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Home » Attualità » La bambina con il cappotto rosso del film ‘Schindler’s list’ è tornata a far sentire la sua voce

La bambina con il cappotto rosso del film ‘Schindler’s list’ è tornata a far sentire la sua voce

Oliwia Dabrowska (32 anni), l’ex attrice che all’età di tre anni ha interpretato l’iconico personaggio nel film premio Oscar di Steven Spielberg, oggi aiuta i profughi ucraini a entrare in Polonia e lancia un appello: “Ogni piccola cosa aiuta, la situazione è drammatica”

Lucia Lapi
8 Aprile 2022
Oliwia Dabrowska, la bambina con il cappoto rosso nel film ’Schindler’s list’ diretto da Steven Spielberg nel 1993

Oliwia Dabrowska, la bambina con il cappoto rosso nel film ’Schindler’s list’ diretto da Steven Spielberg nel 1993

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Chi ha visto Schindler’s list, non può averla dimenticata. Nella atroce e commovente storia in bianco e nero di Oskar Schindler, l’imprenditore tedesco che salva più di 1200 ebrei dai forni crematori di Hitler assumendoli alle proprie dipendenze, Oliwia era l’unica macchia di colore: una bambinetta avvolta in un cappottino rosso durante lo sgombero del ghetto di Varsavia da parte dei nazisti. Nel film di Spielberg è proprio Schindler (con il volto dell’attore Liam Neeson) che la scorge, e il rosso segnala – nelle intenzioni del regista del film premio Oscar – il modo indelebile in cui quella vittima innocente resta impressa in mente al suo eroico protagonista. Quando la rivede, di nuovo con addosso il pastrano rosso, è su una carriola che trasporta un carico di cadaveri: ed è quello il momento in cui Schindler decide di non restare più passivo di fronte alla tragedia che si consuma davanti ai suoi occhi.

Oliwia Dabrowska: chi è la bambina con il cappottino rosso?

Un punticino rosso brillante, nell’uniforme color seppia di un film diventato famoso. Ma chi c’era dentro quel cappotto rosso? Il suo nome è Oliwia Dabrowska: dopo quasi 30 anni la donna 32enne (ne aveva circa tre anni quando è diventata un’icona indelebile della storia del cinema)la bambina con il cappottino rosso in ‘Schindler’s List’ lavora e sta aiutando i rifugiati ucraini che arrivano in Polonia. Lo ha annunciato lei stessa sul suo profilo Instagram: “Lei è sempre stata il simbolo della speranza – ha scritto a corredo di quell’immagine emblematica – lasciate che lo sia di nuovo”.

Oliwia Dabrowska (32 anni), la bambina con il cappoto rosso nel film ’Schindler’s list’, è tornate per a far sentire la sua voce
Oliwia Dabrowska (32 anni), la bambina con il cappoto rosso nel film ’Schindler’s list’, è tornate per a far sentire la sua voce

L’appello social di Oliwia Dabrowska

Il post risale al 9 marzo, era l’annuncio di quello che avrebbe fatto e documentato nei giorni seguenti.

“Lei è sempre stata il simbolo della speranza, lasciate che lo sia di nuovo” ha scritto Oliwia Dabrowska sui social, riferendosi proprio alla bambina del film, di cui la 32enne ha modificato il colore del cappotto rendendolo blu, in omaggio alla bandiera ucraina
“Lei è sempre stata il simbolo della speranza, lasciate che lo sia di nuovo” ha scritto Oliwia Dabrowska sui social, riferendosi proprio alla bambina del film, di cui la 32enne ha modificato il colore del cappotto rendendolo blu, in omaggio alla bandiera ucraina

C’è la bimba, ma ha il cappotto blu (modificato in omaggio alla bandiera blu e gialla dell’Ucraina), e l’appello di Oliwia alla collaborazione: “Ogni piccola cosa aiuta: abbiamo bisogno di donazioni materiali e finanziarie, potete anche fare volontariato per dare una mano di persona. La situazione è drammatica”.
prosegue parlando in prima persona della sua esperienza da volontaria: è andata infatti al confine polacco-ucraino per assistere i profughi che stanno scappando dal Paese invaso dalla Russia. “Abbiamo bisogno del vostro aiuto qui al confine – scrive in uno dei suoi post che documentano il suo impegno – Ho paura, ma questo mi motiva di più ad aiutare i rifugiati”.

