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Home » Attualità » Il feto è senza cranio ma in Louisiana le vietano di abortire: “Inutilmente crudele”

Il feto è senza cranio ma in Louisiana le vietano di abortire: “Inutilmente crudele”

Il grido di Nancy Davis: "Lo porto in grembo solo per seppellirlo". E le tre cliniche che operano interventi per l’interruzione della gravidanza stanno lasciando lo Stato

Letizia Cini
21 Agosto 2022
Al bambino di Nancy Davis è stata diagnosticata l'acrania, una rara malattia congenita in cui il cranio di un feto non si forma all'interno dell'utero, secondo una dichiarazione dell'avvocato per i diritti civili Ben Crump, che rappresenta la Davis

Al bambino di Nancy Davis è stata diagnosticata l'acrania, una rara malattia congenita in cui il cranio di un feto non si forma all'interno dell'utero, secondo una dichiarazione dell'avvocato per i diritti civili Ben Crump, che rappresenta la Davis

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Nancy Davis, una donna della Louisiana si è vista negare il diritto di abortire nonostante i suoi medici le avessero consigliato dopo la decina settimana di interrompere la gravidanza a seguito di una gravissima malformazione congenita del feto, l’acrania, ossia la mancanza del cranio, che non gli avrebbe permesso di sopravvivere che qualche giorno dopo il parto. Ma l’ospedale ha deciso di non procedere per il timore di violare la legge che vieta l’aborto se non in caso di pericolo di vita per la donna.

I legali di Nancy Davis hanno denunciato “l’orribile posizione crudele in cui lo stato della Louisiana ha posto la donna lasciandole solo due scelte: portare avanti la gravidanza fino all’inevitabile morte del feto o viaggiare in un altro Stato per ottenere l’interruzione della gravidanza che aveva così dolorosamente deciso“. L’interessata, alla 14esima settimana di gestazione, sembra aver scelto la seconda strada.

Il fatto

I Paesi che proibiscono completamente l’aborto sono 26, tra cui El Salvador, Nicaragua e la Repubblica Dominicana in America Latina, Repubblica Democratica del Congo e Senegal in Africa, Iraq e Filippine in Asia e Medio Oriente e, in ultimo, Malta e San Marino nell’area europea

Alla 36enne della Louisiana è stato negato il diritto di abortire nonostante i suoi medici le avessero consigliato di interrompere la gravidanza a seguito di una gravissima malformazione del feto, l’acrania, che non gli avrebbe permesso di sopravvivere che qualche giorno dopo il parto. Ma i dottori non hanno potuto procedere perché “c’era battito cardiaco del feto” e nello Stato dopo la sentenza della Corte Suprema dello scorso giugno è entrata in vigore una legge che vieta l’aborto se non in caso di pericolo di vita per la donna. I legali della donna hanno denunciato “l’orribile posizione crudele in cui lo stato della Louisiana ha posto Nancy Davis lasciata con due scelte: portare avanti la gravidanza fino all’inevitabile morte del feto o spostarsi in un altro Stato per ottenere l’interruzione della gravidanza che aveva così dolorosamente deciso”.

La scelta di Nancy

Ed è questa la via scelta dalla donna, che è alla 14esima settimana di gestazione. Una portavoce dell’ospedale di Baton Rouge, che ha negato l’aborto alla donna, non ha commentato sul caso specifico ma, parlando con la Cnn, ha detto che “analizziamo le circostanze di ciascuna paziente per vedere come rimane nel rispetto delle attuali leggi dello Stato”.
In effetti, tra le eccezioni al divieto all’aborto che la legge della Louisiana prevede vi è anche quello di una malformazione incurabile del feto, ma – si è giustificata la portavoce – la legge “appare complessa e contraddittoria” su questo aspetto. “A prescindere da quello che affermano i deputati della Louisiana, la legge sta avendo l’effetto sperato, spingendo i dottori a rifiutarsi di praticare interruzioni di gravidanza anche quando necessarie dal punto di vista medio nel timore di perdere la licenza o fronteggiare incriminazioni”, denuncia l’avvocato della donna.

Il legale della donna ha affermato inoltre che la legge sta chiaramente avendo un impatto negativo. “Indipendentemente da ciò che affermano i legislatori della Louisiana, la legge sta avendo l’effetto previsto, costringendo i medici a rifiutarsi di eseguire aborti anche quando sono necessari dal punto di vista medico per paura di perdere le loro licenze o di dover affrontare accuse penali”, ha affermato Crump in una nota.

