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Home » Attualità » Licenziata dai talebani la conduttrice del tg afghano. “Vivo nascosta, voglio andar via”

Licenziata dai talebani la conduttrice del tg afghano. “Vivo nascosta, voglio andar via”

Nazia Ashimiyar fino al 15 agosto ogni sera annunciava il telegiornale delle 20 alla Radio Television Afghanistan. Ora i talebani le hanno detto che per le donne è vietato lavorare. "Ora dobbiamo combattere per i nostri diritti”.

Federico Martini
8 Settembre 2021
MANIFESTAZIONE DI SOLIDARIETÀ ALLA POPOLAZIONE AFGHANA, TALEBANI, AFGHANISTAN

MANIFESTAZIONE DI SOLIDARIETÀ ALLA POPOLAZIONE AFGHANA, TALEBANI, AFGHANISTAN

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Durante il primo governo dei talebani ero una bambina, non ricordo niente. Oggi però posso testimoniare che vivere sotto di loro è troppo dura, oltre che terribilmente pericoloso. La mia generazione sta perdendo le speranze, ma sappiamo che dobbiamo resistere”. A parlare con l’agenzia Dire è Nazia Ashimiyar, giornalista, fino al 15 agosto il volto che ogni sera annunciava il telegiornale delle 20 alla Radio Television Afghanistan (Rta), l’emittente pubblica che nel 1925 re Amanullah Khan fondò con l’ambizione di ammodernare il Paese. Un progresso tante volte interrotto e riavviato, e anche ora a rischio, con l’avvento dei talebani al potere dopo il ritiro degli eserciti e delle diplomazie occidentali dal Paese.

“Come molte altre ragazze che abbiamo studiato e ci siamo laureate, sono sconfortata” dice Ashimiyar. Nel giorno in cui i combattenti islamisti sono entrati a Kabul, dopo aver piegato la resistenza dell’esercito afghano nelle principali città del Paese, la vita della giornalista è cambiata. “Non solo la mia: a tutte noi da quel giorno è stato vietato di lavorare” racconta. “All’inizio mi sono rifiutata e ho deciso di andare comunque in redazione, ma uomini armati piazzati all’ingresso della tv ce lo hanno impedito, dicendoci: ‘Voi non potete stare qui, non potete lavorare’. Da allora sono disoccupata”.

Dal 15 agosto, la giornalista ha dovuto anche cambiare casa e iniziare una vita da “reclusa”: “Non posso rivelare dove abito, devo restare nascosta e non posso uscire”.

Ieri però, nel giorno in cui i leader dei talebani hanno annunciato la composizione del governo “provvisorio”, Ashimiyar ha deciso di unirsi a una protesta organizzata nella capitale per rivendicare l’inclusione delle donne nell’esecutivo: “Eravamo già oltre un centinaio, uomini e donne insieme, quando sono arrivati miliziani armati e ci hanno gridato di andarcene. Ci hanno minacciato coi fucili, hanno picchiato i giornalisti e hanno portato loro via l’attrezzatura. A noi donne hanno urlato che non avevamo alcun diritto di essere lì, che non ci è consentito parlare in pubblico”.

Ashimiyar continua: “Non mi è rimasto altro da fare che tornare a casa. E’ stato terribile. Ma con gli altri attivisti siamo convinti che dobbiamo essere forti; non possiamo mollare, dobbiamo combattere per i nostri diritti”.

Al tempo stesso, la giornalista ammette di essere in pericolo: “Vorrei trovare un modo per andare via”. Il prossimo sabato ricorre il ventesimo anniversario dagli attentati dell’11 settembre negli Stati Uniti. Fatti che, meno di un mese dopo, spinsero Washington a invadere l’Afghanistan per rovesciare i talebani, accusati di dare asilo ai militanti di Al-Qaeda.

“Non ci fidiamo più degli Stati Uniti, così come non ci fidiamo dei talebani” sottolinea Ashimiyar. “L’Aghanistan in questi anni ha perso così tante occasioni per tornare stabile e pacifico. Però ringrazio tutti i giornalisti che continuano a darci voce: abbiamo bisogno di voi affinché i vostri governi ci aiutino. Non dovete lasciarci soli”.

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  • Stando alle ultime stime, in Italia vivono almeno 88mila donne vittima di mutilazioni genitali femminili, con tutti i gravi problemi fisici, funzionali, psicologici che ne derivano. In base ai dati diffusi dal Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (Unfpa) e dall’Unicef, nel mondo ammonterebbero ad almeno 200 milioni donne e ragazze che hanno subito mutilazioni genitali. Nel 2023, circa 4,2 milioni di bambine e ragazze nel mondo sono a rischio di subire queste pratiche.

