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L'Onu rimuove l'Iran dalla Commissione sullo status delle donne. Teheran protesta: "Bullismo Usa"

I 54 membri dell'Ecosoc hanno approvato il testo con 29 voti a favore 8 contrari e 16 astenuti. Intanto il regime condanna un operatore umanitario belga a 28 anni di carcere

di MARIANNA GRAZI -
15 dicembre 2022
Onu espelle Iran da commissione su status donne

Onu espelle Iran da commissione su status donne

L'Iran è stato rimosso dalla Commissione sullo status delle donne (Uncsw) a causa delle brutale repressione - soprattutto nei confronti di donne e ragazze -delle proteste, in corso da ormai tre mesi, da parte del regime a Teheran. L'Onu ha infatti approvato, giovedì 15 dicembre, una risoluzione proposta dagli Usa per espellere immediatamente il Paese "per il resto del suo mandato 2022-2026". I 54 membri del Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite (Ecosoc) hanno approvato il testo con 29 voti a favore (compatto il sostegno dell'Ue), 8 contrari (Bolivia, Cina, Kazhakstan, Nicaragua, Nigeria, Oman, Russia, Zimbabwe) e 16 astenuti (Bangladesh, Belize, Botswana, Congo, Costa d'Avorio, Esawatini, Gabon, India, Indonesia, Madagascar, Mauritius, Messico, Isole Solomone, Thailandia, Tunisia, Tanzania). Mentre la censura degli ayatollah allunga lo sguardo su chiunque rappresenti una minaccia per la Repubblica Islamica, tanto che gli ultimi a farne le spese sono stati alcuni 'rappresentanti di media occidentali' arrestati dalle Guardie Rivoluzionarie per aver ripreso video e immagini di "diverse situazioni" in Iran inviandoli alle loro redazioni, l'Onu prova a contrastare le mosse del regime attraverso "Un voto storico", come lo definisce il consigliere della Casa Bianca per la sicurezza nazionale Jake Sullivan. "Questo voto è un segno del crescente consenso sull'Iran e sulla domanda perché renda conto" delle sue azioni, ha dichiarato, ricordando le varie iniziative intraprese finora dagli Usa insieme ai suoi partner e alleati. "Le

I Paesi membri votano sulla rimozione dell'Iran dalla Commissione sullo status delle donne durante la quinta riunione plenaria del Consiglio economico e sociale presso la sede delle Nazioni Unite a New York il 14 dicembre 2022

recenti orribili esecuzioni a Teheran rafforzano solo la nostra risolutezza ad espandere questo crescente consenso e a perseguire ogni possibile meccanismo contro il regime iraniano e i suoi dirigenti responsabili per tali atrocità", ha aggiunto. Da Teheran arriva invece la condanna a questa risoluzione approvata dalle Nazioni Unite, definita "illegale". Parlando di "bullismo degli Usa e dei suoi alleati" per il governo iraniano l'espulsione dalla Commissione dell'Onu è "un'eresia politica che scredita questa organizzazione internazionale e crea anche una procedura unilaterale per futuri abusi delle istituzioni internazionali", afferma il portavoce del ministero degli Esteri della Repubblica islamica, Nasser Kanani, come riporta Irna. Nel criticare la decisione, il Segretario dell'Alto consiglio per i diritti umani dell'Iran Kazem Gharibabadi ha accusato Washington di avere "dato totale sostegno all'uccisione da parte di gruppi terroristi di migliaia di donne iraniane" da quando è stata fondata la Repubblica islamica.

La condanna dell'operatore umanitario

Sull'Iran è intervenuto ieri, 14 dicembre, il ministro degli Esteri Antonio Tajani che al question time alla Camera ha dichiarato: "Convocherò l'ambasciatore iraniano, appena si insedierà, per manifestare la preoccupazione e l'indignazione del governo italiano per le esecuzioni dei manifestanti e la repressione delle proteste chiedendo una risposta credibile sulla tutela dei diritti umani". Restano oscure, intanto, le cause che hanno portato alla condanna a 28 anni di carcere dell'operatore umanitario belga Olivier Vandecasteele,  arrestato nel febbraio scorso e rimasto per 290 giorni tagliato fuori da ogni contatto con i familiari, come ha raccontato la sorella Nathalie. "La famiglia è sconvolta", ha dichiarato un portavoce dopo che il governo belga ha informato i parenti della notizia, "ve lo immaginate? Se non si trova una soluzione, resterà in prigione fino al 2050, avrà quasi 70 anni", ha aggiunto. Quella della Repubblica islamica è una strategia per terrorizzare dentro e fuori dai confini, come ha affermato Mahmood Amiry-Moghaddam, direttore del gruppo Iran Human Rights (Ihr): le autorità usano esecuzioni, condanne e arresti per "diffondere la paura e salvare il regime".