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Home » Attualità » Orso bruno marsicano a rischio estinzione: in Italia ne sono rimasti 50 esemplari

Orso bruno marsicano a rischio estinzione: in Italia ne sono rimasti 50 esemplari

L'appello del WWF: "La sopravvivenza della specie è in serio pericolo. Dobbiamo raddoppiarne la popolazione entro il 2050"

Domenico Guarino
3 Febbraio 2022
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Tra i cinquanta e i sessanta individui relegati oramai in una ristretta porzione dell’Appennino centrale, compresa quasi del tutto all’interno dei confini di due parchi nazionali: Parco Nazionale d’ Abruzzo, Lazio e Molise e Parco Nazionale della Maiella. A ‘tanto’ ammonta la popolazione dell’Orso Marsicano, il più raro d’Europa.  Una condizione di estrema fragilità che, come è evidente, mette a serio rischio la sopravvivenza della specie.

 

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Per questo l’Ursus arctos marsicanus, che tra poche settimane uscirà dal letargo, o meglio, da quel riposo prolungato inframezzato da brevi escursioni per cercare cibo cui si abbandona durante la stagione invernale,  è la specie scelta dal WWF per dare il via alla campagna ReNature 2022, che punta a tutelare e rigenerare il nostro capitale naturale, a beneficio delle generazioni attuali e future.

Orso bruno marsicano, l’obiettivo: raddoppiarne la popolazione entro il 2050

Il progetto si chiama 2×50 ed ha come obiettivo quello di raddoppiare la popolazione dell’orso bruno marsicano entro il 2050, attraverso interventi diretti di tutela e il restauro degli habitat degradati, a partire dalle aree prioritarie a maggior frammentazione. “Abbiamo meno di 30 anni per creare una cintura di sicurezza intorno alla core area dell’orso marsicano, creare cioè le condizioni affinché il plantigrado possa espandersi  in maniera naturale nel territorio” fanno sapere dall’associazione ambientalista.

I rischi per questi animali sono tantissimi infatti, a partire dai più banali. “Strade, nuclei abitativi, allevamenti, spezzano la naturalità del suo habitat e rappresentano pericoli costanti. Il rischio di incidenti lungo le strade sono tra le principali cause di mortalità: 6 esemplari negli ultimi anni hanno perso la vita per l’impatto con autoveicoli”, chiarisce Isabella Pratesi, direttore conservazione del WWF Italia. L’ultimo caso è del  2021, protagonista sfortunato un esemplare maschio investito in Abruzzo lungo l’autostrada A25. “Anche un solo esemplare morto per una popolazione che a malapena supera i 50 animali rappresenta una perdita enorme” sottolinea Pratesi.

 

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La speranza è nei cuccioli: i dati più recenti riguardanti la natalità si riferiscono al 2018, con 11 cuccioli e al 2019 con 16 nuovi cuccioli. Nel 2020 e 2021 la pandemia ha bloccato i censimenti ma si spera di poterli riprendere presto. Ogni nuovo cucciolo è una speranza per la sopravvivenza dell’orso bruno marsicano. Ovviamente perché possano crescere e moltiplicarsi, anche gli orsetti, per quanto siano resistenti, hanno bisogno di condizioni ambientali quantomeno non ostili. “Negli ultimi decenni  le attività umane hanno eroso il nostro prezioso capitale naturale e alterato in modo significativo i tre quarti degli ecosistemi terrestri e i due terzi degli oceani, distruggendo gli habitat, sovrasfruttando le risorse ed emettendo gas climalteranti e altri inquinanti – ha dichiarato Gianluca Catullo, responsabile specie e habitat di WWF e a capo della Campagna ReNature – . Oltre ad aver provocato una drammatica perdita di biodiversità, questa condizione sta peggiorando i già pericolosi livelli di riscaldamento globale in atto e mettendo a rischio la stessa salute umana”.

Le soluzioni? Ripristinare decine di sottopassi stradali abbandonati e impraticabili per gli animali, distribuire nuove recinzioni a tutela degli allevamenti, installare dissuasori acustici e ottici che scoraggino gli orsi ad attraversare le strade più pericolose, rimuovere le risorse trofiche che attraggono gli orsi nelle aree urbane sostituendo, ad esempio, i cassonetti attuali con modelli a prova di orso, favorire la convivenza con le popolazioni locali superando pregiudizi e diffidenza. “Nessuna istituzione da sola può fare la differenza. Serve una collaborazione sinergica tra il Ministero della Transizione Ecologica, i Presidenti delle Regioni ricadenti all’interno dell’areale dell’Orso, prime fra tutte Abruzzo, Lazio e Molise, i tanti sindaci che amministrano questi territori, i responsabili delle aree protette, gli operatori delle forze di polizia, i magistrati e tutti i cittadini che vivono e lavorano in questi territori. Serve l’aiuto e il sostegno di tutti coloro che hanno a cuore il destino di una delle specie più rare e preziose del continente europeo. Il WWF ha avviato anche una Campagna di raccolta fondi per finanziare le azioni urgenti da mettere in campo. Ognuno può partecipare andando sulla pagina web wwf.it/orsomarsicano” sottolinea il WWF.

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  • "È passato un mese dall’incidente, e ogni giorno, penso costantemente a come le cose possano cambiare rapidamente e drasticamente, in un batter d’occhio, e in modi che non avrei mai potuto immaginare.”

