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Home » Attualità » Matrimoni in calo, la Regione Lazio regala 2mila euro alle coppie che vogliono sposarsi

Matrimoni in calo, la Regione Lazio regala 2mila euro alle coppie che vogliono sposarsi

Con l'iniziativa "Nel Lazio con Amore" la regione vuole aiutare le coppie che hanno rimandato le nozze e le aziende della filiera del wedding particolarmente colpite dalla crisi della pandemia. Ecco chi può richiedere il bonus e come presentare la domanda

Remy Morandi
13 Marzo 2022
Matrimonio

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Il numero di matrimoni in Italia è crollato di quasi il 25% in dieci anni. A certificarlo è l’Istat. Gli italiani si sposano sempre di meno e divorziano sempre di più. C’è però qualcuno che ha deciso di voler invertire questa rotta, cercando di salvare quello che rimane di una delle più antiche istituzioni della società. È la regione Lazio, che ha deciso di regalare 2.000 euro alle coppie che vogliono sposarsi.

L’iniziativa è stata chiamata “Nel Lazio con Amore” ed è nata, spiega la Regione, per aiutare le coppie e le aziende della filiera del wedding particolarmente colpite dalla crisi della pandemia da Covid-19. Così la Regione Lazio ha deciso di finanziare con 10 milioni di euro un bando per tutte le coppie, italiane e straniere, che intendono sposarsi o unirsi in un matrimonio civile. Grazie al bando “Nel Lazio con Amore”, valido dal primo gennaio 2022 al 31 dicembre 2022, le coppie riceveranno un bonus da 2.000 euro per affrontare le spese delle nozze.

Chi può ricevere i 2mila euro

Nel sito della Regione, si legge che i beneficiari del bonus da 2mila euro sono “coppie, italiane e straniere, che contraggono matrimonio o unione civile nel Lazio dal 1° gennaio al 31 dicembre 2022. Può presentare domanda per ciascuna coppia uno solo dei soggetti, in possesso dei requisiti e delle condizioni indicate dal bando”.

“Nel Lazio con Amore”, il bando della Regione Lazio per le coppie che vogliono sposarsi

Quali spese sono ammesse

L’obiettivo della Regione Lazio è sia quello di promuovere i matrimoni dei propri cittadini, sia quello di sostenere economicamente le imprese laziali del wedding. Per questo motivo le spese ammesse con il bonus da 2mila euro sono quelle effettutate, si continua a leggere sul sito della Regione, “presso imprese del Lazio, pertinenti all’evento del matrimonio o dell’unione civile”. In particolare, vengono ammesse le seguenti spese: acquisto di bomboniere, noleggio di auto da cerimonia, acquisto dell’abito e degli accessori da cerimonia, addobbi floreali, servizi di catering e ristorazione (massimo 700 euro), servizi alla persona legati al giorno del matrimonio (acconciatura e trucco), viaggio di nozze (massimo 700 euro), affitto sale e location per cerimonia e banchetto, servizi di riprese video e book fotografico, servizi di animazione, intrattenimento e spettacolo, servizio di wedding planner, acquisto di fedi nuziali e stampa delle partecipazioni.

La regione spiega inoltre che ogni spesa per essere ammessa deve essere sostenuta nel periodo compreso tra il 14 dicembre 2021 e il 31 gennaio 2023; non deve essere stata effettuata tramite e-commerce (quindi con acquisti online); deve essere stata effettuata con sistemi tracciabili (ovvero bonifici o pagamenti elettronici); deve essere documentata attraverso fatture, ricevute o documenti contabili; deve presentare una causale compatibile con le attività per le quali viene concesso il contributo; e deve essere infine dimostrata attraverso un documento di pagamento con importo identico a quello del documento di spesa.

