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Home » Attualità » La Nuova Zelanda vieta le terapie di conversione: la promessa mantenuta di Jacinda Ardern

La Nuova Zelanda vieta le terapie di conversione: la promessa mantenuta di Jacinda Ardern

La Primo Ministro aveva garantito in campagna elettorale che avrebbe messo al bando certe procedure. Grazie anche ad uno straordinario contributo dei cittadini da metà febbraio la nuova legge è entrata in vigore

Marianna Grazi
21 Febbraio 2022
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La Nuova Zelanda approva la legge che vieta la terapia di conversione, mantenendo la promessa elettorale fatta dalla Primo Ministro Jacinda Ardern. Il Parlamento ha infatti recentemente approvato una legge che vieta le pratiche che mirano a cambiare forzatamente l’orientamento sessuale, l’identità di genere o l’espressione di genere di una persona, note appunto come ‘terapia di conversione’. Il disegno di legge, che è stato introdotto dal governo l’anno scorso, è passato quasi all’unanimità martedì 15 febbraio, con 112 voti a favore e 8 contrari.

La Primo ministro della Nuova Zelanda Jacinda Ardern

Pratiche dannose

 

“Questo è un grande giorno per le Comunità Arcobaleno dello Stato”, ha detto il Ministro della Giustizia Kris Faafoi. “Le pratiche di conversione non devono trovare posto nella Nuova Zelanda moderna”. Finalizzate a cambiare (riportandolo ad una presunta normalità, ovvero l’eterosessualità) l’orientamento sessuale o l’identità di genere di una persona, le ‘terapie di conversione’ possono includere la psicoterapia, l’ipnosi, le scosse elettriche e il digiuno. In casi estremi, sono stati documentati esorcismi e “stupri correttivi” per le lesbiche. Il governo sostiene apertamente la tesi dell’Oms che queste procedure non solo non funzionano, ma sono ampiamente screditate e causano gravi danni.

Jacinda Ardern durante il pride di Auckland nel 2018

La nuova legge

Secondo la nuova legge neozelandese, sarà un reato eseguire pratiche di conversione su persone sotto i 18 anni, o su persone con incapacità decisionale. La pena per questi reati potrà arrivare fino a tre anni di carcere. Ma la pena aumenta fino a cinque anni di reclusione nei casi in cui il reato venga compiuto su chiunque – indipendentemente dall’età – causando gravi danni fisici o psichici e profonda sofferenza. Il testo stabilisce anche cosa non è sia ritenuta ‘terapia di conversione’ e protegge il diritto di esprimere opinioni, convinzioni, credenze religiose o principi che non sono destinati a cambiare o sopprimere l’orientamento sessuale, l’identità di genere o l’espressione di genere di una persona.

La partecipazione popolare

Ardern è il primo capo di governo neozelandese ad aver sfilato al pride di Auckland.

Mettere la parola fina alle ‘terapie di conversione’ era una delle promesse fatte durante la campagna dalla Primo ministro neozelandese Jacinda Ardern, quando è stata eletta per un secondo mandato l’anno scorso. Ma certo il governo non si aspettava così tanta attenzione su questa tematica da parte dei cittadini: in Parlamento sono infatti arrivate quasi 107mila segnalazioni pubbliche sul disegno di legge, il più alto numero di contributi popolari mai ricevuto per una proposta di legge. La nuova misura va così ad aggiungersi a quelle già messe in atto in altri Stati, visto che la messa al bando della terapia di conversione stanno prendendo piede in tutto il mondo. In Australia, lo stato di Victoria l’ha vietato l’anno scorso, il Canada ha fatto lo stesso e così, ad inizio 2022, la Francia.

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  • Stando alle ultime stime, in Italia vivono almeno 88mila donne vittima di mutilazioni genitali femminili, con tutti i gravi problemi fisici, funzionali, psicologici che ne derivano. In base ai dati diffusi dal Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (Unfpa) e dall’Unicef, nel mondo ammonterebbero ad almeno 200 milioni donne e ragazze che hanno subito mutilazioni genitali. Nel 2023, circa 4,2 milioni di bambine e ragazze nel mondo sono a rischio di subire queste pratiche.

Attraverso la testimonianza di Ayaan Hirsi Ali, autrice de “L’infedele", proviamo a spiegare con le giuste parole in tutta la sua cruda realtà cosa racchiuda veramente:

“Mi afferrò e mi bloccò la parte superiore del corpo… Altre due donne mi tennero le gambe divaricate. L’uomo che era un cinconcisore tradizionale appartenente al clan dei fabbri, prese un paio di forbici. Con l’altra mano afferrò quel punto misterioso e cominciò a tirare… Sentii il rumore, come un macellaio che rifila il grasso da un pezzo di carne.”

