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Home » Attualità » Miss.Tic morta, chi era la regina della street art al femminile: “Le sue opere hanno colorato la Francia”

Miss.Tic morta, chi era la regina della street art al femminile: “Le sue opere hanno colorato la Francia”

Radhia Novat è deceduta a Parigi all'età di 66 anni. È stata una delle più celebri artiste della stencil art francese. Quando diceva: "Il mondo dell'arte è 'macho' e noi donne abbiamo molto territorio ancora da definire"

Remy Morandi
23 Maggio 2022
Miss.Tic

Miss.Tic

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Era la regina della street art al femminile. Le sue opere e la sua stencil art hanno colorato i muri di tutta la Francia, e l’hanno resa una delle più importanti e influenti artiste di strada francesi e mondiali. Miss.Tic – il vero nome è Radhia Novat – è morta domenica 22 maggio a Parigi all’età di 66 anni. La notizia del suo decesso, causato da una malattia su cui non sono stati forniti ulteriori dettagli, è stata comunicata sui social dalla famiglia.

Miss.Tic, la regina francese della street art al femminile, è morta domenica 22 maggio a Parigi all’età di 66 anni

Miss.Tic, chi era la regina della street art al femminile

Miss.Tic, nata nel 1956 a Parigi da madre immigrato tunisino e madre normanna, è considerata una delle fondatrici della stencil art. I suoi graffiti di enigmatiche figure femminili accompagnati da brevi poesie hanno riempito le strade di Parigi e l’hanno resa, un po’ come Banksy, una delle più importanti e iconiche artiste di strada di tutta la Francia e del mondo. Miss.Tic è cresciuta e ha vissuto a Montmartre fino alla metà degli anni Sessanta. A 10 anni, Radhia Novat (questo il suo vero nome) perse quasi tutta la famiglia – la madre, il fratello e la nonna – in un incidente d’auto. Sei anni dopo morì anche il padre. Volendo scappare dalle tragedie familiari e con l’obiettivo di iniziare una nuova vita, Miss.Tic iniziò a studiare arti applicate e teatro di strada.

Miss.Tic ha iniziato ad adornare le strade di Parigi intorno alla metà degli anni Ottanta

Così Miss.Tic iniziò ad avvicinarsi alla stencil. Uno stile che l’artista consolidò nei primi anni Ottanta, soprattutto dopo aver trascorso un breve periodo in California, tra gli ambienti punk di San Francisco e Los Angeles. A metà degli anni Ottanta Miss.Tic tornò a Parigi, e dal 1985 iniziò ad adornare le strade di Parigi, soprattutto a Montmartre, Ménilmontant, le Marais, Montorgueil e la Butte-aux-Cailles. Il suo stile, un mix tra glamour e poesia, ha da sempre unito elementi pop all’intensità di testi ricercati. Le sui pin up sui muri della capitale francese si rivolgono all’osservatore con fragi pungenti e ironiche, tra assonanze e abili doppi sensi che colpiscono l’occhio di chi guarda. Le poesie dell’artista francese sono messaggi di vita e di amore.

Le opere d’arte di Miss.Tic, esposte ripetutamente nelle gallerie francesi ed estere, hanno avuto un ruolo fondamentale per l’accreditamento dell’Urban Art da parte delle istituzioni e della critica con il passaggio dalla condizione di “arte minore”, “arte sotterranea” o “contro-cultura” a fenomeno socioculturale e pienamente artistico culminato negli anni 2000. Grazie all’azione pionieristica di Miss.Tic, la cui sua prima mostra fu organizzata dalla Librairie-Epigramme di Parigi nel 1986, l’Urban Art è entrata nei musei e nelle gallerie d’arte come espressione artistica della nuova era.

Nel 2011 le Poste francesi hanno dedicato a Miss.Tic una serie di francobolli da collezione in occasione della Giornata internazionale della donna

Negli ultimi 2o anni Miss.Tic ha ricevuto numerosissime committenze e le sue opere sono entrate a far parte di collezioni pubbliche e private: nel 1989 nel Fond d’Art Contemporein de la Ville de Paris, nel 2005 nella collezione di Street Art del Victoria and Albert Museum di Londra e nel 2009 in quella del Musée Ingres di Montauban. Miss.Tic è stata un personaggio di grande notorietà internazionale: nel 2010 Larousse le ha chiesto di realizzare alcune illustrazioni per l’edizione speciale del Dizionario; nel 2011 le Poste francesi le hanno dedicato una serie di francobolli da collezione in occasione della Giornata internazionale della donna. Anche Louis Vuitton, Kenzo, Longchamp hanno utilizzato le sue donne e i suoi uomini, forti e fragili ma sensuali e intelligenti allo stesso tempo, per interpretare le loro collezioni.

Nel 2007 Miss.Tic è stata scelta da Claude Chabrol per illustrare la locandina del suo film ‘La Fille Coupée en Deux”; nel 2011 dal celebre festival ‘Art Rock’ di Saint Brieuc. Sempre nel 2011 un ritratto della scrittrice Amélie Nothomb realizzato per la mostra ‘Femme de l’etre’ (dedicata alle icone femminili del mondo della cultura) è diventato la copertina del libro ‘Tuer le pére’.

