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Home » Attualità » Mondiale Qatar, giallo sulla morte di Grant Wahl. Il fratello: “Sono gay, ha ricevuto minacce”

Mondiale Qatar, giallo sulla morte di Grant Wahl. Il fratello: “Sono gay, ha ricevuto minacce”

Il giornalista sportivo si è accasciato mentre seguiva la partita Argentina-Olanda. Giorni fa aveva fatto scalpore il suo arresto per aver indossato una maglia arcobaleno in difesa dei diritti Lgbt

Marianna Grazi
10 Dicembre 2022
Grant Wahl, cronista psportivo americano, è morto a 48 anni durante una partita dei Mondiali di calcio in Qatar

Grant Wahl, cronista psportivo americano, è morto a 48 anni durante una partita dei Mondiali di calcio in Qatar

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L’unica certezza, al momento, è che Grant Wahl, 48 anni, cronista sportivo molto conosciuto e apprezzato dell’americana CBS Sports, è morto. Si è accasciato in tribuna stampa mentre la partita Argentina-Olanda, valida per il passaggio alla semifinale dei Mondiali di calcio Qatar 2022, volgeva al termine. Una partita che, come suo solito, stava seguendo per lavoro. Gli organizzatori della Coppa del Mondo hanno dichiarato che Wahl “si è sentito male” nell’area stampa, dove ha ricevuto “cure mediche immediate”, per poi essere trasferito in barella all’Hamad General Hospital. La sua morte improvvisa ha scatenato un’ondata di shock e dolore in tutto il mondo dello sport. La federazione americana di calcio “è affranta nell’apprendere questa perdita”, si legge nella dichiarazione, pubblicata sull’account Twitter ufficiale dell’US Soccer. “Grant ha fatto del calcio il lavoro della sua vita e siamo devastati dal fatto che lui e la sua brillante scrittura non saranno più con noi”. Ma è stata davvero una morte improvvisa? Apparentemente il decesso sarebbe dovuto ad un attacco di cuore.

U.S. Soccer Statement On The Passing Of Grant Wahl: pic.twitter.com/CBp1mCK1mQ

— U.S. Soccer (@ussoccer) December 10, 2022

Eric Wahl: “Sono gay, mio fratello ha ricevuto minacce. È stato ucciso”

E soprattutto, di recente Wahl era balzato agli onori della cronaca per aver raccontato di essere stato trattenuto e di essersi visto rifiutare l’ingresso a una partita del torneo, perché indossava una maglietta arcobaleno a sostegno dei diritti LGBTQ. Ha dichiarato che gli agenti di sicurezza dello stadio gli avevano detto di cambiarsi la maglietta perché “non è permessa” e gli aveva preso il telefono. Wahl ha detto di essere stato rilasciato 25 minuti dopo essere stato trattenuto e di aver ricevuto le scuse di un rappresentante della FIFA e di un membro anziano del personale.
In un video di poche ore fa, il fratello Eric ha denunciato che Grant sarebbe stato ucciso proprio perché tre settimane prima aveva cercato invano di entrare allo stadio in occasione della partita Usa-Galles, per poi essere temporaneamente arrestato. “Io sono gay ed è per questo motivo che aveva indossato la maglia arcobaleno ai mondiali – ha affermato – mio fratello stava bene di salute ma dopo quel gesto aveva ricevuto minacce. Io credo che sia stato ucciso, vi prego ai aiutarmi”. Wahl, che aveva lavorato per la famosa rivista Sports Illustrated come esperto di calcio, prima di entrare alla CBS Sports nel 2021, era sposato con la dottoressa Celine Gounder, specialista in malattie infettive apparsa più volte in televisione negli Stati Uniti durante la pandemia Covid-19.

Grant Wahl è stato trattenuto e gli è stato impedito di entrare allo stadio perché indossava una maglia arcobaleno

Il momento del collasso

Le circostanze della morte del giornalista non sono chiare. Wahl stato curato all’interno dello stadio “per circa 20-25 minuti” prima di essere trasferito in ospedale, ha dichiarato alla CNN Keir Radnedge, editorialista di World Soccer Magazine. “Eravamo alla fine dei tempi supplementari della partita. All’improvviso, i colleghi alla mia sinistra hanno iniziato a chiedere assistenza medica. Era evidente che qualcuno stava molto male. Dato che le sedie sono mobili, le altre persone sono riuscite a spostarle, quindi è stato possibile creare un po’ di spazio intorno a lui”, ha continuato Radnedge, aggiungendo che l’équipe medica è arrivata “abbastanza rapidamente ed è stata in grado di prestare le cure nel miglior modo possibile”. La US Soccer, nel comunicato ufficiale diffuso su Twitter, ha elogiato la passione del giornalista e la sua “fede nel potere del gioco per far progredire i diritti umani” e ha condiviso le condoglianze con la moglie di Wahl, Celine Gounder, e i suoi cari. Wahl si occupava di calcio da più di vent’anni, aveva seguito 11 campionati mondiali – sei maschili e cinque femminili – ed è stato autore di diversi libri su questo sport.