Nella Giornata Internazionale contro le mutilazioni genitali femminili il presidente della Società italiana di chirurgia plastica ricostruttiva-rigenerativa ed estetica Sicpre, il professor Francesco Stagno d’Alcontres, dichiara: 

“Spesso l’evento della mutilazione viene rimosso dai ricordi, mentre restano i dolori nei rapporti sessuali, le difficoltà nella minzione e durante il parto. La mutilazione genitale è un evento che modifica il corso della vita e noi lo dobbiamo contrastare sul piano della cultura e affrontare sul piano medico e scientifico”.

L’edizione 2023 del Summit Itinerante contro la mutilazioni genitali femminili, l’evento che si svolge in data odierna a Roma, presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustininani, sede della Presidenza del Senato della Repubblica, vede il saluto di esponenti del Governo, la testimonianza di una vittima e la partecipazione di importanti personalità, tra cui gli esperti della chirurgia plastica italiana chiamati a raccolta dalla Sicpre.

Letizia Cini ✨

#lucenews #lucelanazione #giornatamutilazionigenitalifemminili #linfedele
  • "Vorrei ringraziare la comunità queer per il vostro amore e per aver inventato un genere". 👑

Con queste parole di ringraziamento, Queen Bay riscrive la storia dei Grammy Awards. Beyoncé ier sera ha battuto tutti i record: con la 32esima vittoria incassata, è la star più premiata della storia degli Oscar della musica.

Con altri quattro grammofoni d’oro, la star americana, icona mondiale e paladina dei diritti civili e della body positivity, ha così superato il primato del direttore d’orchestra Georg Solti scomparso nel ‘97 e che, fino a stanotte, era rimasto imbattuto per due decenni con 31 vittorie. Queen Bay ha voluto dedicare la vittoria alla comunità Lgbtq+.

#lucenews #lucelanazione #qn #beyoncé #grammyawards2023
  • Stava regalando libri alle ragazze quando è stato arrestato a Kabul, giovedì 3 febbraio. Ismail Mashal, un professore universitario afghano, 37 anni, in aperta critica con il bando posto dai Talebani all’istruzione femminile, andava in giro con un carretto pieno di volumi gratuiti che distribuiva a donne e bambine, quando le forze di sicurezza lo hanno accusato di “azioni provocatorie” dalle autorità che lo hanno portato in carcere. Lo riferisce la Bbc.

Alcuni testimoni hanno riferito che il professore è stato schiaffeggiato, preso a pugni e a calci dalle forze di sicurezza locali durante l’arresto. Tuttavia Abdul Haq Hammad, un funzionario del ministero dell’Informazione e della Cultura talebani, ha dichiarato che il docente è stato trattato bene mentre era in custodia. 

Mashal è salito alla ribalta dopo aver strappato i documenti accademici in diretta tv per protestare contro il divieto dei talebani all’istruzione universitaria e secondaria per le donne. Il video in diretta televisiva è diventato virale. 

Ex giornalista, il 37enne dirigeva un’università privata a Kabul, frequentata da 450 studentesse che seguivano i corsi di giornalismo, ingegneria e informatica, tutte discipline che il ministro dell’Istruzione afghano sosteneva non dovessero essere insegnate alle ragazze in quanto contrarie all’islam e la cultura afghana. Quando a dicembre i Talebani hanno annunciato che alle studentesse universitarie non sarebbe più stato permesso di tornare a studiare fino a nuovo ordine, il professor Mashal ha chiuso definitivamente la sua scuola, affermando che “l’istruzione o si offre a tutti o a nessuno“.

“L’unico potere che ho è la mia penna, anche se mi uccidono, anche se mi fanno a pezzi, non resterò in silenzio“, ha dichiarato il mese scorso il professore. Ha anche affermato che un maggior numero di uomini deve insorgere per protestare contro le restrizioni imposte alle donne. Durante il loro incontro a Kabul, Mahsal, padre di due figli, ha precisato che non temeva di essere arrestato o ucciso. Si è detto invece certo che alla fine i Talebani avrebbero cercato di metterlo a tacere, ma è rimasto convinto che fosse un prezzo onesto da pagare.

#lucenews #kabul
  • ✨"Sento ancora la vertigine". Si intitola così il primo documentario dedicato a Elodie, la bellissima e talentuosa cantante romana, che la prossima settimana sarà in gara al Festival di Sanremo. Affascinante e ironica, sensuale e pungente, ma anche fragile e con i piedi per terra: la 32enne si mostra a 360 gradi e senza filtri in un documento reale di quello che l
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La nuova legge

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La partecipazione popolare

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