

Soldati papà ninna nanna
Uno dei papà soldato che intona la ninna nanna per i bimbi ucraini

103 bambini ucraini uccisi

“La guerra della Russia ha ucciso 103 bambini ucraini” afferma il procuratore generale ucraino Iryna Venediktova in un post su Facebook. Vittime collaterali di una guerra tra ‘i grandi’. Le denunce si susseguono, dai primi giorni dell’invasione in Ucraina delle truppe russe: potrebbe essere un massacro di innocenti. Dalle organizzazioni internazionali ai leader politici, dal mondo dello spettacolo ai semplici genitori che assistono impotenti allo spegnersi della vita dei loro figli.
Ci sono Polina e il suo fratellino, Alisa, Kirill, Arseniy, Alice, il piccolo –non ancora nato– morto mentre era ancora nella pancia della sua mamma a Mariupol. Ci sono decine di esistenze stroncate, che Papa Francesco, dalla Basilica di San Pietro, ha chiamato “vittime della superbia di noi adulti”, recitando per coloro “che stanno vivendo sotto le bombe” una commovente preghiera. Pochi giorni fa erano già 79 quando il premier Zelensky si era appellato alla fine della guerra in video conferenza durante manifestazione per la pace a Firenze. Nei giorni precedenti era stata la moglie Olena, con una lettera ai media di tutto il mondo, a chiedere di fermare l’invasione dove “la cosa più atroce e sconvolgente sono le vittime tra i bambini”.

Sono migliaia i bambini coinvolti nelle operazioni umanitarie in Ucraina. 103, invece, le vittime tra i minori

“Inoltre più di 100 bambini sono stati feriti da quando Mosca ha lanciato la sua invasione totale dell’Ucraina il 24 febbraio – aggiunge Venediktova –. Gli invasori uccidono almeno 5 dei nostri bambini ogni giorno. Questa mattina, la cifra ufficiale ha superato la soglia critica e terribile di 100. Il dato non è definitivo. L’aggressore ha bombardato più di 400 istituzioni educative”. Ci sono Sasha, che ha perso un braccio a causa di un proiettile russo, e la figlia del fotografo Oleksii Kyrychenko, che invece imbraccia un fucile e guarda pensierosa all’orizzonte. Ci sono i neonati, come Mia, bloccati sottoterra, qualcuno con la propria mamma, altri accuditi dalle tate in attesa che i genitori stranieri riescano a raggiungerli per portarli in salvo. C’è chi, come Lev, con la Sindrome di Down, nel rifugio non c’è mai arrivato e continua a rimanere nella sua casa a Kiev terrorizzato dalle bombe.

Rifugiati nei bunker sotterranei in gran parte delle città Ucraine, sono soprattutto donne, bambini e anziani

C’è chi è riuscito a scappare, milioni di profughi in cerca di riparo in Europa. Soprattutto donne e bambini. C’è Arina, che ha festeggiato il compleanno in un campo profughi in Romania, e chi invece si è ritrovato da solo, a varcare i confini di stati che non aveva mai letto nemmeno sul libro di scuola: accompagnati al fronte dalla mamma che poi ha deciso di voler lottare per regalargi un futuro nel suo paese o rimasti orfani, non c’è molta differenza al momento.

Ci sono vite appese ai fili di una guerra che ne segnerà per sempre il destino. E quel canto, quella ninna nanna, risuona allora più forte, per dare una speranza a chi, quel destino, deve poterselo scegliere da solo. Come a voler dire: “Buonanotte guerra, buongiorno alla pace!”.

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#lucenews #lucelanazione #mua #cina #bacistellari ellari
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  • "È passato un mese dall’incidente, e ogni giorno, penso costantemente a come le cose possano cambiare rapidamente e drasticamente, in un batter d’occhio, e in modi che non avrei mai potuto immaginare.”

Il protagonista di questa vicenda è Leonardo Lotto, studente aostano, che la mattina del 23 febbraio è rimasto vittima di un incidente in mare. Il ragazzo era a Melbourne con un gruppo di amici quando dopo un tuffo tra le onde sul bagnasciuga ha picchiato violentemente la testa contro il fondale di sabbia. In quel momento è iniziato l’incubo: prima gli amici lo hanno aiutato a uscire dall’acqua, poi la corsa disperata in ospedale. Dopo l’intervento d’urgenza, è arrivato il duro responso: “Frattura delle vertebre C3 e C5, spina dorsale danneggiata". Leonardo Lotto è paralizzato dalla testa in giù e non potrà più camminare.