Grant Wahl con la moglie, Celine Gounder

Il malessere nei giorni precedenti

In un episodio del podcast “Futbol with Grant Wahl”, pubblicato pochi giorni prima della sua morte, avvenuta il 9 dicembre, Grant Wahl aveva raccontato di sentirsi poco bene da giorni. “Il mio corpo mi sta presentando il conto – aveva affermato il 48enne giornalista americano durante la puntata -. Tre settimane di poco sonno, stress e tanto lavoro possono farlo. Quello che era iniziato come un raffreddore è peggiorato dopo Usa-Olanda (del 3 dicembre, ndr) e la situazione si era fatta piuttosto grave in termini di fitte al torace, di tensione, di pressione. Mi sentivo piuttosto dolorante”, ha spiegato al co-conduttore Chris Wittyngham nel corso dell’episodio. Si era anche fatto un tampone per il Covid, risultato negativo, e gli era stata diagnosticata una probabile bronchite. “Mi hanno prescritto un trattamento di antibiotici e uno sciroppo per la tosse e sto cominciando a sentirmi meglio, ma di nuovo: ‘No bueno'”, aveva concluso. Rafael Cores, un giornalista di Univision che lo ha visto accasciarsi accanto a lui quattro minuti prima della fine dei supplementari, ha raccontato che “stava lavorando al suo laptop e solo pochi minuti prima” avevano scherzato insieme.

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  • Nicoletta Sipos, giornalista e scrittrice, ha vissuto in Ungheria, in Germania e negli Stati Uniti, prima di raggiungere Milano e lì restare. Il suo romanzo “La guerra di H”, un romanzo fortemente ispirato a fatti realmente accaduti.

L’autrice indaga in maniera del tutto nuova e appassionante un momento drammatico, decisivo della storia del nostro continente: la Seconda guerra mondiale. A raccontare l’ascesa e la disfatta del Nazismo è stavolta la voce di un bambino tedesco, che riporta con semplicità e veracità le molte sofferenze patite dal suo popolo durante il conflitto scatenato da Hitler, focalizzando l’attenzione del lettore sul drammatico paradigma che accomuna chiunque si trovi a vivere sulla propria pelle una guerra: la sofferenza. Pagine toccanti, le sue, tanto più intense perché impregnate di fatti reali, emozioni provate e sentite dai protagonisti e condivise da quanti, tuttora, si trovano coinvolti in un conflitto armato. La memoria collettiva è uno strumento potente per non commettere gli stessi errori. 

"Imparai poco alla volta – scrive il piccolo Heinrich Stein, protagonista del romanzo – che nel nostro strano Paese la verità aveva più volti con infinite sfumature”.

👉Perché una storia così e perché ora?
“Ho incontrato il protagonista di questa mia storia molto tempo fa, addirittura negli anni ’50, ossia in un’epoca che portava ancora gli strascichi della guerra. Diventammo amici, parlammo di Hitler e della miseria della Germania. Poco per volta, via via che ci incontravamo, lui aggiungeva ricordi, dettagli, confessioni. Per anni ho portato dentro di me la testimonianza di questa storia che si arricchiva sempre più di dettagli. Molte volte avrei voluto scriverla, magari a quattro mani con il mio amico, ma lui non se la sentiva. Io stessa esitavo ad affrontare questa storia che racconta una famiglia tedesca in forte sofferenza in una Germania ferita e umiliata. La gente ha etichettato tutto il popolo tedesco durante il nazismo come crudele per antonomasia. Non si pensa mai a quanto la gente comune abbia sofferto, alla fame e al freddo che anche il popolo tedesco ha patito”.

✍ Caterina Ceccuti

#lucenews #giornodellamemoria #27gennaio
  • È dalla sua camera con vista affacciata sull’Arno che Ornella Vanoni accetta di raccontare un po’ di sé ai lettori di Luce!, in attesa di esibirsi, sabato 28 gennaio sul palco della Tuscany Hall di Firenze, dov’è in programma una nuova tappa della nuova tournée Le Donne e la Musica. Un ritorno atteso per Ornella Vanoni, che in questo tour è accompagnata da un quintetto di sole donne.

Innanzitutto come sta, signora Vanoni?
“Stanca, sono partita due mesi dopo l’intervento al femore che mi sono rotto cadendo per una buca proprio davanti a casa mia. Ma l’incidente non mi ha impedito di intraprendere un progetto inaspettato che, sin da subito, mi è stato molto a cuore. Non ho perso la volontà di andare avanti. Anche se il tempo per prepararlo e provare è stato pochissimo. E poi sono molto dispiaciuta“.