Come chiedere il bonus

La domanda per chiedere il bonus da 2mila euro deve essere presentata attraverso lo sportello telematico della Regione al sito https://regione.lazio.it/nellazioconamore. La Regione ha preparato anche un video tutorial su Youtube (qui il link) che spiega passo dopo passo come presentare la domanda. Eventuali problemi in fase di caricamento della domanda possono essere inoltrati all’indirizzo mail [email protected], mentre chiarimenti possono essere richiesti a quest’altro indirizzo mail: [email protected]

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  • Nino Gennaro cresce in un paese complesso, difficile, famigerato per essere stato il regno del boss Liggio, impegnandosi attivamente in politica; nel 1975 è infatti responsabile dell’organizzazione della prima Festa della Donna, figura tra gli animatori del circolo Placido Rizzotto, presto chiuso e, sempre più emarginato dalla collettività, si trova poi coinvolto direttamente nel caso di una sua amica, percossa dal padre perché lo frequentava e che sporse denuncia contro il genitore, fatto che ebbe grande risonanza sui media. Con lei si trasferì poi a Palermo e qui comincia la sua attività pubblica come scrittore; si tratta di una creatività onnivora, che si confronta in diretta con la cronaca, lasciando però spazio alla definizione di mitologie del corpo e del desiderio, in una dimensione che vuole comunque sempre essere civile, di testimonianza.

Nel 1980 a Palermo si avviano le attività del suo gruppo teatrale “Teatro Madre”, che sceglie una dimensione urbana, andando in scena nei luoghi più diversi e spesso con attori non professionisti (i testi si intitolano “Bocca viziosa”, “La faccia è erotica”, “Il tardo mafioso Impero”), all’inseguimento di un cortocircuito scena/vita. Già il logo della compagnia colpisce l’attenzione: un cuore trafitto da una svastica, che vuole alludere alla pesantezza dei legami familiari, delle tradizioni vissute come gabbia. Le sue attività si inscrivono, quindi, in uno dei periodi più complessi della storia della città siciliana, quando una sequenza di delitti efferati ne sconvolge la quotidianità e Gennaro non è mai venuto meno al suo impegno, fondando nel 1986 il Comitato Cittadino di Informazione e Partecipazione e legandosi al gruppo che gestiva il centro sociale San Saverio, dedicandosi quindi a numerosi progetti sociali fino alla morte per Aids nel 1995.

La sua drammaturgia si alimenta di una poetica del frammento, del remix, con brani che spesso vengono montati in modo diverso rispetto alla loro prima stesura.

Luca Scarlini ✍

#lucenews #lucelanazione #ninogennaro #queer
  • -6 a Sanremo 2023!

Questo Festival ha però un sapore dolceamaro per l
  • Era il 1° febbraio 1945, quando la lotta per la conquista di questo diritto, partita tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, sulla scorta dei movimenti degli altri Paesi europei, raggiunse il suo obiettivo. Con un decreto legislativo, il Consiglio dei Ministri presieduto da Ivanoe Bonomi riconobbe il voto alle donne, su proposta di Palmiro Togliatti e Alcide De Gasperi. 

Durante la prima guerra mondiale le donne avevano sostituito al lavoro gli uomini che erano al fronte. La consapevolezza di aver assunto un ruolo ancora più centrale all’interno società oltre che della famiglia, crebbe e con essa la volontà di rivendicare i propri diritti. Già nel 1922 un deputato socialista, Emanuele Modigliani aveva presentato una proposta di legge per il diritto di voto femminile, che però non arrivò a essere discussa, per la Marcia su Roma. Mussolini ammise le donne al voto amministrativo nel 1924, ma per pura propaganda, poiché in seguito all’emanazione delle cosiddette “leggi fascistissime” tra il 1925 ed il 1926, le elezioni comunali vennero, di fatto, soppresse. Bisognerà aspettare la fine della guerra perché l’Italia affronti concretamente la questione.

Costituito il governo di liberazione nazionale, le donne si attivarono per entrare a far parte del corpo elettorale: la prima richiesta dell’ottobre 1944, venne avanzata dalla Commissione per il voto alle donne dell’Unione Donne Italiane (Udi), che si mobilitò per ottenere anche il diritto di eleggibilità (sancito da un successivo decreto datato 10 marzo 1946). Si arrivò così, dopo anni di battaglie per il suffragio universale, al primo febbraio 1945, data storica per l’Italia. Il decreto prevedeva la compilazione di liste elettorali femminili distinte da quelle maschili, ed escludeva però dal diritto le prostitute schedate che esercitavano “il meretricio fuori dei locali autorizzati”.

Le elezioni dell’esordio furono le amministrative tra marzo e aprile del 1946 e l’affluenza femminile superò l’89%. 

