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Home » Attualità » La “ragazza afghana” di McCurry è stata salvata. Fuggita dai talebani è adesso a Roma

La “ragazza afghana” di McCurry è stata salvata. Fuggita dai talebani è adesso a Roma

L'appello di Sharbat Gula è stato accolto dal governo italiano, che ne ha organizzato l'espatrio e il trasferimento "nel più ampio contesto del programma di evacuazione dei cittadini afghani e del piano del governo per la loro accoglienza e integrazione"

Sofia Francioni
26 Novembre 2021
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La ragazza, oggi donna, protagonista di una delle foto più celebri del secolo scorso è salva. Sharbat Gula, 48 anni e madre di quattro figli, dopo la salita al potere dei Tabelani aveva lanciato un appello per scappare dall’Afghanistan e trovare rifugio in altri stati. Una richiesta che il governo italiano ha deciso di non ignorare, occupandosi del suo trasferimento: “È giunta a Roma la cittadina afghana Sharbat Gula – informa in una nota la presidenza del consiglio dei ministri il 25 novembre – Nel 1985, grazie alla fotografia di Steve McCurry, che l’anno precedente l’aveva ritratta giovanissima in un campo profughi di Peshawar per la copertina del National Geographic Magazine, Gula acquisì notorietà planetaria, sino a simboleggiare le vicissitudini e i conflitti della fase storica che l’Afghanistan e il suo popolo stavano attraversando”. E così, dopo essere venuto a conoscenza delle richieste della donna dalle organizzazioni no profit attive in Afghanistan, Palazzo Chigi ne ha organizzato l’espatrio e il trasferimento “nel più ampio contesto del programma di evacuazione dei cittadini afghani e del piano del governo per la loro accoglienza e integrazione”.

La storia del ritratto ormai conosciuto come “La ragazza afghana”, come quella della sua protagonista, è intracata e fatta di lunghe inquietudini, che oggi però sembrano trovare pace. Da quanto racconta lui stesso, nel 1984 Steve McCurry, passeggiando per il campo Nasir Bagh, sentì delle voci provenire da una tenda adibita a scuola. Entrò e chiese all’insegnante di fotografare l’intera classe ma, ottenuto il permesso, venne catturato soltanto dagli occhi di un’allieva: Sharbat. E, sotto una tenda, scattò una delle fotografie più iconiche del Novecento. Insieme a un’altra, meno nota, in cui la ragazza di 12 anni si copre il viso con il velo. Dalla pubblicazione dello scatto, per oltre 15 anni l’identità di Sharbat rimase nascosta. Fu solo nel 2002, dopo la fine del dominio talebano, che una squadra del National Geographic riuscì a rintracciare la donna che si era sposata vicino a Kabul. Dopo un lungo viaggio, McCurry tornò in Afghanistan e incontrando Sharbat rivide lo stesso magnetismo della ragazza che aveva lasciato 18 anni prima: “la sua pelle è segnata, ora ci sono le rughe, ma lei è esattamente così straordinaria come lo era tanti anni fa”.

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  • Passa anche da un semplice tasto la possibilità per una donna, vittima di stalking, di salvarsi da chi vuole farle del male. Il tasto di uno smartwatch che, una volta premuto, lancia un’immediata richiesta di aiuto alle forze di polizia. E grazie a questo orologio, Marta (il nome è di fantasia) potrà ora vedere la sua vita cambiata in meglio. La donna aveva smesso di vivere, a causa della relazione asfissiante e malata con il suo ex marito violento che aveva promesso di sfregiarla con l’acido e poi ucciderla e seppelire il suo corpo in un terreno. Ma venerdì scorso a Marta è stato consegnato il primo di 45 smartwatch che saranno distribuiti ad altrettante vittime. L’orologio è collegato con la centrale operativa del comando provinciale dei carabinieri di Napoli: appena arriva l’Sos, la vittima viene geolocalizzata e arrivano i soccorsi.