Attraverso la testimonianza di Ayaan Hirsi Ali, autrice de “L’infedele", proviamo a spiegare con le giuste parole in tutta la sua cruda realtà cosa racchiuda veramente:

“Mi afferrò e mi bloccò la parte superiore del corpo… Altre due donne mi tennero le gambe divaricate. L’uomo che era un cinconcisore tradizionale appartenente al clan dei fabbri, prese un paio di forbici. Con l’altra mano afferrò quel punto misterioso e cominciò a tirare… Sentii il rumore, come un macellaio che rifila il grasso da un pezzo di carne.”

Nella Giornata Internazionale contro le mutilazioni genitali femminili il presidente della Società italiana di chirurgia plastica ricostruttiva-rigenerativa ed estetica Sicpre, il professor Francesco Stagno d’Alcontres, dichiara: 

“Spesso l’evento della mutilazione viene rimosso dai ricordi, mentre restano i dolori nei rapporti sessuali, le difficoltà nella minzione e durante il parto. La mutilazione genitale è un evento che modifica il corso della vita e noi lo dobbiamo contrastare sul piano della cultura e affrontare sul piano medico e scientifico”.

L’edizione 2023 del Summit Itinerante contro la mutilazioni genitali femminili, l’evento che si svolge in data odierna a Roma, presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustininani, sede della Presidenza del Senato della Repubblica, vede il saluto di esponenti del Governo, la testimonianza di una vittima e la partecipazione di importanti personalità, tra cui gli esperti della chirurgia plastica italiana chiamati a raccolta dalla Sicpre.

Letizia Cini ✨

#lucenews #lucelanazione #giornatamutilazionigenitalifemminili #linfedele
  • "Vorrei ringraziare la comunità queer per il vostro amore e per aver inventato un genere". 👑

Con queste parole di ringraziamento, Queen Bay riscrive la storia dei Grammy Awards. Beyoncé ier sera ha battuto tutti i record: con la 32esima vittoria incassata, è la star più premiata della storia degli Oscar della musica.

Con altri quattro grammofoni d’oro, la star americana, icona mondiale e paladina dei diritti civili e della body positivity, ha così superato il primato del direttore d’orchestra Georg Solti scomparso nel ‘97 e che, fino a stanotte, era rimasto imbattuto per due decenni con 31 vittorie. Queen Bay ha voluto dedicare la vittoria alla comunità Lgbtq+.

#lucenews #lucelanazione #qn #beyoncé #grammyawards2023
  • Stava regalando libri alle ragazze quando è stato arrestato a Kabul, giovedì 3 febbraio. Ismail Mashal, un professore universitario afghano, 37 anni, in aperta critica con il bando posto dai Talebani all’istruzione femminile, andava in giro con un carretto pieno di volumi gratuiti che distribuiva a donne e bambine, quando le forze di sicurezza lo hanno accusato di “azioni provocatorie” dalle autorità che lo hanno portato in carcere. Lo riferisce la Bbc.

Alcuni testimoni hanno riferito che il professore è stato schiaffeggiato, preso a pugni e a calci dalle forze di sicurezza locali durante l’arresto. Tuttavia Abdul Haq Hammad, un funzionario del ministero dell’Informazione e della Cultura talebani, ha dichiarato che il docente è stato trattato bene mentre era in custodia. 

Mashal è salito alla ribalta dopo aver strappato i documenti accademici in diretta tv per protestare contro il divieto dei talebani all’istruzione universitaria e secondaria per le donne. Il video in diretta televisiva è diventato virale. 

Ex giornalista, il 37enne dirigeva un’università privata a Kabul, frequentata da 450 studentesse che seguivano i corsi di giornalismo, ingegneria e informatica, tutte discipline che il ministro dell’Istruzione afghano sosteneva non dovessero essere insegnate alle ragazze in quanto contrarie all’islam e la cultura afghana. Quando a dicembre i Talebani hanno annunciato che alle studentesse universitarie non sarebbe più stato permesso di tornare a studiare fino a nuovo ordine, il professor Mashal ha chiuso definitivamente la sua scuola, affermando che “l’istruzione o si offre a tutti o a nessuno“.

“L’unico potere che ho è la mia penna, anche se mi uccidono, anche se mi fanno a pezzi, non resterò in silenzio“, ha dichiarato il mese scorso il professore. Ha anche affermato che un maggior numero di uomini deve insorgere per protestare contro le restrizioni imposte alle donne. Durante il loro incontro a Kabul, Mahsal, padre di due figli, ha precisato che non temeva di essere arrestato o ucciso. Si è detto invece certo che alla fine i Talebani avrebbero cercato di metterlo a tacere, ma è rimasto convinto che fosse un prezzo onesto da pagare.

#lucenews #kabul
  • ✨"Sento ancora la vertigine". Si intitola così il primo documentario dedicato a Elodie, la bellissima e talentuosa cantante romana, che la prossima settimana sarà in gara al Festival di Sanremo. Affascinante e ironica, sensuale e pungente, ma anche fragile e con i piedi per terra: la 32enne si mostra a 360 gradi e senza filtri in un documento reale di quello che l
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