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Home » Attualità » È morta Sacheen Littlefeather, l’attrice e attivista Apache che rifiutò l’Oscar a Marlon Brando

È morta Sacheen Littlefeather, l’attrice e attivista Apache che rifiutò l’Oscar a Marlon Brando

"Piccola Piuma", nativo-americana, è morta domenica a 75 anni, meno di due mesi dopo le scuse dell'Academy. Nel 1973 fu insultata e vittima della "censura" hollywoodiana

Marianna Grazi
3 Ottobre 2022
Sacheen Littlefeather Oscar

Sacheen Littlefeather è morta a 75 anni

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Sacheen Littlefeather, l’attivista e attrice nativa americana che – come è noto – rifiutò l’Oscar a Marlon Brando per “Il Padrino“, è morta domenica 2 ottobre all’età di 75 anni, come ha annunciato l’Academy of Motion Pictures.

Sacheen Littlefeather, Native American civil rights activist who famously declined Marlon Brando’s 1973 Best Actor Academy Award, dies at 75. pic.twitter.com/OlpsoItlCw

— The Academy (@TheAcademy) October 3, 2022

Piccola Piuma (questo il suo nome Apache) era malata di cancro al seno. L’Hollywood Reporter riporta una dichiarazione del suo agente, in cui si legge che è morta a mezzogiorno di domenica nella sua casa a Novato, nella California settentrionale, circondata dai suoi cari.

Il rifiuto di Marlon Brando e gli insulti all’attivista

Sacheen Littlefeather rifiuta l'Oscar Marlon Brando
Agli Academy Awards del 1973 Sacheen Littlefeather rifiuta l’Oscar come miglior attore per conto di Marlon Brando, che aveva vinto per il suo ruolo ne Il Padrino

Brando vinse l’Oscar come miglior attore nel 1973 per il suo ruolo nel “Padrino“, ma non partecipò alla cerimonia, protestando a favore dei diritti dei nativi americani. Fu Sacheen Littlefeather a partecipare simbolicamente all’evento per suo conto, e a salire sul palco degli Academy per compiere un gesto simbolico ma clamoroso. In rappresentanza del divo rifiutò di accettare la statuetta e tenne un breve discorso in cui spiegava che il gesto di rifiuto dell’attore era dovuto, di fatto, al “trattamento riservato oggi agli Indiani d’America dall’industria cinematografica… e in televisione, nelle repliche dei film”.

All’epoca 26enne, la giovane attivista e attrice Littlefeather, fu subissata di critiche e fischi; anni dopo ha raccontato che l’attore John Wayne dovette essere trattenuto dagli addetti alla sicurezza dietro le quinte per non aggredirla. Altri personaggi nel backstage si limitarono invece a compiere gesti offensivi nei suoi confronti. Dopo la cerimonia fu inserita nella lista nera di Hollywood.
Ad agosto, l’Academy of Motion Picture Arts and Sciences si è scusata ufficialmente con Piccola Piuma per il trattamento che le è stato riservato: “Le violenze che ha subito a causa di questa dichiarazione erano ingiustificate e ingiustificabili. Il peso emotivo che hai vissuto e il costo per la sua carriera nel nostro settore sono irreparabili. Per troppo tempo il coraggio che ha dimostrato non è stato riconosciuto. Per questo, le porgiamo le nostre più profonde scuse e la nostra sincera ammirazione”. La 75enne, in quell’occasione ha risposto dicendo: “Noi indiani siamo persone molto pazienti… sono passati solo 50 anni! Dobbiamo mantenere sempre il nostro senso dell’umorismo”.

Chi era Sacheen Littlefeather

In un’intervista al Guardian lo scorso anno la donna ha raccontato la sua infanzia difficile. Nata nel 1946, figlia di un padre Apache e Yaqui e di una madre bianca, entrambi con gravi problemi di sanità mentale e incapaci di crescerla. Fu portata via dai genitori all’età di tre anni e cresciuta dai nonni materni; da piccola ricorda di aver colpito il padre con una scopa per impedirgli di picchiare la madre: “Credo che sia stato allora che sono diventata davvero un’attivista“. A 17 anni, dopo la morte del padre, Littlefeather ha iniziato a visitare le riserve in Arizona. “Con gli altri indiani di città ho avuto una vera e propria svolta, tornando alle nostre tradizioni, al nostro patrimonio. Gli anziani che provenivano da diverse riserve insegnavano a noi giovani come essere di nuovo indiani. È stato meraviglioso”.
A vent’anni, lavorava in una stazione radio di San Francisco, dirigeva un comitato locale per le buone azioni nei confronti dei nativi americani e studiava la rappresentazione in tv, al cinema e nello sport. Quando sentì Marlon Brando parlare dei diritti dei nativi americani, gli scrisse una lettera; mesi dopo lui le telefonò e divennero buoni amici.