E così Marta ha ripreso la sua vita interrotta per paura dell’ex e delle sue minacce. «Posso uscire più serena e tranquilla dopo mesi e mesi trascorsi rintanata in casa. Grazie a questo orologio mi sento protetta. È vero, devo rinunciare alla mia privacy, ma è un prezzo che sono disposta a pagare.»

Lo scorso 30 novembre i carabinieri del Comando provinciale di Napoli, la sezione fasce deboli della Procura partenopea coordinata dal procuratore aggiunto Raffaello Falcone, la Fondazione Vodafone Italia e la Soroptimist international club Napoli hanno annunciato l’avvio del progetto pilota "Mobile Angel", che prevede, appunto, la consegna di questo orologio salvavita alle vittime di maltrattamenti. Il progetto è stato esteso anche alle città di Milano e Torino. Lo smartwatch affidato a Marta è il primo nel Sud Italia. Il mobile angel, spiegano i Carabinieri, rientra in un progetto ad ampio respiro che ha come punto focale le vittime di violenza. Un contesto di tutela all’interno del quale è stata istituita anche la "stanza tutta per sé", un ambiente dove chi ha subìto vessazioni può sentirsi a suo agio nel raccontare il proprio vissuto. 

#lucenews #lucelanazione #mobileangel #napoli
  • Se nei giorni scorsi l’assessore al Welfare del Comune di Napoli, papà single di Alba, bambina affetta da Sindrome di Down, aveva ri-scritto pubblicamente alla premier Giorgia Meloni per avere un confronto sull’idea di famiglia e sul tema delle adozioni, stavolta commenta quanto sta accadendo in Italia in relazione ai diritti dei figli delle famiglie arcobaleno. 

Ricordiamo, infatti, che lo scorso 12 marzo il Governo ha ordinato, in merito ad una richiesta pervenuta al Comune di Milano di una coppia dello stesso sesso, lo stop a procedere alla registrazione del loro figlio appena nato e impedendo, di fatto, la creazione di una famiglia omogenitoriale. Il veto della destra compatta boccia il certificato europeo di filiazione che propone agli Stati membri di garantire ai genitori residenti in Unione Europea il diritto ad essere riconosciuti come madri e padri dei propri figli nello stesso modo in tutti i Paesi Ue.

“In tutta Europa i figli di coppie gay avranno il riconoscimento degli stessi diritti degli altri bambini. In Italia il Senato, trascinato da Fratelli d’Italia, fortemente contrario, ha appena bocciato la proposta – dice Trapanese in un lungo post sulla sua pagina Instagram -. Quindi, i figli delle coppie omosessuali non sono, per il nostro Paese, figli come gli altri. Questo hanno deciso e detto chiaramente”. Così facendo, “resteranno bambini privi di tutele complete, i cui genitori dovranno affrontare battaglie giudiziarie, sfiniti da tempi lunghissimi, solo perché il loro bimbo venga considerato semplicemente un figlio”. 

Trapanese attacca chiaramente questa decisione: “L’Italia è l’unico paese europeo con un governo che lavora per togliere diritti invece che per aggiungerli. Se la prende con bambini che esistono e vivono la loro quotidianità serenamente in famiglie piene d’amore, desiderati sopra ogni cosa, ma considerati in Italia figli di un dio minore”. Per Trapanese “stiamo continuando a parlare di ciò che dovrebbe essere semplicemente attuato. I diritti non si discutono, si riconoscono e basta. Ma come fate a non rendervene conto?”.

#lucenews #diritti #coppieomogenitoriali
  • Il nuovo progetto presentato dal governatore Viktor Laiskodat a Kupang, in Indonesia, prevede l’entrata degli alunni a scuola alle 5.30 del mattino. Secondo l’alto funzionario il provvedimento servirebbe per rafforzare la disciplina dei bambini.

Solitamente nelle scuole del Paese le lezioni iniziavano tra le 7 e le 8 del mattino: anticipando l’orario d’ingresso i bambini sono apparsi esausti quando tornano a casa. La madre di una 16enne, infatti, è molto preoccupata da questa nuova iniziativa: “È estremamente difficile, ora devono uscire di casa mentre è ancora buio pesto. Non posso accettarlo. La loro sicurezza non è garantita quando è ancora notte. Inoltre mia figlia, ogni volta che arriva a casa, è esausta e si addormenta immediatamente.”

