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Home » Attualità » Lettera a Gaia Nanni e a tutte le Gaie del mondo: “Scusate! continuiamo a vigilare insieme”

Lettera a Gaia Nanni e a tutte le Gaie del mondo: “Scusate! continuiamo a vigilare insieme”

Una missiva aperta, scritta da Daniela Morozzi e Marina Capponi, per sostenere le donne nella battaglia per i diritti civili, come quello all'aborto

Marianna Grazi
7 Luglio 2022
Gaia Nanni

Gaia Nanni, 41 anni, attrice fiorentina

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“Cara Gaia, dolcissima, ironica, coraggiosa amica. Questa è una lettera di scuse“. Gaia è Gaia Nanni, l’attrice fiorentina 41enne che, qualche giorno fa, aveva raccontato la sua tremenda esperienza di aborto vissuta a Firenze. A scriverle sono Daniela Morozzi con l’avvocata Marina Capponi, in una lettera aperta a cui hanno aderito tantissime persone e personalità. Una missiva di scuse ma anche di sostegno, a lei e “a tutte le Gaia del mondo!”, alle donne che hanno deciso di rivelare una pagina dolorosa della loro vita, resa tale da chi,  nel nostro paese, non accetta di riconoscere le loro libertà fondamentali.

La vicenda di Gaia Nanni: dall’aborto ai ‘sudici’ insulti

Gaia Nanni
L’attrice fiorentina Gaia Nanni ha raccontato sui social la sua storia di aborto

Nanni si era lasciata andare ad uno sfogo sui social per commentare la sentenza della Corte Suprema Usa che ha abrogato, a fine giugno, il diritto federale all’interruzione di gravidanza, e per sottolineare come, anche in Italia, le ‘cose’ in merito non vadano poi tanto meglio. Aveva aperto il suo cuore, raccontando le difficoltà incontrate e soprattutto le emozioni provate durante quella tappa cruciale della sua vita: “Sono passati anni da allora ma il dolore di quello che è stato non ve lo racconto, l’unico balsamo sarebbe non farci passare nessuna altra donna da quell’iter disumano”, aveva scritto l’attrice. Poi, le conseguenze disumane a quelle parole, legittime e soprattutto sincere: macchina coperta di immondizia e post preso di mira dai commenti offensivi: “Improvvisamente ho capito che davvero in Italia di alcune cose non si può parlare. Ho sopravvalutato il mio Paese che quando giudica i vicini oltreoceano pare Pinco ma che alla fine resta un feudo medievale”.

La lettera aperta “A Gaia e a tutte le “Gaia” del mondo”

Un momento del Flash mob di “Non una di meno”, davanti al Consolato degli Stati Uniti a Milano, contro la decisione del Congresso Usa sull’aborto, 29 giugno 2022. (ANSA)

Una lettera di scuse, dunque, ma “Certo, s’intende, è anche una presa di posizione forte, indignata, furiosa, veemente, accanto a te, al tuo fianco. Ed a sostegno di tutte le donne che, come te, hanno vissuto un’esperienza come quella che hai sentito la necessità di raccontare, della quale qualche idiota inqualificabile ha ritenuto non si dovesse avere rispetto. A tutte voi dobbiamo delle scuse“.
Da donne a donne, perché “i diritti civili, frutto di tante battaglie nostre, delle nostre madri, delle nostre nonne” hanno scoperto sulla loro pelle non essere “intangibili”. Tra questi, in particolare, la drammatica scoperta che “l’autodeterminazione delle donne ed il loro diritto a disporre liberamente del proprio corpo” NON sono splendenti e granitici come i diamanti. Anzi, tutt’altro.
Leggi come la 194/1978 sull’aborto, il nuovo Diritto di Famiglia (1975), la legge sulla maternità nel lavoro (1971), la parità uomo-donna nel lavoro (del 1977)… Cosa rimane, oggi? Cosa rappresentano queste carte scritte e depositate, se poi (“Che doccia fredda!“) “Un diritto se resta solo sulla carta, privo di applicazione concreta, è come se non esistesse“. La legge sull’aborto esiste, è vero, ma giace (quasi) inapplicata, visti gli allarmanti – o potremmo ben dire tragici – dati sull’obiezione di coscienza. “Ma noi, che illuse eravamo! Pensavamo che, visti i risultati, l’impianto della legge fosse solido, duraturo, condiviso, che le risorse a lei destinate venissero nel tempo garantite“, ammettono le firmatarie.