Oliwia Dabrowska (oggi 32 anni), la bambina con il cappotto rosso nell’indimenticabile scena del film ’Schindler’s List’ diretto e prodotto da Steven Spielberg nel 1993
Oliwia Dabrowska (oggi 32 anni), la bambina con il cappotto rosso nell’indimenticabile scena del film ’Schindler’s List’ diretto e prodotto da Steven Spielberg nel 1993

Per lei, che quando era così piccola si è ritrovata sul set di uno dei film più duri e indigesti della storia del cinema (tanto duro e indigesto quanto meraviglioso), vivere oggi quelle scene non più tra un ciak e l’altro ma nella realtà si rivela assai traumatico. “Oggi la Russia ha bombardato Yavoriv”, ha scritto la ragazza.

Oliwia Dabrowska, la bambina con il cappoto rosso nel film ’Schindler’s list’ diretto da Steven Spielberg nel 1993
Oliwia Dabrowska, la bambina con il cappoto rosso nel film ’Schindler’s list’ diretto da Steven Spielberg nel 1993

“A soli 20 chilometri dalla Polonia. Così vicino! Ho paura, ma questo mi motiva di più ad aiutare i rifugiati”. Oliwia Dabrowska trent’anni dopo la sua interpretazione in Schindler’s List si ritrova davvero tra le bombe. Ha incontrato una madre ucraina con i suoi due figli, in fuga dalla guerra. Aveva bisogno di essere trasportata in una città vicino al confine tedesco. “Di solito trasportiamo profughi nella nostra zona, ma questa volta non potevamo semplicemente dire di no. Volevano disperatamente raggiungere la loro sorella. Quei ragazzi… mio Dio, riesco a malapena a trattenere le lacrime”, ha scritto su Instagram.

1Oliwia Dabrowska (oggi 32 anni) sul set con steven Spielberg nel 1993
Oliwia Dabrowska (oggi 32 anni) sul set con Steven Spielberg nel 1993

“Non posso dirvi tutto quello che ho visto lì, perché non ho parole giuste nella mia mente… Nessuno che non l’abbia mai visto può immaginare questo incubo negli occhi di quelle persone”, ha aggiunto l’ex attrice oggi volontaria.

Mercoledì 6 aprile Dabrowska ha aggiornato i suoi social network dopo alcuni giorni di silenzio. Ha pubblicato una sua foto corredata da una didascalia in cui racconta che lei e sua madre stanno fornendo kit di pronto soccorso ai soldati ucraini. Hanno istituito un meccanismo per le donazioni per aiutare “attivamente i rifugiati, fisicamente o in linea.”

Il film che non è riuscita a guardare per 18 anni

Per moltissimo tempo Oliwia Dabrowska non ha voluto riguardare il film che ha segnato la sua esistenza, poi un giorno ce l’ha fatta, a 18 anni di distanza. “E finalmente ho capito di avere partecipato a qualcosa di cui potevo essere orgogliosa – le sue parole- . Spielberg aveva ragione, dovevo crescere e maturare per poterlo apprezzare“. La sua carriera di attrice poi a parte una partecipazione al film polacco ’Gry uliczne’, si interruppe lì; Olivia si è dedicata agli studi universitari diventando poi bibliotecaria a Cracovia anche se l’Olocausto, in qualche modo, ha segnato anche lei.
E oggi Oliwia Dabrowska, la bambina con il cappoto rosso nel film ’Schindler’s list’, è tornate per a far sentire la sua voce.

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Instagram

  • Era il 1° febbraio 1945, quando la lotta per la conquista di questo diritto, partita tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, sulla scorta dei movimenti degli altri Paesi europei, raggiunse il suo obiettivo. Con un decreto legislativo, il Consiglio dei Ministri presieduto da Ivanoe Bonomi riconobbe il voto alle donne, su proposta di Palmiro Togliatti e Alcide De Gasperi. 

Durante la prima guerra mondiale le donne avevano sostituito al lavoro gli uomini che erano al fronte. La consapevolezza di aver assunto un ruolo ancora più centrale all’interno società oltre che della famiglia, crebbe e con essa la volontà di rivendicare i propri diritti. Già nel 1922 un deputato socialista, Emanuele Modigliani aveva presentato una proposta di legge per il diritto di voto femminile, che però non arrivò a essere discussa, per la Marcia su Roma. Mussolini ammise le donne al voto amministrativo nel 1924, ma per pura propaganda, poiché in seguito all’emanazione delle cosiddette “leggi fascistissime” tra il 1925 ed il 1926, le elezioni comunali vennero, di fatto, soppresse. Bisognerà aspettare la fine della guerra perché l’Italia affronti concretamente la questione.

