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Home » Attualità » Le statue? Non sono cose da donne: a Firenze arriva Aloy e l’Elettrice Palatina non è più l’unica

Le statue? Non sono cose da donne: a Firenze arriva Aloy e l’Elettrice Palatina non è più l’unica

Ci voleva un videogioco per veder apparire una scultura dedicata a un personaggio femminile: in Italia pochissime e molto criticate. Non va meglio sul fronte della toponomastica: solo il 5 per cento delle strade è dedicato a donne, di cui un 60% circa si riferisce a nomi di sante e martiri

Letizia Cini
18 Febbraio 2022
Nel cuore di Firenze spunta la statua di Aloy, eroina di Horizon Forbidden West

Nel cuore di Firenze spunta la statua di Aloy, eroina di Horizon Forbidden West

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Ci voleva un videogioco per veder apparire una statua dedicata a una donna a Firenze. Sony Interactive Entertainment ha scelto infatti il capoluogo toscano per celebrare l’arrivo di Horizon Forbidden West (per Playstation 4 e 5 ), installando in piazza Madonna della Neve, nel complesso storico delle Murate, una cultura temporanea dedicata ad Aloy, protagonista del gioco, che lì resterà fino al 27 febbraio.

Nel cuore di Firenze spunta la statua di Aloy, eroina di Horizon Forbidden West
Nel cuore di Firenze spunta la statua di Aloy, eroina di Horizon Forbidden West

Ne sarà felice l’Elettrice Palatina, scultura in marmo firmata dal Salimbeni, unica e sola che raffiguri un personaggio femminile del passato, al momento custodita – e non certo valorizzata – all’interno di un giardino delle Cappelle Medicee.

 La scultura di Raffaello salimbeni dedicata Anna Maria Luisa de’ Medici (1667-1743: la principessa elettrice del Palatinato è stata l’ultima rappresentante del ramo granducale mediceo

È a Firenze la scultura di Raffaello Salimbeni dedicata ad Anna Maria Luisa de’ Medici (1667-1743): la principessa elettrice del Palatinato è stata l’ultima rappresentante del ramo granducale mediceo

Tanto una recente proposta del primo cittadino di Firenze, Dario Nardella, riguarda proprio l’opera terminata da Raffaello Salimbeni nel 1968. «Vogliamo portare l’opera a Palazzo Vecchio – assicura il sindaco – . Perché è all’Elettrice Palatina, una donna, ultima discendente dei Medici che Firenze deve il lascito del suo immenso patrimonio artistico. Vogliamo più donne, in tutti i campi. Non perché donne ma perché competenti, brave, intelligenti. E finché non ragioneremo in termini di competenza anziché di genere andremo sempre poco lontano. Uomini compresi».

Donne e toponomastica: queste sconosciute

Che sia giunto il momento di recuperare il tempo perduto? Solo il 5 per cento delle strade italiane è dedicato a donne, di cui un 60% circa si riferisce a nomi di sante e martiri e a denominazioni mariane. “L’iniziativa di Sony Interactive Entertainment Italia apre un canale di comunicazione preferenziale con le giovani generazioni sull’importanza di modelli culturali – ha detto a questo proposito Maria Pia Ercolini, presidente di Toponomastica femminile -. Una riflessione su quali vogliano conservare, e a quali vogliano dare valore”.

Sculture al femminile

Tornando in tema di sculture al femminile, il Comune di Milano ha deciso di celebrare l’astrofisica toscana con un monumento.

La 'Spigolatrice' statua inaugurata a Sapri, in provincia di Salerno
La ‘Spigolatrice’ statua inaugurata a Sapri, in provincia di Salerno

La statua della “Signora delle stelle” sarà inaugurata nella primavera del 2022, anno in cui ricorrerà il centenario della nascita della scienziata, accademica e divulgatrice. L’iniziativa è ideata e promossa da Fondazione Deloitte, in collaborazione con la Casa degli Artisti. E proprio quest’ultima sta invitando una serie di artiste italiane e internazionali a partecipare al concorso di idee per la messa a punto dell’opera. La Hack non sarà la prima donna ad essere rappresentata in una scultura sul suolo cittadino, perché già a settembre di quest’anno toccherà a Cristina Trivulzio di Belgioioso (qui la notizia), in un percorso iniziato da Milano per ridurre quel gap – 121 uomini, zero donne – nei monumenti pubblici. Ma, inutile negarlo, sarà la più famosa, almeno per ora.