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  • La regina del pulito Marie Kondo ha dichiarato di aver “un po’ rinunciato” a riordinare casa dopo la nascita del suo terzo figlio. La 38enne giapponese, considerata una "Dea dell’ordine", con i suoi best seller sull’economia domestica negli ultimi anni ha incitato e sostenuto gli sforzi dei comuni mortali di rimettere in sesto case e armadi all’insegna del cosa “provoca dentro una scintilla di gioia”. Ma l’esperta di decluttering, famosa in tutto il mondo, ha ammesso che con tre figli da accudire, la sua casa è oggi “disordinata”, ma ora il riordino non è più una priorità. 

Da quando è diventata madre di tre bambini, ha dichiarato che il suo stile di vita è cambiato e che la sua attenzione si è spostata dall’organizzazione alla ricerca di modi semplici per rendere felici le abitudini di tutti i giorni: "Fino a oggi sono stata una organizzatrice di professione e ho dunque fatto il mio meglio per tenere in ordine la mia casa tutto il tempo”, e anche se adesso “ci ho rinunciato, il modo in cui trascorro il mio tempo è quello giusto per me in questo momento, in questa fase della mia vita”.

✍ Marianna Grazi 

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Il numero di matrimoni in Italia è crollato di quasi il 25% in dieci anni. A certificarlo è l'Istat. Gli italiani si sposano sempre di meno e divorziano sempre di più. C'è però qualcuno che ha deciso di voler invertire questa rotta, cercando di salvare quello che rimane di una delle più antiche istituzioni della società. È la regione Lazio, che ha deciso di regalare 2.000 euro alle coppie che vogliono sposarsi.

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Chi può ricevere i 2mila euro

Nel sito della Regione, si legge che i beneficiari del bonus da 2mila euro sono "coppie, italiane e straniere, che contraggono matrimonio o unione civile nel Lazio dal 1° gennaio al 31 dicembre 2022. Può presentare domanda per ciascuna coppia uno solo dei soggetti, in possesso dei requisiti e delle condizioni indicate dal bando".
"Nel Lazio con Amore", il bando della Regione Lazio per le coppie che vogliono sposarsi

Quali spese sono ammesse

L'obiettivo della Regione Lazio è sia quello di promuovere i matrimoni dei propri cittadini, sia quello di sostenere economicamente le imprese laziali del wedding. Per questo motivo le spese ammesse con il bonus da 2mila euro sono quelle effettutate, si continua a leggere sul sito della Regione, "presso imprese del Lazio, pertinenti all'evento del matrimonio o dell'unione civile". In particolare, vengono ammesse le seguenti spese: acquisto di bomboniere, noleggio di auto da cerimonia, acquisto dell'abito e degli accessori da cerimonia, addobbi floreali, servizi di catering e ristorazione (massimo 700 euro), servizi alla persona legati al giorno del matrimonio (acconciatura e trucco), viaggio di nozze (massimo 700 euro), affitto sale e location per cerimonia e banchetto, servizi di riprese video e book fotografico, servizi di animazione, intrattenimento e spettacolo, servizio di wedding planner, acquisto di fedi nuziali e stampa delle partecipazioni. La regione spiega inoltre che ogni spesa per essere ammessa deve essere sostenuta nel periodo compreso tra il 14 dicembre 2021 e il 31 gennaio 2023; non deve essere stata effettuata tramite e-commerce (quindi con acquisti online); deve essere stata effettuata con sistemi tracciabili (ovvero bonifici o pagamenti elettronici); deve essere documentata attraverso fatture, ricevute o documenti contabili; deve presentare una causale compatibile con le attività per le quali viene concesso il contributo; e deve essere infine dimostrata attraverso un documento di pagamento con importo identico a quello del documento di spesa.

Come chiedere il bonus

La domanda per chiedere il bonus da 2mila euro deve essere presentata attraverso lo sportello telematico della Regione al sito https://regione.lazio.it/nellazioconamore. La Regione ha preparato anche un video tutorial su Youtube (qui il link) che spiega passo dopo passo come presentare la domanda. Eventuali problemi in fase di caricamento della domanda possono essere inoltrati all'indirizzo mail [email protected], mentre chiarimenti possono essere richiesti a quest'altro indirizzo mail: [email protected]
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