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Home » Attualità » La rivoluzione di Greta e Start Romagna: a Ravenna le persone transgender avranno l’abbonamento del bus con il nome scelto

La rivoluzione di Greta e Start Romagna: a Ravenna le persone transgender avranno l’abbonamento del bus con il nome scelto

L'iniziativa, accolta dalla società di trasporto pubblico locale, è stata portata avanti da una studentessa di 15 anni e dall'associazione "Affetti oltre il genere" e prevede l'erogazione di una tessera gratuita con la quale le persone transgender potranno recarsi alle biglietterie per ottenere l'abbonamento che verrà fornito con la foto abbinata al nome d'elezione: "vogliamo portare quest'idea oltre i confini provinciali"

Sofia Francioni
9 Novembre 2021
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Il nome d’elezione al posto di quello anagrafico: a Ravenna le persone transgender potranno chiamarsi come vogliono sul proprio abbonamento dell’autobus. Una decisione presa dalla società del trasporto pubblico locale Start Romagna, che arriva però dopo una lunga battaglia personale. Il merito della rivoluzione – che elegge Ravenna alla prima città d’Italia protagonista di una simile iniziativa –  va infatti a Greta, una studentessa di 15 anni che da tre anni, insieme all’associazione “Affetti oltre il genere” fondata dai suoi genitori, ha avviato un percorso per l’autodeterminazione di genere. Ma la ragazza ancora oggi per l’anagrafe è identificata con il nome maschile. Per questo motivo, da più di un anno la studentessa ha preferito acquistare il biglietto singolo, non nominativo, per percorrere il tragitto casa-scuola sul bus, invece che acquistare un abbonamento. Finché una mattina, avendo dimenticato il biglietto a casa, è stata costretta a dare al controllore le sue generalità, dovendo fare un coming out forzato. Un’umiliazione che ha portato la ragazza  a rivolgersi direttamente a Start Romagna, che ha accolto la sua richiesta. “La nostra associazione – spiega la madre della ragazza al Resto del Carlino – erogherà gratuitamente una tessera, con la quale le persone transgender potranno recarsi alle biglietterie di Start per ottenere l’abbonamento che, in questo modo, verrà fornito con la foto abbinata al nome d’elezione. Sulla tessera dell’associazione verrà invece applicato un bollino argentato, leggibile dagli strumenti in dotazione ai controllori, che lo renderà a tutti gli effetti un documento di riconoscimento. Non ci sarà quindi bisogno di far sapere il nome presente all’anagrafe. La disponibilità di Start è stata una sorpresa. Questa è l’Italia e la Ravenna che ci piace. Dopo il fallimento del Ddl Zan ci voleva”.

Start Romagna formerà il suo personale: “la sensibilità dev’essere garantita”

Ma non è finita qui. I vertici di Start Romagna si sono inoltre resi disponibili a formare il proprio personale di biglietteria e addetto ai controlli sulle tematiche di genere, per sapere come relazionarsi al meglio con le persone transgender. “Si tratta di una cosa fresca – spiega il padre Luigi – ma ci sono già le prime persone interessate, a breve cominceremo con la distribuzione delle tessere”. “Abbiamo affrontato subito la segnalazione pervenuta dall’Associazione “Affetti oltre il genere” e trovato, tramite una convenzione e una procedura dedicata, la soluzione che consentisse di superare il disagio – affermano da Start Romagna -. Tale procedura è ora possibile per coloro che ne sentono l’esigenza. Intanto siamo contenti che il disagio per la ragazza sia rientrato con soddisfazione di tutti. Abbiamo anche iniziato a formare il personale Start Romagna che opera agli sportelli delle biglietterie e al servizio di costumer care, nonché quello della società esterna che si occupa della controlleria, perché in presenza di casi analoghi il tratto della sensibilità sia diffuso e garantito“. L’iniziativa sembra destinata ad andare oltre il confine provinciale: sia Start Romagna che “Affetti Oltre il Genere” si sono resi disponibili a promuovere la convenzione anche in altre città.

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  • "Ora dobbiamo fare di meno, per il futuro".

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  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
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Start Romagna formerà il suo personale: "la sensibilità dev'essere garantita"

Ma non è finita qui. I vertici di Start Romagna si sono inoltre resi disponibili a formare il proprio personale di biglietteria e addetto ai controlli sulle tematiche di genere, per sapere come relazionarsi al meglio con le persone transgender. "Si tratta di una cosa fresca – spiega il padre Luigi - ma ci sono già le prime persone interessate, a breve cominceremo con la distribuzione delle tessere". "Abbiamo affrontato subito la segnalazione pervenuta dall’Associazione "Affetti oltre il genere" e trovato, tramite una convenzione e una procedura dedicata, la soluzione che consentisse di superare il disagio – affermano da Start Romagna -. Tale procedura è ora possibile per coloro che ne sentono l’esigenza. Intanto siamo contenti che il disagio per la ragazza sia rientrato con soddisfazione di tutti. Abbiamo anche iniziato a formare il personale Start Romagna che opera agli sportelli delle biglietterie e al servizio di costumer care, nonché quello della società esterna che si occupa della controlleria, perché in presenza di casi analoghi il tratto della sensibilità sia diffuso e garantito". L'iniziativa sembra destinata ad andare oltre il confine provinciale: sia Start Romagna che "Affetti Oltre il Genere" si sono resi disponibili a promuovere la convenzione anche in altre città.
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