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Home » Attualità » Love Advisor, la guida di Alessandro Pellizzari sui migliori (e peggiori) fidanzati

Love Advisor, la guida di Alessandro Pellizzari sui migliori (e peggiori) fidanzati

Narcisista, iracondo, debole: ben 30 tipologie dell'universo maschile elencate nel libro. E non mancano riferimenti agli incontri sui social

Loredana Del Ninno
27 Novembre 2022
Alessandro Pellizzari, giornalista, blogger e autore di "Love Advisor" (Facebook)

Alessandro Pellizzari, giornalista, blogger e autore di "Love Advisor" (Facebook)

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Cosa spinge un uomo, in tempi di rincorsa spasmodica alla par condicio, a scrivere una guida che insegna alla donne come tenere lontano i furbetti? Alessandro Pellizzari, giornalista, blogger e autore di “Love Advisor”, lo spiega. “Ho visto troppe donne innamorate dell’uomo sbagliato soffrire profondamente e a lungo. Spesso di ‘cialtroni’ o ‘truffatori’ amorosi, che promettono un futuro insieme sapendo di mentire e che oggi sono davvero troppi”.

La copertina del libro "Love Advisor"
La copertina del libro “Love Advisor”

Nel suo libro lei divide l’universo maschile in 30 tipologie, insegnando come riconoscerle ed evitarle. Quale considera la più pericolosa?

“Principalmente due: l’autentico narcisista e l’iracondo. Il vero narcisista è cattivo e gode nell’esercitare un potere nefasto sulle sue vittime. Oggi ti tratta da regina, domani ti scaraventa nella polvere. L’iracondo usa la violenza verbale. Comportamento mai da sottovalutare perché potrebbe essere l’anticamera della violenza fisica. Quale uomo che si dichiara innamorato potrebbe dare della poco di buono o insultare in pubblico la sua donna?”.

Qual è, invece, il profilo che le ispira più indulgenza?

“Quello del debole, combattuto fra ragione e sentimento, diviso tra quello che sarebbe più corretto fare e ciò che gli dicono i sentimenti. Nella categoria c’è chi infine ha il coraggio di scegliere l’amore, ma anche chi usa la debolezza come alibi per non decidere mai nulla, però fra questi buona parte è almeno in buona fede”.


Esistono tra le varie categorie caratteristiche comuni?

“La serialità, ovvero la tendenza a conquistare più donne come stile di vita. Altro attributo comune è il ricorso alle bugie in quantità e alle omissioni, che poi sono bugie travestite da silenzio. Non ultima quella di usare un’amante per tenere in piedi un matrimonio in crisi. Credo di sbagliare per difetto se azzardo che dietro almeno un 50% delle unioni in crisi cronica da più di uno-due anni c’è un’altra nel cassetto“.

Quali sono i segnali che sin da primo appuntamento dovrebbero insospettire?

“Campanelli d’allarme tipici sono le contraddizioni nel raccontare il passato sentimentale o il presente. Attenzione poi al fatto che ci sono in giro molti finti separati in casa – a questa tipologia dedico un profilo – e uomini che si dicono sull’orlo del divorzio o si dichiarano in cerca di una nuova compagna per dare una svolta. Spesso sono solo fandonie. Le donne dovrebbero ascoltare di più il loro sesto senso, che lancia messaggi da non trascurare. Occhio anche a chi parla poco di sé, si mantiene vago, cambia discorso e fa solo domande”.

Sempre più persone si conoscono sui social. Questo incrementa il rischio di incontri sbagliati?

“I social non vanno demonizzati, ma usati bene. Hanno il vantaggio di facilitare la ricerca di un uomo con cui iniziare a uscire, ma bisogna essere selettive e mantenersi caute. Per esempio, concedendo un primo appuntamento solo a chi se lo merita, analizzando attentamente il linguaggio usato e lo sforzo dimostrato nell’interagire, anche solo in chat. Occhio però al leone da tastiera, quello che si dilunga in messaggi e propone di fare solo sesso online“.

Alessandro Pellizzari durante la presentazione del libro a Milano
Alessandro Pellizzari durante la presentazione del libro a Milano

“Non meriti di soffrire” è una affermazione spesso usata dagli uomini per scaricare una donna, uscendosene pure da eroi. Esiste un frasario tipo a cui prestare attenzione?