 

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Un post condiviso da 𝗠𝗶𝘀𝘀 𝗧𝗶𝗰 – 𝗢𝗳𝗳𝗶𝗰𝗶𝗲𝗹 (@missticofficiel)

Miss.Tic: “Il mondo dell’arte è ‘macho’, e non solo quello della street art”

Nel corso di una mostra a Roma, Miss.Tic raccontò che lei era una delle poche donne a lavorare nella street art: “L’ambiente della street art è prevalentemente maschile. Ma non solo quello della street art. Il mondo dell’arte in generale ha spesso una forte caratterizzazione ‘macho’ – disse Miss.Tic -. Questo ad esempio non accade per il mondo della letteratura. Noi donne artiste abbiamo molto territorio ancora da definire”. Per l’artista, il mondo dell’arte non ha avuto grandi cambiamenti in merito alle questioni di genere. “Non vi sono state rivoluzioni – disse sempre a Roma Miss.Tic – da questo punto di vista. Recentemente ho presentato delle opere in una mostra dove vi era anche Swoon. Lei fa parte di una nuova generazione di street artist dove la presenza femminile è leggermente più rappresentata”.

Un’opera di Miss.Tic nelle strade di Parigi

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  • "Ora dobbiamo fare di meno, per il futuro".

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  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
Era la regina della street art al femminile. Le sue opere e la sua stencil art hanno colorato i muri di tutta la Francia, e l'hanno resa una delle più importanti e influenti artiste di strada francesi e mondiali. Miss.Tic - il vero nome è Radhia Novat - è morta domenica 22 maggio a Parigi all'età di 66 anni. La notizia del suo decesso, causato da una malattia su cui non sono stati forniti ulteriori dettagli, è stata comunicata sui social dalla famiglia.
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Miss.Tic ha iniziato ad adornare le strade di Parigi intorno alla metà degli anni Ottanta
Così Miss.Tic iniziò ad avvicinarsi alla stencil. Uno stile che l'artista consolidò nei primi anni Ottanta, soprattutto dopo aver trascorso un breve periodo in California, tra gli ambienti punk di San Francisco e Los Angeles. A metà degli anni Ottanta Miss.Tic tornò a Parigi, e dal 1985 iniziò ad adornare le strade di Parigi, soprattutto a Montmartre, Ménilmontant, le Marais, Montorgueil e la Butte-aux-Cailles. Il suo stile, un mix tra glamour e poesia, ha da sempre unito elementi pop all'intensità di testi ricercati. Le sui pin up sui muri della capitale francese si rivolgono all'osservatore con fragi pungenti e ironiche, tra assonanze e abili doppi sensi che colpiscono l'occhio di chi guarda. Le poesie dell'artista francese sono messaggi di vita e di amore. Le opere d'arte di Miss.Tic, esposte ripetutamente nelle gallerie francesi ed estere, hanno avuto un ruolo fondamentale per l'accreditamento dell'Urban Art da parte delle istituzioni e della critica con il passaggio dalla condizione di "arte minore", "arte sotterranea" o "contro-cultura" a fenomeno socioculturale e pienamente artistico culminato negli anni 2000. Grazie all'azione pionieristica di Miss.Tic, la cui sua prima mostra fu organizzata dalla Librairie-Epigramme di Parigi nel 1986, l'Urban Art è entrata nei musei e nelle gallerie d'arte come espressione artistica della nuova era.
Nel 2011 le Poste francesi hanno dedicato a Miss.Tic una serie di francobolli da collezione in occasione della Giornata internazionale della donna
Negli ultimi 2o anni Miss.Tic ha ricevuto numerosissime committenze e le sue opere sono entrate a far parte di collezioni pubbliche e private: nel 1989 nel Fond d'Art Contemporein de la Ville de Paris, nel 2005 nella collezione di Street Art del Victoria and Albert Museum di Londra e nel 2009 in quella del Musée Ingres di Montauban. Miss.Tic è stata un personaggio di grande notorietà internazionale: nel 2010 Larousse le ha chiesto di realizzare alcune illustrazioni per l'edizione speciale del Dizionario; nel 2011 le Poste francesi le hanno dedicato una serie di francobolli da collezione in occasione della Giornata internazionale della donna. Anche Louis Vuitton, Kenzo, Longchamp hanno utilizzato le sue donne e i suoi uomini, forti e fragili ma sensuali e intelligenti allo stesso tempo, per interpretare le loro collezioni. Nel 2007 Miss.Tic è stata scelta da Claude Chabrol per illustrare la locandina del suo film 'La Fille Coupée en Deux"; nel 2011 dal celebre festival 'Art Rock' di Saint Brieuc. Sempre nel 2011 un ritratto della scrittrice Amélie Nothomb realizzato per la mostra 'Femme de l'etre' (dedicata alle icone femminili del mondo della cultura) è diventato la copertina del libro 'Tuer le pére'.
 
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Miss.Tic: "Il mondo dell'arte è 'macho', e non solo quello della street art"

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