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Mortalità materna, Oms: "Ogni due minuti una donna muore per gravidanza o parto"

Dopo il calo dei decessi (meno 34,3%) tra 200 e 2015, nei successivi cinque anni la situazione si è stabilizzata, tornando ad aumentare in alcune regioni del mondo. Quali sono le cause e le possibili soluzioni

di CATERINA CECCUTI -
25 febbraio 2023
donna-incinta-con-foto-ad-ultrasuoni-seduta-sul-letto

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Ogni due minuti una donna muore mettendo al mondo un bambino. Per milioni di persone in tutto il mondo la gravidanza, che dovrebbe essere solo un momento di grande gioia per ogni donna, si trasforma in un’esperienza pericolosa e drammatica. E la cosa più grave è che moltissime di queste morti potrebbero essere evitate, visto che molte delle complicanze che portano al decesso sono ampiamente prevedibili e curabili, se solo in tutti i Paesi del mondo ci fosse un’assistenza sanitaria adeguata. I dati parlano chiaro: nonostante in 20 anni i decessi siano diminuiti di oltre il 30%, calando in modo significativo tra il 2000 e il 2015, sono rimasti in gran parte stabili tra il 2016 e il 2020 e in alcune regioni l’incidenza della mortalità è persino aumentata, invertendo il trend decrescente.
mortalità materna parto

I tassi di mortalità materna sono rimasti stabili, o addirittura sono tornati a crescere, tra 2016 e 2020

Oms, ogni 2 minuti una donna muore in gravidanza o durante parto

Il tasso complessivo di mortalità materna è sceso del 34,3% in un periodo di 20 anni: da 339 morti materne ogni 100.000 nati vivi nel 2000 a 223 morti materne nel 2020. Ciò significa che, tuttavia, quasi 800 donne sono morte al giorno nel 2020, ovvero circa una ogni due minuti. Di parto, dunque, si continua a morire, più di qualche anno fa. A dirlo è il rapporto delle Agenzie delle Nazioni Unite, da cui emerge che ogni 60 secondi una donna muore durante la gravidanza o il parto. Il report, "Trends in maternal mortality" - prodotto dall'Oms per conto del gruppo inter-agenzie delle Nazioni Unite per la stima della mortalità materna - rivela un’allarmante battuta di arresto per la salute delle donne negli ultimi anni, visto che le morti materne sono aumentate o sono rimaste invariate in quasi tutte le regioni del mondo.

Il rapporto delle morti materne a livello mondiale

Il rapporto, che tiene traccia delle morti materne a livello nazionale, regionale e globale dal 2000 al 2020, mostra che nel mondo, tre anni fa, avvenivano circa 287.000 decessi di donne. Questo rappresenta un lieve calo rispetto alle circa 309.000 nel 2016 quando sono entrati in vigore gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite. Sebbene il rapporto evidenzi alcuni significativi progressi nella riduzione dei decessi materni tra il 2000 e il 2015, successivamente i risultati si sono in gran parte bloccati o, in alcuni casi, si sono addirittura invertiti. In 2 delle 8 regioni delle Nazioni Unite - Europa e Nord America e America Latina e Caraibi - il tasso di mortalità materna è aumentato fra il 2016 e il 2020, rispettivamente del 17% e del 15%. Altrove, il tasso è invariato. Il rapporto mostra anche che progressi sono possibili: ad esempio, due regioni - Australia e Nuova Zelanda e Asia centrale e meridionale - hanno registrato un calo significativo (rispettivamente del 35% e del 16%) di questi tassi nello stesso periodo, così come 31 Paesi in tutto il mondo. In 20 anni, la Bielorussia ha registrato il calo maggiore, del 95,5%, mentre il Venezuela ha registrato l'aumento maggiore. Tra il 2000 e il 2015, l'aumento record è stato registrato, tuttavia, negli Stati Uniti.

I Paesi poveri sono quelli più a rischio

Dottoressa visita una donna incinta in Sierra Leone (Unicef)

In termini numerici, le morti materne continuano a concentrarsi in gran parte nelle zone più povere del mondo e nei Paesi colpiti da conflitti. Nel 2020, circa il 70% di tutte le morti materne si è verificato nell'Africa subsahariana. In nove Paesi colpiti da gravi crisi umanitarie, i tassi di mortalità materna erano più che doppi rispetto alla media mondiale (551 morti materne ogni 100.000 nati vivi, rispetto ai 223 a livello globale).

La situazione in Italia

In Italia, nel 2020, si sono verificate 5 morti materne su 100.000 bambini nati vivi (in numeri assoluti, 19 morti in totale), un tasso in diminuzione rispetto alle 7 morti materne su 100.000 bambini nati vivi verificatesi nel 2015 e nel 2010 e alle 10 nel 2000. "Anche se la gravidanza dovrebbe essere un momento di immensa speranza e un’esperienza positiva per tutte le donne, risulta ancora un’esperienza pericolosamente scioccante per milioni di donne che nel mondo non hanno accesso a un assistenza sanitaria di qualità e attenta", ha dichiarato Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms. "Queste nuove statistiche rilevano il bisogno urgente di assicurare che ogni donna e ragazza abbia accesso a servizi sanitari di base prima, durante e dopo il parte e che possano pienamente esercitare i propri diritti riproduttivi".

Di cosa si muore in gravidanza

Gravi emorragie, pressione alta, infezioni legate alla gravidanza, complicanze da aborto non sicuro e patologie pregresse che possono essere aggravate dalla gravidanza (come l'Hiv/Aids e la malaria) sono le principali cause di morte materna. Tutte queste cause sono in gran parte prevenibili e curabili con l'accesso a un'assistenza sanitaria di qualità e attenta.

L’importanza dell’assistenza sanitaria

L'assistenza sanitaria di base incentrata sulla comunità può soddisfare le esigenze di donne, bambini e adolescenti e consentire un accesso equo a servizi essenziali come il parto assistito e l'assistenza pre e postnatale, le vaccinazioni dei bambini, la nutrizione e la pianificazione familiare. Tuttavia, il sottofinanziamento dei sistemi di assistenza sanitaria di base, la mancanza di operatori sanitari formati e la debolezza delle catene di approvvigionamento dei prodotti medici minacciano i progressi.

Il tasso di mortalità materna più alto si registra nei Paesi più poveri, dove ci sono crisi umanitarie in corso o conflitti

L’allarme: a rischio vita oltre 1 milione di donne in più entro il 2030

Il rapporto rivela che il mondo deve accelerare significativamente i progressi per raggiungere gli obiettivi globali di riduzione delle morti materne, altrimenti si rischia la vita di oltre 1 milione di donne in più entro il 2030. "Per milioni di famiglie, il miracolo del parto è rovinato dalla tragedia delle morti materne", ha dichiarato il Direttore generale dell'Unicef Catherine Russell. "Nessuna madre dovrebbe temere per la propria vita mentre mette al mondo un bambino, soprattutto quando esistono le conoscenze e gli strumenti per trattare le complicanze più comuni. L'equità nell'assistenza sanitaria offre a ogni madre, indipendentemente da chi sia o da dove si trovi, un'equa possibilità di avere un parto sicuro e un futuro sano con la propria famiglia".