Main Partner

main partnermain partnermain partner

Partner

main partner

Marisa Laurito lancia un petizione a favore delle Donne dell’Iran: "Non facciamo gli struzzi"

Nella mattina del giorno di Natale l'appello contro e crudeltà del regime islamico ha già raccolto 42mila firme: "Siamo a conoscenza di numerose mutilazioni, violenze sessuali, stupri collettivi e organi asportati"

di LETIZIA CINI -
25 dicembre 2022
combo Marisa Laurito

combo Marisa Laurito

Anche il mondo dello spettacolo si mobilita per le donne iraniane. Marisa Laurito lancia un petizione diretta a Supreme Leader Ali Khamenei: si tratta di una raccolta firme a favore delle Donne dell’Iran Donna Vita Libertà su Change, nella quale annuncia che sarà presente al presidio del 7 gennaio, alle ore 12, al Teatro Trianon di Napoli coi altri rappresentanti del mondo artistico e musicali.
Un Influente gruppo clericale intransigente in Iran oltre alle esecuzioni ha chiesto di punire i manifestanti tagliando loro le dita delle mani e dei piedi

Un influente gruppo clericale intransigente in Iran oltre alle esecuzioni ha chiesto di punire i manifestanti tagliando loro le dita delle mani e dei piedi

"Noi siamo con i giovani e le giovani iraniane che combattono per la libertà - si legge nella petizione già arrivata a metà mattina del giorno di Natale a 41.838 firme (a 50.000 rientrerà nel 2% di quelle più firmate su Change.org Italia) - . Quando colpite uno di loro colpite l’intera umanità“, prosegue il testo che porta la firma di Marisa Laurito, Luciano Stella, Tosca, Edoardo Bennato, Nino Daniele, Andrea Morniroli, Desiree Klain, Alfredo Guardiano, Tiziana Ciavardini, Gianni Pinto insieme con un gruppo di artisti, intellettuali e volontari della società civile che hanno a cuore le sorti del popolo iraniano: “Chiediamo la fine delle esecuzioni capitali e il rilascio dei manifestanti arrestati“, il loro appello.

La mattanza delle donne iraniane

Era il 16 settembre 2022 quando Masha Amini, una giovane donna curda, venne uccisa a Tehran mentre si trovava in custodia della polizia morale. Da allora migliaia di persone coraggiose hanno manifestato pacificamente contro il Regime Islamico in Iran. Regime che ha risposto solo con violenza e atrocità. Ad oggi sono oltre 18 mila i manifestanti arrestati e decine di loro rischiano di essere giustiziati a breve. “Il mondo è a conoscenza di quello che si sta perpetrando nella Repubblica Islamica e non può più rimanere silente - scrivono i firmatari della petizione - . Vediamo donne e uomini arrestati, violentati, torturati e uccisi solo per avere protestato per la richiesta dei propri diritti basilari. Siamo a conoscenza di numerose mutilazioni, violenze sessuali, stupri collettivi, organi asportati, cadaveri non consegnati ai familiari e sepolti in luoghi sconosciuti. Sappiamo di processi iniqui senza appello, senza avvocati, senza testimoni e senza prove. Giovani dichiarati morti per suicidio, ma con evidenti segni di percosse e fratture delle ossa. Abbiamo visto le foto di minorenni uccisi senza pietà, di ragazzi e ragazze avvelenati nelle mense universitarie, di manifestanti colpiti in volto o ai genitali, di uomini e donne senza occhi, perché colpiti dai proiettili. Sappiamo di funerali non concessi e di numerose persone scomparse solo per aver richiesto notizie dei propri cari".

Le richieste

La polizia si contra coi manifestanti dopo la morte di un’altra ragazza, picchiata a morte dalle autorità durante le proteste di venerdì scorso

La polizia si contra coi manifestanti dopo la morte di un’altra ragazza, picchiata a morte dalle autorità durante le proteste dei giorni scorsi

"Siamo venuti a conoscenza dell’uso di droghe allucinogene da parte delle forze di sicurezza, con il fine di picchiare più violentemente i rivoltosi - prosegue il testo - . Alla luce di quanto sopra è evidente che la Repubblica Islamica dell’Iran stia violando tutti i principi della ‘Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo’ di cui è firmataria e che si fonda sui valori indivisibili e universali di dignità umana, di libertà, di uguaglianza e di solidarietà. Chiediamo al Leader Supremo Ali Khamenei l’immediata fine delle esecuzioni capitali e la fine delle repressioni da parte del regime sul popolo iraniano. Desideriamo che venga data la possibilità a tutte le donne e uomini iraniani di poter manifestare la propria disperazione nei confronti del sistema iraniano. Un regime che da circa 44 anni non ha mai concesso il diritto fondamentale di ogni essere umano: la libertà. In questo appello chiediamo inoltre al Premier Giorgia Meloni e al Ministro degli Esteri Antonio Tajani di prendere una posizione decisa nei confronti del Regime Iraniano; al Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella di convocare immediatamente all’atto del suo insediamento l’ambasciatore iraniano, dichiarandolo “persona non grata” e di richiamare il nostro ambasciatore in Iran per consultazioni. Chiediamo, infine, al presidente della commissione europea Von Der Leyen di mettere in campo tutte le iniziative di competenza dell’Unione per assicurare il rispetto dei diritti fondamentali in Iran".
Marisa Laurito lancia un petizione diretta a Supreme Leader Ali Khamenei: si tratta di una raccolta firme a favore delle Donne dell’Iran “Donna Vita Libertà“ su Change

Marisa Laurito lancia un petizione diretta a Supreme Leader Ali Khamenei: si tratta di una raccolta firme a favore delle Donne dell’Iran “Donna Vita Libertà“ su Change

Trasmesso all’interno del programma di Rai Tre, l’appello dell’attrice Maurisa Laurito ha colpito e commosso. “Non possiamo mettere la testa sotto la sabbia come gli struzzi...sono ragazzi che lottano per la libertà e li stanno ammazzando”. La Laurito ha ricordato che il prossimo 7 gennaio 2023 il teatro Trianon Viviani, di cui è direttrice artistica, ospiterà una manifestazione pro Iran in contemporanea con il teatro Officine Pasolini a Roma.

Natale di sangue in Iran

Mahsa Amini, la 22 enne curdo-iraniana deceduta dopo l’arresto della polizia morale per non aver indossato correttamente il velo nel settembre scorso

Mahsa Amini, la 22 enne curdo-iraniana deceduta dopo l’arresto della polizia morale per non aver indossato correttamente il velo nel settembre scorso

È arrivata la mattina di Natale l'ennesima notizia agghiacciante dal paese islamico: un influente gruppo clericale intransigente in Iran oltre alle esecuzioni ha chiesto di punire i manifestanti tagliando loro le dita delle mani e dei piedi. Lo riporta il portale Iran International, precisando che l’Associazione degli insegnanti di Qom ha esortato le autorità a proseguire con le esecuzioni capitali ma a utilizzare anche la punizione dell’amputazione per dissuadere chiunque intenda unirsi alle proteste scatenate dopo la morte a metà settembre di Mahsa Amini, la 22 enne curdo-iraniana deceduta dopo l’arresto della polizia morale per non aver indossato correttamente il velo. L’associazione (Jamèe Moddaresin-e Howzeh Elmiye-ye Qom) ha suggerito che chiunque "istighi alla paura nella società -- presumibilmente partecipando a proteste antigovernative - è un belligerante (mohareb) che nelle leggi iraniane basate sulla Sharia è punibile con la morte, la crocifissione, la recisione degli arti e/o l’esilio. Queste la realtà dei fatti.