Le statue della discordia

Le giornaliste Ilaria Alpi e Maria Grazia Cutuli ritratte nude
Le giornaliste Ilaria Alpi e Maria Grazia Cutuli ritratte nude

Operazione non priva di rischi, in quanto non tutte le opere dedicate a donne dei nostri giorni hanno riscosso consensi. Qualche esempio? Le giornaliste ritratte nude. La Lavandaia di Massa detta “Puppona” – a causa dell’evidente sessualizzazione del corpo – più volte colorata nei capezzoli e nel volto in maniera volgare. E ancora La Violata di Ancona, che vorrebbe ricordare “tutte le donne vittime di violenza” e che invece “più che una denuncia, sembra un morboso spot di una violenza”, come l’ha brillantemente definita Luciana Littizzetto.
Per l’associazione Mi Riconosci? Sono un professionista dei Beni Culturali non ci sono dubbi: il sessimo nei monumenti italiani è un dato di fatto, evidente da ogni angolo o piazza del Paese. Non solo per i prodotti che restituisce con statue di donne spesso e volentieri in abiti discinti o nude, giovani, magre, belle, sessualizzate e spesso ai piedi di uomini o in ruoli ancillari. Ma anche nelle committenze: dei 171 monumenti femminili al momento censiti dall’Indagine di Mi Riconosci (dieci pagine densissime e molto interessanti del dicembre 2021) il 91% è stato realizzato da artisti uomini e solo il 4% da donne: “Ma si sa, la storia dell’arte è una storia di uomini che guardano le donne”, spiegano Rosanna Carrieri, specializzanda in Beni storico artistici di 26 anni e Ludovica Piazzi, dottoressa di ricerca in Storia dell’arte di 37 anni di Mi Riconosci? associazione, che tiene sotto un unico cappello archeologici, storici dell’arte, tecnici, antropologi e il resto dei professionisti dei Beni Culturali, divenuta famosa per la sua Indagine nazionale sui monumenti pubblici femminili, anticipata da quella – ma a livello locale – del comune di Milano, che si è accorto di una realtà imbarazzante: su 121 statue piazzate in città neanche una era di una donna. Ma il comune meneghino in Italia nell’ultimo anno non è l’unico a dover prendere atto del vuoto.

Il futuro? Nei videogiochi (forse)

Nel cuore di Firenze spunta la statua di Aloy, eroina di Horizon Forbidden West: una presenza temporanea, in quanto il 27 febbraio salperà per altri lidi

A Firenze la ‘soluzione’ è arrivata grazie a un videogioco, per festeggiare l’uscita del videogame Horizon Forbidden West ecco una scultura al femminile con le sembianze della protagonista, Aloy. Figura che, nelle intenzioni di Sony “celebra il valore della diversità intesa come unicità e come straordinaria espressione del singolo”. Una presenza temporanea, quella dell’eroina dei videogiochi, in quanto il 27 febbraio salperà per altri lidi. Lasciando però un messaggio, e un vuoto, davvero importante. Vediamo se la città sarà in grado di colmarlo

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Instagram

  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
Ci voleva un videogioco per veder apparire una statua dedicata a una donna a Firenze. Sony Interactive Entertainment ha scelto infatti il capoluogo toscano per celebrare l’arrivo di Horizon Forbidden West (per Playstation 4 e 5 ), installando in piazza Madonna della Neve, nel complesso storico delle Murate, una cultura temporanea dedicata ad Aloy, protagonista del gioco, che lì resterà fino al 27 febbraio.
Nel cuore di Firenze spunta la statua di Aloy, eroina di Horizon Forbidden West
Nel cuore di Firenze spunta la statua di Aloy, eroina di Horizon Forbidden West
Ne sarà felice l’Elettrice Palatina, scultura in marmo firmata dal Salimbeni, unica e sola che raffiguri un personaggio femminile del passato, al momento custodita - e non certo valorizzata - all’interno di un giardino delle Cappelle Medicee.
 La scultura di Raffaello salimbeni dedicata Anna Maria Luisa de’ Medici (1667-1743: la principessa elettrice del Palatinato è stata l’ultima rappresentante del ramo granducale mediceo

