
Matteo Maria Zuppi è nato a Roma l'11 ottobre 1955
Fra i possibili successori di papa Francesco, si parla molto di Matteo Maria Zuppi, attuale arcivescovo di Bologna. È considerato il “Bergoglio italiano”, il più vicino alle posizioni di papa Francesco. È stato ad Auschwitz con Francesco Guccini, è amico di Gianni Morandi in quale che ha dichiarato: “in caso di difficoltà mi rivolgerei al cardinale Zuppi, un prete illuminato”.
Ha una voce che ricorda Renato Rascel nei panni del prete detective padre Brown, nato dalle pagine di Gilbert Keith Chesterton. E come padre Brown, gira spesso in bicicletta. Si chiama “Vangelo e bicicletta” la biografia che gli ha dedicato Angelo Galluppi. E qualche volta va in bici anche contromano: lo testimonierebbero, involontariamente, le immagini del documentario “Il Vangelo secondo Matteo Z. – Professione vescovo” di Emilio Marrese…
Ma al di là di questi dettagli di colore, chi è Matteo Maria Zuppi? Quali sono le posizioni che ha espresso, sui temi più importanti e dibattuti? Sulle scelte individuali, la morale, la società?
Matteo Maria Zuppi ha 69 anni. È nato a Roma, l’11 ottobre 1955. Il padre, Enrico Zuppi, giornalista, per oltre trent’anni ha diretto l’Osservatore della domenica, il settimanale illustrato dell’Osservatore romano. Sotto la direzione del padre scrivono grandi firme della letteratura e della critica cattolica: Piero Bargellini, Gian Luigi Rondi, Giuseppe Prezzolini, padre David Maria Turoldo. La madre, Carla Fumagalli, era la nipote dell’arcivescovo Carlo Confalonieri.
Si avvicina già negli anni del liceo alla comunità di Sant’Egidio di Andrea Riccardi: la comunità è attiva in favore degli emarginati, immigrati, persone senza fissa dimora, tossicodipendenti, e opera nei quartieri nei quartieri popolari di Roma. Poi l’opera della comunità si estenderà al resto d’Italia e ai paesi in via di sviluppo. Si laurea in Lettere e filosofia alla Sapienza di Roma, in Teologia presso la Pontificia università lateranense. Viene ordinato sacerdote a ventisei anni, nel 1981. Per quasi trent’anni sarà assegnato alla basilica di Santa Maria in Trastevere a Roma. Dal 2015, Zuppi è arcivescovo di Bologna. Ordinato cardinale da Bergoglio, dal 2022 è anche presidente della Conferenza episcopale italiana, la confederazione dei vescovi italiani. Dal 2024 è giudice della Corte di Cassazione dello stato del Vaticano. Fin qui i punti di svolta di quella che in termini laici chiameremmo “carriera”. Proviamo a vedere quali sono le sue posizioni su alcuni temi.

Riguardo i diritti LGBTQ+, l’11 luglio 2022 a Budrio, vicino Bologna, nella sua arcidiocesi, Pietro e Giacomo – due ragazzi cattolici, che fanno parte del gruppo di preghiera “In cammino”, che sostiene il percorso nella chiesa di persone omosessuali – si uniscono in matrimonio con rito civile, poi vengono benedetti nella chiesa di fronte al comune. Sui due ragazzi c’è una bella videointervista su Youtube, dal titolo The Greatest Blessing. Il cardinale Zuppi non è presente alla cerimonia, ma ha spesso sostenuto il gruppo “In cammino”.
Nel gennaio 2024 Zuppi difende il via libera dato da papa Francesco alla benedizione di coppie omosessuali. Da poco il Dicastero della dottrina della fede, l’organo della Chiesa che si pronuncia in tema di dottrina, ha pubblicato la dichiarazione Fiducia supplicans sulla possibilità di benedire le coppie omosessuali. Zuppi dice “È compito della Chiesa interessarsi di tutti”. Precisa: “non si tratta di un ampliamento del concetto di matrimonio. La benedizione non pretende di sancire né di legittimare nulla”.
