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Home » Attualità » Neonata abbandonata sul cofano di una macchina davanti all’ospedale: la salva un’infermiera

Neonata abbandonata sul cofano di una macchina davanti all’ospedale: la salva un’infermiera

La donna stava entrando al lavoro presso il San Gerardo di Monza quando ha sentito dei gemiti provenire da una scatola. Il numero di abbandoni in Italia parla di un fenomeno ancora troppo comune

Marianna Grazi
30 Agosto 2022
neonata abbandonata monza

Neonata abbandonata a Monza

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Quando è andata al lavoro, questa mattina, l’infermiera non si aspettava certo di fare una scoperta che ha dell’incredibile. Erano circa le 5.20 del mattino, la donna si apprestava ad entrare in ospedale, il San Gerardo di Monza, per il suo turno quando ha sentito dei gemiti provenire dal parcheggio. Avvicinatasi al luogo da cui provenivano quei suoni ha scoperto una neonata abbandonata lì vicino, adagiata dentro una scatola poggiata sul cofano di una vettura. Un bimba avvolta in un coperta, che avrà avuto al massimo poche ore di vita.

Neonata abbandonata in una scatola vicino a ospedale Monza
L’ospedale San Gerardo di Monza fuori dal quale un’infermiera ha trovato una bimba abbandonata

Subito l’infermiera l’ha portata nel Pronto Soccorso pediatrico della struttura, allertando immediatamente anche la Questura. Il personale sanitario si è preso cura della bimba, risultata effettivamente nata poche ore prima, in buone condizioni e dai tratti ispanici. Cosa abbia spinto la sua mamma ad abbandonarla nel parcheggio dell’ospedale poco dopo il parto, come stia la donna e soprattutto chi sia saranno gli agenti dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico che sono intervenuti sul posto a determinarlo. Intanto hanno infatti avviato le indagini per rintracciarla.

I dati sull’abbandono

Quante volte, ancora oggi e anche in Italia, leggiamo o sentiamo notizie di bambini abbandonati, neonati ritrovati in strada o in cassonetti? Secondo la stima di AiBi (associazione che dal 1986 combatte l’abbandono dei minori in tutto il mondo, promuovendo il loro diritto a una famiglia) potrebbero però essere addirittura 3 mila ogni anno, i bimbi appena nati che vengono partoriti di nascosto, in luoghi non sicuri, e poi lasciati ai margini della strada, o perfino tra i rifiuti. Sarebbero invece solo 400, di questi 3mila, ad essere lasciati nei pressi di ospedali o al riparo in culle per la vita (particolari dispositivi in cui una donna può depositare in anonimato il neonato, che si attivano nel segnalare al personale sanitario la presenza all’interno di un bambino). Degli altri si perde traccia o si ritrovano purtroppo quando è ormai troppo tardi. I dati risalgono 2012 e sono stati forniti della Società italiana di Neonatologia, secondo cui in Italia i bimbi abbandonati sono per il 73% figli di italiane, il 27% di immigrate, prevalentemente tra i 20 e 40 anni; le minorenni risultano solo il 6%. Ma all’appello, inevitabilmente, mancano tutti quelli di cui non si viene a conoscenza. Ma nonostante siano passati 10 anni dallo studio il problema, nel nostro Paese, è ancora tutt’altro che trascurabile. I bambini non riconosciuti alla nascita sono ‘censiti’ dai Tribunali dei Minori per le adozioni: il dato nazionale parla di circa 1.000 neonati all’anno. L’anno scorso una nuova ricerca parlava di una drammatica crescita nel numero dei neonati abbandonati in ospedale, soprattutto al Nord. In Lombardia erano stati 55 solo nel 2020; 186 in Italia. I minori tolti alle famiglie e dichiarati adottabili, nel 2019, sono stati infine 1.046 in tutto il Paese.

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  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
  • Paese che vai inquinamento che trovi. O, se volete, un mal comune che non diventa affatto un mezzo gaudio. Secondo uno studio pubblicato su “The Lancet Planetary Health”, primo autore il professore Yuming Guo, sono infatti a appena 8 milioni le persone che possono dire di respirare aria pulita: lo 0,001% della popolazione mondiale, che vive su una percentuale irrisoria del globo terraqueo, lo 0,18%.

Per i rimanenti 7 miliardi e passa la situazione è grama, se non critica, con la concentrazione annuale di polveri sottili che è costantemente al di sopra della soglia di sicurezza indicata dall’Oms, Organizzazione mondiale della sanità (PM2.5 inferiori a 5 µg/m3), un limite oltre il quale il rischio per la salute diventa considerevole. E come se non bastasse la concentrazione media giornaliera globale è di 32,8 µg/m3, più del doppio della soglia Oms.

Lo studio pubblicato su “Lancet” è il primo al mondo ad aver ricostruito i valori giornalieri di polveri sottili, ovvero smog, su tutto il Pianeta, attraverso un metodo complesso e multifattoriale che ha permesso di ottenere dei valori anche nelle regioni non monitorate, grazie a un mix fatto di osservazioni tradizionali di monitoraggio della qualità dell’aria, rilevatori meteorologici e di inquinamento atmosferico via satellite, metodi statistici e di apprendimento automatico (machine learning).

Dati allarmanti, dunque. Per quanto qualche segnale di miglioramento comincia a intravvedersi, con il totale dei giorni con concentrazioni eccessive che sta diminuendo nel complesso. I dati degli ultimi 20 anni rivelano delle tendenze positive in Europa e Nord America, dove l’inquinamento da PM2.5 è sceso, ma non in Asia meridionale, Australia e Nuova Zelanda, America Latina e Caraibi, dove il trend è invece di crescita. Le concentrazioni più elevate di PM2.5 sono state rilevate nelle regioni dell’Asia orientale (50 µg/m3) e meridionale (37,2 µg/m3), seguite dall’Africa settentrionale (30,1 µg/m3). Poco da gioire, dunque e molto da lavorare.