È a Firenze la scultura di Raffaello Salimbeni dedicata ad Anna Maria Luisa de’ Medici (1667-1743): la principessa elettrice del Palatinato è stata l’ultima rappresentante del ramo granducale mediceo
Tanto una recente proposta del primo cittadino di Firenze, Dario Nardella, riguarda proprio l’opera terminata da Raffaello Salimbeni nel 1968. «Vogliamo portare l’opera a Palazzo Vecchio - assicura il sindaco - . Perché è all’Elettrice Palatina, una donna, ultima discendente dei Medici che Firenze deve il lascito del suo immenso patrimonio artistico. Vogliamo più donne, in tutti i campi. Non perché donne ma perché competenti, brave, intelligenti. E finché non ragioneremo in termini di competenza anziché di genere andremo sempre poco lontano. Uomini compresi».

Donne e toponomastica: queste sconosciute

Che sia giunto il momento di recuperare il tempo perduto? Solo il 5 per cento delle strade italiane è dedicato a donne, di cui un 60% circa si riferisce a nomi di sante e martiri e a denominazioni mariane. “L’iniziativa di Sony Interactive Entertainment Italia apre un canale di comunicazione preferenziale con le giovani generazioni sull’importanza di modelli culturali - ha detto a questo proposito Maria Pia Ercolini, presidente di Toponomastica femminile -. Una riflessione su quali vogliano conservare, e a quali vogliano dare valore”.

Sculture al femminile

Tornando in tema di sculture al femminile, il Comune di Milano ha deciso di celebrare l’astrofisica toscana con un monumento.
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La 'Spigolatrice' statua inaugurata a Sapri, in provincia di Salerno
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Le statue della discordia

Le giornaliste Ilaria Alpi e Maria Grazia Cutuli ritratte nude
Le giornaliste Ilaria Alpi e Maria Grazia Cutuli ritratte nude
Operazione non priva di rischi, in quanto non tutte le opere dedicate a donne dei nostri giorni hanno riscosso consensi. Qualche esempio? Le giornaliste ritratte nude. La Lavandaia di Massa detta “Puppona” - a causa dell’evidente sessualizzazione del corpo - più volte colorata nei capezzoli e nel volto in maniera volgare. E ancora La Violata di Ancona, che vorrebbe ricordare “tutte le donne vittime di violenza” e che invece “più che una denuncia, sembra un morboso spot di una violenza”, come l’ha brillantemente definita Luciana Littizzetto. Per l’associazione Mi Riconosci? Sono un professionista dei Beni Culturali non ci sono dubbi: il sessimo nei monumenti italiani è un dato di fatto, evidente da ogni angolo o piazza del Paese. Non solo per i prodotti che restituisce con statue di donne spesso e volentieri in abiti discinti o nude, giovani, magre, belle, sessualizzate e spesso ai piedi di uomini o in ruoli ancillari. Ma anche nelle committenze: dei 171 monumenti femminili al momento censiti dall’Indagine di Mi Riconosci (dieci pagine densissime e molto interessanti del dicembre 2021) il 91% è stato realizzato da artisti uomini e solo il 4% da donne: “Ma si sa, la storia dell’arte è una storia di uomini che guardano le donne”, spiegano Rosanna Carrieri, specializzanda in Beni storico artistici di 26 anni e Ludovica Piazzi, dottoressa di ricerca in Storia dell’arte di 37 anni di Mi Riconosci? associazione, che tiene sotto un unico cappello archeologici, storici dell’arte, tecnici, antropologi e il resto dei professionisti dei Beni Culturali, divenuta famosa per la sua Indagine nazionale sui monumenti pubblici femminili, anticipata da quella - ma a livello locale - del comune di Milano, che si è accorto di una realtà imbarazzante: su 121 statue piazzate in città neanche una era di una donna. Ma il comune meneghino in Italia nell’ultimo anno non è l’unico a dover prendere atto del vuoto.

Il futuro? Nei videogiochi (forse)

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A Firenze la 'soluzione’ è arrivata grazie a un videogioco, per festeggiare l’uscita del videogame Horizon Forbidden West ecco una scultura al femminile con le sembianze della protagonista, Aloy. Figura che, nelle intenzioni di Sony “celebra il valore della diversità intesa come unicità e come straordinaria espressione del singolo". Una presenza temporanea, quella dell'eroina dei videogiochi, in quanto il 27 febbraio salperà per altri lidi. Lasciando però un messaggio, e un vuoto, davvero importante. Vediamo se la città sarà in grado di colmarlo
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