“Esistono molte frasi classiche tipo ‘se solo ti avessi incontrato prima’. Non mi fiderei dei facili entusiasmi e delle dichiarazioni sfrenate troppo precoci, già nei primi mesi della relazione. Oppure dei progetti di vita in comune quando ancora ci si frequenta da poco, tipo casa insieme e figli futuri. Come scrivo nel mio libro, chi parla e messaggia tanto fa pochi fatti”.

Sul suo blog accoglie le confidenze di molte donne. Che idea si è fatto dell’amore al giorno d’oggi?

“La situazione non è rosea. Ci sono molti matrimoni bianchi, che sopravvivono solo grazie a un amante stampella. Il mercato dei single è inflazionato da ‘scapoli impenitenti’ e da ‘reduci ammaccati’, un altro dei profili del mio libro, che cercano una mamma o una crocerossina più che una compagna vera. Insomma il panorama non è dei migliori e le separazioni sono aumentate dopo la pandemia. Il fatto che i single disponibili non siano molto attrattivi spiega anche il successo degli uomini sposati, in genere più strutturati, e con più savoir faire.

Uomini, donne e parità. Siamo a buon punto?

“Per niente. Le amanti sono ancora considerate, in primis da molte donne, delle poco di buono o, se va bene, persone con poca autostima che se la vanno a cercare con gli uomini sposati. Ma il tradimento è il termometro che misura la febbre di un matrimonio malconcio, mai la provoca. E’ rarissimo che un’amante faccia saltare un legame che funziona. E poi le ‘rovina famiglie’ non esistono, basta con questi cliché, da medioevo. E gli uomini? Perdonati in molti casi da mogli, fidanzate e persino amanti, secondo me se la cavano un po’ troppo spesso impunemente”.

Il miglior consiglio per una single?

“Essere se stessa e non indossare maschere. Non accontentarsi ed essere sempre esigente con i nuovi pretendenti’, anche quando si vuole una storia leggera. Perché poi, se funziona, è facile innamorarsi, e allora meglio che sia da subito quello giusto”.

Si può ancora credere nell’esistenza di un 31esimo profilo “sano” sotto tutti i punti di vista?

“L’uomo giusto potrebbe coincidere con la tipologia numero 30, l’ufficiale gentiluomo, quello alla Richard Gere nel famoso film in cui lui, in candida divisa, nella scena finale porta lei in braccio fuori dalla fabbrica. Esistono ancora uomini che fanno quello che promettono, per fortuna”.

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  • Era il 1° febbraio 1945, quando la lotta per la conquista di questo diritto, partita tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, sulla scorta dei movimenti degli altri Paesi europei, raggiunse il suo obiettivo. Con un decreto legislativo, il Consiglio dei Ministri presieduto da Ivanoe Bonomi riconobbe il voto alle donne, su proposta di Palmiro Togliatti e Alcide De Gasperi. 

Durante la prima guerra mondiale le donne avevano sostituito al lavoro gli uomini che erano al fronte. La consapevolezza di aver assunto un ruolo ancora più centrale all’interno società oltre che della famiglia, crebbe e con essa la volontà di rivendicare i propri diritti. Già nel 1922 un deputato socialista, Emanuele Modigliani aveva presentato una proposta di legge per il diritto di voto femminile, che però non arrivò a essere discussa, per la Marcia su Roma. Mussolini ammise le donne al voto amministrativo nel 1924, ma per pura propaganda, poiché in seguito all’emanazione delle cosiddette “leggi fascistissime” tra il 1925 ed il 1926, le elezioni comunali vennero, di fatto, soppresse. Bisognerà aspettare la fine della guerra perché l’Italia affronti concretamente la questione.