Sulla vicenda è intervenuto anche Marsel Robot, esperto di istruzione dell’Università di Nusa Cendana, che ha spiegato come a lungo termine la privazione del sonno potrebbe mettere in pericolo la salute degli studenti e causare un cambiamento nei loro comportamenti: “Non c’è alcuna correlazione con lo sforzo per migliorare la qualità dell’istruzione. Gli studenti dormiranno solo per poche ore e questo è un grave rischio per la loro salute. Inoltre, questo causerà loro stress e sfogheranno la loro tensione in attività magari incontrollabili”. Anche il Ministero per l’emancipazione delle donne e la Commissione indonesiana per la protezione dei minori hanno espresso richieste di revisione della politica. Il cambiamento delle regole di Kupang è stato anche contestato dai legislatori locali, che hanno chiesto al governo di annullare quella che hanno definito una politica infondata.

Tuttavia il governo centrale ha mantenuto il suo esperimento rincarando la dose ed estendendolo anche all’agenzia di istruzione locale, dove anche i dipendenti pubblici ora inizieranno la loro giornata alle 5.30 del mattino.

#lucenews #lucelanazione #indonesia #scuola
  • Quante ore dormi? È difficile addormentarsi? Ti svegli al minimo rumore o al mattino rimandi tutte le sveglie per dormire un po’ di più? Soffri d’insonnia?

Sono circa 13,4 milioni gli italiani che soffrono di insonnia, secondo le ultime rilevazioni di Aims - l
La ragazza, oggi donna, protagonista di una delle foto più celebri del secolo scorso è salva. Sharbat Gula, 48 anni e madre di quattro figli, dopo la salita al potere dei Tabelani aveva lanciato un appello per scappare dall'Afghanistan e trovare rifugio in altri stati. Una richiesta che il governo italiano ha deciso di non ignorare, occupandosi del suo trasferimento: "È giunta a Roma la cittadina afghana Sharbat Gula - informa in una nota la presidenza del consiglio dei ministri il 25 novembre - Nel 1985, grazie alla fotografia di Steve McCurry, che l’anno precedente l’aveva ritratta giovanissima in un campo profughi di Peshawar per la copertina del National Geographic Magazine, Gula acquisì notorietà planetaria, sino a simboleggiare le vicissitudini e i conflitti della fase storica che l’Afghanistan e il suo popolo stavano attraversando". E così, dopo essere venuto a conoscenza delle richieste della donna dalle organizzazioni no profit attive in Afghanistan, Palazzo Chigi ne ha organizzato l'espatrio e il trasferimento "nel più ampio contesto del programma di evacuazione dei cittadini afghani e del piano del governo per la loro accoglienza e integrazione". La storia del ritratto ormai conosciuto come "La ragazza afghana", come quella della sua protagonista, è intracata e fatta di lunghe inquietudini, che oggi però sembrano trovare pace. Da quanto racconta lui stesso, nel 1984 Steve McCurry, passeggiando per il campo Nasir Bagh, sentì delle voci provenire da una tenda adibita a scuola. Entrò e chiese all'insegnante di fotografare l'intera classe ma, ottenuto il permesso, venne catturato soltanto dagli occhi di un'allieva: Sharbat. E, sotto una tenda, scattò una delle fotografie più iconiche del Novecento. Insieme a un'altra, meno nota, in cui la ragazza di 12 anni si copre il viso con il velo. Dalla pubblicazione dello scatto, per oltre 15 anni l'identità di Sharbat rimase nascosta. Fu solo nel 2002, dopo la fine del dominio talebano, che una squadra del National Geographic riuscì a rintracciare la donna che si era sposata vicino a Kabul. Dopo un lungo viaggio, McCurry tornò in Afghanistan e incontrando Sharbat rivide lo stesso magnetismo della ragazza che aveva lasciato 18 anni prima: "la sua pelle è segnata, ora ci sono le rughe, ma lei è esattamente così straordinaria come lo era tanti anni fa".
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