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Home » Attualità » Paesi arabi, la campagna anti LGBTQ+ diventa virale. “Esistono solo 2 generi”

Paesi arabi, la campagna anti LGBTQ+ diventa virale. “Esistono solo 2 generi”

Partita dall'Egitto la campagna è diventa virale in poco tempo raggiungendo vari paesi del Medio Oriente e del Nord Africa. Sui social intanto sono già partiti vari hashtag contro la comunità LGBTQ+

Edoardo Martini
8 Agosto 2022
Bandiera arcobaleno

Bandiera arcobaleno

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La campagna chiamata “Fetrah”, che rifiuta l’identità di genere non binaria e condanna gli orientamenti sessuali diversi dall’eterosessualità contribuendo a fomentare odio e violenze verso le persone della comunità LGBTQ+, sembra non fermarsi più. Nelle ultime settimane, l’iniziativa partita dall’Egitto, è diventa virale sui social network di vari paesi del Medio Oriente e del Nord Africa.

La campagna Fetrah prevede soltanto due colori: un rosa acceso e l’azzurro chiaro

“Basta LGBTQ+”: il messaggio social della campagna

L’iniziativa è stata creata da tre esperti di marketing ed è stata resa pubblica lo scorso 22 giugno attraverso vari account su Twitter, Instagram, Facebook e Telegram, così come tramite un sito sulla cui homepage compare un messaggio che dice in diverse lingue “basta LGBTQ+”.

Tutti i profili sui social network, e anche il sito, portano appunto il nome arabo “Fetrah”, che si potrebbe tradurre con “istinto umano”: l’idea dietro alla campagna è che esistano solo due generi, quello maschile e quello femminile, e che l’omosessualità sia un comportamento deviante rispetto alla natura umana, promosso e sostenuto dai paesi occidentali.

La bandiera scelta dal movimento Fetrah è di due colori: l’azzurro chiaro, per indicare ed enfatizzare il sesso maschile, e un rosa acceso, per indicare il sesso femminile. Questi due colori, da quando è partita la campagna, sono stati usati da moltissimi utenti come sfondo per migliaia di post sui social network, accompagnati da hashtag che rimandano all’iniziativa e commenti come ‘ci sono solo due generi‘, oppure ‘nessuno ha il diritto di impormi le sue convinzioni maligne e disgustose’.

Una ricercatrice della Giordania che si occupa di diritti sulle piattaforma digitali, chiedendo di identificarsi soltanto come Raya, ha dichiarato: “Quello di Fetrah è un tentativo coordinato di prendere di mira la comunità LGBT dei paesi arabi. Questo ha fatto sì che da un lato, molte persone che sono omosessuali o non si riconoscono né nel genere femminile né in quello maschile abbiano cominciato a sentirsi minacciate e, dall’altro, che ci siano sempre più post in cui si invita a umiliarle o a fare loro del male.”

La bandiera della campagna Fetrah

L’obiettivo è quello di coinvolgere il maggior numero di persone

A inizio luglio Meta aveva chiuso i profili ufficiali della campagna su Facebook e Instagram, dove nel frattempo sono nate altre pagine con alcune centinaia o al massimo poche migliaia di follower che portano avanti il messaggio dell’iniziativa. Per ora sono invece aperti sia il canale Telegram di Fetrah, che ha più di 15mila iscritti, sia il suo profilo Twitter, dove gli utenti che seguono la pagina sono più di 75mila.

Abdullah Abbas, uno dei tre creatori della campagna, ha fatto sapere che l’iniziativa non ha una matrice religiosa specifica, visto che il suo obiettivo è coinvolgere il maggior numero possibile di persone, anche in altre parti del mondo. Abbas ha anche confermato di aver lanciato la campagna a giugno perché è il mese internazionale del Pride, la serie di eventi che celebrano la comunità LGBTQ+.

 

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Dopo la preoccupazione, ha postato una nuova storia in cui ha rassicurato tutti, annunciando la buona riuscita dell’operazione.

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La bandiera della campagna Fetrah

L'obiettivo è quello di coinvolgere il maggior numero di persone

A inizio luglio Meta aveva chiuso i profili ufficiali della campagna su Facebook e Instagram, dove nel frattempo sono nate altre pagine con alcune centinaia o al massimo poche migliaia di follower che portano avanti il messaggio dell’iniziativa. Per ora sono invece aperti sia il canale Telegram di Fetrah, che ha più di 15mila iscritti, sia il suo profilo Twitter, dove gli utenti che seguono la pagina sono più di 75mila. Abdullah Abbas, uno dei tre creatori della campagna, ha fatto sapere che l’iniziativa non ha una matrice religiosa specifica, visto che il suo obiettivo è coinvolgere il maggior numero possibile di persone, anche in altre parti del mondo. Abbas ha anche confermato di aver lanciato la campagna a giugno perché è il mese internazionale del Pride, la serie di eventi che celebrano la comunità LGBTQ+.  
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