Nel luglio dello stesso anno è ospite di Giffoni Experience, il festival dedicato al cinema per ragazzi. E dice: “Nella Chiesa ci devono stare tutti, a prescindere da qualunque consonante o vocale. Dobbiamo imparare a stare insieme a prescindere da qualsiasi etichetta. E poi, bisogna capire che cosa significa ‘queer’. A me lo spiegò Michela Murgia. Mi parlò dei figli che aveva, con cui non aveva un legame di sangue. Si sposò con un uomo perché gli voleva bene e perché potesse continuare ad avere un legame con questi figli. Credo che dovremmo impararlo tutti, che può esistere un legame senza che necessariamente ci sia un risvolto giuridico. Il punto è volersi bene”.

Su abusi sessuali e pedofilia ha dichiarato che “il problema è molto serio: siamo i primi che hanno interesse a contrastarlo”, dice a Stefano Feltri, nell’aprile 2023, al festival di Domani a Modena. “Il rigore con cui i due ultimi papi hanno affrontato il tema lo dimostra. Ma non vogliamo passare per una manica di mascalzoni”.
Sotto la sua guida, nel 2023 la Cei ha prodotto un report che analizza i casi di abusi segnalati fra il 2020 e il 2022. E commenta: “Nella Chiesa non c’è prescrizione. Chiunque denuncia, anche a distanza di anni, viene ascoltato. In molti casi non c’è un rimando al penale perché prescritto, ma per noi no. Noi comunque facciamo un procedimento interno”. Firma l’introduzione al volume di don Paolo “Baroli Mostri o nostri?” che tratta il tema degli abusi sessuali nella Chiesa.
Rispetto al tema del lavoro, quando nel gennaio 2024 apre i lavori del Consiglio episcopale a Roma. E parla del mondo del lavoro: “c’è un problema relativo al riconoscimento della dignità delle persone e del loro lavoro, mal retribuito a causa di contratti precari e lavoratori sfruttati”. Parla anche di gender pay gap: “Non è ammissibile che le donne mediamente guadagnino meno degli uomini per le medesime mansioni”.
Ha lavorato per la pace. Con lo scoppio del conflitto fra Russia e Ucraina, Bergoglio sceglie Zuppi per guidare la missione diplomatica del Vaticano. Zuppi compie cinque viaggi, nel tentativo di fermare l’escalation del conflitto. Per due volte è a Mosca, e va a Kiev, a Washington e a Pechino.
Rispetto alle migrazioni, fin dai tempi della comunità di Sant’Egidio, Zuppi ha mantenuto una grande attenzione per le persone in difficoltà. Nell’ottobre 2017 porta papa Francesco in visita a Bologna. In quella occasione lo porta in un centro di accoglienza per migranti. Nel marzo 2023, nella rubrica televisiva Cinque minuti di Bruno Vespa, Zuppi parla dei migranti: “Bisogna salvare le vite. Non è accoglienza, è emergenza, è salvataggio”.
Rispetto ai non credenti, Zuppi ha mostrato un approccio accogliente. A Giffoni, parlando con centinaia di ragazzi, nel luglio 2024 dice: “C’è tanta gente che dà forme di altruismo e di attenzione al prossimo, senza credere. Credere aiuta? Sì. Ma le religioni non hanno l’esclusiva del voler bene”.
Riguardo l’aborto, ha rassicurato: “La legge sull’aborto, la 194, nessuno ha intenzione di rimetterla in discussione”, ha detto intervistato da Stefano Feltri. Mentre rispetto al celibato ecclesiastico, parlando sempre con Bruno Vespa, ha detto : “Io mi rifaccio al Papa, non siamo pronti a cambiare i celibato dei preti. Chi è sacerdote ha scelto di non sposarsi. Ma ricordo che nella Chiesa cattolica ci sono già i preti sposati, quelli di rito orientale”.