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Miranda Ruiz, la dottoressa che rischia il carcere per aver praticato un aborto legale in Argentina

di REMY MORANDI -
20 aprile 2022
Miranda Ruiz

Miranda Ruiz

L'Argentina ha legalizzato l'aborto nel 2020. Nonostante ciò, accedere all'interruzione di gravidanza resta ancora oggi un terreno insidioso per molte donne. A Tartagal, città argentina nella provincia di Salta, Miranda Ruiz, una giovane dottoressa di 34 anni, è stata arrestata per aver praticato un aborto legale a una donna che ne aveva fatto richiesta. Adesso la 34enne - come riporta Amnesty International - rischia il carcere. "È pazzesco incarcerare un medico che ha praticato un aborto legale quando esiste una legge nazionale che lo consente", ha dichiarato la stessa Miranda Ruiz, citata da The Guardian.

Miranda Ruiz, una dottoressa di 34 anni, è stata arrestata in Argentina per aver praticato un aborto legale (Foto Javier Corbalan/AP)

Tutto è iniziato nel settembre 2021. Miranda Ruiz stava lavorando in una clinica nella città di Tartagal, quando un venerdì mattina si è presentata davanti a lei una donna, 21 anni, che le chiedeva la possibilità di abortire. Un team di medici ha quindi valutato la giovane donna e dopo aver stabilito che la 21enne era incinta da 22 settimane, ha autorizzato l'interruzione di gravidanza in quanto soddisfaceva i criteri per un aborto in fase avanzata. In particolare il team di medici, insieme a Miranda Ruiz, stabilì che la vita e la salute della 21enne erano a rischio. E così Miranda Ruiz le prescrisse il misoprostolo, un farmaco che induce aborto spontaneo. Alcuni giorni dopo la prescrizione della dottoressa, la famiglia della donna incinta ha sporto denuncia penale nei confronti di Miranda Ruiz. Miranda Ruiz è stata quindi arrestata, ma rilasciata poco dopo. Tuttavia, da allora le accuse nei suoi confronti si sono aggravate. Alla dottoressa è stato contestato dal procuratore penale della città di Tartagal, Gonzalo Ariel Vega, il fatto di aver praticato un aborto senza il consenso della paziente. Ma Miranda Ruiz ha prontamente risposto all'accusa facendo sapere che è impossibile praticare un aborto con il misoprostolo senza il consenso della persona a cui viene somministrato. Infatti, perché abbia effetto, "la persona si mette le pillole sotto la lingua per mezz'ora e poi deglutisce. Tale procedura viene ripetuta ogni tre ore. Nessuno può costringere qualcuno ad abortire in queste circostanze", ha dichiarato la stessa Miranda Ruiz, citata dal Guardian.

Nel dicembre 2020, l'Argentina ha legalizzato l'aborto fino a 14 settimane e nelle fasi successive della gravidanza se la vita o la salute della madre sono a rischio, o ancora in caso di stupro

Amnesty International ha inviato una lettera al procuratore generale di Tartagal, nella quale l'organizzazione non governativa ha sottolineato che "Miranda Ruiz è indagata ingiustamente per il reato di aborto senza consenso, avendo agito in conformità con l'attuale quadro giuridico in materia di accesso all'aborto". "Criminalizzare la dottoressa Ruiz - ha scritto Amnesty nella lettera a Gonzalo Ariel Vega - equivale a instillare paura nella popolazione e negli operatori sanitari, il che ha un impatto negativo diretto sulla garanzia dell'accesso all'aborto in Argentina". Nel dicembre 2020, l'Argentina ha legalizzato l'aborto fino a 14 settimane e nelle fasi successive della gravidanza se la vita o la salute della madre sono a rischio, o ancora in caso di stupro. Fu una vittoria senza precedenti per i diritti delle donne. Ma, come nel caso di Miranda Ruiz, ancora oggi ci sono casi ed episodi in cui il diritto all'interruzione di gravidanza delle argentine viene messo a dura prova. Secondo il ministero della Salute argentino nel 2020, quando nel Paese venne legalizzato l'aborto, furono registrate 64.164 interruzioni di gravidanza. E il numero di cliniche e centri sanitari dove si praticava l'aborto aumentò, passando da 907 a 1.347 in un anno. Solamente nella provincia di Buenos Aires il numero di comuni in cui si poteva abortire balzò dal 38% al 96% nel 2020. Nonostante ciò, in molte altre province il diritto all'aborto è stato pesantemente criticato e ostacolato. Come appunto a Tartagal. Adesso la dottoressa Miranda Ruiz sta combattendo per far respingere le sue accuse dal tribunale. Ma per la stessa 34enne i suoi guai penali hanno avuto almeno un merito: "Tutto questo ha avuto l'effetto inaspettato di rafforzare l'attenzione che diamo all'aborto", ha dichiarato Miranda Ruiz al Guardian.