Costituito il governo di liberazione nazionale, le donne si attivarono per entrare a far parte del corpo elettorale: la prima richiesta dell’ottobre 1944, venne avanzata dalla Commissione per il voto alle donne dell’Unione Donne Italiane (Udi), che si mobilitò per ottenere anche il diritto di eleggibilità (sancito da un successivo decreto datato 10 marzo 1946). Si arrivò così, dopo anni di battaglie per il suffragio universale, al primo febbraio 1945, data storica per l’Italia. Il decreto prevedeva la compilazione di liste elettorali femminili distinte da quelle maschili, ed escludeva però dal diritto le prostitute schedate che esercitavano “il meretricio fuori dei locali autorizzati”.

Le elezioni dell’esordio furono le amministrative tra marzo e aprile del 1946 e l’affluenza femminile superò l’89%. 

#lucenews #lucelanazione #dirittodivoto #womenrights #1febbraio1945
  • La regina del pulito Marie Kondo ha dichiarato di aver “un po’ rinunciato” a riordinare casa dopo la nascita del suo terzo figlio. La 38enne giapponese, considerata una "Dea dell’ordine", con i suoi best seller sull’economia domestica negli ultimi anni ha incitato e sostenuto gli sforzi dei comuni mortali di rimettere in sesto case e armadi all’insegna del cosa “provoca dentro una scintilla di gioia”. Ma l’esperta di decluttering, famosa in tutto il mondo, ha ammesso che con tre figli da accudire, la sua casa è oggi “disordinata”, ma ora il riordino non è più una priorità. 

Da quando è diventata madre di tre bambini, ha dichiarato che il suo stile di vita è cambiato e che la sua attenzione si è spostata dall’organizzazione alla ricerca di modi semplici per rendere felici le abitudini di tutti i giorni: "Fino a oggi sono stata una organizzatrice di professione e ho dunque fatto il mio meglio per tenere in ordine la mia casa tutto il tempo”, e anche se adesso “ci ho rinunciato, il modo in cui trascorro il mio tempo è quello giusto per me in questo momento, in questa fase della mia vita”.

✍ Marianna Grazi 

#lucenews #lucelanazione #mariekondo
  • La second hand, ossia l’oggetto di seconda mano, è una moda che negli ultimi anni sta diventando sempre più un’abitudine dei consumatori. Accumulare roba negli armadi, nei cassetti, in cantina, non è più un disagio che riguarda soltanto chi soffre di disposofobia, ossia di chi è affetto da sindrome dell’accumulatore compulsivo. Se l’acquisto è l’unica azione che rende felice l’uomo moderno, non riuscire a liberarsene è la condanna di molti.

Secondo quanto emerge dall’Osservatorio Second-hand Economy 2021, realizzato da BVA Doxa per Subito.it, sono 23 milioni gli italiani che, nel 2021, hanno fatto ricorso alla compravendita di oggetti usati grazie alle piattaforme online. Il 52% degli italiani ha comprato e/o venduto oggetti usati, tra questi il 15% lo ha fatto per la prima volta. L’esperienza di compravendita online di second hand è quella preferita, quasi il 50% degli affari si conclude online anche perché il sistema di vendita è simile a un comune eCommerce: internet è il canale più veloce per quasi la metà dei rispondenti (49%), inoltre offre una scelta più ampia (43%) e si può gestire comodamente da casa (41%). Comprare second hand diventa una sana abitudine che attrae ogni anno nuove persone, è al terzo posto tra i comportamenti sostenibili più messi in atto dagli italiani (52%) – preceduto sempre dalla raccolta differenziata (94%) e l’acquisto di lampadine a LED (71%) –, con picchi ancora più alti di adozione nel 2021 da parte dei laureati (68%), di chi appartiene alla generazione Z (66%), di chi ha 35-44 anni (70%) e delle famiglie con bambini (68%). 

Ma perché concretamente si acquista l’usato? Nel 2021 le prime tre motivazioni che inducono a comprare beni usati sono: il risparmio (56%, in crescita di 6 punti percentuali rispetto al 2020), l’essere contrari agli sprechi e credere nel riuso (49%) e la convinzione che la second hand sia un modo intelligente di fare economia e che rende molti oggetti più accessibili (43%). 

✍E tu? Hai mai comprato accessori oppure oggetti di seconda mano? Cosa ne pensi?

#lucenews #lucelanazione #secondhand #vintage
  • È iniziata come una sorta di sfida personale, come spesso accade tra i ragazzi della sua età, per testare le proprie capacità e resistenza in modo divertente. Poi però, per Isaac Ortman, adolescente del Minnesota, dormire nel cortile della sua casa è diventata una missione. 