#lucenews #inquinamento
  • L’arrivo della bella stagione ha il sapore del gelato 🍦

Golosi ma di qualità. È il rapporto degli italiani con il gelato artigianale secondo un’indagine di Glovo. Piattaforma di consegne, e Gusto17, brand gourmet, in vista del Gelato Day del prossimo 24 marzo.

Nel 2022 solo sull’app di Glovo gli italiani hanno ordinato più di 2 milioni di gelati, il 16% in più rispetto al 2021, con una media di 5.500 gelati al giorno, principalmente dalle gelaterie di quartiere, facendo aumentare le vendite del 138% per i piccoli esercenti. In particolare, il picco di ordini si registra alle 21.

Tra i gusti più amati dagli italiani ci sono: crema, pistacchio, nocciola e Nutella. Questa la Top 10 delle città più golose di gelato: Roma, Milano, Torino, Palermo, Napoli, Firenze, Catania, Bologna, Bari e Verona.

🍨E voi, amanti del gelato, qual è il vostro gusto preferito? 

📸 Credits: @netflixit 

#lucenews #lucelanazione #gelatoday
  • 🗣«Persi undici chili in poco tempo. Per cercare di rialzarmi iniziai un percorso con uno psicologo, ma ho capito presto qual era il motivo per cui ero caduta dentro quel tunnel. E ho iniziato presto a lavorare su di me, da sola.

Nel 2014 avevo ripreso ad allenarmi da pochissimo tempo, quando ho incontrato una donna, Luana Angeletti. Ho scoperto dopo che era la mamma di un amico, ma la cosa importante è quello che lei mi disse quella volta.

Che avevo una struttura fisica adatta a competere nella categoria bikini, nel body-building. Mi è scattato dentro qualcosa, ho iniziato a lavorare perché volevo migliorare e finalmente farmi vedere dagli altri, dopo che per otto anni non ero andata neanche al mare perché mi vergognavo del mio fisico e della mia scoliosi. Grazie a Luana sono passata dal nascondermi allo stare su un palco guardata da tante persone. È stata decisiva.

Imparate a volervi bene, e se non ci riuscite con le vostre forze, non abbiate paura di farvi aiutare e seguire da altri. È importantissimo».

Dai disturbi alimentari al body building, l
Quando è andata al lavoro, questa mattina, l'infermiera non si aspettava certo di fare una scoperta che ha dell'incredibile. Erano circa le 5.20 del mattino, la donna si apprestava ad entrare in ospedale, il San Gerardo di Monza, per il suo turno quando ha sentito dei gemiti provenire dal parcheggio. Avvicinatasi al luogo da cui provenivano quei suoni ha scoperto una neonata abbandonata lì vicino, adagiata dentro una scatola poggiata sul cofano di una vettura. Un bimba avvolta in un coperta, che avrà avuto al massimo poche ore di vita.
Neonata abbandonata in una scatola vicino a ospedale Monza
L'ospedale San Gerardo di Monza fuori dal quale un'infermiera ha trovato una bimba abbandonata
Subito l'infermiera l'ha portata nel Pronto Soccorso pediatrico della struttura, allertando immediatamente anche la Questura. Il personale sanitario si è preso cura della bimba, risultata effettivamente nata poche ore prima, in buone condizioni e dai tratti ispanici. Cosa abbia spinto la sua mamma ad abbandonarla nel parcheggio dell'ospedale poco dopo il parto, come stia la donna e soprattutto chi sia saranno gli agenti dell'Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico che sono intervenuti sul posto a determinarlo. Intanto hanno infatti avviato le indagini per rintracciarla.

I dati sull'abbandono

Quante volte, ancora oggi e anche in Italia, leggiamo o sentiamo notizie di bambini abbandonati, neonati ritrovati in strada o in cassonetti? Secondo la stima di AiBi (associazione che dal 1986 combatte l'abbandono dei minori in tutto il mondo, promuovendo il loro diritto a una famiglia) potrebbero però essere addirittura 3 mila ogni anno, i bimbi appena nati che vengono partoriti di nascosto, in luoghi non sicuri, e poi lasciati ai margini della strada, o perfino tra i rifiuti. Sarebbero invece solo 400, di questi 3mila, ad essere lasciati nei pressi di ospedali o al riparo in culle per la vita (particolari dispositivi in cui una donna può depositare in anonimato il neonato, che si attivano nel segnalare al personale sanitario la presenza all'interno di un bambino). Degli altri si perde traccia o si ritrovano purtroppo quando è ormai troppo tardi. I dati risalgono 2012 e sono stati forniti della Società italiana di Neonatologia, secondo cui in Italia i bimbi abbandonati sono per il 73% figli di italiane, il 27% di immigrate, prevalentemente tra i 20 e 40 anni; le minorenni risultano solo il 6%. Ma all’appello, inevitabilmente, mancano tutti quelli di cui non si viene a conoscenza. Ma nonostante siano passati 10 anni dallo studio il problema, nel nostro Paese, è ancora tutt'altro che trascurabile. I bambini non riconosciuti alla nascita sono 'censiti' dai Tribunali dei Minori per le adozioni: il dato nazionale parla di circa 1.000 neonati all’anno. L'anno scorso una nuova ricerca parlava di una drammatica crescita nel numero dei neonati abbandonati in ospedale, soprattutto al Nord. In Lombardia erano stati 55 solo nel 2020; 186 in Italia. I minori tolti alle famiglie e dichiarati adottabili, nel 2019, sono stati infine 1.046 in tutto il Paese.
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