“Non è la mia guerra, ma resto per amore”. Maurizio Balsano è partito due anni fa dall’Emilia Romagna. Direzione Kiev, dove ha iniziato la sua nuova vita, occupandosi di arredi e design, al fianco della sua compagna ucraina Oksana, 32 anni. Oggi Maurizio, contattato dall’Agi, è uno degli italiani che è rimasto in Ucraina per scelta, nonostante la guerra, nonostante le bombe, nonostante tutto. La sua vita ormai è lì, nella capitale ucraina. La sua vita ormai è per Oksana, il suo amore.
Perché Maurizio e Oksana non scappano insieme
“Non è la mia guerra, ma la mia compagna Oksana, che ha 32 anni, non ha nessuna intenzione di andarsene e io non voglio lasciarla sola”. Maurizio racconta all’Agi la sua storia, il suo amore per la compagna, la vita che i due stanno trascorrendo a Kiev in questi giorni. Una domanda sorge spontanea a sentire e a leggere le parole di Maurizio. Per quale motivo non fuggono via entrambi dal Paese? È lo stesso Maurizio a rispondere: “In vita mia non ho mai visto un patriottismo come quello che questo popolo nutre per la sua terra”. Oksana dunque non vuole partire e lasciare la sua casa. Vuole restare nella sua Kiev, la sua città, dove con Maurizio ha costruito la sua vita. Anche lei ha un lavoro a Kiev, oltre a una famiglia numerosa. “Nessuno dei suoi parenti è a combattere, ma lei da qui non si muove”, dice Maurizio.
Che cosa vuol dire vivere in questi giorni a Kiev
L’uomo racconta cosa vuol dire vivere in questi giorni a Kiev. “Tutte le notti sentiamo i bombardamenti – dice Maurizio all’Agi -, ma cerchiamo di esorcizzare la paura guardando un film, cucinando o giocando a carte. Viviamo in casa, usciamo solo per le strette necessità, per fortuna telefoni e pc funzionano”. La coppia esce per lo più di casa solo per andare a fare la spesa. Ma anche comprare cibo sta iniziando a diventare molto difficile nella capitale. “Nei piccoli supermercati – racconta Maurizio – iniziano a scarseggiare carne e latticini, per fortuna noi da questo punto di vista per ora non abbiamo problemi.
Com’è cambiata la capitale dopo l’invasione russa
Maurizio racconta all’Agi com’è cambiata la capitale ucraina dopo l’invasione russa, iniziata lo scorso 24 febbraio. “Kiev era una metropoli multiculturale, simile a Berlino, in cui chi aveva un lavoro e un buon reddito poteva avere un tenore di vita superiore a quello italiano”. “Era”, dice Maurizio, perché ora è convinto: “Dopo quello che sta succedendo nulla sarà più come prima“.
Quanti sono gli italiani in Ucraina
Oggi sono 400 gli italiani rimasti in Ucraina. Di questi, 34 vorrebbero fuggire ma sono rimasti bloccati nel Paese. A riferirlo, domenica 13 marzo, è stato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio a ‘Non è l’arena’ su La7. “Gli italiani in Ucraina erano inizialmente 2.000, ora sono 400. Molti di loro vogliono rimanere (proprio come Maurizio, ndr) perché hanno la loro vita in Ucraina, con mogli e figli. Ma alcuni sono purtroppo intrappolati, non riescono a lasciare il Paese”, ha spiegato l’ambasciatore d’Italia in Ucraina, Pier Francesco Zazo, intervistato a ‘Che tempo che fa’ su Rai3 in collegamento da Leopoli. “Il fatto che l’ambasciata italiana sia ancora presente in Ucraina rappresenta un aspetto importante, apprezzato dal governo ucrainao, ma anche un sostegno psicologico per gli italiani presenti”, ha aggiunto Zazo. Le previsioni dell’ambasciatore non sono ottimiste: “Il presidente russo Vladimir Putin non potrà mai accettare l’umiliazione di una sconfitta militare. L’orgoglio russo si basa soprattutto sulla potenza militare. Non credo a una guerra mondiale perché la Nato non la vuole, ma il momento è abbastanza pericoloso”, ha concluso l’ambasciatore Zazo.