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Home » Attualità » Un grido per la Pace: le piazze italiane si tingono d’arcobaleno per dire stop alla guerra

Un grido per la Pace: le piazze italiane si tingono d’arcobaleno per dire stop alla guerra

Anche la comunità Lgbtq+ italiana ha partecipato sabato 5 novembre ai cortei che si sono svolti nelle principali città italiane

Marianna Grazi
6 Novembre 2022
Alcuni manifestanti in piazza della Repubblica a Roma, per il corteo della Pace convocato dalla Coalizione "Europe for Peace"

Alcuni manifestanti in piazza della Repubblica a Roma, per il corteo della Pace convocato dalla Coalizione "Europe for Peace"

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Opposizioni divise, tra Roma e Milano, voci che non sempre trovano un unico accordo, ma il grido è univoco. In Italia sfila il popolo della pace. Da Roma, dove sarebbero stati in 100mila i partecipanti, alla ‘piazza non politicizzata’ di Milano, da Torino a Napoli. Le piazze piene, le bandiere con la colomba bianca stilizzata, i cartelli per chiedere “un cessate il fuoco immediato” della guerra in Ucraina.
Ma se i partiti italiani, in particolare quelli della sinistra, oggi all’opposizione, anche in questa occasione si sono dimostrati divisi, con il Pd addirittura spaccato, a fare da collante alle manifestazioni sono stati i cittadini e le cittadine italiane, uniti sotto il vessillo pacifico della bandiera arcobaleno (nel capoluogo lombardo per lo più invece sventolavano quelle giallo-azzurre dell’Ucraina).

Manifestazione per la pace
Manifestazioni per la pace a Roma e Milano e in altre città italiane

La associazioni LGBTQIA+ aderiscono a Europe for Peace

Ad aderire al corteo romano “Europe for Peace” sono state anche le associazioni LGBTQIA+ italiane, “per condannare la propaganda ‘anti-LGBT’ e contro l’Europa di Vladimir Putin”. A sottoscrivere la partecipazione le sigle nazionali: da Arcigay ad Agedo, dal Mario Mieli a Famiglie Arcobaleno e Gaynet. “La pace è necessaria e doverosa, e per essere duratura non può prescindere dalla condanna dell’odio, della repressione e dell’autoritarismo – spiegano le associazioni nella nota di adesione -. L’invasione russa dell’Ucraina, a prescindere dalle numerose ragioni geopolitiche, è stata giustificata da una propaganda ben precisa contro i principi di libertà e democrazia e i principali bersagli individuati sono i Pride, e famiglie omogenitoriali e le persone LGBTQIA+“.

Ad aderire alla manifestazione “Europe for Peace” sono state anche le associazoni Lgbtq+ italiane

Secondo le organizzazioni italiane che ogni giorno si impegnano in difesa dei diritti della comunità, “la nuova legge russa impedisce persino di pronunciare in pubblico la parola ‘gay’: se esiste qualcosa di ancora più devastante della guerra, è il fatto che essa sia motivata dallo spirito di purificare la società da una determinata categoria di persone, uno scenario di cui la storia del Novecento ha mostrato le conseguenze più atroci e disumane. Il nostro appello – proseguono – giunge in un momento in cui anche l’Italia sembra guardare al modello russo, basti vedere i recenti fatti in Sapienza a Roma e il nuovo, controverso, decreto legge detto ‘anti-rave’. Chiediamo con fermezza – conclude la nota – che le forze che si troveranno a negoziare condannino senza esitazione la pericolosa propaganda d’odio contro la libertà di esprimere la propria identità di genere e orientamento sessuale”.

“Per la pace e contro le leggi omofobe di Putin”

Manifestazione per la pace a Milano

Se Roma chiama, Milano risponde. E lo fa con gli stessi principi, con gli stessi valori alzati a vessillo pacifista. “Aderiamo con convinzione agli appelli per la pace e contro le leggi omofobe di Putin che giungono dalle manifestazioni in programma oggi in due importanti città italiane e scendiamo convintamente in piazza a Milano assieme ai gruppi d’area liberale che non hanno dubbi e timori nel sostenere con decisione il diritto alla difesa dell’Ucraina”. Così in una nota il presidente Luca Maggioni e il tesoriere dell’associazione GayLib, Nicola Bertoglio. “Un appello che comunque ribadisce la violenta omofobia presente nelle leggi ratificate e applicate in Russia. Senza considerare il grave impatto sociale che da un lato, ormai da anni, terrorizza la comunità lgbt esponendo persone di ogni età, anche ragazzi molto giovani, al rischio di gravissimi attacchi di bullismo e violenza a sfondo omofobico” prosegue la nota. “Cogliamo inoltre l’occasione – concludono Maggioni e Bertoglio – per ribadire il nostro sostegno e affetto all’organizzazione KyivPride e a tutti gli attivisti lgbtq che ovunque si battono per la pace e i diritti”.