Il protagonista di questa vicenda è Leonardo Lotto, studente aostano, che la mattina del 23 febbraio è rimasto vittima di un incidente in mare. Il ragazzo era a Melbourne con un gruppo di amici quando dopo un tuffo tra le onde sul bagnasciuga ha picchiato violentemente la testa contro il fondale di sabbia. In quel momento è iniziato l’incubo: prima gli amici lo hanno aiutato a uscire dall’acqua, poi la corsa disperata in ospedale. Dopo l’intervento d’urgenza, è arrivato il duro responso: “Frattura delle vertebre C3 e C5, spina dorsale danneggiata". Leonardo Lotto è paralizzato dalla testa in giù e non potrà più camminare.

"Continuerò a lottare e farò tutto il necessario. A volte cadrò, ma alla fine mi rialzerò, vivendo sempre giorno per giorno, superando i momenti più bui”.

Dopo il ricovero all’Alfred Hospital di Melbourne, in Australia, “le sue condizioni sono stabili, e ora è pronto per iniziare il suo lungo percorso riabilitativo a Milano con tutte le energie e la positività che hanno sempre caratterizzato la sua personalità”. E gli amici, proprio per sostenere le cure, hanno organizzato una raccolta fondi online.

✍ Barbara Berti 

#lucenews #lucelanazione #australia #leonardolotto
  • È quanto emerge da uno studio su 1.700 ragazzi toscani realizzato dal Meyer center for health and happiness, di cui è responsabile Manila Bonciani, insieme all’Università di Firenze, e presentato in occasione della Giornata internazionale della felicità nel corso di un evento organizzato al Meyer health campus di Firenze.

Cosa gli adolescenti pensano della felicità? Come la definiscono? Cosa li rende felici? Queste alcune domande dello studio. Dai risultati emerge che i ragazzi spesso non riescono a dare neanche una definizione della felicità. Tuttavia ne sottolineano la rilevanza e la transitorietà. 

Dalla ricerca emerge così che la manifestazione della felicità si declina in sei dimensioni:
➡ La più rilevante che emerge è quella dell’interesse sociale, data dall’importanza che viene attribuita dai ragazzi alle relazioni interpersonali.
➡ La seconda è l’espressione della soddisfazione verso la propria vita, del fare le cose che piacciono loro.
➡ La terza è vivere emozioni positive, rilevanza che si riscontra anche nelle parole dei ragazzi che esprimono in maniera importante l’idea di essere felici quando sono senza preoccupazioni o pressioni che avvertono frequentemente, come anche quella scolastica.
➡ La quarta è il senso di autorealizzazione insieme a quello di padronanza delle varie situazioni che si trovano ad affrontare.
➡ Infine in misura minore la loro felicità è legata all’ottimismo, cui gli stessi adolescenti non attribuiscono grande rilevanza, sebbene rappresenti la sesta dimensione della felicità identificata.

Gli adolescenti che risultano più felici si caratterizzano per essere più empatici, esprimere un atteggiamento cooperativo, avere maggiore autoconsapevolezza, saper gestire meglio le emozioni e risolvere le situazioni problematiche, avere una buona immagine di sé. 

Ancora i maschi risultano essere più felici delle femmine a eccezione della dimensione relazionale e sociale della felicità che non si differenzia in maniera significativa tra i due gruppi, e le fasce di età più piccole, fino ai 15 anni, esprimono maggiormente di essere felici rispetto ai ragazzi di 16-17 o maggiorenni.

#felicità #ospedalemeyer #adolescenza
Tra i cinquanta e i sessanta individui relegati oramai in una ristretta porzione dell’Appennino centrale, compresa quasi del tutto all’interno dei confini di due parchi nazionali: Parco Nazionale d’ Abruzzo, Lazio e Molise e Parco Nazionale della Maiella. A ‘tanto’ ammonta la popolazione dell’Orso Marsicano, il più raro d’Europa.  Una condizione di estrema fragilità che, come è evidente, mette a serio rischio la sopravvivenza della specie.
 
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Le soluzioni? Ripristinare decine di sottopassi stradali abbandonati e impraticabili per gli animali, distribuire nuove recinzioni a tutela degli allevamenti, installare dissuasori acustici e ottici che scoraggino gli orsi ad attraversare le strade più pericolose, rimuovere le risorse trofiche che attraggono gli orsi nelle aree urbane sostituendo, ad esempio, i cassonetti attuali con modelli a prova di orso, favorire la convivenza con le popolazioni locali superando pregiudizi e diffidenza. “Nessuna istituzione da sola può fare la differenza. Serve una collaborazione sinergica tra il Ministero della Transizione Ecologica, i Presidenti delle Regioni ricadenti all’interno dell’areale dell’Orso, prime fra tutte Abruzzo, Lazio e Molise, i tanti sindaci che amministrano questi territori, i responsabili delle aree protette, gli operatori delle forze di polizia, i magistrati e tutti i cittadini che vivono e lavorano in questi territori. Serve l’aiuto e il sostegno di tutti coloro che hanno a cuore il destino di una delle specie più rare e preziose del continente europeo. Il WWF ha avviato anche una Campagna di raccolta fondi per finanziare le azioni urgenti da mettere in campo. Ognuno può partecipare andando sulla pagina web wwf.it/orsomarsicano” sottolinea il WWF.

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