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Home » Attualità » Napoli, dichiarazioni choc sui gay del titolare di una pizzeria. “Siete dei pervertiti infelici”

Napoli, dichiarazioni choc sui gay del titolare di una pizzeria. “Siete dei pervertiti infelici”

La frase è stata postata su Instagram in una storia. Il proprietario della pizzeria si è prontamente scusato: "Non sono omofobo, ho anche io degli amici gay"

Edoardo Martini
6 Luglio 2022
La pizzeria Dal Presidente

La pizzeria Dal Presidente

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Un gesto da condannare quello che sta travolgendo la pizzeria Dal Presidente di Napoli e il suo titolare Massimiliano Di Caprio dopo un messaggio social ritenuto omofobo. Qui non siamo di fronte alle solite, pur se sempre insopportabili, battute omofobe e dichiarazioni intolleranti, ma a una vera e propria violenza verbale. Gli omosessuali sarebbero “pervertiti” e pedofili. Le frasi sono uscite in una storia Instagram, e i “concetti” ribaditi e precisati con toni ancora più ingiuriosi e imbarazzanti nelle risposte private a chi gli chiedeva conto. La storia poi ovviamente è sparita dopo 24 ore, anche se restano gli screenshot, ma tuttora non risultano scuse pubbliche, ma solo difese private.

L’Instagram story di Di Caprio, titolare della pizzeria Dal Presidente a Napoli

“Siete dei pervertiti infelici”: la frase da condannare del proprietario

Di Caprio, in una storia, ha scritto: “Non me ne fotte di consensi e di avere più clienti, o di candidarmi in politica per avere voti e fare soldi. Io sono un uomo e non voglio offendere la legge di Gesù Cristo, che ha creato uomo e donna. Non devo essere falso viscido e lecchino dei gay e delle lesbiche: io amo e ringrazio Dio che mi ha creato uomo e questo degrado che voi umani state accettando non lo condivido, quindi per me siete dei pervertiti infelici: volete far sentire gli altri sbagliati e torturare i bambini che vi guardano in tv per strada.”

La vicenda è diventata subito virale e sulla stessa è intervenuto anche Antonello Sannino, segretario di Antinoo Arcigay Napoli: “Siamo inorriditi da tanto squallore. Il titolare (sembrerebbe) dal Presidente Pizzeria di Napoli, sul suo profilo Instagram, scriverebbe, in un italiano a dir poco discutibile, cose inaccettabili del tipo: Dio ha creato l’uomo e la donna, gli omosessuali dovrebbero nascondersi perché sono dei pervertiti infelici pronti a deviare i bambini. Non è accettabile tutto ciò. In attesa di chiarimenti, faremo subito tutte le verifiche del caso, financo quelle legali. Attendiamo immediatamente dei chiarimenti dal soggetto in questione e dalla pizzeria. Pronti ad azioni legali e al boicottaggio se confermate queste gravissime affermazioni. Basta, è vergognoso!”

A seguito delle numerose critiche, Di Caprio è tornato sul fatto e via social ha chiarito: “Spiegarlo da vicino chiarirebbe tutto, ma rispondere non mi va più: l’unica cosa che posso scrivere è che chi mi conosce sa che ho amici gay, lavoratori gay: non sono omofobo e non porto odio, sono stato offeso da un singolo e ho litigato con un singolo tutto qui.”

Alcune recensioni sulla pizzeria Dal Presidente sono cominciate ad apparire su TripAdvisor

La mobilitazione degli utenti su TripAdvisor

Com’è facile da immaginare, sono tantissime le risposte indignate dei napoletani e delle tante persone che su internet hanno reagito protestando in quasi tutti i social de Il Presidente. Ci sono state decine di risposte ai post della Pagina Facebook, anche in quelli pubblicati settimane fa, e tanti sfoghi su Tripadvisor, dove le persone stanno facendo calare la media delle recensioni.

In tanti vogliono boicottare la pizzeria e non accettano assolutamente un atteggiamento così retrogrado e discriminatorio.

Naturalmente tantissimi napoletani sono rimasti davvero delusi e dispiaciuti dal fatto che una pizzeria così nota, potremmo definirla anche un’istituzione locale, abbia fatto queste vergognose dichiarazioni e che ciò rende il tutto ancora più offensivo per il popolo napoletano, da sempre accusato di essere retrogrado.

 

 

 

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  • "Ora dobbiamo fare di meno, per il futuro".

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  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
Un gesto da condannare quello che sta travolgendo la pizzeria Dal Presidente di Napoli e il suo titolare Massimiliano Di Caprio dopo un messaggio social ritenuto omofobo. Qui non siamo di fronte alle solite, pur se sempre insopportabili, battute omofobe e dichiarazioni intolleranti, ma a una vera e propria violenza verbale. Gli omosessuali sarebbero “pervertiti” e pedofili. Le frasi sono uscite in una storia Instagram, e i “concetti” ribaditi e precisati con toni ancora più ingiuriosi e imbarazzanti nelle risposte private a chi gli chiedeva conto. La storia poi ovviamente è sparita dopo 24 ore, anche se restano gli screenshot, ma tuttora non risultano scuse pubbliche, ma solo difese private.
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Com'è facile da immaginare, sono tantissime le risposte indignate dei napoletani e delle tante persone che su internet hanno reagito protestando in quasi tutti i social de Il Presidente. Ci sono state decine di risposte ai post della Pagina Facebook, anche in quelli pubblicati settimane fa, e tanti sfoghi su Tripadvisor, dove le persone stanno facendo calare la media delle recensioni. In tanti vogliono boicottare la pizzeria e non accettano assolutamente un atteggiamento così retrogrado e discriminatorio. Naturalmente tantissimi napoletani sono rimasti davvero delusi e dispiaciuti dal fatto che una pizzeria così nota, potremmo definirla anche un'istituzione locale, abbia fatto queste vergognose dichiarazioni e che ciò rende il tutto ancora più offensivo per il popolo napoletano, da sempre accusato di essere retrogrado.      
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