Nancy Davis a partire da domenica stava progettando di recarsi in North Carolina – che ha un divieto di aborto da cui si qualifica per essere esentata – piuttosto che dare alla luce quello che sarebbe stato il suo secondo figlio, che avrebbe perso praticamente immediatamente.

La dichiarazione

“È difficile sapere che… lo sto portando per seppellirlo”, ha detto Davis a WAFB all’inizio di questo mese.
La dichiarazione sull’ufficio di Crump che lavora a fianco di Nancy Davis si è fermata prima di dire quali sono i piani legali della loro parte, oltre a notare che aveva pianificato di raccogliere fondi per il suo viaggio di aborto fuori dallo stato attraverso una campagna GoFundMe online il cui obiettivo dichiarato è 20mila dollari.
Ma la Davis ha detto a WAFB che “sperava che i legislatori statali considerassero condizioni mediche aggiuntive come eccezioni al divieto di aborto, che minaccia quanti pratichino l’interruzione con procedimenti penali e la perdita delle loro licenze mediche”.
“Questo è uno che deve essere in quell’elenco “, ha detto Nancy Davis di acrania.
La dichiarazione dell’ufficio di Crump ha aggiunto: “La signora Nancy Davis è stata messa in una posizione orribilmente crudele. “La signora Davis ha dovuto sopportare un dolore emotivo impensabile e un rischio fisico crescente”.

La notizia della difficile situazione di Davis è emersa quasi nello stesso momento in cui un tribunale della Florida ha impedito a una ragazza di 16 anni incinta di abortire
La notizia della difficile situazione di Nancy Davis è emersa quasi nello stesso momento in cui un tribunale della Florida ha impedito a una ragazza di 16 anni incinta di abortire

La notizia della difficile situazione di Davis è emersa quasi nello stesso momento in cui un tribunale della Florida ha impedito a una ragazza di 16 anni incinta di abortire. Il tribunale ha ritenuto che la ragazza fosse troppo immatura per decidere se abortire o meno e quindi dovesse invece dare alla luce un bambino.
Nel frattempo, all’inizio dell’estate, una ragazza dell’Ohio di 10 anni che è stata violentata e messa incinta ha dovuto recarsi nella vicina Indiana per interrompere la gravidanza a causa del divieto del suo stato sulla maggior parte degli aborti. Sebbene alcuni media e politici di destra si siano chiesti senza fondamento se la ragazza esistesse o fosse invece una bufala liberale per alimentare il sostegno ai diritti dell’aborto, da allora le autorità hanno accusato un uomo in relazione allo stupro della piccina, crimine che avrebbe confessato.

L’abbandono delle cliniche

Dimostranti per i diritti all'aborto protestano contro la decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti il ​​24 giugno 2022 ad Austin, in Texas
Dimostranti per i diritti all’aborto protestano contro la decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti il ​​24 giugno 2022 ad Austin, in Texas

Le tre cliniche che in Louisiana operano interventi per l’interruzione della gravidanza stanno lasciando lo Stato in seguito alla decisione della locale Corte Suprema che il 12 agosto ha ribadito le forti restrizioni in materia, in attesa di una pronuncia della magistratura. Non è chiaro quando le cliniche avranno completato il processo di trasferimento e dove si sposteranno. Secondo la legge in vigore in Louisiana, un aborto puo’ essere eseguito solo quando “necessario secondo un ragionevole giudizio medico per prevenire la morte o un rischio sostanziale di morte a causa di una condizione fisica, o per prevenire la compromissione grave e permanente di un organo di sostentamento vitale di una donna incinta .”

Le tre strutture sanitarie, Hope Medical Group for Women a Shreveport, Women’s Health Care Center a New Orleans e Delta Clinic di Baton Rouge,fanno comunque sapere che non ritireranno i ricorsi contro la legislazione. La notizia del trasferimento è stata accolta con soddisfazione da parte degli attivisti antiabortisti. Benjamin Clapper, direttore esecutivo di Louisiana Right to Life, ha dichiarato il 16 agosto che la notizia delle cliniche che lasciano lo stato ha segnato una giornata storica. “Per la prima volta in quasi 50 anni, la Louisiana sarà libera da attività che esistono per porre fine alla vita di preziosi bambini non ancora nati”, ha affermato.

