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Home » Attualità » Tragedia a Sassari, neonata trovata morta a Burgos: la piccola era stata partorita in casa

Tragedia a Sassari, neonata trovata morta a Burgos: la piccola era stata partorita in casa

C'è il sospetto che la bimba di appena 5 giorni sia stata uccisa dall’inedia e dalla denutrizione. Sono stati i genitori a chiamare i soccorritori, ma era troppo tardi

Edoardo Martini
18 Giugno 2022
Neonato

Neonato

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Quando i soccorritori del 118 ieri pomeriggio sono entrati in un’abitazione del centro di Burgos si sono trovati davanti una scena straziante e inaspettata. La richiesta d’aiuto, arrivata poco prima alla centrale operativa di Sassari, raccontava di una neonata in difficoltà, ma davanti agli occhi dei medici e degli infermieri in tuta arancione è apparso un corpicino ormai senza vita di una bimba apparentemente denutrita e disidratata.

La neonata probabilmente è morta di fame

La ricostruzione della vicenda

Secondo una prima ricostruzione la piccola sarebbe stata partorita in casa dalla mamma. Sono stati i genitori della ragazza, nonni della neonata, a chiamare i soccorsi ma era ormai troppo tardi. La neonata, una volta venuta al mondo, non avrebbe avuto cure e assistenza adeguate. La piccola era stata adagiata su un letto, tutto intorno sangue, sporcizia e le tracce visibili di un parto avvenuto proprio lì – pochi giorni prima – in condizioni di assoluto degrado. La piccola era morta da qualche ora e i medici non hanno potuto far nient’altro se non constatarne il decesso e avvisare i carabinieri. Era la stata la mamma della bambina, una giovane di Burgos, a chiedere l’intervento dell’ambulanza quando però purtroppo non c’era più niente da fare.

All’interno dell’abitazione in cui si è verificata la tragedia, insieme alla mamma della neonata, i carabinieri hanno trovato i genitori della donna e una sorella della trentenne, mentre il padre della piccola vive a Budoni e non era presente. Sono stati i carabinieri a chiamarlo e a darli la notizia dell’accaduto.

La mamma della neonata, la sorella e i genitori sono stati accompagnati in caserma a Bono per essere interrogati e ieri a tarda sera tutti e quattro sono stati iscritti nel registro degli indagati dal titolare dell’inchiesta, il sostituto procuratore Giorgio Bocciarelli per abbandono di incapace. Il magistrato ha disposto il sequestro della piccola salma e lunedì affiderà al medico legale l’incarico al medico legale di Cagliari Alberto Chighine di eseguire l’esame autoptico su corpo della neonata. Dall’autopsia si capirà se la bimba sia effettivamente morta di inedia, come ipotizzato dai soccorritori del 118 o sia stata qualche altra la causa della morte improvvisa della neonata.

Burgos: il comune dove si è verificata la tragedia

“Nessuno era stato informato della nascita”: il mistero nel comune di Burgos

Secondo una prima ricognizione esterna il cadavere non presenterebbe segni di violenza, ma chi è intervenuto all’interno dell’abitazione ha avuto l’impressione che la bimba fosse denutrita. La mamma della bambina vive in una situazione di degrado insieme ai suoi genitori e alla sorella e la gravidanza in paese era stata tenuta nascosta. Forse proprio per questo motivo la donna qualche giorno fa ha deciso di partorire in casa, con l’assistenza dei soli familiari.

La nascita della bambina non era stata ancora neanche denunciata all’ufficio anagrafe del Comune di Burgos e in pochi in paese sapevano dell’arrivo della piccola. Quello che è accaduto dal momento della nascita fino a ieri pomeriggio all’interno dell’abitazione dovrà però essere accertato dall’inchiesta della magistratura. La Procura vuole capire se dal momento del parto la piccola sia stata alimentata in modo corretto dalla madre e per quale motivo la donna non si sia rivolta a degli esperti o a un medico, prima che si verificasse la tragedia. Sarà anche importate capire se i servizi sociali del Comune fossero a conoscenza della situazione in cui viveva la famiglia.

L’allarme è stato lanciato solo ieri dopo pranzo, ma forse la bambina era già deceduta da diverse ore. La corsa dell’ambulanza del 118 verso il centro del paese del Goceano è stata purtroppo inutile. Il corpicino era freddo e tutto intorno, nella stanza da letto in cui è stato trovato dai soccorritori, la testimonianza visibile di una situazione di degrado e difficoltà. Rimane da capire come sia possibile che in una comunità di meno di mille abitanti nessuno abbia lanciato per tempo alcun segnale dall’allarme prima che si arrivasse alla tragedia di ieri.

