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Nigeria, la legge della Sharia colpisce ancora: tre uomini lapidati perché omosessuali

di EDOARDO MARTINI -
7 luglio 2022
Lapidazione

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Il tribunale islamico della sharia di Bauchi, in Nigeria, ha condannato a morte per lapidazione tre uomini, giudicati colpevoli di omosessualità. L'annuncio è stato dato lo scorso 1 luglio da Adam Dan Kafi, leader delle forza di polizia religiosa dell'Hisbah.

In Nigeria tre uomini sono stati accusati di omosessualità e quindi saranno uccisi attraverso la lapidazione

La dura legge della Sharia

Bauchi è uno dei 12 stati nigeriani che aderisce al sistema legale islamico della Sharia e adotta la morte per lapidazione come punizione massima per rapporti sessuali tra persone dello stesso sesso, ma anche per crimini che vanno dall’adulterio alla blasfemia. Adam Dan Kafi, capo della polizia di Bauchi, ha rivelato che i tre uomini sono stati arrestati il ​​14 giugno e successivamente condannati. I tre uomini, compreso un 70enne, hanno tutti confessato il “crimine di omosessualità”, anche se privi di un avvocato. Il giudice Munka’ilu Sabo li ha condannati a morte giovedì scorso, ma hanno ora 30 giorni per impugnare la sentenza. Qualsiasi pena di morte approvata dai tribunali della sharia necessita dell’approvazione del governatore dello stato. In Nigeria, come nella maggior parte dell’Africa, l’omosessualità è generalmente considerata inaccettabile. La Nigeria, che ricordiamolo è la nazione più popolosa dell’Africa, si rifà all’articolo 214 e 217 del Codice Penale che dichiara “che ogni persona che abbia congiungimento carnale con altra persona contro l’ordine naturale o permette ad un uomo di avere congiungimento carnale con un uomo o con una donna contro l’ordine naturale è colpevole di un delitto grave e perseguibile di imprigionamento per 14 anni“. La legge della Sharia, invece, dinanzi ad un rapporto anale prevede 100 frustate per gli uomini non sposati, e un anno di prigione più la morte per lapidazione per gli uomini sposati.

Deborah Samuel, la studentessa uccisa per lapidazione 2 mesi fa

Il precedente di Deborah Samuel

Questo tipo di situazioni non sono nuove in Nigeria visto che a maggio del 2022 a Sokoto, Stato nord-occidentale, Deborah Samuel, giovane studentessa di economia di religione cristiana, fu lapidata e bruciata da colleghi musulmani che l'hanno accusata di blasfemia.
Sui social media i video diventarono virali e documentarono la morte terribile della ragazza, confermando la dinamica dei fatti riferita dalla polizia di Sokoto, dove oltre al diritto comune vige la legge della Sharia, come in altri Stati del Nord della Nigeria.
Uno studente si presentò con il nome di Babangida e ha accusò la studentessa di aver postato "un commento offensivo sul profeta Maometto sulla chat WhatsApp di un gruppo studentesco, che tutti hanno visto". Furiosi per quello che considerarono "un insulto", decine di ragazzi musulmani del Shehu Shagari College of Education decisero di passare all'azione.
"Gli studenti l'hanno trascinata di forza dalla stanza dov'era stata messa in sicurezza dai responsabili della scuola, l'hanno uccisa con la lapidazione prima di appiccare il fuoco all'edificio" dichiarò Sanusi Abubakar, portavoce della polizia di Sokoto. La stessa fonte annunciò l'arresto di due studenti, assicurando che tutti i sospetti identificati nel video sono stati arrestati.