Sacheen Littlefeather

Nella stessa intervista, Littlefeather – ormai anziana – ha spiegato di essere “molto, molto malata” a causa di un tumore al seno. “Sono stata sottoposta a chemioterapia per diverso tempo e ad antibiotici quotidiani. Di conseguenza, la mia memoria non è più buona come un tempo”, dichiarava. “Sono sempre molto stanca perché (curare) il cancro è un lavoro a tempo pieno: le TAC, le risonanze magnetiche, le analisi di laboratorio, le visite mediche, la chemioterapia, i medici che controllano le malattie infettive, ecc. Se siete pigri, non dovete candidarvi per il cancro”. Parlando della morte, ha detto: “Vado in un altro posto. Vado nel mondo dei miei antenati. Vi sto dicendo addio... Mi sono guadagnata il diritto di essere la mia vera me stessa”.

 

 

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L’adolescente originaria della regione dell’Arkhangelsk (che si trova a nord-ovest della Russia) da alcuni mesi si trova agli arresti domiciliari, nell’appartamento della madre a Severodvinsk. Un dispositivo di localizzazione, che le hanno applicato alla caviglia, ne traccia ogni spostamento: non è autorizzata ad accedere a Internet né a comunicare con l’esterno.

La ragazza è stata definita terrorista ed estremista e messa sullo stesso piano di talebani e appartenenti a Isis e al Qaeda. La sua colpa? Aver condiviso su Instagram una storia sull’esplosione del ponte di Crimea in ottobre scorso, criticando la Russia per aver invaso l’Ucraina. La studentessa Krivtsova, secondo quanto riporta la Cnn, “sta anche affrontando accuse penali per aver screditato l’esercito russo in un presunto repost critico della guerra in una chat studentesca sul social network russo Vk”. 

Le posizioni dell’allieva della scuola di scienze sociali dell’Università federale dell’Artico (Narfu) in merito all’invasione della Russia in Ucraina sono ben chiare, tanto che la giovane si è tatuata sulla caviglia la faccia del presidente russo Vladimir Putin su un corpo di un ragno. Accanto, la parole “il Grande Fratello ti sta guardando”.

Di Barbara Berti ✍

#lucenews #lucelanazione #russia
Sacheen Littlefeather, l'attivista e attrice nativa americana che – come è noto – rifiutò l'Oscar a Marlon Brando per "Il Padrino", è morta domenica 2 ottobre all'età di 75 anni, come ha annunciato l'Academy of Motion Pictures.

Sacheen Littlefeather, Native American civil rights activist who famously declined Marlon Brando’s 1973 Best Actor Academy Award, dies at 75. pic.twitter.com/OlpsoItlCw

— The Academy (@TheAcademy) October 3, 2022
Piccola Piuma (questo il suo nome Apache) era malata di cancro al seno. L'Hollywood Reporter riporta una dichiarazione del suo agente, in cui si legge che è morta a mezzogiorno di domenica nella sua casa a Novato, nella California settentrionale, circondata dai suoi cari.

Il rifiuto di Marlon Brando e gli insulti all'attivista

Sacheen Littlefeather rifiuta l'Oscar Marlon Brando
Agli Academy Awards del 1973 Sacheen Littlefeather rifiuta l'Oscar come miglior attore per conto di Marlon Brando, che aveva vinto per il suo ruolo ne Il Padrino
Brando vinse l'Oscar come miglior attore nel 1973 per il suo ruolo nel "Padrino", ma non partecipò alla cerimonia, protestando a favore dei diritti dei nativi americani. Fu Sacheen Littlefeather a partecipare simbolicamente all'evento per suo conto, e a salire sul palco degli Academy per compiere un gesto simbolico ma clamoroso. In rappresentanza del divo rifiutò di accettare la statuetta e tenne un breve discorso in cui spiegava che il gesto di rifiuto dell'attore era dovuto, di fatto, al "trattamento riservato oggi agli Indiani d'America dall'industria cinematografica... e in televisione, nelle repliche dei film".

All'epoca 26enne, la giovane attivista e attrice Littlefeather, fu subissata di critiche e fischi; anni dopo ha raccontato che l'attore John Wayne dovette essere trattenuto dagli addetti alla sicurezza dietro le quinte per non aggredirla. Altri personaggi nel backstage si limitarono invece a compiere gesti offensivi nei suoi confronti. Dopo la cerimonia fu inserita nella lista nera di Hollywood. Ad agosto, l'Academy of Motion Picture Arts and Sciences si è scusata ufficialmente con Piccola Piuma per il trattamento che le è stato riservato: "Le violenze che ha subito a causa di questa dichiarazione erano ingiustificate e ingiustificabili. Il peso emotivo che hai vissuto e il costo per la sua carriera nel nostro settore sono irreparabili. Per troppo tempo il coraggio che ha dimostrato non è stato riconosciuto. Per questo, le porgiamo le nostre più profonde scuse e la nostra sincera ammirazione". La 75enne, in quell'occasione ha risposto dicendo: "Noi indiani siamo persone molto pazienti... sono passati solo 50 anni! Dobbiamo mantenere sempre il nostro senso dell'umorismo".

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