Nel mondo

Una donna è stata condannata a 50 anni di carcere per omicidio dopo un aborto spontaneo
In Salvador recentemente una donna è stata condannata a 50 anni di carcere per omicidio dopo un aborto spontaneo

I Paesi che proibiscono completamente l’aborto sono 26, tra cui El Salvador, Nicaragua e la Repubblica Dominicana in America Latina, Repubblica Democratica del Congo e Senegal in Africa, Iraq e Filippine in Asia e Medio Oriente e, in ultimo, Malta e San Marino nell’area europea. Circa 39 Paesi consentono il ricorso all’aborto solo a condizione che sia necessario per salvare la vita della madre, mentre 56 Stati lo permettono unicamente per preservare la salute fisica e mentale della madre. 14 i Paesi in cui l’aborto è possibile su basi sociali ed economiche (cioè in cui il ricorso all’aborto è valutato rispetto all’impatto che una gravidanza avrebbe sulla madre per le condizioni sociali ed economiche e dell’ambiente in cui vive). In questa categoria c’è l’India, per esempio, che nel 2020 ha approvato una norma che consente l’interruzione di gravidanza per feti fino alle dodici settimane di età ma solo con il parere di un medico sui possibili rischi per la salute della madre o del futuro nascituro. Sono 67, infine, i Paesi in cui l’interruzione volontaria di gravidanza è possibile su richiesta della donna, fatto salvo il limite massimo per la pratica dell’aborto comunemente fissato a dodici settimane.

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È morta a quasi 99 anni Lucy Salani, attivista nota come l’unica persona trans italiana sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti.

#lucenews #lucysalani #dachau
  • È morta a quasi 99 anni Lucy Salani, attivista nota come l
  • Elaheh Tavakolian, l’iraniana diventata uno dei simboli della lotta nel suo Paese, è arrivata in Italia. Nella puntata del 21 marzo de “Le Iene”, tra i servizi del programma di Italia 1, c’è anche la storia della giovane donna, ferita a un occhio dalla polizia durante le proteste in Iran. Nella puntata andata in onda la scorsa settimana, l’inviata de “Le Iene” aveva incontrato la donna in Turchia, durante la sua fuga disperata dall’Iran, dove ormai era troppo pericoloso vivere. 

“Ho molta paura. Vi prego, qui potrebbero uccidermi” raccontava l’attivista a Roberta Rei. Già in quell’occasione, Elaheh Tavakolian era apparsa con una benda sull’occhio, a causa di una grave ferita causatale da un proiettile sparato dalle forze dell’ordine iraniane durante le manifestazioni a cui ha preso parte dopo la morte di Mahsa Amini.

Elaheh Tavakolian fa parte di quelle centinaia di iraniani che hanno subito gravi ferite agli occhi dopo essere stati colpiti da pallottole, lacrimogeni, proiettili di gomma o altri proiettili usati dalle forze di sicurezza durante le dure repressioni che vanno avanti ormai da oltre sei mesi. La ragazza, che ha conseguito un master in commercio internazionale e ora lavora come contabile, ha usato la sua pagina Instagram per rivelare che le forze di sicurezza della Repubblica islamica stavano deliberatamente prendendo di mira gli occhi dei manifestanti. 

✍ Barbara Berti

#lucenews #lucelanazione #ElahehTavakolian #iran #leiene
  • Ha 19 anni e vorrebbe solo sostenere la Maturità. Eppure alla richiesta della ragazza la scuola dice di no. Nina Rosa Sorrentino è nata con la sindrome di Down, e quel diritto che per tutte le altre studentesse e studenti è inviolabile per lei è invece un’utopia.

Il liceo a indirizzo Scienze Umane di Bologna non le darà la possibilità di diplomarsi con i suoi compagni e compagne, svolgendo le prove che inizieranno il prossimo 21 giugno. La giustificazione – o la scusa ridicola, come quelle denunciate da CoorDown nella giornata mondiale sulla sindrome di Down – dell’istituto per negarle questa possibilità è stata che “per lei sarebbe troppo stressante“.

Così Nina si è ritirata da scuola a meno di tre mesi dalla fine della quinta. Malgrado la sua famiglia, fin dall’inizio del triennio, avesse chiesto agli insegnanti di cambiare il Pei (piano educativo individualizzato) della figlia, passando dal programma differenziato per gli alunni certificati a quello personalizzato per obiettivi minimi o equipollenti, che prevede l’ammissione al vero e proprio esame di Maturità. Ma il liceo Sabin non ha assecondato la loro richiesta.