Costituito il governo di liberazione nazionale, le donne si attivarono per entrare a far parte del corpo elettorale: la prima richiesta dell’ottobre 1944, venne avanzata dalla Commissione per il voto alle donne dell’Unione Donne Italiane (Udi), che si mobilitò per ottenere anche il diritto di eleggibilità (sancito da un successivo decreto datato 10 marzo 1946). Si arrivò così, dopo anni di battaglie per il suffragio universale, al primo febbraio 1945, data storica per l’Italia. Il decreto prevedeva la compilazione di liste elettorali femminili distinte da quelle maschili, ed escludeva però dal diritto le prostitute schedate che esercitavano “il meretricio fuori dei locali autorizzati”.

Le elezioni dell’esordio furono le amministrative tra marzo e aprile del 1946 e l’affluenza femminile superò l’89%. 

#lucenews #lucelanazione #dirittodivoto #womenrights #1febbraio1945
  • La regina del pulito Marie Kondo ha dichiarato di aver “un po’ rinunciato” a riordinare casa dopo la nascita del suo terzo figlio. La 38enne giapponese, considerata una "Dea dell’ordine", con i suoi best seller sull’economia domestica negli ultimi anni ha incitato e sostenuto gli sforzi dei comuni mortali di rimettere in sesto case e armadi all’insegna del cosa “provoca dentro una scintilla di gioia”. Ma l’esperta di decluttering, famosa in tutto il mondo, ha ammesso che con tre figli da accudire, la sua casa è oggi “disordinata”, ma ora il riordino non è più una priorità. 

Da quando è diventata madre di tre bambini, ha dichiarato che il suo stile di vita è cambiato e che la sua attenzione si è spostata dall’organizzazione alla ricerca di modi semplici per rendere felici le abitudini di tutti i giorni: "Fino a oggi sono stata una organizzatrice di professione e ho dunque fatto il mio meglio per tenere in ordine la mia casa tutto il tempo”, e anche se adesso “ci ho rinunciato, il modo in cui trascorro il mio tempo è quello giusto per me in questo momento, in questa fase della mia vita”.

✍ Marianna Grazi 

#lucenews #lucelanazione #mariekondo
  • La second hand, ossia l’oggetto di seconda mano, è una moda che negli ultimi anni sta diventando sempre più un’abitudine dei consumatori. Accumulare roba negli armadi, nei cassetti, in cantina, non è più un disagio che riguarda soltanto chi soffre di disposofobia, ossia di chi è affetto da sindrome dell’accumulatore compulsivo. Se l’acquisto è l’unica azione che rende felice l’uomo moderno, non riuscire a liberarsene è la condanna di molti.

Secondo quanto emerge dall’Osservatorio Second-hand Economy 2021, realizzato da BVA Doxa per Subito.it, sono 23 milioni gli italiani che, nel 2021, hanno fatto ricorso alla compravendita di oggetti usati grazie alle piattaforme online. Il 52% degli italiani ha comprato e/o venduto oggetti usati, tra questi il 15% lo ha fatto per la prima volta. L’esperienza di compravendita online di second hand è quella preferita, quasi il 50% degli affari si conclude online anche perché il sistema di vendita è simile a un comune eCommerce: internet è il canale più veloce per quasi la metà dei rispondenti (49%), inoltre offre una scelta più ampia (43%) e si può gestire comodamente da casa (41%). Comprare second hand diventa una sana abitudine che attrae ogni anno nuove persone, è al terzo posto tra i comportamenti sostenibili più messi in atto dagli italiani (52%) – preceduto sempre dalla raccolta differenziata (94%) e l’acquisto di lampadine a LED (71%) –, con picchi ancora più alti di adozione nel 2021 da parte dei laureati (68%), di chi appartiene alla generazione Z (66%), di chi ha 35-44 anni (70%) e delle famiglie con bambini (68%). 

Ma perché concretamente si acquista l’usato? Nel 2021 le prime tre motivazioni che inducono a comprare beni usati sono: il risparmio (56%, in crescita di 6 punti percentuali rispetto al 2020), l’essere contrari agli sprechi e credere nel riuso (49%) e la convinzione che la second hand sia un modo intelligente di fare economia e che rende molti oggetti più accessibili (43%). 

✍E tu? Hai mai comprato accessori oppure oggetti di seconda mano? Cosa ne pensi?