“Non credo che la cosa finisca presto, potrei anche continuare fino all’università – ha detto il 14enne di Duluth -. È molto divertente e non sono pronto a smettere”. 

Tanto che ormai ha trascorso oltre 1.000 notti sotto le stelle. Il giovane, che fa il boy scout, come una specie di moderno Barone Rampante ha scoperto per caso il piacere di trascorrere le ore di sonno fuori dalle mura di casa, persino quando la temperatura è scesa a quadi 40 gradi sotto lo zero. Tutto è iniziato circa tre anni fa, nella baita della sua famiglia a 30 miglia da casa, diventando ben presto una routine notturna. Il giovane Ortman ricorda bene il giorno in cui ha abbandonato la sua camera da letto per un’amaca e un sacco a pelo, il 17 aprile 2020, quando era appena in prima media: “Stavo dormendo fuori dalla nostra baita e ho pensato: ‘Wow, potrei provare a dormire all’aperto per una settimana’. Così ho fatto e ho deciso di continuare”. 

“Non si stanca mai: ogni notte è una nuova avventura“, ha detto il padre Andrew Ortman, 48 anni e capo del suo gruppo scout. 

Sua mamma Melissa era un po’ preoccupata quella notte, lei e il padre gli hanno permesso di continuare la sua routine. “Sa che deve entrare in casa se qualcosa non va bene. Dopo 1.000 notti, ha la nostra fiducia. Da quando ha iniziato a farlo, è cresciuto sotto molti aspetti, e non solo in termini di statura”, dice orgogliosa. 

“Non lo sto facendo per nessun record o per una causa, mi sto solo divertendo. Ma con il ragazzo che dorme in Inghilterra, credo si possa dire che si tratta di una gara non ufficiale”, ha detto Isaac riferendosi all’adolescente inglese Max Woosey, che ha iniziato la sua maratona di sonno all’aperto il 29 marzo 2020, con l’obiettivo di raccogliere fondi per un ospedale che cura un suo anziano amico.

#lucenews #isaacortman #minnesota #boyscout
Chi ha visto Schindler’s list, non può averla dimenticata. Nella atroce e commovente storia in bianco e nero di Oskar Schindler, l’imprenditore tedesco che salva più di 1200 ebrei dai forni crematori di Hitler assumendoli alle proprie dipendenze, Oliwia era l’unica macchia di colore: una bambinetta avvolta in un cappottino rosso durante lo sgombero del ghetto di Varsavia da parte dei nazisti. Nel film di Spielberg è proprio Schindler (con il volto dell’attore Liam Neeson) che la scorge, e il rosso segnala – nelle intenzioni del regista del film premio Oscar – il modo indelebile in cui quella vittima innocente resta impressa in mente al suo eroico protagonista. Quando la rivede, di nuovo con addosso il pastrano rosso, è su una carriola che trasporta un carico di cadaveri: ed è quello il momento in cui Schindler decide di non restare più passivo di fronte alla tragedia che si consuma davanti ai suoi occhi.

Oliwia Dabrowska: chi è la bambina con il cappottino rosso?

Un punticino rosso brillante, nell’uniforme color seppia di un film diventato famoso. Ma chi c’era dentro quel cappotto rosso? Il suo nome è Oliwia Dabrowska: dopo quasi 30 anni la donna 32enne (ne aveva circa tre anni quando è diventata un’icona indelebile della storia del cinema)la bambina con il cappottino rosso in 'Schindler’s List’ lavora e sta aiutando i rifugiati ucraini che arrivano in Polonia. Lo ha annunciato lei stessa sul suo profilo Instagram: “Lei è sempre stata il simbolo della speranza - ha scritto a corredo di quell’immagine emblematica - lasciate che lo sia di nuovo”.
Oliwia Dabrowska (32 anni), la bambina con il cappoto rosso nel film ’Schindler’s list’, è tornate per a far sentire la sua voce
Oliwia Dabrowska (32 anni), la bambina con il cappoto rosso nel film ’Schindler’s list’, è tornate per a far sentire la sua voce