Abolire il diritto all’aborto non vuol dire diminuire gli aborti

flash mob pro aborto
Napoli: Studenti, attivisti, lavoratori, associazioni e realtà del territorio cittadino di Napoli indicono un flash mob di solidarietà e protesta contro la decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti di negare di fatto il diritto all’aborto (ANSA)

“Non puoi abolire l’aborto. Puoi solo abolire l’aborto sicuro. Questa è la verità. Le donne purtroppo si troveranno sempre dinanzi a questo dilemma. Per motivi privati, dolorosi, insondabili, insindacabili“. Cancellare un diritto dalla carta non potrà cancellare la procedura: semplicemente la renderà illegale, segreta, pericolosa. A farne le spese non sarà più il nascituro, ma una donna in carne e ossa, vivente. Cancellare il presente per una promessa futura che forse (NON) si avvererà.

Ma anche solo citare queste ragioni, appellarsi alla ragionevolezza al di là dell’ideologia, dei moralismi, mette a rischio le donne. Lo sanno le cittadine degli Stati Uniti, lo sa Gaia Nanni. “Oggi, se parli di diritti civili da difendere, ti sentirai rispondere che ‘ben altri’ e più importanti sono i bisogni delle persone, come le troppe tasse, l’inflazione o la bolletta del gas. Indubbiamente le criticità economiche ci sono, come negarlo? Ma nella scala delle priorità che lo Stato deve rispettare, cosa c’è di più importante della salute e dell’integrità fisica di cittadine e cittadini?“, si chiedono le autrici della lettera. Già, cosa può essere più importante della vita stessa?

Le scuse e l’appello a rimanere vigili e unite

Proteste pro aborto negli Usa (AFP)

“Scusaci Gaia, per non aver presidiato e sostenuto abbastanza il tuo diritto a scegliere […] E accanto a te scusa a tutte le “Gaia del mondo”, a Paola, Fatima, Leila, Claudia, Josephine, Silvia, Irina, Maria, Rosa, Brigitte, Jane e ancora nomi, e ancora donne, scusateci tutte ovunque voi siate” scrivono Morozzi, Capponi e tutte le firmatarie e i firmatari di questa lettera aperta. Tra questi Anna Valle, Anna Meacci e Katia Beni, il giornalista Rai Valerio Cataldi (Presidente della Carta di Roma), il Rettore Tomaso Montanari, il Senatore Sandro Ruotolo, Susanna Camusso, l’Assessora Claudia Sereni , Daniele Calosi , la consigliera nazionale di parità Franca Cipriani e la vice consigliera nazionale di parità Serenella Molendini, Enrico Fink, il biologo Duccio Cavalieri, lo storico Fulvio Cervini, lo storico Roberto Bianchi, la storica Vittoria Franco, Dalida Angelini, Daniela Mori e ancora Claudio Vanni, Serena Spinelli, Sergio Staino e sua moglie Bruna, avvocate, avvocati, medici, e molte e molti altri. Sono state 66 le prime adesioni, che però le autrici sperano possano moltiplicarsi (qui il link per aderire http://Letterapergaia.wordpress.com) in vista di future iniziative.

“Vigiliamo, donne, vigiliamo, è necessario, per tutta la vita.

Grazie Gaia e grazie a tutte le “Gaia” del mondo.

Abbiamo molto da fare.

Insieme“.