 

 

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Instagram

  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
Quando i soccorritori del 118 ieri pomeriggio sono entrati in un’abitazione del centro di Burgos si sono trovati davanti una scena straziante e inaspettata. La richiesta d’aiuto, arrivata poco prima alla centrale operativa di Sassari, raccontava di una neonata in difficoltà, ma davanti agli occhi dei medici e degli infermieri in tuta arancione è apparso un corpicino ormai senza vita di una bimba apparentemente denutrita e disidratata.
La neonata probabilmente è morta di fame

La ricostruzione della vicenda

Secondo una prima ricostruzione la piccola sarebbe stata partorita in casa dalla mamma. Sono stati i genitori della ragazza, nonni della neonata, a chiamare i soccorsi ma era ormai troppo tardi. La neonata, una volta venuta al mondo, non avrebbe avuto cure e assistenza adeguate. La piccola era stata adagiata su un letto, tutto intorno sangue, sporcizia e le tracce visibili di un parto avvenuto proprio lì - pochi giorni prima - in condizioni di assoluto degrado. La piccola era morta da qualche ora e i medici non hanno potuto far nient’altro se non constatarne il decesso e avvisare i carabinieri. Era la stata la mamma della bambina, una giovane di Burgos, a chiedere l’intervento dell’ambulanza quando però purtroppo non c’era più niente da fare. All’interno dell’abitazione in cui si è verificata la tragedia, insieme alla mamma della neonata, i carabinieri hanno trovato i genitori della donna e una sorella della trentenne, mentre il padre della piccola vive a Budoni e non era presente. Sono stati i carabinieri a chiamarlo e a darli la notizia dell’accaduto. La mamma della neonata, la sorella e i genitori sono stati accompagnati in caserma a Bono per essere interrogati e ieri a tarda sera tutti e quattro sono stati iscritti nel registro degli indagati dal titolare dell’inchiesta, il sostituto procuratore Giorgio Bocciarelli per abbandono di incapace. Il magistrato ha disposto il sequestro della piccola salma e lunedì affiderà al medico legale l’incarico al medico legale di Cagliari Alberto Chighine di eseguire l’esame autoptico su corpo della neonata. Dall’autopsia si capirà se la bimba sia effettivamente morta di inedia, come ipotizzato dai soccorritori del 118 o sia stata qualche altra la causa della morte improvvisa della neonata.
Burgos: il comune dove si è verificata la tragedia

"Nessuno era stato informato della nascita": il mistero nel comune di Burgos

Secondo una prima ricognizione esterna il cadavere non presenterebbe segni di violenza, ma chi è intervenuto all’interno dell’abitazione ha avuto l’impressione che la bimba fosse denutrita. La mamma della bambina vive in una situazione di degrado insieme ai suoi genitori e alla sorella e la gravidanza in paese era stata tenuta nascosta. Forse proprio per questo motivo la donna qualche giorno fa ha deciso di partorire in casa, con l’assistenza dei soli familiari. La nascita della bambina non era stata ancora neanche denunciata all’ufficio anagrafe del Comune di Burgos e in pochi in paese sapevano dell’arrivo della piccola. Quello che è accaduto dal momento della nascita fino a ieri pomeriggio all’interno dell’abitazione dovrà però essere accertato dall’inchiesta della magistratura. La Procura vuole capire se dal momento del parto la piccola sia stata alimentata in modo corretto dalla madre e per quale motivo la donna non si sia rivolta a degli esperti o a un medico, prima che si verificasse la tragedia. Sarà anche importate capire se i servizi sociali del Comune fossero a conoscenza della situazione in cui viveva la famiglia. L’allarme è stato lanciato solo ieri dopo pranzo, ma forse la bambina era già deceduta da diverse ore. La corsa dell’ambulanza del 118 verso il centro del paese del Goceano è stata purtroppo inutile. Il corpicino era freddo e tutto intorno, nella stanza da letto in cui è stato trovato dai soccorritori, la testimonianza visibile di una situazione di degrado e difficoltà. Rimane da capire come sia possibile che in una comunità di meno di mille abitanti nessuno abbia lanciato per tempo alcun segnale dall’allarme prima che si arrivasse alla tragedia di ieri.    
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