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L’adolescente originaria della regione dell’Arkhangelsk (che si trova a nord-ovest della Russia) da alcuni mesi si trova agli arresti domiciliari, nell’appartamento della madre a Severodvinsk. Un dispositivo di localizzazione, che le hanno applicato alla caviglia, ne traccia ogni spostamento: non è autorizzata ad accedere a Internet né a comunicare con l’esterno.

La ragazza è stata definita terrorista ed estremista e messa sullo stesso piano di talebani e appartenenti a Isis e al Qaeda. La sua colpa? Aver condiviso su Instagram una storia sull’esplosione del ponte di Crimea in ottobre scorso, criticando la Russia per aver invaso l’Ucraina. La studentessa Krivtsova, secondo quanto riporta la Cnn, “sta anche affrontando accuse penali per aver screditato l’esercito russo in un presunto repost critico della guerra in una chat studentesca sul social network russo Vk”. 

Le posizioni dell’allieva della scuola di scienze sociali dell’Università federale dell’Artico (Narfu) in merito all’invasione della Russia in Ucraina sono ben chiare, tanto che la giovane si è tatuata sulla caviglia la faccia del presidente russo Vladimir Putin su un corpo di un ragno. Accanto, la parole “il Grande Fratello ti sta guardando”.

Di Barbara Berti ✍

#lucenews #lucelanazione #russia
Opposizioni divise, tra Roma e Milano, voci che non sempre trovano un unico accordo, ma il grido è univoco. In Italia sfila il popolo della pace. Da Roma, dove sarebbero stati in 100mila i partecipanti, alla 'piazza non politicizzata' di Milano, da Torino a Napoli. Le piazze piene, le bandiere con la colomba bianca stilizzata, i cartelli per chiedere "un cessate il fuoco immediato" della guerra in Ucraina. Ma se i partiti italiani, in particolare quelli della sinistra, oggi all'opposizione, anche in questa occasione si sono dimostrati divisi, con il Pd addirittura spaccato, a fare da collante alle manifestazioni sono stati i cittadini e le cittadine italiane, uniti sotto il vessillo pacifico della bandiera arcobaleno (nel capoluogo lombardo per lo più invece sventolavano quelle giallo-azzurre dell'Ucraina).
Manifestazione per la pace
Manifestazioni per la pace a Roma e Milano e in altre città italiane

La associazioni LGBTQIA+ aderiscono a Europe for Peace

Ad aderire al corteo romano "Europe for Peace" sono state anche le associazioni LGBTQIA+ italiane, "per condannare la propaganda 'anti-LGBT' e contro l'Europa di Vladimir Putin". A sottoscrivere la partecipazione le sigle nazionali: da Arcigay ad Agedo, dal Mario Mieli a Famiglie Arcobaleno e Gaynet. "La pace è necessaria e doverosa, e per essere duratura non può prescindere dalla condanna dell'odio, della repressione e dell'autoritarismo - spiegano le associazioni nella nota di adesione -. L'invasione russa dell'Ucraina, a prescindere dalle numerose ragioni geopolitiche, è stata giustificata da una propaganda ben precisa contro i principi di libertà e democrazia e i principali bersagli individuati sono i Pride, e famiglie omogenitoriali e le persone LGBTQIA+".
Ad aderire alla manifestazione "Europe for Peace" sono state anche le associazoni Lgbtq+ italiane
Secondo le organizzazioni italiane che ogni giorno si impegnano in difesa dei diritti della comunità, "la nuova legge russa impedisce persino di pronunciare in pubblico la parola 'gay': se esiste qualcosa di ancora più devastante della guerra, è il fatto che essa sia motivata dallo spirito di purificare la società da una determinata categoria di persone, uno scenario di cui la storia del Novecento ha mostrato le conseguenze più atroci e disumane. Il nostro appello - proseguono - giunge in un momento in cui anche l'Italia sembra guardare al modello russo, basti vedere i recenti fatti in Sapienza a Roma e il nuovo, controverso, decreto legge detto 'anti-rave'. Chiediamo con fermezza - conclude la nota - che le forze che si troveranno a negoziare condannino senza esitazione la pericolosa propaganda d'odio contro la libertà di esprimere la propria identità di genere e orientamento sessuale".

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