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Lecce, il gesto d'amore: "Mi sposo bendato, così sarò cieco anch'io"

Andrea Fiorucci denuncia l'episodio subito dal compagno che, essendo cieco, dovrà essere affiancato da un interprete durante le nozze

di EDOARDO MARTINI -
3 giugno 2023
L'amore che da 17 unisce la coppia (Facebook)

L'amore che da 17 unisce la coppia (Facebook)

L'amore vince su tutto. Potrebbe essere questo il titolo della storia di una coppia salentina che, purtroppo, ha spesso dovuto fare i conti con discriminazioni ed episodi di abilismo. Andrea Fiorucci e Tony Donno, i protagonisti, hanno deciso di raccontarsi a poche settimane dal coronamento del loro sogno: le nozze.
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Andrea Fiorucci e Tony Donno si sposeranno il prossimo 23 giugno (Facebook)

La richiesta di unione civile

La vicenda, riportata dalla Gazzetta del Mezzogiorno, vede i due uomini che, dopo 17 anni insieme qualche mese fa hanno deciso di unirsi civilmente e si sono quindi recati al Comune di Lecce, dove sono residenti, per suggellare il loro amore. Fiorucci ha 40 anni ed è un ricercatore di Pedagogia speciale all’Università del Salento, mentre Andy ne ha 55, è cieco, e lavora come impiegato della regione Puglia. Sono sempre più le coppie gay che scelgono di registrare ufficialmente la loro relazione, ma per i salentini i problemi sono iniziati già quando hanno varcato la soglia del palazzo comunale, lo scorso 11 aprile.

L'interprete

Al momento della lettura della promessa, come si legge nel quotidiano, l’Ufficio Anagrafe ha preteso che venisse convocato un interprete, da affiancare a Donno, per poter leggere l’atto al suo posto data la sua disabilità visiva. E la stessa richiesta è stata avanzata anche per il giorno delle 'nozze', previsto per il prossimo 23 giugno. "La funzionaria rifiutava di procedere perché, a suo dire, era necessaria la presenza di un interprete. Eravamo sbalorditi. In tutti questi anni di vita insieme non ci è mai capitata una cosa del genere. È stata calpestata la nostra dignità di cittadini e di essere umani", dichiara la coppia alla Cronaca di Lecce. Richiesta ancora di più difficile da digerire, visto che si trattativa di un testo di nemmeno 10 righe. E soprattutto perché questi documenti dovrebbero essere accessibili anche alle persone cieche, scritti in Braille o digitali.
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"Riteniamo che siano stati violati molti diritti", la rabbia della coppia alla richiesta di un interprete (Facebook)

L'appello al sindaco e alla garante della disabilità

"Riteniamo che siano stati violati molti diritti: dall’inaccessibilità dei servizi comunali alla scarsa preparazione e sensibilità degli uffici competenti a gestire la relazione con 'persone' con disabilità" tuonano Fiorucci e Donno. E ancora secondo loro si tratta di "discriminazione istituzionale" attraverso "procedure amministrative che non rispettano la dignità della persona con disabilità e la sua autodeterminazione". Quindi l'appello al sindaco, Carlo Salvemini, e alla garante della disabilità del Comune di Lecce: "Nulla di simile ci era mai accaduto - afferma Andrea - neppure quando Tony ha acquistato casa o ha gestito delle procedure notarili di rilievo. In quelle occasioni il notaio, in base alla legge del 1975 oggi invocata dalla funzionaria del Comune, dichiarò che non erano necessari testimoni. Non vogliamo un interprete, ma la funzionaria comunale insiste perché ci sia una figura terza per la lettura dell’atto". "Siamo stati costretti a dare le generalità del cognato di Tony, ma vorremmo che il sindaco intervenisse sulla questione perché c’è una evidente forzatura nell’interpretazione della legge del ‘75 - aggiunge parlando alla Gazzetta -. Abbiamo chiesto il parere dell’ufficio legale dell’Unione Italiana Ciechi, che ci ha confermato che la presenza di assistenza è permessa su precisa richiesta della persona cieca, ma in questo caso non vi è la necessità".

La risposta del Garante

Ma la loro speranza si è spenta poco dopo, quando il garante delle persone con disabilità ha giudicato valida e legittima la scelta dei funzionari bocciando quindi la richiesta della coppia. Da qui tutta l'amarezza di Fiorucci: "Sono un ricercatore universitario che si occupa di inclusione e spesso descrivo ai miei studenti quanto i servizi e le politiche sociali, più del deficit, determinino nella persona una disabilità.
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Il futuro sposo Fiorucci in segno di solidarietà si presenterà bendato al matrimonio (Facebook)

I contesti disabilitano una persona e noi ne abbiamo avuto una prova diretta. Abbiamo assistito ad una forte levata di scudi: la funzionaria è stata respingente e ferma sulle sue posizioni".

Il gesto di solidarietà verso il compagno

Tony Donno, quindi, durante la celebrazione dovrà essere affiancato da un interprete che leggerà al posto suo le promesse.  Ma il compagno non ci sta a restare impassibile di fronte a questa mortificazione. Per questo ha fatto sapere che il 23 giugno si presenterà bendato: "Per solidarietà al mio compagno mi sposerò bendato, così sarò cieco anch'io". "La nostra storia dovrebbe essere l’occasione per mostrare buon senso, coraggio, empatia, volontà ad aprire un dibattito serio e critico sull’accessibilità, sul concetto di autodeterminazione e autonomia della persona con disabilità. Invece che provocare una levata di scudi verso due cittadini". L’auspicio è che altri seguano l’esempio, decidendo di bendarsi durante la cerimonia. "Ci uniremo civilmente e la nostra vita procederà con quell’auspicabile serenità che l’ha colorata per 17 anni di vita insieme. I veri ciechi, in questa storia, sono chi gli occhi ce li ha, ma non li vuole usare per guardare".