"Continuerò a lottare e farò tutto il necessario. A volte cadrò, ma alla fine mi rialzerò, vivendo sempre giorno per giorno, superando i momenti più bui”.

Dopo il ricovero all’Alfred Hospital di Melbourne, in Australia, “le sue condizioni sono stabili, e ora è pronto per iniziare il suo lungo percorso riabilitativo a Milano con tutte le energie e la positività che hanno sempre caratterizzato la sua personalità”. E gli amici, proprio per sostenere le cure, hanno organizzato una raccolta fondi online.

✍ Barbara Berti 

#lucenews #lucelanazione #australia #leonardolotto
  • È quanto emerge da uno studio su 1.700 ragazzi toscani realizzato dal Meyer center for health and happiness, di cui è responsabile Manila Bonciani, insieme all’Università di Firenze, e presentato in occasione della Giornata internazionale della felicità nel corso di un evento organizzato al Meyer health campus di Firenze.

Cosa gli adolescenti pensano della felicità? Come la definiscono? Cosa li rende felici? Queste alcune domande dello studio. Dai risultati emerge che i ragazzi spesso non riescono a dare neanche una definizione della felicità. Tuttavia ne sottolineano la rilevanza e la transitorietà. 

Dalla ricerca emerge così che la manifestazione della felicità si declina in sei dimensioni:
➡ La più rilevante che emerge è quella dell’interesse sociale, data dall’importanza che viene attribuita dai ragazzi alle relazioni interpersonali.
➡ La seconda è l’espressione della soddisfazione verso la propria vita, del fare le cose che piacciono loro.
➡ La terza è vivere emozioni positive, rilevanza che si riscontra anche nelle parole dei ragazzi che esprimono in maniera importante l’idea di essere felici quando sono senza preoccupazioni o pressioni che avvertono frequentemente, come anche quella scolastica.
➡ La quarta è il senso di autorealizzazione insieme a quello di padronanza delle varie situazioni che si trovano ad affrontare.
➡ Infine in misura minore la loro felicità è legata all’ottimismo, cui gli stessi adolescenti non attribuiscono grande rilevanza, sebbene rappresenti la sesta dimensione della felicità identificata.

Gli adolescenti che risultano più felici si caratterizzano per essere più empatici, esprimere un atteggiamento cooperativo, avere maggiore autoconsapevolezza, saper gestire meglio le emozioni e risolvere le situazioni problematiche, avere una buona immagine di sé. 

Ancora i maschi risultano essere più felici delle femmine a eccezione della dimensione relazionale e sociale della felicità che non si differenzia in maniera significativa tra i due gruppi, e le fasce di età più piccole, fino ai 15 anni, esprimono maggiormente di essere felici rispetto ai ragazzi di 16-17 o maggiorenni.

#felicità #ospedalemeyer #adolescenza
Con il mitra in mano e la divisa mimetica indosso, un coro di questo genere è difficile da immaginare. Cala la sera, c'è momento di tregua dai combattimenti e dal frastuono delle esplosioni. Un attimo di pace. E loro cantano con il tono dolce di un padre che si rivolge ai figli: "Dormi bimbo bello, papà ti sta proteggendo". Sono i papà-soldato, che intonano una ninna nanna per i bambini ucraini, accompagnati da alcune star andate al fronte per combattere i russi. Un breve video, diffuso dall'agenzia Unian, per i loro piccoli accampati nei rifugi, sotto le bombe. Scorrono, insieme ai volti provati dei combattenti, una serie di immagini e filmati di bimbi costretti a passare giorno e notte nei bunker antiaerei e negli scantinati.
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L'emozione è grande, negli occhi e nelle parole di questi uomini, chiamati a difendere la loro Patria ma soprattutto i loro affetti, mogli, familiari, figli, dall'invasore. Da chi sta strappando loro il sonno, la casa, troppo spesso la vita, i sogni. Una commovente iniziativa per cercare di donare ai più piccoli un po' di calore, di affetto, una tenera carezza al momento di andare a nanna. Attimi preziosi per un bambino tanto quanto per un genitore, strappati via, brutalmente, dalla guerra. Alcuni dei soldati protagonisti del filmato si rivolgono infatti ai loro stessi figli, smarriti, nascosti sotto la superficie su cui marciano a passo militare, su cui si abbattono i missili e i carri armati calpestano cemento e sangue. Tanto è l'amore paterno percepibile nel canto quanto eloquente la sofferenza per il distacco: non poterli abbracciare, baciare, stringere a sé, giocare con loro, è un fardello che questi coraggiosi uomini devono portare con sé in ogni momento. Ogni attimo trascorso con le armi in mano è una porzione di gioia familiare distrutta. E allora la ninna nanna non è soltanto un mezzo per consolare i bambini. È anche una denuncia, una prova di quel massacro che sta sconvolgendo non soltanto l’Ucraina.
Soldati papà ninna nanna
Uno dei papà soldato che intona la ninna nanna per i bimbi ucraini

