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Luana, la ragazza che scelse di diventare madre. E sua madre Emma, che ora ritorna mamma per il piccolo Alessio

di STEFANO CECCHI -
9 maggio 2021
Luana

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Se l’è portata via un drago meccanico chiamato orditoio e anche la sua storia sembra provenire da un mondo antico.  Luana D’Orazio aveva solo 22 anni ma era già la prova che il capolavoro di Dio è il cuore di una madre. Forse lo era diventata troppo presto, a 17 anni, ma se aveva sbagliato il padre era lo stesso convinta che Alessio, il bimbo che oggi ha 5 anni, non era certo la cosa sbagliata. Per lui aveva fatto scelte di vita segnanti, l’addio alla scuola, il lavoro prima come cameriera e poi in fabbrica. Molti penserebbero a una rinuncia, per lei era il modo più limpido per non rinunciare a vivere. Sì, aveva sogni grandi Luana. Il viaggio già fatto a Verona col nuovo fidanzato, Alberto anche lui operaio di 28 anni, e quello da fare insieme a Parigi «appena avremo i soldi per permettercelo». Chi ha tutto non trova niente in niente. Lei, dovendosi conquistare tutto, trovava molto anche nel piccolo. Il segreto della felicità, probabilmente. Luana, che guardava tutte le puntate di Amici e aveva fatto la comparsa in un film di Pieraccioni. Luana, che amava un profumo di Jean Paul Gaultier «pagato 80 euro» e la sera prima di dormire si faceva spalmare dalla mamma la crema anti cellulite «perché, non vedi? Qua un po’ ce l’ho». L’ultima sera che sarebbe stata felice è andata al pub col fidanzato, poi il sonno e l’ultimo bacio alle 5 del mattino quando è già tempo di fabbrica: « Ci sentiamo poi». Non si sarebbero più sentiti. Luana è morta stritolata dalla macchina-drago, come succedeva nell’800. Le chiamano morti bianche ma ora sembra nero tutto. Emma Marrazzo, la mamma di Luana, oggi è una donna senza nome. La figlia a cui hanno ucciso il padre è orfana. La moglie a cui hanno ucciso il marito è vedova. E la madre a cui hanno ucciso la figlia cos’é? Calabrese, era arrivata in Toscana col marito inseguendo anche loro un lavoro. In quinta elementare comprò a Luana il primo cellulare: «Avevo chiesto alle maestre se lo poteva tenere in classe per rispondere a me, sa ero un po’ apprensiva». Oggi vive il suo strazio con la dignità e la pietas di chi conosce la fatica quotidiana del vivere: «Penserò io ad Alessio. Non gli faremo mancare niente anche se gli mancherà la cosa più importante, sua mamma» Emma è Luana, madri così diverse così uguali: forse la festa di oggi è loro come di poche altre.