Francesca e Alessandro Sorrentino avevano trovato una sponda di supporto nel Ceps di Bologna (Centro emiliano problemi sociali per la Trisomia 21), in CoorDown e nei docenti di Scienze della Formazione dell’Alma Mater, che si sono detti tutti disponibili per realizzare un progetto-pilota per la giovane studentessa e la sua classe. Poi, all’inizio di marzo, la doccia fredda: è arrivato il no definitivo da parte del consiglio di classe, preoccupato che per la ragazza la Maturità fosse un obiettivo troppo impegnativo e stressante, tanto da generare “senso di frustrazione“, come ha scritto la dirigente del liceo nella lettera che sancisce l’epilogo di questa storia tutt’altro che inclusiva.

“Il perché è quello che ci tormenta – aggiungono i genitori –. Anche la neuropsichiatra concordava: Nina poteva e voleva provarci a fare l’esame. Non abbiamo mai chiesto le venisse regalato il diploma, ma che le fosse data la possibilità di provarci”.

#lucenews #lucelanazione #disabilityinclusion #giornatamondialedellasindromedidown
Nancy Davis, una donna della Louisiana si è vista negare il diritto di abortire nonostante i suoi medici le avessero consigliato dopo la decina settimana di interrompere la gravidanza a seguito di una gravissima malformazione congenita del feto, l’acrania, ossia la mancanza del cranio, che non gli avrebbe permesso di sopravvivere che qualche giorno dopo il parto. Ma l’ospedale ha deciso di non procedere per il timore di violare la legge che vieta l’aborto se non in caso di pericolo di vita per la donna. I legali di Nancy Davis hanno denunciato “l’orribile posizione crudele in cui lo stato della Louisiana ha posto la donna lasciandole solo due scelte: portare avanti la gravidanza fino all’inevitabile morte del feto o viaggiare in un altro Stato per ottenere l’interruzione della gravidanza che aveva così dolorosamente deciso“. L’interessata, alla 14esima settimana di gestazione, sembra aver scelto la seconda strada.

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I Paesi che proibiscono completamente l’aborto sono 26, tra cui El Salvador, Nicaragua e la Repubblica Dominicana in America Latina, Repubblica Democratica del Congo e Senegal in Africa, Iraq e Filippine in Asia e Medio Oriente e, in ultimo, Malta e San Marino nell’area europea Alla 36enne della Louisiana è stato negato il diritto di abortire nonostante i suoi medici le avessero consigliato di interrompere la gravidanza a seguito di una gravissima malformazione del feto, l’acrania, che non gli avrebbe permesso di sopravvivere che qualche giorno dopo il parto. Ma i dottori non hanno potuto procedere perché “c’era battito cardiaco del feto” e nello Stato dopo la sentenza della Corte Suprema dello scorso giugno è entrata in vigore una legge che vieta l’aborto se non in caso di pericolo di vita per la donna. I legali della donna hanno denunciato “l’orribile posizione crudele in cui lo stato della Louisiana ha posto Nancy Davis lasciata con due scelte: portare avanti la gravidanza fino all’inevitabile morte del feto o spostarsi in un altro Stato per ottenere l’interruzione della gravidanza che aveva così dolorosamente deciso”.

La scelta di Nancy

Ed è questa la via scelta dalla donna, che è alla 14esima settimana di gestazione. Una portavoce dell’ospedale di Baton Rouge, che ha negato l’aborto alla donna, non ha commentato sul caso specifico ma, parlando con la Cnn, ha detto che “analizziamo le circostanze di ciascuna paziente per vedere come rimane nel rispetto delle attuali leggi dello Stato”. In effetti, tra le eccezioni al divieto all’aborto che la legge della Louisiana prevede vi è anche quello di una malformazione incurabile del feto, ma - si è giustificata la portavoce - la legge “appare complessa e contraddittoria” su questo aspetto. “A prescindere da quello che affermano i deputati della Louisiana, la legge sta avendo l’effetto sperato, spingendo i dottori a rifiutarsi di praticare interruzioni di gravidanza anche quando necessarie dal punto di vista medio nel timore di perdere la licenza o fronteggiare incriminazioni”, denuncia l’avvocato della donna. Il legale della donna ha affermato inoltre che la legge sta chiaramente avendo un impatto negativo. “Indipendentemente da ciò che affermano i legislatori della Louisiana, la legge sta avendo l’effetto previsto, costringendo i medici a rifiutarsi di eseguire aborti anche quando sono necessari dal punto di vista medico per paura di perdere le loro licenze o di dover affrontare accuse penali”, ha affermato Crump in una nota. Nancy Davis a partire da domenica stava progettando di recarsi in North Carolina – che ha un divieto di aborto da cui si qualifica per essere esentata – piuttosto che dare alla luce quello che sarebbe stato il suo secondo figlio, che avrebbe perso praticamente immediatamente.