Per cosa?
“La morte dell’orso Juan Carrito, travolto e ucciso da un’auto cercava bacche e miele: la mia carissima amica Dacia (Maraini, ndr) l’altro giorno ha scritto una cosa molto bella dedicata a lui. Dovrò scrollarmi di dosso la malinconia e ricaricarmi in vista del concerto“.

Con lei sul palco ci sarà una jazz band al femminile con Sade Mangiaracina al pianoforte, Eleonora Strino alla chitarra, Federica Michisanti al contrabbasso, Laura Klain alla batteria e Leila Shirvani. Perché questa scelta?
“Perché sono tutte bravissime, professioniste davvero eccezionali. Non è una decisione presa sulla spinta di tematiche legate al genere o alle quote rosa, ma nata grazie a Paolo Fresu, amico e trombettista fantastico del quale sono innamorata da sempre. Tempo fa, durante una chiacchierata, Paolo mi raccontò che al festival jazz di Berchidda erano andate in scena tante musiciste bravissime. E allora ho pensato: ’Se sono così brave perché non fare un gruppo di donne? Certo, non l’ha fatto mai nessuno. Bene, ora lo faccio io“.

Il fatto che siano tutte donne è un valore aggiunto?
“In realtà per me conta il talento, ma sono felice della scelta: è bellissimo sentire suonare queste artiste, vederle sul palco intorno a me mi emoziona“.

L
  • Devanshi Sanghvi è una bambina di otto anni che sarebbe potuta crescere e studiare per gestire l’attività di diamanti multimilionaria appartenente alla sua facoltosissima famiglia, con un patrimonio stimato di 60 milioni di dollari.

Ma la piccola ha scelto di farsi suora, vivendo così una vita spartana, vestita con sari bianchi, a piedi nudi e andando di porta in porta a chiedere l’elemosina. Si è unita ai “diksha” alla presenza di anziani monaci giainisti. La bimba è arrivata alla cerimonia ingioiellata e vestita di sete pregiate. Sulla sua testa poggiava una corona tempestata di diamanti. Dopo la cerimonia, a cui hanno partecipato migliaia di persone, è rimasta in piedi con altre suore, vestita con un sari bianco che le copriva anche la testa rasata. Nelle fotografie, la si vede con in mano una scopa che ora dovrà usare per spazzare via gli insetti dal suo cammino per evitare di calpestarli accidentalmente.

Di Barbara Berti ✍

#lucenews #lucelanazione #india #DevanshiSanghvi
  • Settanta giorni trascorsi in un mondo completamente bianco, la capitana dell’esercito britannico Harpreet Chandi, che già lo scorso anno si era distinta per un’impresa tra i ghiacci, è una fisioterapista che lavora in un’unità di riabilitazione regionale nel Buckinghamshire, fornendo supporto a soldati e ufficiali feriti. 

Ha dimostrato che i record sono fatti per essere battuti e, soprattutto, i limiti personali superabili grazie alla forza di volontà e alla preparazione. E ora è diventata una vera leggenda vivente, battendo il record del mondo femminile per la più lunga spedizione polare – sola e senza assistenza – della storia.

Il 9 gennaio scorso, 57esimo giorno del viaggio che era cominciato lo scorso 14 novembre, la 34enne inglese ha raggiunto il centro del Polo Sud dopo aver percorso circa 1100 chilometri. Quando è arrivata a destinazione nel bel mezzo della calotta polare era felice, pura e semplice gioia di aver raggiunto l’agognato traguardo: “Il Polo Sud è davvero un posto incredibile dove stare. Non mi sono fermata molto a lungo perché ho ancora un lungo viaggio da fare. È stato davvero difficile arrivare qui, sciando tra le 13 e le 15 ore al giorno con una media di 5 ore di sonno”.

Di Irene Carlotta Cicora ✍

#lucenews #lucelanazione #polosud #HarpreetChandi #polarpreet
L'unica certezza, al momento, è che Grant Wahl, 48 anni, cronista sportivo molto conosciuto e apprezzato dell'americana CBS Sports, è morto. Si è accasciato in tribuna stampa mentre la partita Argentina-Olanda, valida per il passaggio alla semifinale dei Mondiali di calcio Qatar 2022, volgeva al termine. Una partita che, come suo solito, stava seguendo per lavoro. Gli organizzatori della Coppa del Mondo hanno dichiarato che Wahl "si è sentito male" nell'area stampa, dove ha ricevuto "cure mediche immediate", per poi essere trasferito in barella all'Hamad General Hospital. La sua morte improvvisa ha scatenato un'ondata di shock e dolore in tutto il mondo dello sport. La federazione americana di calcio "è affranta nell'apprendere questa perdita", si legge nella dichiarazione, pubblicata sull'account Twitter ufficiale dell'US Soccer. "Grant ha fatto del calcio il lavoro della sua vita e siamo devastati dal fatto che lui e la sua brillante scrittura non saranno più con noi". Ma è stata davvero una morte improvvisa? Apparentemente il decesso sarebbe dovuto ad un attacco di cuore.

