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Matrimoni omosessuali, "no" della Chiesa d’Inghilterra: unioni benedette ma non celebrate

Concessione parziale incapace di placare le critiche del movimento Lgbtq+ britannico e che spinge una parte dei fedeli anglicani a definirla "profondamente deludente"

di LETIZIA CINI -
18 gennaio 2023
Elton-John-David-Furnish

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I matrimoni fra persone dello stesso sesso possono essere benedetti, non celebrati come un sacramento. La Chiesa d’Inghilterra - confessione di riferimento nella storia del Regno Unito, guidata nominalmente dal re o dalla regina in carica - s’avvia a confermarlo, a costo di alimentare la polemica in un Paese sempre più secolare (e meno cristiano): collocandosi a metà strada fra la posizione più rigorosa della Chiesa cattolica sulla materia e quella liberal a briglia sciolta di altre Chiese riformate. La decisione dovrà essere certificata da un sinodo generale convocato per il mese prossimo. Ma l’indicazione è ormai chiara, suggellata dalla maggioranza dell’assemblea dei vescovi in un’ultima riunione dopo un approfondimento teologico e pastorale durato 5 anni: frutto di "consultazioni a largo raggio" condotte nell’ambito di un periodo di riflessione sul tema ‘Living in Love and Faith’ (Vivere nell’Amore e nella Fede). L’orientamento resta quello di tenere il punto contro le sollecitazioni interne ed esterne - fra le ultime quella del vescovo ‘progressista' di Oxford, condivisa alla fine solo da una minoranza di confratelli e consorelle - ad accettare una modifica radicale della dottrina tradizionale sul matrimonio cristiano come unione esclusiva "tra uomo e donna".
Chiesa anglicana: i matrimoni fra persone dello stesso sesso possono essere benedetti, non celebrati come un sacramento

Chiesa anglicana: i matrimoni fra persone dello stesso sesso possono essere benedetti, non celebrati come un sacramento

Sulla scia di quanto fatto già ad esempio oltre Manica nel recente passato per lo sdoganamento dell’ordinazione sacerdotale (e poi vescovile) delle donne. L’assemblea, riunita sotto la presidenza dell’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, massima autorità ecclesiastica anglicana, s’è limitata ad approvare dunque una "raccomandazione" volta a consentire cerimonie in tono minore per le unioni di gay e lesbiche: con il placet a "una preghiera pubblica" in chiesa concepita per invocare "la benedizione di Dio" sulle coppie del medesimo sesso unite civilmente. Concessione parziale che ridà fiato alle contestazioni degli attivisti del movimento Lgbtq britannico e viene criticata come "profondamente deludente" da fedeli anglicani omosessuali interpellati dai media. Oltre ad allontanare, almeno per ora, la Chiesa d’Inghilterra dalla sua consorella di Scozia (quella Episcopale) nonché dalla congregazione protestante dei Presbiteriani, apertesi entrambe da tempo ad un via libera a pieno titolo alle nozze gay. Secondo un anonimo vescovo 'progressista' si tratta comunque di "un primo passo verso un’evoluzione che non è giunta alla fine della strada"; mentre secondo Welby, la scelta della linea mediana "riflette la diversità di punti di vista sulle questioni della sessualità nella Chiesa d’Inghilterra". "Non mi illudo in alcun modo sulla nostra proposta odierna, che ad alcuni apparirà troppo avanzata e ad altri neppure lontanamente sufficiente", ha soggiunto il primate di Canterbury: non senza evocare un’idea di porte aperte "a tutte le persone Lgbtq+, benvenute come parte apprezzata e preziosa del corpo di Cristo". Il matrimonio cosiddetto paritario è del resto un fatto ormai consolidato nell’ordinamento laico britannico, introdotto fin dal 2013 con una legge ad hoc dall’allora governo a guida Tory di David Cameron. E si appresta proprio in questo 2023 a compiere 10 anni di vita nella coscienza collettiva di molti sudditi isolani di Sua Maestà, religiosi o non.
Chiesa anglicana: i matrimoni fra persone dello stesso sesso possono essere benedetti, non celebrati come un sacramento

Chiesa anglicana: i matrimoni fra persone dello stesso sesso possono essere benedetti, non celebrati come un sacramento

L’assemblea dei vescovi della Chiesa d’Inghilterra - confessione cristiana di riferimento nella storia del Regno Unito, guidata nominalmente dal monarca in carica - resta quindi contraria, a maggioranza, a un via libera alla benedizione dei matrimoni omosessuali. Ed è intenzionata a respingere le sollecitazioni interne ed esterne - fra le ultime quella del vescovo ‘progressista' di Oxford - in favore di un’ulteriore modifica della dottrina tradizionale sulla materia dopo, quelle sdoganate in passato su temi come l’ordinazione sacerdotale e vescovile delle donne. Lo riporta la Bbc, anticipando la posizione suggellata nell’ ultima riunione dai presuli, sotto la presidenza dell’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, massima autorità ecclesiastica anglicana. Posizione che peraltro dovrà essere sottoposta ora a dibattito nel prossimo sinodo generale convocato per febbraio. L’indicazione sta già ridando fiato alle contestazioni degli attivisti del movimento Lgbt britannico. Mentre il no è destinato ad allontanare la Chiesa d’Inghilterra dalla sua consorella scozzese (Episcopale) oltre che dai Presbiteriani protestanti, apertisi da tempo al via libera alle nozze gay in chiesa. I matrimoni omosessuali sono stati introdotti nell’ordinamento laico britannico nel 2013, con una legge ad hoc promossa dall’allora governo a guida Tory di David Cameron.