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Home » Attualità » A Milano il primo registro di genere per persone transgender, che cosa cambia (e perché è una svolta)

A Milano il primo registro di genere per persone transgender, che cosa cambia (e perché è una svolta)

Milano è la prima città in Italia ad approvare un registro per il riconoscimento del genere di elezione. Dagli abbonamenti per il trasporto pubblico ai badge aziendali, ecco le misure approvate e le novità per i cittadini transgender milanesi

Remy Morandi
17 Maggio 2022
A Milano il primo registro di genere per persone transgender

A Milano il primo registro di genere per persone transgender

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In occasione della Giornata mondiale contro l’omobitransfobia, dalla Lombardia arriva una svolta. A Milano sarà istituito il primo registro in Italia per il riconoscimento del genere di elezione dedicato alle persone transgender. Con 27 favorevoli, 2 contrari e 3 astenuti, il Consiglio Comunale ha approvato la mozione proposta dalla consigliera del Pd, Monica J. Romano, prima donna transgender eletta in città.

Milano è la prima città in Italia ad approvare un registro di genere per le persone transgender (Foto Ansa)

Registro di genere, che cosa cambia per le persone transgender a Milano

Le persone transgender in Italia, si legge nel testo approvato dal Consiglio Comunale di Milano, “vivono in un limbo giuridico con documenti che sono del tutto incongruenti con l’aspetto esteriore e l’identità sociale, mantenendo il nome anagrafico e il sesso di origine su tutti i documenti di riconoscimento”. Per questo motivo la mozione approvata impegna il sindaco e la giunta a istituire un registro dove venga riconosciuto il genere di elezione. Il registro, in sostanza, consentirà ai cittadini transgender milanesi di avere documenti di riconoscimento di competenza del Comune (come l’abbonamento per il trasporto pubblico, le tessere della biblioteca, badge e documenti di riconoscimento aziendali, la tessera degli impianti sportivi comunali, e in generale tutti i servizi civici e i documenti comunali) che riportino il nome da loro scelto, e non più il nome anagrafico.

La mozione approvata dal Consiglio Comunale di Milano – afferma su Facebook la consigliera Monica J. Romano –  prevede inoltre misure per rendere effettivo il diritto di voto delle persone transgender che, a causa del problema dei seggi elettorali suddivisi in base al sesso, spesso disertano le urne per evitare situazioni di imbarazzo. D’ora in poi, fa sapere ancora la consigliera milanese, per ottenere i documenti con il nome scelto, per i cittadini transgender sarà quindi sufficiente fare una dichiarazione davanti a un ufficiale di stato civile. In sostanza, quando sarà istituito il registro ai cittadini transgender di Milano basterà presentarsi davanti a un ufficiale di Stato civile “e fare una dichiarazione dicendo ad esempio che si chiama Maria Rossi e non Mario Rossi”, ha spiegato la consigliera Romano. Questo sarà poi riportato sui documenti di competenza del Comune.

“Con Atm (il servizio di trasporto pubblico di Milano, ndr) – fa sapere la presidente della commissione Parità Diana De Marchi – abbiamo già parlato e sono più che disponibili. Poi lavoreremo con le altre partecipate e faremo una commissione dedicata. Parte da qui un percorso che ci trova seduti a un tavolo condiviso”.

La soddisfazione di Monica J. Romano: “Una vittoria storica”

Per Monica J. Romano, consigliera del Pd e prima donna transgender eletta a Milano, “questa è una vittoria storica perché si tratta del primo registro di genere istituito in Italia in cui non verranno richieste a queste persone perizie psichiatriche frustranti. Mi auguro – ha proseguito la consigliera – che questo possa essere un pungo per la politica nazionale perché si attivi”.

“In attesa di una nuova legge nazionale – ha scritto la consigliera su Facebook – che riconosca il diritto all’identità di genere e all’autodeterminazione delle persone transgender – la legge attualmente in vigore è ormai di 40 anni fa e del tutto inadeguata – l’approvazione di questo registro è un traguardo molto importante. Oggi le persone transgender devono affrontare percorsi che possono durare anche anni, frustranti quanto costose perizie psichiatriche e mediche, passaggi da avvocati e tribunali che allungano i tempi e costano migliaia di euro, prima di vedere riconosciuto un diritto che dovrebbe essere dovuto e soltanto validato dalle istituzioni”.

“Tutto queste – prosegue la consigliera dem – avviene in contrasto con gli orientamenti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che ormai quattro anni fa ha stabilito che essere transgender non è una malattia psichiatrica. Come il Registro delle Unioni Civili approvato a Milano nel 2012 anticipò il riconoscimento delle coppie omosessuali, oggi il Registro di Genere sarà avanguardia per il riconoscimento della cittadinanza delle persone transgender”.

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Va detto che oramai 40 milioni di italiano hanno un qualche animale da compagnia, solo tra cani e gatti si contano circa 14 milioni di esemplari domestici, secondo le stime più accreditate. 

Benefici o rischi?

È noto che portare in ufficio il proprio animale da compagnia genera non pochi benefici sul piano della socialità e della produttività nelle aziende che lo permettono. In questo caso si assiste a una riduzione dello stress e dell’ansia da prestazione, a una miglioramento della prestazione lavorativa, a una riduzione del tasso di assenteismo e anche a un marcato rafforzamento socialità e gioco di squadra in ufficio.

Naturalmente esistono anche dei rischi, ma per questi le leggi parlano chiaro: in caso di danni arrecati a luoghi o persone, sarà il padrone del cane a esserne responsabile. 

E voi? Potete portare il vostro cane in ufficio con voi?

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Ecco 3 suggerimenti dedicati a chi si sente un po’ Grace Kelly, un po’ Raffaella Carrà. A ognuno il suo spirito guida per trovare la propria identità.

E non è tutto. Su Spotify troverai la playlist “Born to be a Light”, 10 canzoni in grado di accedere una Luce in ognun* di noi! ✨

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Queste sono soltanto alcune delle incredibili domande contenute nel questionario shock che il comune di Nettuno, località nel basso Lazio, ha sottoposto ai richiedenti sostegno economico per disabilità in famiglia. 

Secondo le intenzioni di chi ha formulato questi imbarazzanti quesiti, il test dovrebbe rilevare impegno e stress di chi accudisce le persone con disabilità, i cosiddetti caregiver, e sarebbe da inviare corredato dall
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Milano è la prima città in Italia ad approvare un registro di genere per le persone transgender (Foto Ansa)

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