103 bambini ucraini uccisi

"La guerra della Russia ha ucciso 103 bambini ucraini" afferma il procuratore generale ucraino Iryna Venediktova in un post su Facebook. Vittime collaterali di una guerra tra 'i grandi'. Le denunce si susseguono, dai primi giorni dell'invasione in Ucraina delle truppe russe: potrebbe essere un massacro di innocenti. Dalle organizzazioni internazionali ai leader politici, dal mondo dello spettacolo ai semplici genitori che assistono impotenti allo spegnersi della vita dei loro figli. Ci sono Polina e il suo fratellino, Alisa, Kirill, Arseniy, Alice, il piccolo –non ancora nato– morto mentre era ancora nella pancia della sua mamma a Mariupol. Ci sono decine di esistenze stroncate, che Papa Francesco, dalla Basilica di San Pietro, ha chiamato "vittime della superbia di noi adulti", recitando per coloro “che stanno vivendo sotto le bombe” una commovente preghiera. Pochi giorni fa erano già 79 quando il premier Zelensky si era appellato alla fine della guerra in video conferenza durante manifestazione per la pace a Firenze. Nei giorni precedenti era stata la moglie Olena, con una lettera ai media di tutto il mondo, a chiedere di fermare l'invasione dove "la cosa più atroce e sconvolgente sono le vittime tra i bambini".
Sono migliaia i bambini coinvolti nelle operazioni umanitarie in Ucraina. 103, invece, le vittime tra i minori
"Inoltre più di 100 bambini sono stati feriti da quando Mosca ha lanciato la sua invasione totale dell'Ucraina il 24 febbraio – aggiunge Venediktova –. Gli invasori uccidono almeno 5 dei nostri bambini ogni giorno. Questa mattina, la cifra ufficiale ha superato la soglia critica e terribile di 100. Il dato non è definitivo. L'aggressore ha bombardato più di 400 istituzioni educative". Ci sono Sasha, che ha perso un braccio a causa di un proiettile russo, e la figlia del fotografo Oleksii Kyrychenko, che invece imbraccia un fucile e guarda pensierosa all'orizzonte. Ci sono i neonati, come Mia, bloccati sottoterra, qualcuno con la propria mamma, altri accuditi dalle tate in attesa che i genitori stranieri riescano a raggiungerli per portarli in salvo. C'è chi, come Lev, con la Sindrome di Down, nel rifugio non c'è mai arrivato e continua a rimanere nella sua casa a Kiev terrorizzato dalle bombe.
Rifugiati nei bunker sotterranei in gran parte delle città Ucraine, sono soprattutto donne, bambini e anziani
C'è chi è riuscito a scappare, milioni di profughi in cerca di riparo in Europa. Soprattutto donne e bambini. C'è Arina, che ha festeggiato il compleanno in un campo profughi in Romania, e chi invece si è ritrovato da solo, a varcare i confini di stati che non aveva mai letto nemmeno sul libro di scuola: accompagnati al fronte dalla mamma che poi ha deciso di voler lottare per regalargi un futuro nel suo paese o rimasti orfani, non c'è molta differenza al momento. Ci sono vite appese ai fili di una guerra che ne segnerà per sempre il destino. E quel canto, quella ninna nanna, risuona allora più forte, per dare una speranza a chi, quel destino, deve poterselo scegliere da solo. Come a voler dire: "Buonanotte guerra, buongiorno alla pace!".
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