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Il protagonista di questa vicenda è Leonardo Lotto, studente aostano, che la mattina del 23 febbraio è rimasto vittima di un incidente in mare. Il ragazzo era a Melbourne con un gruppo di amici quando dopo un tuffo tra le onde sul bagnasciuga ha picchiato violentemente la testa contro il fondale di sabbia. In quel momento è iniziato l’incubo: prima gli amici lo hanno aiutato a uscire dall’acqua, poi la corsa disperata in ospedale. Dopo l’intervento d’urgenza, è arrivato il duro responso: “Frattura delle vertebre C3 e C5, spina dorsale danneggiata". Leonardo Lotto è paralizzato dalla testa in giù e non potrà più camminare.

"Continuerò a lottare e farò tutto il necessario. A volte cadrò, ma alla fine mi rialzerò, vivendo sempre giorno per giorno, superando i momenti più bui”.

Dopo il ricovero all’Alfred Hospital di Melbourne, in Australia, “le sue condizioni sono stabili, e ora è pronto per iniziare il suo lungo percorso riabilitativo a Milano con tutte le energie e la positività che hanno sempre caratterizzato la sua personalità”. E gli amici, proprio per sostenere le cure, hanno organizzato una raccolta fondi online.

✍ Barbara Berti 

#lucenews #lucelanazione #australia #leonardolotto
  • È quanto emerge da uno studio su 1.700 ragazzi toscani realizzato dal Meyer center for health and happiness, di cui è responsabile Manila Bonciani, insieme all’Università di Firenze, e presentato in occasione della Giornata internazionale della felicità nel corso di un evento organizzato al Meyer health campus di Firenze.

Cosa gli adolescenti pensano della felicità? Come la definiscono? Cosa li rende felici? Queste alcune domande dello studio. Dai risultati emerge che i ragazzi spesso non riescono a dare neanche una definizione della felicità. Tuttavia ne sottolineano la rilevanza e la transitorietà. 

Dalla ricerca emerge così che la manifestazione della felicità si declina in sei dimensioni:
➡ La più rilevante che emerge è quella dell’interesse sociale, data dall’importanza che viene attribuita dai ragazzi alle relazioni interpersonali.
➡ La seconda è l’espressione della soddisfazione verso la propria vita, del fare le cose che piacciono loro.
➡ La terza è vivere emozioni positive, rilevanza che si riscontra anche nelle parole dei ragazzi che esprimono in maniera importante l’idea di essere felici quando sono senza preoccupazioni o pressioni che avvertono frequentemente, come anche quella scolastica.
➡ La quarta è il senso di autorealizzazione insieme a quello di padronanza delle varie situazioni che si trovano ad affrontare.
➡ Infine in misura minore la loro felicità è legata all’ottimismo, cui gli stessi adolescenti non attribuiscono grande rilevanza, sebbene rappresenti la sesta dimensione della felicità identificata.

Gli adolescenti che risultano più felici si caratterizzano per essere più empatici, esprimere un atteggiamento cooperativo, avere maggiore autoconsapevolezza, saper gestire meglio le emozioni e risolvere le situazioni problematiche, avere una buona immagine di sé. 

Ancora i maschi risultano essere più felici delle femmine a eccezione della dimensione relazionale e sociale della felicità che non si differenzia in maniera significativa tra i due gruppi, e le fasce di età più piccole, fino ai 15 anni, esprimono maggiormente di essere felici rispetto ai ragazzi di 16-17 o maggiorenni.

#felicità #ospedalemeyer #adolescenza
"Cara Gaia, dolcissima, ironica, coraggiosa amica. Questa è una lettera di scuse". Gaia è Gaia Nanni, l'attrice fiorentina 41enne che, qualche giorno fa, aveva raccontato la sua tremenda esperienza di aborto vissuta a Firenze. A scriverle sono Daniela Morozzi con l'avvocata Marina Capponi, in una lettera aperta a cui hanno aderito tantissime persone e personalità. Una missiva di scuse ma anche di sostegno, a lei e "a tutte le Gaia del mondo!", alle donne che hanno deciso di rivelare una pagina dolorosa della loro vita, resa tale da chi,  nel nostro paese, non accetta di riconoscere le loro libertà fondamentali.

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