U.S. Soccer Statement On The Passing Of Grant Wahl: pic.twitter.com/CBp1mCK1mQ

— U.S. Soccer (@ussoccer) December 10, 2022

Eric Wahl: "Sono gay, mio fratello ha ricevuto minacce. È stato ucciso"

E soprattutto, di recente Wahl era balzato agli onori della cronaca per aver raccontato di essere stato trattenuto e di essersi visto rifiutare l'ingresso a una partita del torneo, perché indossava una maglietta arcobaleno a sostegno dei diritti LGBTQ. Ha dichiarato che gli agenti di sicurezza dello stadio gli avevano detto di cambiarsi la maglietta perché "non è permessa" e gli aveva preso il telefono. Wahl ha detto di essere stato rilasciato 25 minuti dopo essere stato trattenuto e di aver ricevuto le scuse di un rappresentante della FIFA e di un membro anziano del personale. In un video di poche ore fa, il fratello Eric ha denunciato che Grant sarebbe stato ucciso proprio perché tre settimane prima aveva cercato invano di entrare allo stadio in occasione della partita Usa-Galles, per poi essere temporaneamente arrestato. "Io sono gay ed è per questo motivo che aveva indossato la maglia arcobaleno ai mondiali - ha affermato - mio fratello stava bene di salute ma dopo quel gesto aveva ricevuto minacce. Io credo che sia stato ucciso, vi prego ai aiutarmi". Wahl, che aveva lavorato per la famosa rivista Sports Illustrated come esperto di calcio, prima di entrare alla CBS Sports nel 2021, era sposato con la dottoressa Celine Gounder, specialista in malattie infettive apparsa più volte in televisione negli Stati Uniti durante la pandemia Covid-19.
Grant Wahl è stato trattenuto e gli è stato impedito di entrare allo stadio perché indossava una maglia arcobaleno

Il momento del collasso

Le circostanze della morte del giornalista non sono chiare. Wahl stato curato all'interno dello stadio "per circa 20-25 minuti" prima di essere trasferito in ospedale, ha dichiarato alla CNN Keir Radnedge, editorialista di World Soccer Magazine. "Eravamo alla fine dei tempi supplementari della partita. All'improvviso, i colleghi alla mia sinistra hanno iniziato a chiedere assistenza medica. Era evidente che qualcuno stava molto male. Dato che le sedie sono mobili, le altre persone sono riuscite a spostarle, quindi è stato possibile creare un po' di spazio intorno a lui", ha continuato Radnedge, aggiungendo che l'équipe medica è arrivata "abbastanza rapidamente ed è stata in grado di prestare le cure nel miglior modo possibile". La US Soccer, nel comunicato ufficiale diffuso su Twitter, ha elogiato la passione del giornalista e la sua "fede nel potere del gioco per far progredire i diritti umani" e ha condiviso le condoglianze con la moglie di Wahl, Celine Gounder, e i suoi cari. Wahl si occupava di calcio da più di vent'anni, aveva seguito 11 campionati mondiali - sei maschili e cinque femminili - ed è stato autore di diversi libri su questo sport.
Grant Wahl con la moglie, Celine Gounder

Il malessere nei giorni precedenti

In un episodio del podcast "Futbol with Grant Wahl", pubblicato pochi giorni prima della sua morte, avvenuta il 9 dicembre, Grant Wahl aveva raccontato di sentirsi poco bene da giorni. "Il mio corpo mi sta presentando il conto - aveva affermato il 48enne giornalista americano durante la puntata -. Tre settimane di poco sonno, stress e tanto lavoro possono farlo. Quello che era iniziato come un raffreddore è peggiorato dopo Usa-Olanda (del 3 dicembre, ndr) e la situazione si era fatta piuttosto grave in termini di fitte al torace, di tensione, di pressione. Mi sentivo piuttosto dolorante", ha spiegato al co-conduttore Chris Wittyngham nel corso dell'episodio. Si era anche fatto un tampone per il Covid, risultato negativo, e gli era stata diagnosticata una probabile bronchite. "Mi hanno prescritto un trattamento di antibiotici e uno sciroppo per la tosse e sto cominciando a sentirmi meglio, ma di nuovo: 'No bueno'", aveva concluso. Rafael Cores, un giornalista di Univision che lo ha visto accasciarsi accanto a lui quattro minuti prima della fine dei supplementari, ha raccontato che "stava lavorando al suo laptop e solo pochi minuti prima" avevano scherzato insieme.
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