#lucenews #lucelanazione #secondhand #vintage
  • È iniziata come una sorta di sfida personale, come spesso accade tra i ragazzi della sua età, per testare le proprie capacità e resistenza in modo divertente. Poi però, per Isaac Ortman, adolescente del Minnesota, dormire nel cortile della sua casa è diventata una missione. 

“Non credo che la cosa finisca presto, potrei anche continuare fino all’università – ha detto il 14enne di Duluth -. È molto divertente e non sono pronto a smettere”. 

Tanto che ormai ha trascorso oltre 1.000 notti sotto le stelle. Il giovane, che fa il boy scout, come una specie di moderno Barone Rampante ha scoperto per caso il piacere di trascorrere le ore di sonno fuori dalle mura di casa, persino quando la temperatura è scesa a quadi 40 gradi sotto lo zero. Tutto è iniziato circa tre anni fa, nella baita della sua famiglia a 30 miglia da casa, diventando ben presto una routine notturna. Il giovane Ortman ricorda bene il giorno in cui ha abbandonato la sua camera da letto per un’amaca e un sacco a pelo, il 17 aprile 2020, quando era appena in prima media: “Stavo dormendo fuori dalla nostra baita e ho pensato: ‘Wow, potrei provare a dormire all’aperto per una settimana’. Così ho fatto e ho deciso di continuare”. 

“Non si stanca mai: ogni notte è una nuova avventura“, ha detto il padre Andrew Ortman, 48 anni e capo del suo gruppo scout. 

Sua mamma Melissa era un po’ preoccupata quella notte, lei e il padre gli hanno permesso di continuare la sua routine. “Sa che deve entrare in casa se qualcosa non va bene. Dopo 1.000 notti, ha la nostra fiducia. Da quando ha iniziato a farlo, è cresciuto sotto molti aspetti, e non solo in termini di statura”, dice orgogliosa. 

“Non lo sto facendo per nessun record o per una causa, mi sto solo divertendo. Ma con il ragazzo che dorme in Inghilterra, credo si possa dire che si tratta di una gara non ufficiale”, ha detto Isaac riferendosi all’adolescente inglese Max Woosey, che ha iniziato la sua maratona di sonno all’aperto il 29 marzo 2020, con l’obiettivo di raccogliere fondi per un ospedale che cura un suo anziano amico.

#lucenews #isaacortman #minnesota #boyscout
Cosa spinge un uomo, in tempi di rincorsa spasmodica alla par condicio, a scrivere una guida che insegna alla donne come tenere lontano i furbetti? Alessandro Pellizzari, giornalista, blogger e autore di "Love Advisor", lo spiega. "Ho visto troppe donne innamorate dell’uomo sbagliato soffrire profondamente e a lungo. Spesso di 'cialtroni' o 'truffatori' amorosi, che promettono un futuro insieme sapendo di mentire e che oggi sono davvero troppi".
La copertina del libro "Love Advisor"
La copertina del libro "Love Advisor"
Nel suo libro lei divide l’universo maschile in 30 tipologie, insegnando come riconoscerle ed evitarle. Quale considera la più pericolosa?

"Principalmente due: l’autentico narcisista e l’iracondo. Il vero narcisista è cattivo e gode nell’esercitare un potere nefasto sulle sue vittime. Oggi ti tratta da regina, domani ti scaraventa nella polvere. L’iracondo usa la violenza verbale. Comportamento mai da sottovalutare perché potrebbe essere l’anticamera della violenza fisica. Quale uomo che si dichiara innamorato potrebbe dare della poco di buono o insultare in pubblico la sua donna?".

Qual è, invece, il profilo che le ispira più indulgenza?

"Quello del debole, combattuto fra ragione e sentimento, diviso tra quello che sarebbe più corretto fare e ciò che gli dicono i sentimenti. Nella categoria c’è chi infine ha il coraggio di scegliere l’amore, ma anche chi usa la debolezza come alibi per non decidere mai nulla, però fra questi buona parte è almeno in buona fede".

Esistono tra le varie categorie caratteristiche comuni?

"La serialità, ovvero la tendenza a conquistare più donne come stile di vita. Altro attributo comune è il ricorso alle bugie in quantità e alle omissioni, che poi sono bugie travestite da silenzio. Non ultima quella di usare un’amante per tenere in piedi un matrimonio in crisi. Credo di sbagliare per difetto se azzardo che dietro almeno un 50% delle unioni in crisi cronica da più di uno-due anni c’è un’altra nel cassetto".