La dichiarazione

“È difficile sapere che... lo sto portando per seppellirlo”, ha detto Davis a WAFB all’inizio di questo mese. La dichiarazione sull’ufficio di Crump che lavora a fianco di Nancy Davis si è fermata prima di dire quali sono i piani legali della loro parte, oltre a notare che aveva pianificato di raccogliere fondi per il suo viaggio di aborto fuori dallo stato attraverso una campagna GoFundMe online il cui obiettivo dichiarato è 20mila dollari. Ma la Davis ha detto a WAFB che "sperava che i legislatori statali considerassero condizioni mediche aggiuntive come eccezioni al divieto di aborto, che minaccia quanti pratichino l'interruzione con procedimenti penali e la perdita delle loro licenze mediche". “Questo è uno che deve essere in quell’elenco “, ha detto Nancy Davis di acrania. La dichiarazione dell’ufficio di Crump ha aggiunto: “La signora Nancy Davis è stata messa in una posizione orribilmente crudele. “La signora Davis ha dovuto sopportare un dolore emotivo impensabile e un rischio fisico crescente”.
La notizia della difficile situazione di Davis è emersa quasi nello stesso momento in cui un tribunale della Florida ha impedito a una ragazza di 16 anni incinta di abortire
La notizia della difficile situazione di Nancy Davis è emersa quasi nello stesso momento in cui un tribunale della Florida ha impedito a una ragazza di 16 anni incinta di abortire
La notizia della difficile situazione di Davis è emersa quasi nello stesso momento in cui un tribunale della Florida ha impedito a una ragazza di 16 anni incinta di abortire. Il tribunale ha ritenuto che la ragazza fosse troppo immatura per decidere se abortire o meno e quindi dovesse invece dare alla luce un bambino. Nel frattempo, all’inizio dell’estate, una ragazza dell’Ohio di 10 anni che è stata violentata e messa incinta ha dovuto recarsi nella vicina Indiana per interrompere la gravidanza a causa del divieto del suo stato sulla maggior parte degli aborti. Sebbene alcuni media e politici di destra si siano chiesti senza fondamento se la ragazza esistesse o fosse invece una bufala liberale per alimentare il sostegno ai diritti dell’aborto, da allora le autorità hanno accusato un uomo in relazione allo stupro della piccina, crimine che avrebbe confessato.

L’abbandono delle cliniche

Dimostranti per i diritti all'aborto protestano contro la decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti il ​​24 giugno 2022 ad Austin, in Texas
Dimostranti per i diritti all'aborto protestano contro la decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti il ​​24 giugno 2022 ad Austin, in Texas
Le tre cliniche che in Louisiana operano interventi per l’interruzione della gravidanza stanno lasciando lo Stato in seguito alla decisione della locale Corte Suprema che il 12 agosto ha ribadito le forti restrizioni in materia, in attesa di una pronuncia della magistratura. Non è chiaro quando le cliniche avranno completato il processo di trasferimento e dove si sposteranno. Secondo la legge in vigore in Louisiana, un aborto puo’ essere eseguito solo quando “necessario secondo un ragionevole giudizio medico per prevenire la morte o un rischio sostanziale di morte a causa di una condizione fisica, o per prevenire la compromissione grave e permanente di un organo di sostentamento vitale di una donna incinta .” Le tre strutture sanitarie, Hope Medical Group for Women a Shreveport, Women’s Health Care Center a New Orleans e Delta Clinic di Baton Rouge,fanno comunque sapere che non ritireranno i ricorsi contro la legislazione. La notizia del trasferimento è stata accolta con soddisfazione da parte degli attivisti antiabortisti. Benjamin Clapper, direttore esecutivo di Louisiana Right to Life, ha dichiarato il 16 agosto che la notizia delle cliniche che lasciano lo stato ha segnato una giornata storica. “Per la prima volta in quasi 50 anni, la Louisiana sarà libera da attività che esistono per porre fine alla vita di preziosi bambini non ancora nati”, ha affermato.

Nel mondo

Una donna è stata condannata a 50 anni di carcere per omicidio dopo un aborto spontaneo
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