L'appello social di Oliwia Dabrowska

Il post risale al 9 marzo, era l’annuncio di quello che avrebbe fatto e documentato nei giorni seguenti.
“Lei è sempre stata il simbolo della speranza, lasciate che lo sia di nuovo” ha scritto Oliwia Dabrowska sui social, riferendosi proprio alla bambina del film, di cui la 32enne ha modificato il colore del cappotto rendendolo blu, in omaggio alla bandiera ucraina
“Lei è sempre stata il simbolo della speranza, lasciate che lo sia di nuovo” ha scritto Oliwia Dabrowska sui social, riferendosi proprio alla bambina del film, di cui la 32enne ha modificato il colore del cappotto rendendolo blu, in omaggio alla bandiera ucraina
C’è la bimba, ma ha il cappotto blu (modificato in omaggio alla bandiera blu e gialla dell’Ucraina), e l’appello di Oliwia alla collaborazione: “Ogni piccola cosa aiuta: abbiamo bisogno di donazioni materiali e finanziarie, potete anche fare volontariato per dare una mano di persona. La situazione è drammatica”. prosegue parlando in prima persona della sua esperienza da volontaria: è andata infatti al confine polacco-ucraino per assistere i profughi che stanno scappando dal Paese invaso dalla Russia. “Abbiamo bisogno del vostro aiuto qui al confine - scrive in uno dei suoi post che documentano il suo impegno - Ho paura, ma questo mi motiva di più ad aiutare i rifugiati”.
Oliwia Dabrowska (oggi 32 anni), la bambina con il cappotto rosso nell’indimenticabile scena del film ’Schindler’s List’ diretto e prodotto da Steven Spielberg nel 1993
Oliwia Dabrowska (oggi 32 anni), la bambina con il cappotto rosso nell’indimenticabile scena del film ’Schindler’s List’ diretto e prodotto da Steven Spielberg nel 1993
Per lei, che quando era così piccola si è ritrovata sul set di uno dei film più duri e indigesti della storia del cinema (tanto duro e indigesto quanto meraviglioso), vivere oggi quelle scene non più tra un ciak e l’altro ma nella realtà si rivela assai traumatico. “Oggi la Russia ha bombardato Yavoriv”, ha scritto la ragazza.
Oliwia Dabrowska, la bambina con il cappoto rosso nel film ’Schindler’s list’ diretto da Steven Spielberg nel 1993
Oliwia Dabrowska, la bambina con il cappoto rosso nel film ’Schindler’s list’ diretto da Steven Spielberg nel 1993
“A soli 20 chilometri dalla Polonia. Così vicino! Ho paura, ma questo mi motiva di più ad aiutare i rifugiati”. Oliwia Dabrowska trent’anni dopo la sua interpretazione in Schindler’s List si ritrova davvero tra le bombe. Ha incontrato una madre ucraina con i suoi due figli, in fuga dalla guerra. Aveva bisogno di essere trasportata in una città vicino al confine tedesco. “Di solito trasportiamo profughi nella nostra zona, ma questa volta non potevamo semplicemente dire di no. Volevano disperatamente raggiungere la loro sorella. Quei ragazzi... mio Dio, riesco a malapena a trattenere le lacrime”, ha scritto su Instagram.
1Oliwia Dabrowska (oggi 32 anni) sul set con steven Spielberg nel 1993
Oliwia Dabrowska (oggi 32 anni) sul set con Steven Spielberg nel 1993
“Non posso dirvi tutto quello che ho visto lì, perché non ho parole giuste nella mia mente... Nessuno che non l’abbia mai visto può immaginare questo incubo negli occhi di quelle persone”, ha aggiunto l’ex attrice oggi volontaria. Mercoledì 6 aprile Dabrowska ha aggiornato i suoi social network dopo alcuni giorni di silenzio. Ha pubblicato una sua foto corredata da una didascalia in cui racconta che lei e sua madre stanno fornendo kit di pronto soccorso ai soldati ucraini. Hanno istituito un meccanismo per le donazioni per aiutare “attivamente i rifugiati, fisicamente o in linea.”

Il film che non è riuscita a guardare per 18 anni

Per moltissimo tempo Oliwia Dabrowska non ha voluto riguardare il film che ha segnato la sua esistenza, poi un giorno ce l’ha fatta, a 18 anni di distanza. “E finalmente ho capito di avere partecipato a qualcosa di cui potevo essere orgogliosa - le sue parole- . Spielberg aveva ragione, dovevo crescere e maturare per poterlo apprezzare“. La sua carriera di attrice poi a parte una partecipazione al film polacco ’Gry uliczne’, si interruppe lì; Olivia si è dedicata agli studi universitari diventando poi bibliotecaria a Cracovia anche se l’Olocausto, in qualche modo, ha segnato anche lei. E oggi Oliwia Dabrowska, la bambina con il cappoto rosso nel film ’Schindler’s list’, è tornate per a far sentire la sua voce.
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