Quali sono i segnali che sin da primo appuntamento dovrebbero insospettire?

"Campanelli d’allarme tipici sono le contraddizioni nel raccontare il passato sentimentale o il presente. Attenzione poi al fatto che ci sono in giro molti finti separati in casa - a questa tipologia dedico un profilo - e uomini che si dicono sull’orlo del divorzio o si dichiarano in cerca di una nuova compagna per dare una svolta. Spesso sono solo fandonie. Le donne dovrebbero ascoltare di più il loro sesto senso, che lancia messaggi da non trascurare. Occhio anche a chi parla poco di sé, si mantiene vago, cambia discorso e fa solo domande".

Sempre più persone si conoscono sui social. Questo incrementa il rischio di incontri sbagliati?

"I social non vanno demonizzati, ma usati bene. Hanno il vantaggio di facilitare la ricerca di un uomo con cui iniziare a uscire, ma bisogna essere selettive e mantenersi caute. Per esempio, concedendo un primo appuntamento solo a chi se lo merita, analizzando attentamente il linguaggio usato e lo sforzo dimostrato nell’interagire, anche solo in chat. Occhio però al leone da tastiera, quello che si dilunga in messaggi e propone di fare solo sesso online".

Alessandro Pellizzari durante la presentazione del libro a Milano
Alessandro Pellizzari durante la presentazione del libro a Milano
"Non meriti di soffrire" è una affermazione spesso usata dagli uomini per scaricare una donna, uscendosene pure da eroi. Esiste un frasario tipo a cui prestare attenzione?

"Esistono molte frasi classiche tipo 'se solo ti avessi incontrato prima'. Non mi fiderei dei facili entusiasmi e delle dichiarazioni sfrenate troppo precoci, già nei primi mesi della relazione. Oppure dei progetti di vita in comune quando ancora ci si frequenta da poco, tipo casa insieme e figli futuri. Come scrivo nel mio libro, chi parla e messaggia tanto fa pochi fatti".

Sul suo blog accoglie le confidenze di molte donne. Che idea si è fatto dell'amore al giorno d'oggi?

"La situazione non è rosea. Ci sono molti matrimoni bianchi, che sopravvivono solo grazie a un amante stampella. Il mercato dei single è inflazionato da 'scapoli impenitenti' e da 'reduci ammaccati', un altro dei profili del mio libro, che cercano una mamma o una crocerossina più che una compagna vera. Insomma il panorama non è dei migliori e le separazioni sono aumentate dopo la pandemia. Il fatto che i single disponibili non siano molto attrattivi spiega anche il successo degli uomini sposati, in genere più strutturati, e con più savoir faire.

Uomini, donne e parità. Siamo a buon punto?

"Per niente. Le amanti sono ancora considerate, in primis da molte donne, delle poco di buono o, se va bene, persone con poca autostima che se la vanno a cercare con gli uomini sposati. Ma il tradimento è il termometro che misura la febbre di un matrimonio malconcio, mai la provoca. E’ rarissimo che un’amante faccia saltare un legame che funziona. E poi le 'rovina famiglie' non esistono, basta con questi cliché, da medioevo. E gli uomini? Perdonati in molti casi da mogli, fidanzate e persino amanti, secondo me se la cavano un po’ troppo spesso impunemente".

Il miglior consiglio per una single?

"Essere se stessa e non indossare maschere. Non accontentarsi ed essere sempre esigente con i nuovi pretendenti', anche quando si vuole una storia leggera. Perché poi, se funziona, è facile innamorarsi, e allora meglio che sia da subito quello giusto".

Si può ancora credere nell'esistenza di un 31esimo profilo "sano" sotto tutti i punti di vista?

"L’uomo giusto potrebbe coincidere con la tipologia numero 30, l’ufficiale gentiluomo, quello alla Richard Gere nel famoso film in cui lui, in candida divisa, nella scena finale porta lei in braccio fuori dalla fabbrica. Esistono ancora uomini che fanno quello che promettono, per fortuna".

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